Dio perdona... Mathieu no
Van der Poel è campione del mondo di ciclocross! Lo splendido duello con Van Aert si risolve con una volata a due impostata molto male dal belga, lo spunto del neerlandese è spaziale. Iserbyt medaglia di bronzo
Si affronteranno a viso aperto alle Strade Bianche e alla Milano-Sanremo passando per la Tirreno-Adriatico. Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix gli obiettivi più importanti in primavera e poi ancora, in estate, duello al Giro di Svizzera, nel Tour de France e soprattutto al Mondiale di Glasgow. Ad anticipare tutto questo bendidìo però, c'è la prima sfida cruciale del 2023 in quel di Hoogerheide: in palio la maglia arcobaleno che nessuno dei due vuole farsi sfuggire. Di chi si sta parlando? Ovviamente dei due crossisti più forti al mondo, Wout van Aert e Mathieu van der Poel, o Mathieu van der Poel e Wout van Aert, come preferite. In questo caso forse è più adatto dire MVDP vs WVA visto che l'atleta neerlandese gioca in casa, nel senso letterale del termine; Hoogerheide è infatti a pochi chilometri dal luogo in cui è cresciuto e dove dimora il padre Adrie, tracciatore del percorso (non a caso la gara si chiama GP Adrie van der Poel sin dal lontano 2000…).
Il duello più atteso della rassegna iridata torna ai Mondiali dopo un anno di assenza; nel 2022 infatti sia Wout che Mathieu, seppur per motivi diversi, avevano deciso di saltare la trasferta a Fayetteville, abdicando così dopo un regno che durava dal 2015, anno del primo iride élite conquistato da van der Poel in quel di Tabor, località in cui si tornerà nel 2024 per i Campionati del Mondo. Adesso però sono presenti per riprendersi il trono più amato e soprattutto per iniziare con il piede giusto un 2023 pieno di impegni e obiettivi.
Fin qui hanno già regalato spettacolo a piene mani nei dieci scontri crossistici della stagione ma il bello arriva proprio oggi, nell'unica giornata invernale che entrambi hanno cerchiato in rosso. Nonostante in alcune sfide Van Aert sia apparso decisamente superiore a Van der Poel, il neerlandese negli ultimi tempi si è ripreso ed è dunque facile immaginare molto equilibrio tra i due come su un percorso così scorrevole come Hoogerheide, dove solamente la salita prima dei secondi box e il segmento finale disseminato di trappole artificiali, come le tavole e la scalinata “Stairway to Heaven”, possono davvero fare la differenza.
Per il podio i maggiori candidati sono sempre gli stessi quattro: Eli Iserbyt, Laurens Sweeck, Michael Vanthourenhout e Lars van der Haar, unico del quartetto non belga e che quindi rischia di soffrire per il gioco di squadra dei fiamminghi. Attenzione però anche a qualche altro nome che, in un modo o nell'altro, si è messo in bella mostra durante la stagione. Si parla di atleti come il britannico Cameron Mason, sfavorito dal percorso asciutto, di Joris Nieuwenhuis e Pim Ronhaar, duo neerlandese molto interessante, dello svizzero Kevin Kuhn, del francese Clément Venturini che da buon stradista può far valere le proprie carte in un tracciato scorrevole e di altri belgi come Gerben Kuypers, Niels Vandeputte e Jens Adams.
La cronaca della gara
Van der Poel parte in prima fila, mentre Van Aert è condannato alla seconda dalla generale di CDM. Wout sceglie di piazzarsi a ruota di Mathieu e di Toon Vandebosch, connazionale molto abile in partenza che può scortarlo davanti al più presto. Le indicazioni del C.T. del Belgio Sven Vanthourenhout sono chiare: allo start si lasci spazio a Van Aert, dopodiché gli altri possono rimettersi nelle posizioni che preferiscono. Lo spunto di Van der Haar è devastante, ma sono tutti i Paesi Bassi a partire alla grande, con MVDP in seconda piazza e Nieuwenhuis in terza. L'atleta della Baloise però deve presto cedere il posto a WVA, il quale non ha nessuna intenzione di lasciare la ruota del rivale di sempre. Alle sue spalle Sweeck tenta di prendere la posizione a Nieuwenhuis per assicurarsi che quest'ultimo non tenti di sorpassare Van Aert prima di una probabile mossa di Van der Poel.
