
Tadej Bloody Tadej
Tadej Pogačar fa sua la Strade Bianche 2025 nonostante una caduta, staccando Tom Pidcock e raggiungendo Fabian Cancellara a quota tre vittorie
Vista l'edizione precedente, non ci aspettavamo un'edizione della Strade Bianche particolarmente combattuta: d'altronde la presenza di Tadej Pogačar ai nastri di partenza rende prevedibile il risultato di ogni classica con più di tremila metri di dislivello da almeno un anno a questa parte.
L'anno scorso lo sloveno era arrivato da solo con più di due minuti sul secondo, salutando gli avversari già sullo sterrato del Monte Sante Marie, ai -83 dall'arrivo. Quest'anno l'unico a poterlo infastidire sulla carta era il vincitore della penultima edizione, quel Tom Pidcock che nelle prime uscite stagionali aveva mostrato una condizione smagliante, e che già alla partenza aveva dichiarato di non essere venuto in Toscana per accontentarsi del secondo posto.
Detto fatto, quando la UAE Emirates stava apparecchiando tutto per lo scatto del suo capitano sullo stesso tratto dello scorso anno, a provare a far saltare il banco è stato proprio il britannico, che ha anticipato lo scatto del Campione del Mondo sperando di poterlo mettere in difficoltà sulla successiva discesa. Poteva semplicemente passare alle cronache come l'Icaro di giornata, il pazzo che, per citare le parole di Matthias Skjelmose dopo la scorsa Liegi, si avvicina troppo al sole per bruciarsi.
Mentre partivano le prime invettive contro lo sciocco di giornata, Pidcock le spegneva resistendo al contrattacco del fenomeno sloveno, e mettendo a referto una corsa che ad ogni metro sarebbe stata un po' meno scontata dello scorso anno. Ci è poi mancato poco che la sorte (o la malasorte, a seconda dei punti di vista) premiasse il coraggio (o la velleità, a seconda dei punti di vista) del venticinquenne campione olimpico di MTB, perché una caduta stava per compromettere la vittoria (e chissà cos'altro) di Tadej Pogačar.

Neanche questo è bastato però a fermare la volontà indomita del sovrano egemone del ciclismo su strada: Pogačar si è rialzato, ha ripreso Pidcock e l'ha staccato sul penultimo settore di sterrato, arrivando ancora con un minuto e mezzo di vantaggio. Pogačar ha dunque eguagliato il Fabian Cancellara a quota tre nel numero di Strade Bianche vinte: gli spetterà l'intitolazione di un settore di sterrato (Monte Sante Marie è già preso… toccherà a Colle Pinzuto?). Lo sloveno è il primo corridore a vincere questa corsa per due volte di fila, nonché il primo tra i maschi a farlo in maglia iridata.
Strade Bianche 2025, la cronaca della corsa
La diciannovesima edizione della Strade Bianche maschile si è svolta su percorso di 219 km con partenza e arrivo a Siena, dove era posto il consueto traguardo di Piazza del Campo, dopo aver affrontato lo strappo di Santa Caterina. Dopo l'allungamento del percorso che già l'anno scorso aveva permesso alla corsa di superare i 200 km, l'inserimento dell'inedito settore di Serravalle poco dopo la metà dell tracciato aveva portato il totale dei chilometri in sterrato a quasi 82, con 4000 metri di dislivello. Il clima era però particolarmente favorevole rispetto a edizioni passate, con la temperatura tra i 16°e i 17° e poco vento a soffiare sulle colline senesi.
Dopo una decina di chilometri si è formata la fuga del giorno, con Simone Petilli (Intermarché-Wanty), Lewis Askey ( Groupama-FDJ), Mark Donovan (Q36.5), Johan Price-Pejtersen (Alpecin - Deceuninck), Stan Dewulf (Decathlon AG2R La Mondiale), Connor Swift (Ineos Grenadiers), Albert Withen Philipsen ( Lidl-Trek), Pepijn Reinderink (Soudal Quick-Step), Anders Foldager (Jayco AlUla), Fabian Weiss (Tudor). Anche Javier Serrano (Polti VisitMalta) ha tentato di rientrare, ma il suo inseguimento è stato vanificato da una caduta.
Cadute problemi meccanici: fuori Scaroni, Ulissi, Gaudu e Bettiol
Il vantaggio massimo è stato di circa 5' intorno al km 60, quando prima Albert Withen Philipsen è incappato in una foratura, poi, nel gruppo inseguitore, sono emersi problemi che hanno causato i ritiri di tre corridori dell'XDS Astana: prima Christian Scaroni e Diego Ulissi sono caduti, poi il campione italiano Alberto Bettiol ha avuto problemi meccanici sullo sterrato. Tutti e tre sono stati costretti al ritiro. Anche David Gaudu (Groupama-FDJ) è incappato in una caduta che lo ha costretto al ritiro.
