Hamilton, versione gran premio
Tirreno-Adriatico, a Cascia l'australiano supera Masnada. Con l'abbuono Woods incrementa in classifica
Lasciata la Toscana, la carovana della Tirreno-Adriatico inizia la traversata verso oriente superando, come ovvio che sia, l'Appennino Centrale. La quarta tappa, la Terni-Cascia di 194 km, percorre nella seconda metà del tracciato le zone colpite dal Terremoto del 2016, le cui conseguenze durano tutt'oggi. L'ascesa di Forca di Gualdo che porta alla Piana di Castelluccio è l'antipasto, il clou è la salita di Ospedaletto (7 km al 6.2%) con scollinamento a 11 km dal termine.
Fuga corposa, dentro anche Ballerini e Matthews
Ripartiti senza l'irlandese Edward Dunbar (Ineos Grenadiers), fratturatosi la clavicola in una banale caduta nel finale di ieri, i 170 corridori si muovono alle 11.04, dando il via ad una fase di continui scatti che fa male a Umberto Orsini (Bardiani CSF Faizanè), sofferente per una scivolata della tappa precedente. Passano oltre 50 km prima che la fuga riceva via libera, in una prima ora particolarmente combattuta come testimonia la media di 48.9 km/h.
Decisamente nutrita l'azione, visto che a comporla sono undici elementi: si tratta dello spagnolo Héctor Carretero (Movistar Team), del francese Geoffrey Bouchard (AG2R La Mondiale), dello svizzero Mathias Fränk (AG2R La Mondiale), del belga Kobe Goossens (Lotto Soudal), dell'australiano Michael Matthews (Team Sunweb), dello sloveno Jan Tratnik (Bahrain McLaren) e di ben sei italiani, ossia i veneti Manuele Boaro (Astana Pro Team), Marco Canola (Gazprom-RusVelo) e Davide Gabburo (Androni Giocattoli-Sidermec) e dei lombardi Davide Ballerini (Deceuninck-Quick Step) e Alessandro Tonelli (Bardiani CSF Faizanè).
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Tuttavia la presenza di Bouchard non va a genio alla EF Pro Cycling, complice il ridotto distacco che il transalpino ha nella generale - alla partenza è 34° a 1'50"; dopo circa 30 km di inseguimento in cui il gruppo non concede più di 2', lo scalatore della AG2R viene convinto a rialzarsi e ad attendere il plotone, consentendo ai dieci di accumulare vantaggio sino a sfiorare quota 4' ai meno 70 km dal termine.
La corsa si anima sulle prime rampe della Forca di Gualdo: dalle prime rampe, ai meno 59 km si sfalda la fuga per merito di Fränk, che attacca in compagnia di Carretero. I due vengono raggiunti 3 km più tardi da un solo uomo, uno che a fine mese sarà da temere come pochi a Imola: Michael Matthews fa le prove e rientra sui due di testa, non patendo neppure quando, 2 km più avanti, Carretero si esprima in un allungo.
Tonelli rientra sulla testa, nasce un contrattacco
A lavorare in gruppo, oltre alla EF della maglia azzurra, è anche la Alpecin-Fenix di Mathieu van der Poel, il quale comunque appare nella coda del plotone dei migliori, composto grossomodo da una settantina di unità. Il passo è tutt'altro che forsennato, tanto che prima Daniel Navarro (Israel Start-Up Nation) e poi Louis Meintjes (NTT Pro Cycling), Bruno Armirail (Groupama-FDJ) e Alberto Rui Costa (UAE Team Emirates) si lanciano al contrattacco.
Al gpm (km 143.5) Carretero transita per primo davanti a Matthews e Fränk; Tonelli transita a 10", Boaro a 1', il gruppetto con Ballerini, Gabburo, Goossens, Costa, Meintjes e Navarro paga 1'30" mentre il gruppo giunge dopo 2'20". Entrati in Umbria, inizia a piovere, fortunatamente per poco; e nella breve discesa rientra in testa Tonelli, pienamente recuperato dal terribile incidente patito nel 2019 al Qinghai Lake. Tanto come per la salita, nessuna sfida per il traguardo volante di Castelluccio (km 147.8) che sorride a Matthews.
Matthews tenta l'allungo, davanti si forma un sestetto
La susseguente salita verso Rifugio Perugia, cima più elevata della Tirreno con i suoi 1521 metri, vede i quattro procedere compatti sino ai meno 200 metri dalla vetta (km 157): con uno scatto parte Michael Matthews, il cui obiettivo non sono certo i punti in palio. Bling si lancia, quando mancano oltre 36 km al traguardo, anche in discesa, proseguendo questo prezioso test della condizione. Dopo il trio Carretero, Fränk e Tonelli, a 30" dall'australiano passano Costa, Meintjes e Navarro, riusciti a staccare nel frattempo Boaro, Ballerini, Gabburo e Goossens; il gruppo, alla cui coda c'è un Froome tutt'altro che brillante, viaggia a poco più di 1' dalla testa.
