Tom Pidcock in rimonta scendendo da Cipressa @ Tom Pidcock
Giro d'Italia

Giro alla rovescia: una wild-card e un Pidcock in più

Ieri il PCC ha dato parere favorevole all'invito aggiuntivo per i tre Grandi Giri; a questo punto è quasi garantita la presenza di un Pidcock che stuzzica fantasie

27.03.2025 12:11

Il tema delle wild-card, tanto per il Giro d'Italia quanto per le altre grandi gare a tappe del 2025, tiene banco da diverse settimane. Erano attese notizie per il 26 marzo ed in effetti ieri sera l'UCI ha pubblicato un comunicato in merito alla riunione del PCC (Professional Cycling Council) che si era tenuta in giornata: all'ordine del giorno era prevista anche la discussione del tema della deroga ad una wild-card aggiuntiva per i Grandi Giri. Vediamo la situazione nel dettaglio.

 

Una squadra in più: manca solo l'ufficialità

Come spiegammo nell'uscita precedente di Giro alla Rovescia l'UCI era già propensa a concedere agli organizzatori dei tre Grandi Giri la possibilità di avere una squadra in più, scelta senz'altro un po' azzardata proprio perché finirebbe per essere una modifica del regolamento a stagione in corsa, ma di fatto giustificata dalla direzione che sta prendendo il ciclismo: l'introduzione del ranking stesso favorisce l'esistenza di squadre Professional di alto livello, la cui partecipazione alle grandi corse non è più di interesse prevalente per il team, ma lo è fortemente anche per l'organizzatore, che comunque si trova in difficoltà a dover escludere la formazioni meglio organizzate del proprio paese. A dirsi contrarie erano state alcune formazioni World Tour che facevano leva sul fatto di ritenere inopportuna una deroga così marcata nell'anno in cui si chiude il nuovo triennio del ranking, decisivo per promozioni e retrocessioni. Come dicemmo due settimane fa questo è senz'altro condivisibile sul piano teorico, mentre su quello pratico di fatto questa scelta non sfavorisce nessuno in modo smaccato e che alla fine se un team World Tour ha paura della presenza di una Professional in più, evidentemente sta ammettendo la sua inferiorità e rimpiange i bei tempi in cui l'aspetto economico era l'unica cosa che contava.

Ecco perché si era parlato del 26 marzo come possibile data decisiva: ieri si riuniva il PCC (Professional Cycling Council) con i rappresentati dell'AIOCC (ovvero degli organizzatori), dell'AIGCP (ovvero delle squadre) e del CPA (ovvero dei ciclisti). Tante le cose di cui discutere, a partire dalla questione centrale della sicurezza (si è parlato di sperimentare una limitazione dei rapporti) e della riforma del calendario che l'UCI ha promesso per il 2026. Quale momento migliore di questo per chiarire la situazione wild-card e mettere ai voti la possibilità di far partire una squadra in più ai Grandi Giri? Il responso è alla fine stato positivo; non si può ancora parlare di ufficialità perché la decisione deve essere ratificata dall'UCI. La federazione internazionale prenderà una scelta definitiva lunedì 31 marzo.

 

Chi sarà invitato al Giro d'Italia

A questo punto se sarà confermata la deroga Mauro Vegni non dovrebbe avere troppi problemi a scegliere le squadre a cui concedere la wild-card: con quattro posti a disposizione potrà accontentare le due principali formazioni italiane (VF Groug – Bardiani CSF – Faizanè e Polti-VisitMalta), per la cui sopravvivenza la partecipazione al Giro è fondamentale, senza dover rinunciare a due formazioni molto interessanti come Tudor e Q36.5. La possibilità di avere al via entrambe queste ultime significa anche arricchire notevolmente il campo dei partenti e questo Mauro lo sapeva benissimo, tant'è che alla Tudor aveva chiesto di portare alla Corsa Rosa i due corridori di maggior spicco Marc Hirschi e Julian Alaphilippe. In realtà la wild-card aggiuntiva fa salire la probabilità di vedere la Tudor al via anche del Tour de France, quindi il vincitore di due campionati del mondo potrebbe anche scegliere di puntare tutto sulla Grande Boucle, dove però la concorrenza sarebbe sicuramente più ricca. 

