Groenewegen in tribunale, Jakobsen risale in bici
Patrick Lefevere conferma che saranno più di una le cause contro Dylan (che incassa la solidarietà di Prades), e lancia proposte per il ciclismo sicuro. Intanto procede bene il recupero di Fabio
La causa legale andrà avanti, anche più di una: Dylan Groenewegen è appena reduce dalla mazzata dei nove mesi di squalifica inflitti dall'UCI in seguito alla sciagurata manovra con cui fece cadere Fabio Jakobsen al Giro di Polonia, ma i guai per il velocista della Jumbo-Visma continueranno, e queste cose solitamente non sono prodromiche a una carriera serena. Se la prima vittima dei fatti di Katowice (Jakobsen appunto) è alle prese con una difficilissima riabilitazione ma resta molto ottimista sul suo futuro, per quanto riguarda il suo collega e connazionale, attuale reietto del ciclismo professionistico, le nubi non accennano a diradarsi.
Andiamo con ordine e partiamo da Jakobsen, ovvero dalle buone notizie, che ricaviamo da un'intervista rilasciata a Het Nieuwsblad (e tradotta da Cyclingnews) da Patrick Lefevere, team manager Deceuninck-Quick Step: "Quasi mi sciocca l'ottimismo di Fabio, a fine mese riprenderà la bici e lui è convinto che potrà tornare a gareggiare in maggio, non ha alcuna paura; ora è alle prese col periodo di recupero post intervento chirurgico alla bocca, grazie al quale - utilizzando una parte d'osso prelevata dal bacino - gli hanno ricostruito la mascella. Ci vorranno tre mesi, e altri tre mesi serviranno per l'impianto dei nuovi denti. Penso proprio che potrebbe gareggiare per un po' anche senza denti... ha il volto ricoperto di cicatrici, ma nonostante non sarà più Elvis Presley, se pensiamo a quello che gli è successo possiamo solo fare un sospiro di sollievo. Ciò che conta è che il recupero, per quel che posso capire io, sta procedendo bene".
Torniamo a Groenewegen. Lefevere continua con la linea dura, la squadra, di concerto con la compagnia d'assicurazione Europ Assistance, proseguirà con la causa intentata presso il tribunale polacco, anche se - dice Pat - "temo ci vorranno tempi lunghi per la soluzione". Il team manager fiammingo non vuole parlare più di tanto della cosa, né tantomeno dei nove mesi di squalifica inflitti a Groenewegen, su cui potrebbe presto pendere anche una causa intentata da Fabio Jakobsen in persona, davanti a qualche corte olandese.
Preferisce, il numero uno della Deceuninck-Quick Step, spiegare i progetti che vorrebbe animare per un ciclismo più sicuro. Le sue proposte sono molteplici, e vanno dal finanziare una commissione indipendente che vigili sulla sicurezza dei percorsi (su questo ha trovato l'accordo di Richard Plugge della Jumbo, in effetti il sostegno economico a tale progetto dovrebbe venire dai team, in barba all'UCI che è contraria all'idea), alla richiesta di migliorare le prestazioni dei giudici del VAR, che dovrebbero essere meglio formati, proseguendo con una maggiore attenzione alla messa in sicurezza di punti nevralgici in corsa, come spartitraffico o dissuasori mobili o fissi di vario genere ed entità: pericoli sempre presenti e tangibili per i professionisti.
Inoltre Lefevere lancia l'idea di mettere in giuria degli ex velocisti, scelti tra i più scorretti: "Spesso i migliori ranger sono stati bracconieri in precedenza. Chi meglio di loro può giudicare l'effettiva pericolosità di una manovra nel corso di una volata? Ci sono mille sfumature, un contatto non è uguale all'altro, dipende anche quale parte del corpo coinvolga. La regola base dovrebbe comunque essere: mai togliere le mani dal manubrio". Ha urgenza di operatività, il boss dai capelli canuti: "All'UCI si devono muovere, perché noi all'inizio della prossima stagione, alla Het Nieuwsblad, vogliamo vedere sul tavolo un piano concreto".
In chiusura, un dolcino in tanta amarezza per Dylan Groenewegen è stato recapitato via social network da Eduard Prades, che altri non è se non uno dei coinvolti della tremenda caduta di Katowice: "Sono stato fuori due mesi a causa di quella caduta. Nonostante ciò, non penso che Groenewegen andasse punito [non con una pena di simile entità, se non altro, ndr]. E chi ha permesso che quel disastro accadesse, con una transennatura scadente, pagherà qualcosa? E noialtri che ci abbiamo rimesso gran parte della stagione a chi ci dovremmo appellare?".