La TDT-Unibet festeggia la prima storica vittoria © TDT-Unibet
Mondo Continental

TDT-Unibet, la squadra nata su YouTube

La formazione creata dal ciclista e youtuber Bas Tietema sogna di diventare Pro nel 2024 e intanto ha conquistato la prima vittoria. Focus su Samuel Leroux, volto della rinascita della Van Rysel-Roubaix Lille Métropole

14.06.2023 23:00

Diciannovesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Tour de Maurice, Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice, Tour de Cameroun, Aziz Shusha, Tour d’Eure-et-Loir, Kırıkkale Road Race, Campionati Asiatici, Samuel Leroux, il simbolo della rinascita della Van Rysel-Roubaix Lille Métropole e la TDT-Unibet, da Youtube con grandi ambizioni.

Le corse della settimana

Škoda Tour de Maurice e Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice

Il podio del Tour de Maurice © Daphney Dupré/Tour de Maurice

Per la prima volta, al di fuori dei campionati nazionali e di quelli africani, il ciclismo UCI è arrivato sull’isola di Mauritius per due diverse gare: una corsa a tappe, il Tour de Maurice, e una prova di un giorno chiamata Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice. Al Tour de Maurice hanno partecipato sedici squadre: quattro Continental, otto formazioni dilettantistiche e le selezioni di Mauritius, Algeria, Seychelles e Réunion. Start list simile per la Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice, a cui hanno, però, rinunciato due delle compagini dilettantistiche (più una terza che, pur essendo iscritta non ha preso il via) e la nazionale delle Seychelles.

La prima tappa del Tour de Maurice prevedeva un finale con una salita dura, la cui cima era situata a poco più di 6 km dal traguardo. Stefan Bennett (EuroCyclingTrips), uno dei fuggitivi di giornata, è riuscito a resistere alla rimonta dei migliori scalatori e si è imposto con 27” di margine su un terzetto comprendente Sergey Rostovtsev (Beykoz Belediyesi), Dawit Yemane (Bike Aid) e Maximilian Stedman (Velo Schils Interbike).

La seconda frazione era una cronometro a squadre di 20 chilometri con un percorso abbastanza impegnativo. La vittoria è andata ai britannici della Velo Schils Interbike, che hanno superato di 15” la Bike Aid e di 20” la nazionale di casa. La EuroCyclingTrips del leader Stefan Bennett ha perso 1’21” e così in testa alla classifica si è portato Maximilian Stedman.

La terza tappa presentava nel finale una salita abbastanza dura, lunga oltre 10 chilometri. Ancora una volta i big si sono fatti sorprendere dai fuggitivi di giornata e tre corridori hanno potuto giocarsi la vittoria in volata: a spuntarla è stata una vecchia conoscenza del WorldTour, Natnael Berhane (Beykoz Belediyesi). L’eritreo, tornato al successo dopo quattro anni di digiuno, ha preceduto l’idolo di casa Christopher Rougier-Lagane (Nazionale Mauritius) e il britannico Archie Cross (Velo Schils Interbike), che si è consolato con la maglia di leader. 

L’ultima frazione, di gran lunga la più semplice altimetricamente, è stata controllata dal gruppo, che non ha lasciato scampo ai fuggitivi. L’assenza di difficoltà nel finale ha portato ad una volata di gruppo che ha premiato Sergey Rostovtsev. Il russo, al secondo successo stagionale, ha battuto il tedesco Pirmin Eisenbarth (Bike Aid) e il sudafricano Gustav Basson (Faucon Flacq KFC Pepsi).

Archie Cross ha conquistato il successo finale, con 20” di margine su Christopher Rougier-Lagane, vincitore della maglia arancione di miglior corridore di un paese africano che affaccia sull’Oceano Indiano, e 50” su Pirmin Eisenbarth. Sergey Rostovtsev si è portato a casa sia la classifica a punti che quella degli sprint intermedi, Oussama Chablaoui (Nazionale Algeria) è stato il re degli scalatori, Eric Muhoza il miglior giovane, Dawit Yemane si è aggiudicato il premio della combattività, mentre la Bike Aid ha vinto la graduatoria a squadre.

Due giorni dopo la fine del Tour de Maurice, si è disputata la Courts Mamouth Classique de l'ìle Maurice, corsa di un giorno che prevedeva nove giri di un circuito di 10 km nelle vicinanze di Soreze, già teatro dell’ultima frazione della corsa a tappe. Nove corridori sono riusciti a fare la differenza e hanno staccato nettamente il resto della compagnia, andando poi a giocarsi la vittoria allo sprint. 

Aiutato dal compagno di squadra Anatoliy Budyak, Youcef Reguigui (Terengganu Polygon) ha fatto valere il suo spunto veloce ed è andato a conquistare la sesta vittoria stagionale. L’algerino ha così riscattato un Tour de Maurice in cui la sua squadra, fra le più accreditate al via, non era riuscita a lasciare il segno. Sul podio con lui sono saliti i due eritrei Dawit Yemane e Natnael Berhane.