Quando il gioco si fa duro Pogačar e Pidcock iniziano a giocare
Intorno ai 120 km dall'arrivo la UAE Emirates-XRG ha preso il controllo della corsa riducendo sempre più sia la composizione del gruppo inseguitore sia il distacco dalla fuga, nella quale A.W.Philipsen subiva una nuova foratura. Sul settore di Serravalle Donovan e Reinderink hanno forzato il ritmo riducendo il gruppo di testa a sei corridori: Askey, Donovan, Reinderink, Petilli, Weiss e Swift.
Ai -84 dall'arrivo iniziava il settore di sterrato di Monte Sante Marie, già punto di svolta delle passate edizioni, e addirittura trampolino di lancio per l'assolo dello scorso anno di Tadej Pogačar. E proprio qui la UAE Emirates ha aumentato il ritmo, prima con Florian Vermeersch e poi con Isaac Del Toro e Tim Wellens. Quando il belga aveva scremato il gruppo inseguitore a tal punto che solo Tom Pidcock (Q36.5), Ben Healy (EF Education-EasyPost) e Roger Adrià (Red Bull-Bora-Hansgrohe) erano rimasti con lui e Tadej Pogačar (UAE Emirates-XRG), ai -78.5 km dall'arrivo, proprio Tom Pidcock si è mosso quasi a metà di Monte Sante Marie (settore 9): Pogačar lo ha subito seguito e ha contrattaccato, ma pur in palese riserva di energie Pidcock gli è rimasto a ruota.
Nel frattempo i componenti della fuga di giornata venivano ripresi e staccati, con Askey, Donovan e Weiss che restavano con i due favoriti per qualche centinaio di metri prima di cedere, e Swift che, ultimo a essere ripreso, si impegnava a tornare sulle loro ruote nel tratto meno duro prima dello scollinamento.
L'asfalto tradisce Tadej
Il terzetto di testa ha preso la discesa con una trentina di secondi dal gruppo dei primi inseguitori, formato da Tim Wellens, Magnus Cort Nielsen (Uno-X Mobility), Michael Valgren (EF Education-EasyPost), Lennert Van Eetvelt (Lotto), Ben Healy, Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck), Pello Bilbao (Bahrain Victorious) e Roger Adrià. Questi ultimi tre si sono prodotti in un allungo dopo una decina di chilometri, quando il distacco si attestava sul minuto e mezzo, senza però guadagnare mai più di una quindicina di secondi prima di rialzarsi.
Tra il settore di Monteaperti (10) e il settore di Colle Pinzuto (11) una curva sull'asfalto a 50 km dall'arrivo è costata cara a Tadej Pogačar: il Campione del mondo ha perso il controllo della ruota posteriore scivolando e picchiando la testa e il lato sinistro del corpo per terra, prima di rotolare nell'erba sul lato destro della strada: pur prontamente rialzato, i erano evidenti gli strappi sulla divisa e le abrasioni sul corpo. Connor Swift, pur rimandendo in piedi, aveva perso le ruote di Pidcock per frenare, così il britannico si ritrovava da solo in testa.
Ripresosi in brevissimo, Pogačar si era subito rialzato e, raggiunto dall'ammiraglia, aveva cambiato la bicicletta ai piedi del settore di Colle Pinzuto, dove aveva ripreso Swift. Il divario, dai 30" ai piedi della salita, scendeva pian piano, finché Tom Pidcock non si è platealmente girato e ha rallentato lungo la discesa aspettando l'arrivo di Pogačar.
I due sono rimasti insieme sui settori di sterrato di Le Tolfe (12) e Strada del Castagno (13), con il vantaggio che ormai superava il minuto su Connor Swift e il minuto e mezzo sugli altri inseguitori, che riprendevano il britannico della INEOS ai -33 dall'arrivo.
Su Colle Pinzuto l'affondo di Pogačar
Superato anche Montechiaro (settore 14), nel gruppo inseguitore era rimasto un trio con Bilbao, Healy e Adrià. Al secondo passaggio su Colle Pinzuto (settore 15, 18 km dall'arrivo), il vantaggio stava tornando sotto il minuto: qui Pogačar ha dato l'accelerata decisiva per scrollarsi di dosso Tom Pidcock e involarsi verso il traguardo. Ai -10 il divario era già di 1', con il solo Tim Wellens che inseguiva Pidcock, a sua volta con quasi 1' di vantaggio su Ben Healy. L'irlandese sull'ultimo settore di sterrato (Le Tolfe) aveva staccato Adrià e Bilbao.
Pogačar si è dunque concesso l'ennesimo bagno di folla sullo strappo finale di Santa Caterina, arrivando in Piazza del Campo con 1'24" di vantaggio su Tom Pidcock e 2'12" su Tim Wellens. Sono serviti 5' perché arrivassero alla spicciolata i primi dieci, visto che dopo Wellens Healy è arrivato con 3'23" di distacco, mentre Bilbao, quinto, ha tagliato il traguardo con un ritardo di 4'20: il decimo, Roger Adrià, aveva 5'06" dal Campione del mondo. Migliore degli italiani, per la quarta volta (le ultime tre consecutive) Davide Formolo (Movistar), quattordicesimo a 5'33" (l'anno scorso fu settimo): questa è stata la quarta edizione consecutiva senza italiani tra i primi dieci.