E dopo Namur aspettiamo il cinema
Nella Cittadella domenica Vanthourenhout ha sbaragliato tutti, mentre al femminile si parla sempre la lingua della Brand. Ma l'attesa sale per il cross di Santo Stefano: Van Aert contro il rientrante Van der Poel!
Namur, uno dei pochi cross che si svolgono in Vallonia, nonché il più duro e tra i più appassionanti del calendario, è da sempre il confine che separa il primo blocco di stagione dal periodo di Natale, le due settimane d'oro del ciclocross mondiale. Con il Citadelcross si tirano le somme della prima parte dell'anno e ci si proietta verso gli appuntamenti principali dell'inverno, su tutti Mondiale e Campionati Nazionali. Prima, però, occorre dare un resoconto di quanto accaduto domenica intorno alla cittadella, in un contesto tipicamente belga, pieno di tifosi e stimolante per gli atleti.
Il tracciato, stravolto dai cambiamenti del 2019, ha subito qualche ulteriore modifica: la partenza è stata riportata nella zona con i ciottoli e l'arrivo posizionato subito dopo l'erto muro da affrontare a piedi, nella zona del nuovo padiglione; inoltre è stato leggermente cambiato il tratto precedente alla lunga salita in pavé, per permettere ai corridori di arrivarci con più slancio e per favorire i più abili in bici, mentre la contropendenza, alzata di qualche metro e resa in tal modo più affascinante (basti pensare agli errori commessi da Van Aert nel 2016), è tornata a rappresentare un serio pericolo per gli equilibri della corsa.
Dopo Tabor, Namur è il secondo appuntamento di Coppa per le categorie giovanili (juniores maschili e femminili e under maschili), prima di Dendermonde, Flamanville e del gran finale a Hoogerheide, una settimana prima dei Mondiali. La giornata si apre con la prova junior uomini, attesa la sfida tra Haverdings, dominatore della stagione, e Dockx, il campione europeo. Nelle prime battute di corsa è il britannico Smith, già secondo a Tabor dietro ad Haverdings, a guidare il gruppo con il belga De Moyer alle sue spalle e poco più indietro gli stessi Haverdings e Dockx, oltre a Paletti e al ceco Jezek. Circa a metà gara il leader di CDM rompe gli indugi e prende il largo verso una vittoria con ampio margine, favorita in parte dai problemi occorsi a Smith nel penultimo giro e dalla caduta che ha messo fuori causa il campione continentale. Secondo a oltre un minuto un ottimo De Moyer, poi i due francesi Lequet, una mezza sorpresa, e il più quotato connazionale Lesuer. I due belgi primo anno, Vandenberghe e Corsus, autori di una prova tutta in rimonta, sono rispettivamente sesto e settimo, mentre Smith conclude con un mesto tredicesimo posto. Paletti, invece, cala negli ultimi due giri e finisce sedicesimo dietro al baby-fenomeno Christen, che però finora ha un po' deluso.
Nessun problema nella categoria donne junior per Zoe Backstedt, in testa dal primo all'ultimo metro, che bissa il successo di Tabor, sempre davanti a Leonie Bentveld, affermatasi ormai come la numero due del circus dietro l'irraggiungibile figlia d'arte. Splendido terzo posto per Valentina Corvi, riuscita a difendersi dal recupero della svizzera Halter e superata solo nel finale dalla neerlandese. Venturelli, l'italiana con i risultati complessivamente migliori, è nona. Altro dominio anche tra gli U23: il campione del mondo Ronhaar trova un percorso su misura per le proprie caratteristiche e non lascia scampo alla pur competitiva concorrenza, regolata dal belga Vandeputte, ottimo nella guida del mezzo, ma in parte sfavorito dall'altimetria del circuito. Il vincitore di Tabor, Hendrikx, è terzo e rimane in scia all'iridato nella lotta per la generale. Primo tra i secondo anno è il solito Verstrynge, molto regolare nelle sue prestazioni, mentre chiude la top five il britannico Mason, uno specialista dei tracciati duri come Namur. Michels, primo 2003, chiude sesto e si conferma, nonostante l'età, già tra i migliori under al mondo. Italiani un po' in difficoltà, quindicesimo Fontana e sedicesimo Toneatti. Ancor peggio fa Thibau Nys, addirittura ritirato dopo una gara tutt'altro che esaltante, il quale ha dichiarato nei giorni scorsi di essere in difficoltà a livello di testa ma non di gambe e di rimanere positivo per il prosieguo di stagione. Quel che è certo è che il nome non basterà a garantirgli la convocazione al Mondiale (come abbiamo visto anche lo scorso anno), ma dovrà nelle prossime due settimane cambiare passo e ritornare almeno sui livelli di Europeo e Koppenbergcross se vorrà andare a Fayetteville.