La tattica studiata dai neerlandesi è perfetta: sul ponte che precede la salita Mathieu sorpassa Van der Haar e sferra un attacco devastante, a cui solamente Wout può rispondere. Il belga controbatte bene e gli si fionda subito a ruota dimostrando un'ottima reattività mentre dietro di loro si forma già un buco. Dopo solamente quattro minuti di gara il duello ha inizio, agli altri rimangono le briciole, cioè la medaglia di bronzo e i piazzamenti in top ten. Van der Poel continua a martellare sui pedali fino alla fine del primo giro e oltre, con un solido Van Aert a marcarlo stretto per non concedergli nemmeno un secondo. Lo spirito combattivo di Mathieu è indicativo di come il figlio di Adrie stia attraversando una delle sue giornate migliori.
Verso il termine della seconda tornata sulle dieci previsti (si sforerà abbondantemente l'ora, il che è indubbiamente un bene in un appuntamento cruciale come il Mondiale) WVA si porta in testa e dà inizio a una staffetta che potrebbe arrivare sino al traguardo. Nel gruppo inseguitore, che paga un passivo di 24" dopo tredici minuti di gara, sono Kuypers e Vanthourenhout a prendere l'iniziativa all'imbocco del terzo round: Gerben è partito insolitamente bene e può quindi permettersi di affrontare il Mondiale all'attacco; Michael vuole lasciare indietro i suoi rivali per il bronzo Iserbyt, Van der Haar e Sweeck. La coppia belga scava un bel solco sul resto del plotoncino e decide di proseguire di comune accordo sperando di giocarsi in esclusiva la medaglia di bronzo. La scelta da un lato può risultare vincente, perché dietro è compito di Van der Haar chiudere il buco, dall'altro è però molto rischiosa. Se non ti chiami Wout o Mathieu è difficilissimo sostenere un'ora tutta al vento su un percorso di questo genere, fin troppo veloce per un Mondiale di ciclocross, ma ormai si sa, la piega che è stata presa negli ultimi anni è questa, purtroppo.
Davanti intanto MVDP prosegue nelle proprie sfibranti accelerazioni, tentando di scavare il buco sulla salita e dopo le tavole, che come nelle previsioni si rivelano a lui decisamente favorevoli, soprattutto nel confronto con un impacciato Van Aert. WVA però risponde sempre presente, lo tampina senza tentennamenti e quando l'altro glielo chiede gli concede un cambio. Mano a mano che si procede con il copione scritto dell'emozionante duello tra i due, la competizione assume sempre più i contorni di quella di Zolder, con entrambi che sembrano molto in palla, ma il solo Mathieu che prende l'iniziativa. Van Aert decide di rimanere comodo a ruota e quando va davanti mantiene un'andatura regolare, quasi a voler bruciare le polveri dello scattante avversario. Solamente nella quinta tornata tenta un allungo sulla salita, sia per allontanare un po' la fastidiosa coppia Kuypers-Vanthourenhout, sempre distante una trentina di secondi, sia per tastare il polso a un Van der Poel che tra quarto e quinto round si fa un filo meno aggressivo che in partenza.
Alla lunga, come prevedibile, il neo-acquisto dell'Intermarché e il campione europeo si sgonfiano un pochino e vengono minacciati dal ritorno del drappello con gli altri big dove sono Iserbyt e soprattutto Van der Haar a credere di più nel ricongiungimento; in loro compagnia un ottimo Mason che nonostante il percorso asciutto è ancora in lizza per il bronzo, Vandeputte e uno Sweeck piuttosto scarico, mentre Venturini è più lontano dopo le fiammate dei giri precedenti. Nella sesta tornata Vanthourenhout stacca Kuypers e rimane solo in terza piazza scavandosi la fossa con questa decisione. LVDH e Iserbyt infatti hanno ormai preso un altro passo e in un battibaleno sono sulle sue ruote. Michael tenta di reagire immediatamente ma Lars ed Eli lo staccano irrimediabilmente, transitando a 35" da Mathieu e Wout che davanti procedono sempre con lo stesso passo disumano.
Nel settimo giro Van der Poel tenta di nuovo l'attacco sulla salita e sulle tavole. Grazie alla sua celeberrima esplosività prende qualche metro a Van Aert, ma il belga torna sotto senza svenarsi eccessivamente entrambe le volte, dimostrandosi almeno fisicamente al livello di Mathieu. Il neerlandese guida il duo anche nell'ottava tornata, ma il suo passo è decisamente meno cattivo che in precedenza, tanto che Van der Haar e Iserbyt transitano sotto il traguardo con un ritardo di soli 18", sempre tirati dall'infaticabile LVDH. Come da abitudine Wout passa in testa durante il penultimo round senza però aumentare l'andatura in maniera significativa, ma tenendo invece un ritmo che permette ai due favoriti di non doversi preoccupare della coppia inseguitrice ma solamente della loro sfida nell'ultimo giro, quello decisivo.
