Hayter mette il sigillo all'estate italiana
Il giovane britannico batte i coetanei Covi e Stannard al Giro dell'Appennino e chiude un mese e mezzo di belle gare nel nostro paese
Nelle ultime settimane uno dei più attivi protagonisti nel calendario italiano è stato il britannico Ethan Hayter che a più riprese era andato vicino al successo: secondo al Memorial Pantani, secondo e quinto in tappe della Settimana Coppi e Bartali, terzo al Giro della Toscana e nono alla Coppa Sabatini, ma per il talentuoso atleta della Ineos Grenadiers la prima vittoria da professionista continuava a sfuggire. Ma le cose sono cambiate un giorno dopo il suo 22° compleanno con Hayter, già campione del mondo su pista nell'inseguimento a squadra, che è riuscito a conquistare un bellissimo successo al Giro dell'Appennino. Gli ottimi risultati dell'ultimo periodo avevano dato grande fiducia a Ethan che stamattina sapeva di potersela giocare per qualcosa di importante: «Il percorso di oggi era simile ad una tappa della Coppi e Bartali [quella di Riccione con il Carpegna, dnr] - ha dichiarato dopo l'arrivo - e quindi sapevo che se fossi stato ben messo sulla Bocchetta, oggi potevo anche vincere».
Fin dai primi chilometri la Ineos Grenadiers è stata tra le squadre che si sono alternate in testa al gruppo per tenere sotto controllo tutti i dettagli di fuga e per imporre il proprio ritmo nei tratti più duri di salita: nel finale Hayter sapeva di essere uno dei più veloci nel gruppo di testa, ma ha saputo gestire molto bene le insidie dell'ultimo chilometro, un rettilineo tutto in leggera salita che ti può invogliare a partire lungo per poi presentarti il conto in extremis. Per Hayter adesso non è in programma la partecipazione al Campionato del Mondo di Imola: la sua prossima corsa dovrebbe essere il BinckBank Tour dal 29 settembre al 3 ottobre.
La cronaca: la fuga parte dopo 50 km
L'edizione numero 81 del Giro dell'Appennino ha visto i corridori partire sotto il cielo nuvoloso del Basso Piemonte che ha scaricato anche qualche goccia di pioggia nella prima parte di gara. Nei chilometri iniziali non sono mancati gli scatti da parte di chi voleva provare a portare via una fuga, ma il ritmo estremamente sostenuto ha spento sul nascere ogni tentativo. S'è dovuto attendere il chilometro 50, praticamente ai piedi del Passo della Castagnola che era la prima salita di giornata, affinché il gruppo desse il via libera ad un drappello di sette corridori: i battistrada erano Yukiya Arashiro (Bahrain McLaren), Michael Belleri (Biesse Arvedi), Fabien Doubey (Circus Wanty Gobert), Hernán Aguirre (Colombia Tierra de Atletas), Sebastián Mora (Movistar Team), Delio Fernández e Mulu Hailemichael (Nippo Delko Provence) che hanno toccato un vantaggio massimo di circa tre minuti e mezzo.
In gruppo sono state la Ineos Grenadiers e la Nazionale Italiana ad occupare in blocco le prime posizioni per tenere sotto controllo la situazione, anche perché al chilometro 120 iniziava l'ascesa del Passo della Bocchetta, la salita più dura di giornata con i suoi 8.2 chilometri al 7.7% di pendenza media. I sette uomini al comando hanno fatto una bella azione, ma il loro destito era segnato in partenza e la loro avventura è terminata proprio sulle rampe della Bocchetta dopo poco più di 70 chilometro in testa: da dietro, però, hanno iniziato a muoversi i più forti in gara, l'andatura è crescita sensibilmente ed il gruppo si è velocemente selezionato.
Brambilla ci prova da solo dopo la Bocchetta
Sulla Bocchetta è rimasto davanti un gruppo di una quindicina di unità tra cui anche Vincenzo Nibali, ma nessuno se l'è sentita di provare un'azione personale e decisa per staccare tutti gli altri. Solo dopo lo scollinamento è arrivata la mossa dell'Italia con l'allungo di Gianluca Brambilla, prima in compagnia del basco Mikel Bizkarra (Euskaltel) e poi tutto solo sulla salita di Fraconalto: il 33enne della Trek-Segafredo, oggi in gara con la maglia azzurra, è transitato per primo sia a Fraconalto che sul Passo dei Giovi, arrivando ad avere un vantaggio di 1'30" sui più immediati inseguitori.
Per Brambilla il problema è stato che dall'ultimo gran premio della montagna mancavano ancora 35 chilometri all'arrivo, e soprattutto che alle sue spalle il plotone non si era sbriciolato ma era ancora forte di più di quaranta corridori: in queste condizioni le speranze di arrivare fino al traguardo erano ridotte al lumicino, ma Brambilla non poteva che continuare ad insistere il più possibile, se non altro per mettere pressioni agli altri e per provare a sfiaccare le squadre più organizzate. Nel gruppo principale, però, c'erano troppe squadre interessate a lavorare per arrivare in volata e così Brambilla ha dovuto arrendersi nel lungo tratto di pianura finale quando mancavano 15 chilometri all'arrivo.
Hayter nettamente primo nella volata finale
Una volta ripreso Brambilla, il terreno non offriva possibilità di attaccare o fare la differenza nei confronti di un gruppo di quasi cinquanta corridori e solo Gianni Moscon ha fatto un tentativo di allungo proprio all'ultimo chilometro che però è stato neutralizzato con assoluta facilità dal treno della Mitchelton-Scott che ha messo ben quattro uomini in testa per pilotare il giovane australiano Robert Stannard. Ma quando la strada ha iniziato a salire leggermente negli ultimi 800 metri la storia è cambiato e Hayter ha colto l'attimo giusto per accelerare e fare una volata che ha lasciato praticamente tutti sul posto: il britannico della Ineos è risalito da dietro a velocità doppia e ha avuto tempo per rialzarsi ed esultare già prima della linea d'arrivo.
Il podio finale è stato curiosamente composto da tre corridori nati a pochi giorni di distanza uno dall'altro, tutti nel mese di settembre del 1998 (e andate a guardare quando è nato il vincitore del Tour de France 2020...): dietro a Hayter che ha festeggiato 22 anni proprio ieri (18 settembre) si sono piazzato il bravo Alessandro Covi della UAE Team Emirates che compirà gli anni il 28, mentre terzo è arrivato Robert Stannard che dei tre è il più "vecchio" essendo nato il 16; Covi è al primo anno da professionista e s'era già messo in luce con l'ottavo posto alla Coppa Sabatini, Stannard invece ha più esperienza e quest'estate italiana gli aveva già regalato un secondo posto al Toscana ed un ottavo al Piemonte. La top10 di giornata è stata quindi completata da Jacopo Mosca, Gotzon Martin, Maurits Lammertink, Marco Canola, Enrico Battaglin, Giovanni Visconti e Marco Tizza; Vincenzo Nibali ha chiuso nel gruppo di testa in diciassettesima posizione.