L'avventura solitaria di Matthews dura lo spazio di 7 km, dato che i primi tre ex colleghi di avanscoperta lo raggiungono ai meno 30 km, quando a fine discesa mancano ancora 11 km. I tre inseguitori diventano due: lo sfortunato Navarro si stacca per una foratura alla ruota posteriore, lasciando da soli Costa e Meintjes nel loro inseguimento, che giunge ad un epilogo positivo ai meno 21.5 km, con il gruppo distante 45".
Fuga ripresa, Yates accende la miccia
Non c'è quasi il tempo di pedalare in falsopiano a Norcia, dato che subito inizia l'ascesa di Ospedaletto. Purtroppo per i sei attaccanti, il ritmo imposto dalla EF con Rubén Guerreiro è deciso e fa ulteriormente ridurre il ritardo; Meintjes prova ad aumentare il passo, facendo distanziare Carretero, Matthews e Tonelli. Il plotone, dal quale vanamente provano ad avvantaggiarsi Bruno Armirail (Groupama-FDJ) e Antonio Nibali (Trek-Segafredo), è lì e ai meno 14.5 km li raggiunge. Niente da fare, intanto, per Froome, qui in versione gregario, che si stacca inizio salita, seguito poco più tardi da Van der Poel.
Una volta che, a 3 km dallo scollinamento, finisce il lavoro della EF con Tanel Kangert, è la Ineos Grenadiers che subentra in testa al plotone con Rohan Dennis, cedendo il testimone mezzo km più tardi a Tao Geoghegan Hart. Il primo a smuovere le acque a 1600 metri dalla vetta e a 13 km dal traguardo è Simon Yates; attenti alla ruota del britannico sono Michael Woods e Geraint Thomas. Alle loro spalle si uniscono Majka, Vlasov, Kelderman, Oomen, Masnada, Haig e Hamilton; ma la collaborazione, pur avendo i tre davanti ad una manciata di metri, è scarsa, così sia Alexander Vlasov che Rafal Majka scattano, riuscendo a riprendersi dopo poche pedalate sui tre.
Fuglsang e Nibali staccati, movimento in discesa davanti con Hamilton e Masnada
Al gpm vinto da Woods (km 182.5) i cinque transitano con 10" sul drappello Masnada; in difficoltà, invece, tanto Vincenzo Nibali quanto Jakob Fuglsang, che paiono lontani dalla miglior condizione. Sul gruppetto inseguitore rientra James Knox, che può così dare un aiuto a Masnada; il lavoro del giovane britannico è fondamentale, portando al ricongiungimento in discesa ai meno 7,3 km, per un gruppetto forte di undici elementi.
Non appena si verifica il ricongiungimento parte Lucas Hamilton, in una mossa utile per capitan Yates; con l'australiano va via nella tosta discesa Fausto Masnada e, sfruttando la marcatura tra i big più attesi, il vantaggio si dilata fino a 15" ai meno 3 km. La coppia entra nell'ultimo km con 15" dalla loro; il lombardo è quello che lavora maggiormente, con l'australiano che sfrutta la presenza del capitano alle loro spalle.
Hamilton se la gioca bene e vince, Woods si prende l'abbuono
Masnada rimane così in prima ruota sino ai meno 250 metri quando parte la volata dell'avversario; l'azzurro prova a reagire ma è troppo tardi, data la maggior forza dell'australiano. Vince così Lucas Hamilton (Mitchelton-Scott), che centra la prima affermazione stagionale, lui che nel 2019 aveva centrato la prima da pro' sempre in Italia alla Coppi&Bartali. Seconda piazza per Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step), che quantomeno sorride in chiave generale.
La volata a 10" per il terzo posto e il relativo abbuono premia Michael Woods (EF Pro Cycling), che anticipa Aleksander Vlasov (Astana Pro Team), Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), Wilco Kelderman (Team Sunweb), Jack Haig (Mitchelton-Scott), Rafal Majka (Bora-Hansgrohe), James Knox (Deceuninck-Quick Step) e Simon Yates (Mitchelton-Scott). Gap di 15" per Sam Oomen, distacco di 53" per il gruppo Konrad regolato da Gianluca Brambilla, mentre Jakob Fuglsang lascia 1'04" e Vincenzo Nibali giunge dopo 1'25".
La classifica vede Michael Woods (EF Pro Cycling) ancora in maglia azzurra, ora con 9" su Majka, 18" su Masnada, 27" su Hamilton, 30" su Kelderman, 34" su Thomas, Yates e Vlasov. Domani la Corsa dei Due Mari prosegue con la frazione più attesa ai fini della classifica, la Norcia-Sassotetto di 202 km, ondulata ma che si deciderà nell'ascesa conclusiva di 11.8 km al 7.1% di pendenza media, dura soprattutto nel tratto centrale; due anni fa qui vinse Landa su Majka e Bennett