Doppio Luts da 10 e lode
Lutsenko vince ancora al Memorial Pantani, stavolta da finisseur e condanna i generosi Rosa e Martin. Decima vittoria stagionale
Mai vittorie banali, insomma. È questo che dovremo aspettarci d’ora in poi da Andrey Lutsenko, una delle sorprese di questo 2019, uno dei corridori più imprevedibili di un panorama ciclistico attuale che per fortuna, sembra sempre più accondiscendente verso l’entropia. Difficile ora come ora trovare un corridore capace di vincere in ogni salsa, con azioni da lontano, come avvenuto due giorni fa alla Coppa Sabatini, oppure da vicino, come successo oggi al Memorial Pantani; un corridore così, in grado di affrontare tutte le soluzioni diventa un cliente scomodissimo per tutti in vista del mondiale che si terrà tra otto giorni ad Harrogate, e una volta viste le immagini della gara di oggi, anche chi non era presente a Cesenatico oggi terrà d’occhio con molta più attenzione le maglie kazake quando sarà.
In una giornata che doveva vedere non i kazaki, ma gli azzurri cercare di mettersi in mostra per un posto in nazionale, e sebbene più o meno tutti i papabili abbiano cercato di farsi vedere, nessuno ha mostrato elementi particolarmente convincenti per il CT Davide Cassani, che semmai, in prospettiva a più lungo termine (Tokyo 2020), può rinfocolare le speranze di avere a disposizione il finora desaparecido Diego Rosa, che ha ricordato dopo 2 anni di buio pesto il corridore che arrivò vicinissimo al colpaccio al Lombardia 2016.
Una fuga italo-transalpina da non sottovalutare
La sensazione che sarà una corsa un po’ strana la dà la fuga che si viene a comporre all’uscita dal circuito iniziale di Castrocaro Terme, dopo 20 km, e se ne fa promotore proprio Diego Rosa: al piemontese si aggregano corridori tra i più attesi per la prova, come Simone Consonni (UAE Team Emirates) e Guillaume Martin (Wanty-Gobert).
A completare il lotto di una fuga composta da 4 italiani e 4 francesi ci pensano Quentin Pacher (Vital Concept), Romain Le Roux (Team Arkéa-Samsic), Romain Sicard (Total Direct Énergie), lo stagista Mattia Bais (Androni Giocattoli-Sidermec) e Filippo Zana (Sangemini-Trevigiani), alla disperata ricerca di attenzioni da parte del CT Marino Amadori che lo ha escluso dalla nazionale under 23. La fuga raggiunge un vantaggio massimo di 6’40” prima che Bahrain-Merida e Nippo-Vini Fantini-Faizanè comincino a lavorare per ridurre il margine.
Resistono Rosa e Martin, tra i big in salita solo schermaglie
La parte centrale della corsa prevede, dopo le salite di Rocca delle Caminate e Monte Cavallo, per 3 volte la scalata alla salita di Montevecchio, 4.3 km al 7% di pendenza media: nelle prime due scalate si registra solo la resa di Pacher e la Neri Sottoli-Selle Italia-KTM che si occupa di alzare l’andatura. Col gruppo ormai a 2 minuti, sull’ultima scalata Rosa cambia passo e come prevedibile, è il solo Martin a riuscire a seguire la sua andatura, col giovane Bais che cede per ultimo.
Dal gruppo si muove Carlos Betancur (Movistar), con Vincenzo Nibali in persona, oggi al servizio di Colbrelli, che si occupa di far da stopper; successivamente nel falso piano che segue il GPM è Diego Ulissi (UAE Team Emirates) a provare l’accelerazione, con Andrey Lutsenko (Astana), Davide Formolo (Italia) e il sempre attivo Egan Bernal (Ineos) a rispondere, ma l’azione non va oltre il dimostrativo. Il duo di testa resta con meno di 1’ da amministrare dopo aver superato anche l’ultima salita a Longiano, ma mancano ben 43 km all’arrivo a Cesenatico e un gruppo di 50 atleti è alle spalle. La volata sembra scontata.
L’epilogo che non ti aspetti
È ancora Vincenzo Nibali ad accollarsi generosamente l’onere di andare a ricucire sul duo di testa, prodigandosi in lunghe trenate aiutato da Andrea Garosio. Il suo passo è efficace, tant è che Rosa e Martin approdano al circuito di Cesenatico con un vantaggio di una manciata di secondi. Con ancora 20 km al termine la loro avventura sembra terminata, ma a cambiare le carte in tavola ci pensa il francese Alexis Guerin (Delko Marseille Provence): approfittando del rilassamento del gruppo, allunga e si riporta sugli ormai vicini fuggitivi. Rosa e Martin si rianimano, e con la nuova lena il vantaggio risale, fino a raggiungere i 40” a 10 km dal termine: non basta più l’ormai stanco Garosio ed il giovane Giovanni Aleotti (Italia), fresco di secondo posto al Tour de l’Avenir, ci vogliono forze fresche e formolo in primis si spende, prima che si rimettano all’opera altre squadre.
Il vantaggio torna a scendere, e ai -3 succede un’altra cosa imprevista: l’azione in tandem di Gianni Moscon (Ineos) e Alberto Bettiol (EF Education First), utle certo per mettersi in mostra verso i mondiali, ma tatticamente discutibile nel caso di Moscon, con la Ineos che aveva fino ad allora diligentemente compiuto ruolo da stopper. Ripresi essi, la UAE cerca di riportare l’ordine in campo, ma non fa in tempo a mettersi a tirare che Lutsenko, ad 1.6 dall’arrivo, parte in progressione dal gruppo. I fuggitivi sembrano ancora molto lontani, ma il kazako è sufficientemente diesel per allontanarsi dal gruppo e avvicinarsi progressivamente alla fuga; sul rettilineo finale a fare il resto ci pensa l’improvvida moto ripresa, che facilita oltre il giusto il ponte del kazako.
Consonni davanti a Colbrelli nella volata per il 4° posto
Lutsenko aggancia ai meno 400 e tira ormai dritto: una progressione lunga alla quale nessuno dei 3 uomini di testa riesce a rispondere. Staccati di netto, possono solo osservare il kazako alzare le braccia per il suo decimo successo stagionale, alla pari di velocisti come Ackermann e Ewan; Rosa riuscirà comunque a prendere il meritato 2° posto e Martin il terzo.
La volata del gruppo viene vinta da un altro membro della fuga, Simone Consonni (per altro sempre ignorato dai discorsi di Cassani per il mondiale), precedendo Sonny Colbrelli (Bahrain Merida), Giovanni Visconti (Neri Sottoli-Selle Italia-KTM), Francesco Gavazzi (Androni Giocattoli-Sidermec), Guerin, Kristian Sbaragli (Italia) e Simone Velasco (Neri Sottoli-Selle Italia-KTM).
Domani ultimo appuntamento pre-mondiale in Italia col il Trofeo Matteotti: il livello sarà un po’ più basso, non ci saranno Ineos, Bahrain-Merida e UAE ma ci saranno comunque uomini di caratura come Betancur e Sep Vanmarcke al via. Protagonista soprattutto la nazionale azzurra, che farà finalmente le prove col suo capitano Matteo Trentin, affiancato da Formolo, Colbrelli ed il casalingo Giulio Ciccone.