Lucinda Brand allunga (in corsa e in classifica)
Considerate le condizioni di forma delle principali protagoniste e la natura del percorso del Citadelcross, tra le donne un nome svettava su tutti gli altri prima del via, quello di Lucinda Brand; la campionessa del mondo nell'ultimo mese di gara ha perso solamente in due occasioni: a Koksijde, principalmente a causa della poca dimestichezza con la sabbia e a Rucphen, sabato, per mano di Marianne Vos, assente a Namur. Si proponevano come principali contender Worst, Betsema, Honsinger, Rochette, Vas, Van Anrooij, Pieterse e Van Empel. Già dal primo giro, dopo una breve parentesi con Clauzel in testa, è proprio Brand che fa la selezione, portandosi dietro solamente Bestema, la quale è anche l'unica rivale rimasta a Lucinda per ciò che concerne la classifica generale. Subito fuori dai giochi Honsinger, partita come sempre tremendamente e una sfortunata Van Anrooij, vittima di una foratura dopo appena un minuto di gara e costretta a ripartire dalle retrovie dopo il cambio bici.
Tra le inseguitrici delle due battistrada Pieterse è la più brillante, con Eva Lechner subito a ruota e poi Clauzel, Worst e Van der Heijden (conferma del suo livello su tracciati tosti), ma anche Vas, Van Empel e poco più in là Alvarado. La resistenza di Betsema è destinata a durare poco, infatti già dal secondo giro la nativa di Texel molla le ruote di Brand, un vero e proprio rullo compressore. La sfida tra le due continua a distanza anche per i giri seguenti, con Denise che non si arrende mai definitivamente e grazie ad una inaspettata capacità di volar via il muro in pavé rimane molto vicina a Lucinda, la quale ha dalla sua sia i tratti guidati, fattore da non sottovalutare dato che fino a qualche tempo fa lei soffriva molto l'aspetto tecnico, sia quelli di corsa a piedi, fondamentale nel quale è la migliore per distacco in campo femminile.
Nella quinta tornata (la penultima) Brand scivola nella contropendenza dando a Betsema la possibilità di avvicinarsi. Nel tratto a piedi immediatamente successivo, con i due ripidissimi muri da affrontare in successione, la campionessa del mondo ricaccia indietro la rivale, avviandosi verso una vittoria tutto sommato agevole, la quarta in CDM, che le permette di allungare in classifica proprio su Betsema, seconda a 20", ma non di mettere un'ipoteca sulla vittoria finale (322 punti contro i 299 di Denise).
Le prime quattro di Namur coincidono con le prime quattro della generale, infatti terza e quarta sono Pieterse, molto solida in ogni punto del percorso e isolata per tutto il corso della gara (1'16") e Van Empel (1'31"), emersa dal lotto delle atlete in lizza per un posto ai piedi del podio. Quinto posto molto positivo per Alvarado, partita non benissimo ma risalita costantemente nel corso della prova. Buone anche le prestazioni di Clauzel e Van der Heijden, entrambe in lotta fino alla fine per una top five. Da sottolineare l'ottavo posto di Van Anrooij ottenuto al termine di una lunghissima rimonta iniziata già nel primo giro e che ha visto la potentissima neerlandese girare su tempi simili a quelli di Brand, a ulteriore dimostrazione che con partenze migliori Shirin sarebbe della partita anche per la vittoria e il podio.
Prima italiana Silvia Persico (nona), per un attimo vicina al sogno di un piazzamento nelle prime cinque, altra crossista molto potente che trova spazio in percorsi pesante. Decima Rochette, tornata sui suoi normali livelli dopo gli exploit delle scorse settimane e undicesima Honsinger, la quale perde troppo in partenza per sperare di giocarsi qualcosa di importante, anche perché le sue classiche sfavillanti rimonte ultimamente sono rare. Ad un dodicesimo posto felice per la giovanissima Line Burquier fa da contraltare il tredicesimo di Annemarie Worst, tornata da Kortrijk in avanti ai livelli pre-Niel. In top 15, quattordicesima, anche un'altra italiana: Eva Lechner. L'altoatesina, scattata benissimo e forse sovrastimando le proprie possibilità, si è spenta con il passare dei minuti, ma la sua performance rimane ugualmente buona. Ritirata Kata Blanka Vas, non ancora del tutto pronta dopo la pausa.
Un highlight di carriera per Michael Vanthourenhout
Passando invece alla prova maschile, oltre a segnalare obbligatoriamente le assenze di MVDP e WVA, il favorito era uno e netto: Tom Pidcock. L'alfiere della Ineos, forte del successo ottenuto su un tracciato non favorevole come Rucphen, si presentava anche agli occhi dei rivali come l'uomo da battere, considerando che proprio qui, un anno fa, mise in seria difficoltà i due dominatori del ciclocross. Altra curiosità poteva essere legata a Toon Aerts; il belga della Baloise, dopo il training camp in Spagna, su uno dei suoi percorsi preferiti e senza Van der Poel e Van Aert, aveva una grossa occasione per rilanciare una stagione sin qui non del tutto sufficiente. Infine era lecito attendersi qualcosa anche dal duo Pauwels Vanthourenhout (amante delle tappe dure)-Iserbyt (migliorato nettamente nei circuiti che ha sempre sofferto enormemente).
