Al Giro di Slovenia Aleotti viaggia sulle Healy dell'entusiasmo
L'emiliano vince la classifica finale nel giorno di grazia dell'irlandese
Non è esagerato sostenere che l'ultima tappa del Giro di Slovenia sia stata una delle corse più divertenti dell'intera stagione: incerta, combattuta e appassionante fino all'ultimo metro. Merito di un formidabile Ben Healy - che ha cercato e voluto il successo, attaccando ai -47 dal traguardo di Novo Mesto - e di un cast che ha interpretato la corsa senza troppi calcoli. Una situazione che poteva mettere in seria difficoltà la maglia verde Giovanni Aleotti, tallonato da Pello Bilbao. E invece, il 25enne modenese ha raccolto il testimone da Filippo Zana, centrando il terzo successo della carriera in una gara a tappe, senz'altro più prestigiosa del Sibiu Tour, conquistato per due anni di fila.
Corsa chiusa per quasi 40 km, poi una fuga a 15
L'ultima puntata del 30° Giro di Slovenia (Sentjernej-Novo Mesto, km 156,9) dispensa le sue principali difficoltà negli ultimi 40 km: prima il Veliki Ban (un 3ª categoria al 5,9% medio) e soprattutto il temutissimo Trska Gora, un micidiale muro di 1700 metri con pendenze da vertigini (11% medio con punte del 19%). Pronti, via e la Bahrain Victorious svela subito i suoi piani: tenere la corsa sotto controllo per macinare abbuoni e insidiare la maglia verde dell'italiano Giovanni Aleotti (BORA-Hansgrohe), in testa con soli 12" sullo spagnolo Pello Bilbao (Bahrain Victorious). Detto, fatto: rifluito il primo attacco del ceco Tomas Voltr (Pierre Baguette), del francese Clement Davy (Groupama-FDJ) e del norge Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), il corridore basco vince il primo sprint con abbuoni a Trebnje (km 33.7 km) e, con la complicità del tedesco Phil Bauhaus (Bahrain) recupera un paio di secondi all'italiano, 3° allo sprint intermedio. A questo punto, ci sono tutte le condizioni per concedere il via libera alla fuga: oltre ai già citati Davy e Kristoff, si inseriscono nell'attacco di giornata - scattato al km 42 - l'australiano Cameron Wurf (INEOS Grenadiers), l'austriaco Alexander Hajek (BORA), il belga Johan Meens (Bingoal WB), il francese Fabien Greiller (Total Energies), il giapponese Yuhi Todome (EF Easy Post), gli italiani Alessandro De Marchi (Jayco AlUla) e Martin Marcellusi (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), il norvegese Vegard Stake Laengen (UAE Emirates), i polacchi Szymon Sajnok (Q36.5) e Piotr Pekala (Santic-Wibatech), lo spagnolo Diego Uriarte (KERN Pharma), lo svizzero Robin Froidevaux (Tudor) e il tedesco Nikias Arndt (Bahrain). Il gruppo - tirato dagli uomini di fatica della INEOS con la complicità degli Euskaltel-Euskadi e dei Vini Fantini-Corratec - concede loro non più di 2'56" al km 103.
Healy, che forza!
La corsa esplode letteralmente sul Veliki Ban: l'irlandese Ben Healy (EF) accelera sul tratto più impegnativo, portandosi dietro il campione nazionale dell'Ecuador Jhonathan Narváez (INEOS). In un primo momento, provano a rispondere anche Aleotti, Bilbao, l'altro spagnolo Pablo Castrillo (KERN Pharma), il venezuelano Orluis Aular (Caja Rural-Seguros RGA) e lo sloveno Matej Mohoric (Bahrain). Tuttavia, il modenese non riesce a tenere il passo del corridore di origini inglesi e decide di tenere sotto controllo le mosse di Bilbao. Anche il capitano della INEOS accusa il colpo e rimbalzerà indietro per poi rientrare sul gruppo della maglia verde in discesa. Soltanto il britannico Paul Double (Polti Kometa) tiene il passo dello scatenato Healy, che ritroverà in medias res anche il compagno di squadra Todome, ma solo per poche centinaia di metri: il giovane atleta asiatico perde il controllo della bicicletta e finisce su un terrapieno, per sua fortuna morbido. Nel frattempo, il gruppo di testa ha perso pezzi: De Marchi - passato per primo in cima al GPM - porta con sé Arndt, Davy, Froidevaux, Grellier, Laengen, Kristoff, Marcellusi, Pekala, Sajnok e Uriarte.
