"Petit Tour", Schachmann li spiana tutti
Al Giro della Valle d'Aosta grande assolo del tedesco dopo una lunga fuga. Padun conserva la leadership
Il bello di una corsa come il Giro della Valle d’Aosta consiste non solo nella tipologia di percorsi proposti, che ne fanno una delle corse a tappe più impegnative in assoluto, ma anche nell'imprevedibilità che caratterizza ogni giornata di gara, dando libero sfogo alla fantasia dell’atleta che, pur sapendo già in partenza di dover lottare aspramente con ascese dalle pendenze in doppia cifra, può prodursi in impavide cavalcate fin dalle fasi iniziali della corsa, che possono divenire splendidi assoli solitari nel finale.
Anche la terza frazione del Petit Tour si prestava particolarmente ad azioni da lontano ed è così che quest’oggi, in una gara che continua indubbiamente a parlare straniero, la copertina è tutta per il tedesco Maximilian Schachmann, uno dei tanti gioielli messi in mostra in stagione dalla formazione Continental ceca Klein Constantia. Il ragazzo, classe 1994, si è fatto conoscere in passato come uno dei tanti fortissimi passisti prodotti dalla scuola teutonica, avendo racimolato podi europei e mondiali nella cronometro ma dalla scorsa stagione i suoi miglioramenti hanno iniziato ad apparire sensibili, come dimostrato dal quarto posto di tappa proprio nella frazione valdostana che si concluse su una salita mitica come il Gran San Bernardo.
Miglioramenti mostrati anche in quest’annata, dove però l’unico successo era finora giunto dal campionato nazionale tedesco a cronometro ed erano stati molti i piazzamenti portati a casa. Quest’oggi però Schachmann si è rifatto alla grande, coronando una giornata da splendido protagonista che l’ha portato a trionfare in perfetta solitudine sulla dura e spettacolare ascesa ai Piani di Tavagnasco, con pendenze costantemente oltre il 10%, sul cui albo d’oro l’ultimo nome a comparire era stato quello di Fabio Aru. Giornata globalmente positiva però per tutta la formazione ceca, con lo spagnolo Enric Mas riuscito a guadagnare ancora preziosi secondi sui rivali e che a questo punto si candida ad essere uno dei più seri pretendenti al successo finale.
Partenza frizzante, in quattro riescono ad evadere
La Quincinetto-Piani di Tavagnasco di 159,1 chilometri, snodatasi quasi interamente in territorio piemontese, prevedeva subito un’ascesa non impegnativa verso Perloz, utile a provocare le prime schermaglie in un gruppo dove erano in tanti a cercare l’avanscoperta. Dopo che la maglia gialla Padun è transitata in testa, rafforzando la propria leadership nella classifica dei GPM, sono stati in quattro ad avvantaggiarsi su un gruppo che si è disgregato in più drappelli: al comando si sono portati Jalel Duranti della Viris Maserati (unico italiano presente nel tentativo), il russo figlio d’arte Pavel Sivakov della BMC, il tedesco Maximilian Schachmann della Klein Constantia e il cileno José Luis Rodríguez, portacolori del Centre Mondial du Cyclisme.
Alle loro spalle si è formato un gruppo di una ventina di corridori, con alcune delle formazioni di riferimento che hanno cercato di sganciare alcune preziose pedine (la Colpack, ad esempio, ha inserito Zaccanti e Orsini) distante però già un paio di minuti dai battistrada, che hanno continuato con cambi regolari ed hanno fatto lievitare il vantaggio, arrivato a superare i 5 minuti sul gruppo principale in occasione del transito al secondo GPM di Villate al km 87 (su cui è stato Duranti a transitare per primo).
Davies e Pearson provano ad accodarsi invano, il vantaggio sale ancora
Proprio Jalel Duranti è stato il primo ad accusare lo sforzo profuso nell'azione, in una giornata caratterizzata anche dal gran caldo dopo la pioggia di ieri, mentre alle spalle dei tre superstiti si è registrato il tentativo di rimonta operato dai due britannici Scott Davies e Daniel Pearson, entrambi portacolori del Team Wiggins, che si sono prodotti in uno sforzo da Trofeo Baracchi per cercare di riportarsi sulla testa della corsa, da cui però hanno continuato ad accusare un ritardo attorno al minuto.
