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Tirreno-Adriatico 2023 - Analisi del Percorso

La Corsa dei due mari ripresenta la struttura di fondo del 2022, con tappe accattivanti ed esigenti che potrebbero regalare spettacolo; la tappa di montagna torna ad avere l'arrivo in salita

05.03.2023 21:30

La Tirreno-Adriatico 2023 mantiene il format dell'ultima edizione: cronometro in Versilia, nessuna tappa particolarmente semplice (anche se i velocisti avranno vita più facile rispetto all'ultimo anno), una tappa di montagna ed altre due molto esigenti prima della passerella finale. La corsa si configura sia come un primo test per i grandi protagonisti dei GT sia come corsa di preparazione in vista della Sanremo, con tappe molto lunghe (la lunghezza media delle tappe in linea è di circa 193 km!) e mai del tutto pianeggianti. Si preannuncia un altro stupendo antipasto come spesso è stato negli ultimi anni.

 

 

Lunedì 6 marzo - 1a tappa: Lido di Camaiore - Lido di Camaiore (Cronometro individuale - 11.5 km)

Si comincia con la solita cronometro andata e ritorno a Lido di Camaiore, tutta pianeggiante e tutta sul lungomare, quindi facilmente condizionabile dal vento. È leggermente più corta rispetto all'ultima edizione.

 

 

Martedì 7 marzo - 2a tappa: Camaiore - Follonica (210.0 km)

Prima tappa in linea destinata alle ruote veloci, ma con salite più o meno semplici sparse su tutto il tracciato: in partenza complica subito le cose la salita a Montemagno (2.6 km al 4.8%); dopo una quarantina di km completamente pianeggianti la strada si rifà leggermente mossa prima di salire al GPM di Castellina Marittima (12.3 km al 2.9%; ultimi 4.5 km al 4.5%) e al traguardo volante di Canneto (4.1 km al 4%). L'organizzazione della volata è ulteriormente complicata dal non banalissimo strappo dell'Impostino (1.3 km al 6%, max 9%) da percorrere due volte nel corso del circuito conclusivo, con ultimo passaggio a 9.5 km dal traguardo. Vista anche la lunghezza della tappa sarà un primo ottimo test in chiave Sanremo.

 

 

Mercoledì 8 marzo - 3a tappa: Follonica - Foligno (216.0 km)

Tappa sulla falsariga della precedente, ancor più lunga ed ancor più impegnativa altimetricamente. Nei primi 120 km si concentrano le difficoltà più consistenti, ovvero le salite a Roccastrada (5.4 km al 5%), Passo del Lume Spento (GPM; 12.4 km al 3.9%), San Quirico d'Orcia (3.2 km al 4.9%) e La Foce (GPM; 3.4 km al 5.4%). Tuttavia non inganni il profilo: il percorso diventa veramente lineare solo negli ultimissimi km; in particolare dopo Castel del Piano inizia un tratto di una ventina di km, tanto tortuoso nella planimetria quanto nervoso nell'altimetrie, con brevi salite a Pila, San Martino in Colle, Torgiano e Colle di Bettona. Tutto lascia pensare ad una volata, ma le micce potrebbero essere bagnate: ancor più del giorno precedente i velocisti saranno messi a dura prova in vista della Classicissima di Primavera.

 

 

Giovedì 9 marzo - 4a tappa: Greccio - Tortoreto (218.0 km)

Prima giornata che chiama allo scoperto gli uomini di classifica. In apertura si valica l'Appennino senza ascese di spicco: si superano quella di Castelfranco (5.4 km al 4.3%), il lungo fondovalle fino al Valico di Torrita (5 km finali al 4.2%) e, dopo essere scesi ad Ascoli Piceno, la salita di Folignano (3.9 km al 4.6%). A questo punto ci si dirige verso il circuito finale e si sale per quattro volte nel centro di Tortoreto: il primo passaggio (nel complesso 4.4 km al 4.5%) avviene percorrendo un primo muro di quasi 1 km (media 10%, max 19%), seguito da un tratto ondulato che si innesta a 1800 metri dal traguardo sul versante finale; quest'ultimo contraddistingue i tre passaggi conclusivi, è lungo 3.1 km ed ha una pendenza abbastanza costante ma cattiva (media 7%, max 12%).