Tour de Cameroun

Il vincitore del Tour de Cameroun, Mohcine El Kouraji © Tour de Cameroun

Appuntamento ormai classico del calendario UCI, il Tour de Cameroun è giunto quest’anno alla diciannovesima edizione. Senza Continental al via, sono state cinque selezioni nazionali (Algeria, Benin, Camerun, Marocco e Ruanda) e quattro formazioni dilettantistiche a darsi battaglia nelle otto tappe in programma.

La prima frazione prevedeva una sola salita, non troppo impegnativa, nella parte iniziale e strizzava decisamente l’occhio ai velocisti. Come da pronostico, tutto si è risolto allo sprint: a prevalere è stato il grande favorito Yacine Hamza (Nazionale Algeria), che ha preceduto il duo della nazionale marocchina composto da Achraf Ed Doghmy e El Houcaine Sabbahi.

Anche la seconda tappa non presentava grandi difficoltà e si è conclusa con una volata di gruppo. Ancora una volta si è imposto Yacine Hamza, giunto al decimo successo stagionale. Alle sue spalle si sono piazzati il neerlandese Peter Merx (Global Cycling) ed Etienne Tuyizere (Nazionale Ruanda).

La terza frazione proponeva qualche asperità in più, ma la volata di gruppo restava l’opzione più probabile. Questa volta, però, i nove componenti della fuga di giornata si sono dimostrati troppo forti per il plotone. Nel finale quattro uomini hanno fatto la differenza e si sono giocati la tappa: a vincere è stato Sten Verzijl (Global Cycling), che ha superato Mohcine El Kouraji (Nazionale Marocco) e Samuel Niyonkuru (Nazionale Ruanda). Il bulgaro Martin Marinov (Martigues Sport), quarto, ha conquistato la testa della classifica generale.

Anche la quarta tappa aveva un profilo essenzialmente pianeggiante, ma la classifica generale è stata stravolta. Sette corridori sono andati in fuga e hanno tagliato il traguardo con quasi 10’ di vantaggio sul grosso del gruppo. Il successo è andato ad Adil El Arbaoui (Nazionale Marocco), che ha preceduto di 2” Etienne Tuyizere e Yacine Hamza. Mohcine El Kouraji, l’unico componente del gruppo di testa ad essere stato protagonista della fuga del giorno precedente, ha chiuso quarto e ha conquistato la maglia di leader.

La quinta frazione prevedeva il classico circuito nella città di Douala, già presente in tante edizioni del Tour de Cameroun. A causa delle pessime condizioni delle strade, però, la tappa è stata annullata. Curiosamente anche nel 2010 e nel 2018 il circuito di Douala era stato annullato, anche se per motivi diversi: nel primo caso c’era stata una protesta dei corridori di casa, mentre nel secondo non si poté correre per via del diluvio che si abbatté sulla corsa.

La sesta frazione era probabilmente la più impegnativa di questa edizione del Tour de Cameroun, con diverse asperità e un finale impegnativo. Due corridori sono riusciti a fare differenza e si sono giocati la corsa in volata: Eric Manizabayo (Nazionale Ruanda) sembrava avere la vittoria in pugno, ma ha esultato troppo presto ed è stato beffato dal colpo di reni di Axel Taillandier (France Défense). Samuel Niyonkuru ha completato il podio di giornata con 1’44” di ritardo, mentre il gruppetto della maglia gialla ha perso 2’34”.

La settima tappa proponeva qualche asperità nella prima parte, per poi diventare molto più semplice nella seconda. Il copione ha ricalcato quello delle prime due giornate e tutto si è risolto con una volata di gruppo. Senza sorprese è stato ancora una volta Yacine Hamza a prevalere, battendo una nazionale marocchina che ha piazzato quattro uomini nei primi sei senza riuscire a vincere. Sul podio di giornata sono saliti Achraf Ed Doghmy e Adil El Arbaoui.

Anche l’ultima frazione strizzava l’occhio ai velocisti e i pronostici sono stati rispettati. Questa volta, però, la nazionale marocchina è riuscita a mettere nel sacco Yacine Hamza: dopo due secondi posti, Achraf Ed Doghmy è finalmente riuscito ad alzare le braccia al cielo, mentre il velocista algerino si è dovuto accontentare del terzo posto, preceduto anche dall’idolo di casa Clovis Kamzong (SNH Vélo Club).

Leader sin dalla quarta tappa Mohcine El Kouraji ha conquistato il successo finale, con un vantaggio di 1’14” sul compagno di squadra Adil El Arbaoui e di 1’16” su Etienne Tuyizere, miglior giovane della corsa. Michel Tientcheu (Nazionale Camerun) ha chiuso quarto con 1’20” di distacco e si è aggiudicato la maglia blu riservata al miglior corridore di casa. La classifica a punti è andata a Yacine Hamza, la nazionale ruandese ha vinto la graduatoria a squadre, mentre Eric Manizabayo ha riparato in parte all’errore costatogli la sesta tappa, portandosi a casa la maglia a pois di miglior scalatore. 