Ai -37 il potenziale episodio-chiave dell'intera corsa: in un tratto di leggero falsopiano, Bilbao prova a rientrare sui due corridori anglosassoni. Rimasto senza compagni di squadra, Aleotti è costretto ad abbozzare, anche perché nessuno sembra disposto ad accollarsi il peso dell'inseguimento. Come se non bastasse, il 34enne di Guernica si avvantaggia anche della presenza di Arndt, richiamato in tutta fretta dall'ammiraglia della Bahrain per assistere il capitano: il quartetto - che più avanti riassorbirà anche Meens - guadagna in tutta fretta più di 30" sugli inseguitori. Contromossa obbligata della BORA: fermare Hajek per guidare una difficile risalita. Che, tuttavia, si concretizzerà più avanti.
L'irlandese scatta a ripetizione (e avrà ragione)
La presenza di un altro compagno di Aleotti rinfocola il tentativo di rimonta della maglia verde, che obbliga sia Bilbao, sia Double a ritornare sui loro passi: i due saranno raggiunti da un gruppo sempre più numeroso - di cui fanno parte almeno 35 corridori, compresi gli italiani Giulio Pellizzari (VF Group), Domenico Pozzovivo (VF Group) e Filippo Zana (Jayco) a circa 4 km dall'ingresso nel circuito finale. Situazione in fermento anche davanti: gli otto di testa sentono ormai il fiato sul collo di un irresistibile Healy, che piomba sui fuggitivi giusto in tempo per prendere di petto il muro di Trska Gora, posizionato a 9 km dalla fine. Poche centinaia di metri bastano per apprezzare la differenza di cilindrata tra il campione nazionale d'Irlanda e il resto della compagnia. Soltanto un commovente Marcellusi riesce a tenere il suo passo, arrampicandosi con lui fino alla vetta. Dietro succede di tutto: un rigenerato Narváez attacca a tutta forza, raggiungendo la coppia di testa nel primissimo tratto di discesa. Dal canto suo, Aleotti appare più brillante di prima, mentre Bilbao paga leggermente gli sforzi compiuti nei km precedenti: ci penserà un generoso Mohoric a riportarlo sotto. I duellanti per la maglia verde insistono e, in compagnia del vincitore della Sanremo 2022, agguantano il terzetto di testa ai -6. L'accordo è abbastanza precario, ma il margine sulla prima schiera di inseguitori - di cui fanno parte anche i due capitani della VF Group e l'altro italiano Valerio Conti (Corratec-Vini Fantini) - è sufficiente per avvicinare il traguardo. Tra i sei di testa, il più smanioso di tutti è ovviamente Healy. Che, dopo aver portato un primo affondo, sfila tutti di ruota a 3600 metri dalla linea: lo ritroveremo a braccia alzate a Novo Mesto così come non era ancora successo nel corso di questa stagione. Con la maglia verde ormai al sicuro, Aleotti trascina Bilbao in una situazione di stasi che favorisce il rientro della nutrita pattuglia che si è ricompattata in discesa. Soltanto Marcellusi prova a non rassegnarsi all'evidenza, ma il laziale sarà ripreso a 350 metri dalla linea. La volata per il 2° posto - ormai insignificante per la classifica, visto il divario tra i primi due - va a Kristoff davanti a un bravissimo Aular. 6° Edoardo Zambanini (Bahrain), 7° Conti.
Trionfo tricolore in Slovenia: 4 maglie su 4
Giovanni Aleotti conquista così il 7° successo della ancora sua giovane carriera, scortando sul podio Bilbao (a 10") e Pellizzari, attardato di 25" tanto quanto Pozzovivo, ma avvantaggiato dalla somma dei piazzamenti. Per il marchigiano anche la maglia bianca di miglior giovane. Il campione uscente Zana chiude invece all'ottavo posto.
Il ciclismo italiano fa il pieno di successi anche nelle altre classifiche: Aleotti scavalca in extremis Bauhaus nella classifica a punti, mentre Davide Baldaccini (Corratec) ha indossato le insegne di miglior scalatore. Alla VF Group, infine, la classifica a squadre.