 

 

Venerdì 10 marzo - 5a tappa: Morro d'Oro - Sassotetto (168.0 km)

È il momento della tappa di montagna di questa Tirreno, non lunghissima, ma praticamente priva di pianura. Si parte già in salita e si finisce per totalizzare un dislivello complessivo di quasi 3500 metri. Si susseguono le salite (tra le tante) a Notaresco (4.2 km al 3.9%), Bellante (8 km al 3.2%; i primi 2.5 km sono al 5.3%), Offida (5.7 km al 4.2%), Rustici (1.8 km al 6.2%), San Ginesio (GPM; 5 km al 3.7%), Santa Lucia (2.2 km al 6.3%) e Gualdo (GPM; 4.8 km al 5.5%). Non ci sono i presupposti per anticipare la salita finale, ma comunque non può dirsi (almeno da un punto di vista prestazionale) un unipuerto. A chiusura di questa mini-tortura si sale sull'ormai classico traguardo di Sassotetto, con un finale leggermente indurito visto che l'arrivo non è posto nei pressi della stazione sciistica, ma al Valico di Santa Maria Maddalena, oltre 100 metri più in alto. La salita guadagna un ulteriore tratto impegnativo e risulta di 13.1 km con una media del 7.4% (max 14%): il nuovo finale vede la strada spianare sensibilmente a 3 km dal traguardo, per poi impennarsi fino al 12% sotto l'arco dei -2 e proseguire con pendenze cattive (media 8%) fino alla fine.

 

 

Sabato 11 marzo - 6a tappa: Osimo Stazione - Osimo (193.0 km)

È il giorno dei muri marchigiani, concepito come una vera e propria classica di 193 km ancora una volta senza veri tratti di respiro (quasi 3000 metri di dislivello complessivo). Già nel tratto in linea iniziale si superano salite rilevanti, tra cui Recanati (5.9 km al 4.1%), il muro di Santa Maria del Monte (GPM; 1.8 km all’ 8.5%; max 18%), Macerata (3.1 km al 5.2%), Treia (3.9 km al 3.8%), Montecassiano (1.3 km al 5.7%), Montefano (2.9 km al 4.3%) e la prima ascesa a Osimo (5 km al 4.4%, max 12%). Tratto chiave sarà il circuito finale da ripetere 3 volte, che presenta in successione le salite ad Offagna (1.3 km al 6.4%) e Abbadia (2.1 km al 5.7%) e la doppia ascesa a Osimo. Il momento cruciale sarà probabilmente la prima delle due, il muro di Costa del Borgo: sono circa 1500 metri al 12% (max 20%), con gli ultimi 500 su un lastricato piuttosto sconnesso. L'ultimo transito sul muro sarà ad appena 4.7 km dal traguardo, con la successiva discesa che termina 2 km più avanti. Alcune centinaia di metri in falsopiano portano alla rampa di Via Olimpia (400 metri, max 16%), seguita da un altro km di salita sensibile. Gli ultimi 300 metri sono in leggera discesa.

 

 

Domenica 12 marzo - 7a tappa: San Benedetto del Tronto - San Benedetto del Tronto (154.0 km)

La tappa si chiude con il format della passerella per velocisti, strutturata come voleva la tradizione di inizio millennio su un primo ampio circuito altimetricamente impegnativo e un secondo circuito pianeggiante sul lungomare, da ripetere nella fattispecie per 5 volte. Nella prima parte si superano salite piuttosto insidiose come Monteprandone (4.7 km al 5%), Cossignano (GPM; 2.7 km all'8.4%, max 14%), Montalto delle Marche (4.5 km al 4.3%), Carassai (3.4 km al 6.3%) e Ripatransone (8.5 km al 4.5%). Dopo la lunga discesa su Grottammare mancheranno tuttavia quasi 80 km di pianura, motivo per cui le salite in partenza non dovrebbero influenzare il risultato finale, se non appesantire le gambe dei velocisti più puri. L'arrivo è posto al termine di un lungo rettilineo di 800 metri, a cui si accede da una doppia curva (sinistra-destra).

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Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.