Milan, un'irresistibile esplosione di potenza
Jonathan vince la volata di San Salvo, primo successo italiano al Giro d'Italia 2023. Battuti David Dekker e Kaden Groves. Una caduta ai 3.7 km taglia fuori diversi protagonisti; Remco Evenepoel conserva la rosa
Jonathan Milan lo amiamo da tempo, almeno dal quartetto olimpico di Tokyo, quando fu coprotagonista di un'impresa che ha segnato la nostra ciclofilia. Dopo averlo considerato un ottimo cronoman, e poi un rilevante leadout, negli ultimi mesi abbiamo fatto la bocca al vederlo sprintare sempre meglio. Due vittorie alla CRO Race nel settembre scorso, un ottimo richiamo al Saudi Tour questo inverno (a fine gennaio), e oggi l'esplosione - per molti imprevista, e invece era nell'aria - con la prima affermazione in un grande giro, davanti a molti avversari di rango e altri un po' meno blasonati (la lineup della categoria è quella che è in questa corsa rosa 2023), in una volata decimata da una caduta ai quattro chilometri che ha spezzato il gruppo lasciando indietro qualche sicuro protagonista.
Ma conta poco, i fatti di corsa son fatti di corsa e quando un domani si parlerà del primo successo al Giro d'Italia di questo friulano dal nome international si baderà al dato statistico e non ad altro. E si parlerà di “primo successo” perché, vedrete, ne verranno diversi altri. Del resto il tempo è tutto dalla parte del lungo 22enne di Buja, il quale non ha ancora ben chiari i propri margini e i propri limiti, ma di sicuro nell'esplorazione degli uni e degli altri non si sta facendo mancare grosse soddisfazioni.
Giro d'Italia 2023, la cronaca della seconda tappa
202 km per la Teramo-San Salvo, prima delle sette tappe over 200 del Giro d'Italia 2023 e scenario di tante prime cose: per esempio la prima fuga della corsa rosa, partita al km 0 con Stefano Gandin (Corratec), Mattia Bais (Eolo-Kometa), Paul Lapeira (AG2R Citroën) e Thomas Champion (Cofidis), a cui si è presto accodato Alessandro Verre (Arkéa Samsic); il vantaggio massimo dei cinque è stato di quasi 6' al km 10, l'accordo è durato fino al Gpm di Silvi Paese, dove ai -117 Verre ha tentato un forcing solitario salvo rialzarsi e venire staccato dagli altri. In vetta è transitato per primo Lapeira, che più avanti avrebbe vinto anche il Gpm di Ripa Teatina ai -72, assicurandosi così la prima maglia azzurra dell'apposita classifica.
I due traguardi volanti li ha vinti entrambi Gandin davanti a Bais: quello di Pescara ai -100.5 valeva solo per la classifica a punti, e in gruppo si son piazzati nell'ordine Fernando Gaviria (Movistar), Michael Matthews (Jayco AlUla) e Mads Pedersen (Trek-Segafredo); quello in cima al muro di Chieti ai -80 dava solo abbuoni e resterà quindi ininfluente ai fini della corsa.
Con Trek, Alpecin-Deceuninck e Movistar a tirare e il gruppo a riavvicinarsi, la fuga si è ulteriormente sfilacciata quando ai -54 si è staccato Lapeira; Gandin, Bais e Thomas sono stati raggiunti ai -38.5 e per una ventina di chilometri non è più successo nulla di particolare; ai -17 una caduta senza conseguenze ha coinvolto Sebastian Berwick (Israel-Premier Tech) e i due Movistar Einer Rubio e Óscar Rodríguez (Movistar).
Ben peggiore è stato il ruzzolone ai -3.7, con Martijn Tusveld (DSM) primo ad andar giù sulla destra in seguito a uno sbandamento; l'olandese ha buttato giù Max Kanter (Movistar), Daan Hoole (Trek), una transenna e pure un paio di malcapitate signore che si sono ritrovate catapultate per terra senza neanche avere il tempo di accorgersene. Il capitombolo ha frazionato il gruppo lasciando davanti una sessantina di unità e dietro gente che ci aspettavamo di veder protagonista, da Pedersen a Mark Cavendish (Astana Qazaqstan).
La Alpecin ha lanciato la volata sul rettilineo finale ma alle spalle del terzetto blu c'era Andrea Pasqualon (Bahrain-Victorious) che pilotava Jonathan Milan il quale agli 800 ha preso direttamente la ruota di Kaden Groves (Alpecin); alle spalle di Jonathan, Pascal Ackermann (UAE Emirates), Gaviria e Niccolò Bonifazio (Intermarché-Circus-Wanty).
Ai 500 metri si è spostato il penultimo uomo di Groves mentre Milan faceva a spallate con Bonifazio per tenere la ruota dell'australiano, individuato come il punto di riferimento della situazione; al centro c'era Gaviria che decideva di partire in anticipo, lanciandosi ai 300 metri o poco meno con Ackermann a ruota; intanto si spostava l'ultimo uomo Alpecin e Groves partiva ai 200, alla sua ruota Milan a cui si era accodato nel frattempo David Dekker (Arkéa Samsic).
Gaviria e Ackermann sono stati risucchiati facilmente; Milan come una furia ha sorpassato al centro Groves, il quale veniva passato sul lato destro anche da Dekker, mentre Bonifazio si piantava e in compenso il suo compagno Arne Marit veniva fuori bene negli ultimi 100 metri, inserendosi tra Gaviria e Ackermann in rallentamento. Buona rimonta anche di Marius Mayrhofer (DSM) nel finale.
Tutto questo veniva oscurato dalla potenza esibita da Milan che al centro della scena andava a conquistare la sua prima vittoria al Giro, battendosi forte la mano sul petto in un'esultanza sfociata immediatamente nella ricerca dei compagni con cui condividere tanta felicità, prima Pasqualon, poi Damiano Caruso. Dekker si è preso il secondo posto, Groves ha fatto appena in tempo a salvare il podio di giornata al colpo di reni su Marit, Bonifazio ha chiuso ottavo e gli altri piazzati li trovate nella classifica qui sotto.
I buchi causati dalla caduta hanno fatto perdere tempo a diversi uomini di classifica, in particolare Jack Haig (Bahrain), Jay Vine (UAE), Hugh Carthy (EF Education-EasyPost), Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers), Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), Rubio, Andreas Leknessund (DSM), Santiago Buitrago (Bahrain) e Domenico Pozzovivo (Israel-Premier Tech) ci hanno rimesso 19"; Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) 31"; Pavel Sivakov (INEOS) 34".
In tutto ciò Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) resta leader con 22" su Filippo Ganna (INEOS) e 29" su João Almeida (UAE); Geoghegan Hart perde quattro posizioni e scende all'ottavo posto a 59" dal primo. Domani la terza tappa del Giro d'Italia 2023 sarà la Vasto-Melfi di 213 km, per gran parte pianeggiante ma che nei 37 km conclusivi presenta delle salitelle le quali potrebbero mettere pepe nella corsa. Oppure no, andrà la fuga e ci si rivede all'arrivo.