Hermans il migliore allo start, con Aerts reattivo alla ruota del connazionale. Male Pidcock, il quale, sfavorito dal partire in seconda fila, va detto, perde eccessivamente in partenza e si ritrova poi spesso a dover inseguire atleti con un ampio vantaggio accumulato nei primi giri, mentre il britannico è intento a rimontare quante più posizioni possibili. Questo è proprio il caso di Namur; Toon, infatti, scappa via appena iniziato il secondo giro, continuando ad aumentare il proprio margine finché una caduta nella quarta tornata non spezza il ritmo del belga, favorendo il rientro dei più vicini inseguitori Pidcock e Vanthourenhout. Il terzo inseguitore, Hermans, compie una delle sue solite imprecisioni, salutando la compagnia. Aerts viene escluso dalla sfida per la vittoria a causa di una foratura che gli fa perdere più di 30 secondi, lasciando a Michael il compito di battere Tom.
Negli ultimi tre giri otteniamo uno scontro ravvicinato, ma nonostante la forza di Pidcock nella salita in pavé, la superiorità di Vanthourenhout nei tratti tecnici e in quelli a piedi è troppa. Il fratello e cugino d'arte corona una splendida prova conquistando Namur, la tappa più prestigiosa che ci sia, la seconda della sua carriera in Coppa e la terza nelle challenge. Altro podio per Pidcock, secondo a 36", apparso non al 100% fisicamente e molto insicuro tecnicamente. Terzo lo sfortunato Aerts (51"), quarto Hermans e quinto Iserbyt che limita i danni e ora ha novanta punti di vantaggio sul compagno e 107 su Aerts (358 vs 268 vs 251), un margine più che rassicurante in vista delle ultime quattro tappe.
Il calendario che ci aspetta nelle prossime due settimane a partire da Santo Stefano, Covid permettendo, è ricchissimo: due prove di CDM, Dendermonde il 26/12 e Hulst il 02/01; due tappe del Superprestige, Heusden-Zolder il 27/12 e Diegem il 29/12; tre frazioni dell'X2O, Loenhout il 30/12, Baal il 01/01 ed Herentals il 05/01; infine i campionati nazionali nel fine settimana del 08-09/01.
A Dendermonde avverrà l'esordio del più grande e il primo atteso duello tra Van der Poel e Van Aert. Considerando che a Mathieu solitamente serve qualche gara di rodaggio, ma anche che quest'anno ha avuto più tempo per prepararsi, il favorito a Santo Stefano sarà il belga, che dovrebbe essere favorito dal terreno fangoso (ma non ai livelli del 2020). Inoltre la partenza dalla quarta fila potrebbe rappresentare un ulteriore impedimento per le speranze di vittoria di MVDP, il quale ha dichiarato negli scorsi giorni di essersi ben allenato, ma di non avere la sicurezza di poter reggere il ritmo di WVA. Con Zolder e Diegem il campione del mondo trova due percorsi amici e già da lì tornerà ad essere il favorito. La lotta per la generale nel SP è ancora molto aperta, solo due punti separano Iserbyt e Aerts. In linea teorica solo la prova finale di Gavere è più adatta a Toon, ma la presenza di Dendermonde subito prima di queste due frazioni veloci potrebbe bagnare le polveri ad Eli e rendere il duello più equilibrato. Nell'X2O, invece, è Aerts ad essere in testa e tra Loenhout, Baal ed Herentals i due trovano tracciati molto diversi fra loro. A fare la differenza sarà la condizione, più che le singole attitudini ad un percorso piuttosto che ad un altro.
Al femminile la situazione è più equilibrata anche in Coppa. Se a Dendermonde troveremo condizioni favorevoli a Brand, ad Hulst sarà l'esatto contrario, con Betsema favorita. L'ago della bilancia potrebbe essere Marianne Vos, la quale ha stilato un calendario molto asciutto, composto quasi esclusivamente da gare di CDM. Tutto ciò in attesa dei ritorni ad alto livello di Alvarado e Worst, oltre alle conferme di Vas, Pieterse, Van Empel e Van Anrooij. Nel SP, invece, nonostante la forbice tra le solite due sia di soli 3 punti, Lucinda ha un vantaggio netto dovuto alla natura dei percorsi, o molto veloci come Diegem e Zolder, che strizzano l'occhio allo spunto veloce di Brand, o duri come Gavere, con tratti a piedi nei quali l'iridata può farsi valere. Nell'X2O Denise ha un tesoretto di oltre 1'30" su Brand e Alvarado. Se la caraibica riuscirà a tirar fuori un finale di stagione simile al 2020-2021 saranno dolori per tutte. Altrimenti vedremo nella terza challenge diversa la riproposizione della sfida Brand-Betsema, con un possibile risvolto differente. In ogni caso, sarà uno spettacolo!