Tuttavia allo stato attuale delle cose è forse la Q36.5 a suscitare maggiore interesse, potendo già vantare 7 successi e avendo dimostrato un'ottima presenza in gruppo in questo inizio di stagione. L'azzurro Matteo Moschetti (due vittorie in stagione) può sicuramente aggiungere qualcosa al parterre dei velocisti, ma il più atteso di tutti è senz'altro Tom Pidcock che quest'anno è partito molto forte e sembra aver trovato una sua dimensione nella nuova squadra.

 

Pidcock: il “quasi fenomeno”

Che le doti dell'inglese siano decisamente sopra la media lo sapevamo e in più occasione sta dimostrando in questo 2025 di essere veramente ad un passo dai più grandi di questa generazione. Ne è un esempio lampante l'ultima Strade Bianche in cui ha addirittura attaccato per primo ed è poi andato via insieme a Pogacar tentando di contendergli un successo che sembrava molto più scontato alla vigilia. Non meno rilevante è stato trovarlo secondo davanti a molti uomini da Grandi Giri nella tappa di montagna della Tirreno-Adriatico, che ha chiuso soltanto al 6° posto per via di una deludente prestazione a cronometro (a sua volta influenzata dal grande sforzo sugli sterrati di due giorni prima).

Pidcock caduta Cipressa
L'istante in cui nelle riprese televisive si intravede Pidcock a capo basso che riaggancia gli scarpini ai pedali

Alla Sanremo apparentemente non si è visto, ma la verità è che ha fatto una grande performance di cui nessuno ha goduto: lo ha rivelato il suo allenatore, Kurt Bogaerts. Nessuno si era accorto infatti che Pidcock era rimasto coinvolto nella caduta avvenuta all'imbocco della Cipressa, che secondo Bogaerts gli ha fatto perdere 25": in effetti dal video si vede ripartire quasi subito transitando dalla prima curva in ritardo di una quindicina di secondi rispetto alle prime posizioni del gruppo, che sono di fatto un po' di più sul campo se ci aggiungiamo che lui ripartiva da fermo e che poi si è trovato davanti i corridori che si staccavano. Lo si vede riapparire nel primo gruppo inseguitore alla fine della discesa

L'altra cosa che non si è vista, secondo quanto dice Bogaerts, è che l'inglese avrebbe attaccato nella parte finale del Poggio riuscendo a scollinare con un tempo inferiore a quello della coppia di testa: questo è abbastanza probabile visto che davanti si erano fatti al vento tutta il tratto pianeggiante precedente e che comunque procedevano a scatti con qualche breve fase di rallentamento. Il tempo esatto è ora come ora impossibile da conoscere, visto che Bogaerts non ci fornisce informazioni più precise (che lui evidentemente conosce grazie all'analisi diretta del file della corsa) e che in televisione non si è più visto il gruppo fino alla volata per il quarto posto, quando ormai Pidcock era già stato raggiunto.

Indipendentemente dalla prestazione la caparbietà e la combattività di Pidcock potrebbero essere un grande fattore di interesse per il prossimo Giro: potrebbe battagliare con i corridori da classiche - Van Aert in primis - nella prima settimana e poi trovarsi in vantaggio sugli scalatori più puri prima delle montagne con la possibilità di lottare per un bel piazzamento in classifica (forse pure per il successo finale, anche se non è certamente il principale favorito). Guardando a come i principali favoriti del prossimo Giro d'Italia hanno corso la prima tappa di montagna della Volta a Catalunya, la presenza Pidcock potrebbe rivelarsi una vera ancora di salvezza per lo spettacol della Corsa Rosa.

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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.