Dopo gli attacchi di Mathieu nel corso della settima tornata, infatti, entrambi hanno capito di essere alla pari fisicamente e di avere lungo il percorso alcuni punti favorevoli ed altri meno. Al neerlandese arridono salite e soprattutto tavole, a Wout il passaggio nel bosco. I due si sono dunque concentrati sul recuperare energie in vista del finale, dato che difficilmente si potrà evitare la volata, anche se nel ciclocross, si sa, tutto può succedere. Van der Poel approccia il giro conclusivo in prima posizione ma già davanti ai box Van Aert opera il sorpasso e nel rettilineo seguente sferra un primo attacco per prendere un po' di vantaggio prima del segmento nella foresta, dove però Mathieu guida bene e gli rimane attaccato. Il neerlandese ripassa davanti per affrontare in testa i ponti e la salita, ma, a differenza di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, decide di non attaccare.
Van Aert teme però che possa guadagnare metri sule tavole e allora prima di giungere nella zona degli ostacoli opera una nuova entrata su Mathieu prendendogli il posto. Il belga spinge forte sui pedali per difendere la prima piazza ma a Van der Poel non interessa sfruttare le tavole per un attacco conclusivo, tanto che intelligentemente rimane a ruota di WVA anche dopo averle affrontate, mentre Wout rilancia per restare davanti. A dividere i due dal rettilineo finale in leggera ma sensibile salita rimangono solo la scalinata e la contropendenza, ma niente può impedire la volata.
A Van Aert converrebbe prenderla a ruota per sfruttare la scia di Van der Poel in uscita dalla contropendenza e lanciare cos' uno sprint lungo ad alta velocità, ma dato che è in testa la tattica migliore risulta quella di non abbassare mai il ritmo e scattare appena arrivati sull'asfalto, partendo sempre da una velocità di base sufficientemente alta per impedire a Mathieu di far valere la propria esplosività. Il belga però fa tutto il contrario, commettendo un imperdonabile errore tattico, l'ennesimo della propria carriera in momenti clou (da ricordare il Fiandre 2020 perso da Mathieu con una dinamica simile): giunto sull'asfalto in prima posizione decide praticamente di fermarsi, abbassando di netto l'andatura. Van der Poel lancia il proprio micidiale sprint a meno di duecento metri dalla fine e il suo lanciato, come si direbbe nell'atletica, è altrettanto devastante. Van Aert in tutto ciò si fa pure sorprendere nel momento dello scatto di Mathieu e non può far altro che rimanere nella scia del neerlandese e cogliere l'ennesimo argento di una carriera un po' maledetta.
Mathieu centra il quinto titolo mondiale in carriera tra gli élite, settimo contando anche le categorie giovanili, e si conferma ancora una volta il miglior ciclocrossista di tutti i tempi dopo una corsa fantastica affrontata con il suo solito piglio aggressivo. Incredibile pensando alla sua situazione solamente un mese fa. Van Aert è amaramente secondo e condivide il podio con un altro belga, Iserbyt, terzo a 12" dopo aver vinto il duello con un fin troppo generoso Van der Haar, che spesso commette l'errore di tirare a testa bassa senza chiedere cambi nelle seconde metà di gara dei tracciati veloci, finendo spesso battuto da chi, come Eli in questo caso, ha approfittato del traino nei giri precedenti. Quinto a 46" dopo le fiammate iniziali Vanthourenhout, mentre Kuypers chiude in sesta posizione a 54" il suo primo, e soddisfacente, Mondiale della carriera con i grandi. Vandeputte lascia i Paesi Bassi abbastanza soddisfatto dalla sua settima posizione a 57" da Mathieu, mentre Sweeck non sarà sicuramente contento della sua ottava piazza a 59". Mason e Venturini, i primi due non Benelux, chiudono la top ten in nona e decima posizione a più di un minuto dal fenomenale duo. Filippo Fontana, unico italiano al via, è ventottesimo a 3'48", ma su un percorso così facile e veloce era difficile far meglio.