Schachmann, Sivakov e Rodriguez hanno così proseguito nel tentativo, portando a quasi 7 minuti (6’53” per la precisione) il proprio vantaggio nei confronti del gruppo principale in occasione del transito sul terzo GPM di giornata posto a Loranzé, a 20 chilometri dalla conclusione e a -10 dall'inizio dell’ascesa conclusiva.
Schachmann realizza l’assolo e trionfa, schermaglie in gruppo
Messi ormai a distanza di sicurezza gli inseguitori, con i restanti gruppetti ormai destinati ad essere riassorbiti dal gruppo, i fuggitivi hanno approcciato la durissima ascesa ai Piani di Tavagnasco, dove sono bastati pochi chilometri per comprendere come sarebbero andate le cose. Il cileno Rodríguez è stato il primo a cedere e a 5 chilometri dalla conclusione anche Sivakov ha dovuto arrendersi sotto i colpi di uno scatenato Schachmann, che con una potente progressione ha cominciato a spingere deciso verso il traguardo.
Nel gruppo sono iniziati intanto i primi tentativi d’attacco: il primo a tentare è stato il kazako Akhmetov, poi è stata la volta di un quartetto composto dal colombiano Osorio, dal portoghese Bico, da Marco Landi e dal norvegese Foss, con il vantaggio di Schachmann che nel frattempo era ancora superiore ai quattro minuti. Il tedesco ha continuato nella sua azione amministrando al meglio i chilometri conclusivi ed è andato a chiudere in perfetta solitudine sul traguardo, coronando così al meglio un’azione durata oltre 100 chilometri. Seconda posizione per il pur bravo Sivakov, atleta molto interessante, che ha chiuso con un distacco di 40” ma si è potuto consolare con la conquista della maglia di miglior giovane. A 2’16” ha invece concluso in terza posizione il cileno Rodríguez, anch'egli protagonista di un’ottima prestazione.
Mas guadagna sui rivali, Padun resiste in giallo. Cede Ravasi
Nei chilometri finali si è registrato anche l’attacco dello spagnolo Enric Mas, che è riuscito a guadagnare un discreto gap ed è andato a chiudere in quarta posizione a 2’55”, precedendo l’atteso svizzero Kilian Frankiny, che ha chiuso quinto a 3’05”. Poco dopo sono giunti il colombiano Aguirre (a 3’08”) e l’ucraino Padun, che pur accusando il grande sforzo di ieri, ha concluso al settimo posto a 3’09”. L’altro colombiano Reyes (giunto a 3’13”), il norvegese Foss (nono a 4’06”) e il bielorusso della Palazzago Riabushenko (decimo a 4’17”) hanno chiuso la top ten di giornata, da cui è rimasto escluso il terzetto belga costituito dall'atteso Lambrecht (giunto a 4’18”), Vanhoucke e Vereecken. Giornata difficile invece per Edward Ravasi: il portacolori della Colpack è stato il miglior italiano sul traguardo, chiudendo in 20esima posizione, ma ha accusato un ritardo di 6’07” che rende molto difficili le speranze di podio nell’impegnativa due giorni conclusiva. Gli sforzi della seconda frazione sono stati invece fatali a Nicola Bagioli, crollato quest’oggi e giunto sul traguardo con un ritardo di 17’26”.
Nonostante le fatiche si siano fatte inevitabilmente sentire, Mark Padun è riuscito a conservare la maglia gialla di leader ma ora guida con soli 35” nei confronti di Schachmann (che ha conquistato anche la maglia dei traguardi volanti) che ora costituirà un’importante pedina tattica per la Klein Constantia. Buon balzo anche per Sivakov, ora terzo a 1’49” mentre lo spagnolo Mas è distante 2’54”, con Frankiny quinto a 3’02”. Ravasi è il miglior italiano anche nella generale ma paga un dazio di 6’16” attestandosi in diciassettesima posizione.
Domani quarta frazione da Pontey a Clavalité (località posta sopra Fénis) di 166,9 chilometri: prima di giungere alla spettacolare ascesa finale con l’ultimo chilometro in sterrato, gli atleti dovranno superare la dura ascesa del Col du Champremier, la cui vetta è posta a 30 chilometri dalla conclusione. Non è escluso che possa avere nuovamente buon gioco un’azione a lunga gittata, di certo tutto potrà ancora accadere.