Prudhomme attacca: "Le squadre guardano alla velocità del ciclista, non alla sicurezza"
Il direttore del Tour de France si è esposto sulla necessità di introdurre un abbigliamento che aumenti la sicurezza in corsa
Uno dei temi più caldi in assoluto degli ultimi tempi, anche se a dire il vero su ‘Cicloweb’ non si è mai smesso di parlarne, è senza ombra di dubbio quello relativo alla sicurezza in corsa. Il 2024, in questo senso, è stato un anno tragico con le morti di Muriel Furrer ed André Drege tra i professionisti, a cui si aggiungono tutte quelle che ogni giorno avvengono sulle strade.
A parlare di questa tematica, proprio nelle ultime ore, è stato Christian Prudhomme, direttore del Tour de France, in un'interessante intervista concessa a ‘RIDE Magazine’, rivista di ‘Wielerfilts’. Tema centrale la necessità di introdurre un abbigliamento che protegga meglio i corridori, anche se non c'è una proposta concreta. Ecco, dunque, le sue parole in merito.
Prudhomme: “Deve esserci un abbigliamento che protegga meglio i ciclisti”
“Nella serie Netflix Vaughters ha detto che ci si dovrebbe immaginare l'impatto di una caduta come se si stesse saltando fuori da un'auto in movimento indossando il proprio costume da bagno. Non possiamo trovarlo normale vero? Tutti gli sport di velocità lavorano sull'abbigliamento per proteggere l'atleta. Che si tratti di sport motoristici, sci o rugby. Sì, nel rugby vent'anni fa nessuno pensava che sarebbero stati progettati capi di abbigliamento che potessero proteggere i giocatori. Oggi è un dato di fatto. A destra o a sinistra, deve esserci un abbigliamento che protegga meglio i piloti”.
“L'abbigliamento deve proteggere meglio i ciclisti. Wout Van Aert era seduto sulla strada con una maglietta completamente strappata dopo il suo incidente alla Dwaars door Vlaanderen. Quando sviluppano il loro materiale le squadre guardano solo a come possono rendere il ciclista più veloce invece di aumentare la sicurezza dei propri ciclisti”.
Ecco le possibili proposte per una maggiore sicurezza in gara
I colleghi di ‘Wielerflits’, poi, parlano dell'invenzione della fibra Dyneema da parte di DSM, che previene molte abrasioni. Si tratta di un materiale pronto e a disposizione di tutti i marchi di abbigliamento, che però non viene utilizzato ancora da tutti dal momento in cui non è stato reso obbligatorio. Altra proposta è quella di incorporare una sorta di sistema airbag o nell'abbigliamento o addirittura nel casco, come ad esempio avviene nello sci, per proteggere il collo e in generale la parte superiore del corpo. In aggiunta, si legge, esistono protezioni per polsi e ginocchia, come quelle usate dai pattinatori.