Aziz Shusha

Il podio finale dell'Aziz Shusha © Aziz Shusha

La prima edizione dell'Aziz Shusha, impegnativa corsa a tappe di cinque giorni, ha sancito il ritorno del calendario UCI in Azerbaigian (campionati nazionali esclusi) dopo sei anni di assenza. Sedici squadre hanno preso il via da Baku: undici Continental, una formazione dilettantistica e le selezioni nazionali di Azerbaigian, Bulgaria, Romania e Turkmenistan.

La prima tappa, dal profilo ondulato, ha visto una fuga numerosa staccare di oltre 3’ il gruppo. L’arrivo, in leggera pendenza, ha premiato Martin Papanov (Nazionale Bulgaria), che ha avuto la meglio su Emanuele Ansaloni (Technipes #inEmiliaRomagna) e Cristian Raileanu (Nazionale Romania). Da segnalare che una delle Continental in gara, la SuezCanalDiscovery, e la Nazionale del Turkmenistan sono rimaste subito fuori gara perché tutti i loro corridori si sono ritirati, mostrando una certa inadeguatezza a certi livelli.

Anche la seconda frazione presentava un profilo ondulato, con gli ultimi dieci chilometri che tendevano all’insù, ma con pendenze pedalabili. È stata nuovamente una giornata buona per una fuga numerosa e sul traguardo si è imposto Luuk Schuurmans (Universe), che ha preceduto in volata Nikolay Genov (Nazionale Bulgaria) e Julien Trarieux (China Glory). Quinto posto per Gabriele Petrelli (Technipes #inEmiliaRomagna), che ha tenuto alta la bandiera dell'Italia.

La terza tappa era la più semplice delle cinque in programma, con gli ultimi 50 chilometri che tendevano leggermente a salire, ma con pendenze risibili. Ancora una volta il gruppo non ha saputo respingere l’attacco di giornata e quattro uomini sono riusciti ad avere la meglio. 

Jari Verstraeten (Bataia Brigade) ha vinto nettamente la volata, tornando al successo UCI dopo un digiuno di cinque anni e mezzo. Il corridore della Sofer Savini Due Mihnea-Alexandru Harasim (Nazionale Romania) e Anton Kuzmin (Almaty Astana Motors) gli hanno fatto compagnia sul podio di giornata. Grazie ad un abbuono conquistato ad inizio tappa, Emanuele Ansaloni si è preso la maglia di leader.

La quarta frazione era la più dura della corsa, con l’arrivo in cima ad una salita di 5 km con una pendenza media superiore all’8%, e un altro colle di prima categoria poco prima. Il Team Technipes #inEmilia Romagna ha dominato la corsa, piazzando tre uomini ai primi quattro posti. Alessandro Monaco ha vinto la tappa davanti ad Emanuele Ansaloni, che ha conservato la leadership in classifica, e Martin Nessler ha chiuso quarto a 8”. In mezzo a loro si è inserito Rudolf Remkhi (Almaty Astana Motors), terzo a 2” dai primi due.

Anche l’ultima tappa si concludeva in salita, dopo un percorso molto impegnativo. Emanuele Ansaloni ha dimostrato di meritare la maglia gialla, stroncando la resistenza di tutti gli avversari e portandosi a casa anche il successo parziale con 2” di margine su Cristian Raileanu e 12” sul compagno di squadra Martin Nessler.

Ovviamente Emanuele Ansaloni, vincitore anche della classifica a punti, si è aggiudicato la vittoria finale, con 57” di vantaggio sul miglior giovane della corsa, Rudolf Remkhi e 1’12” su Lars Quaedvlieg (Universe). La Technipes #inEmiliaRomagna ha dominato la graduatoria a squadre e c’è stata un po’ di gloria anche per la nazionale di casa, con Samir Jabrayilov che ha conquistato la maglia di miglior scalatore.

Tour d’Eure-et-Loir

Noa Isidore festeggia con i compagni della CIC U Nantes Atlantique © CIC U Nantes Atlantique

In Francia si è disputato il Tour d’Eure-et-Loir, una corsa a tappe di tre giorni entrata nel calendario UCI nel 2019, ma la cui prima edizione risale al 1949. Quest’anno erano presenti al via ventitré squadre: un Pro Team (la Bolton Equities Black Spoke), dodici Continental, un Pro Team di ciclocross (la Pauwels Sauzen-Bingoal), otto formazioni dilettantistiche francesi e una selezione nazionale svizzera.

La prima tappa era sulla carta la più semplice delle tre in programma, ma si è rivelata subito decisiva: ventisei uomini sono andati all’attacco e, dopo un braccio di ferro durato una settantina di chilometri, hanno visto il loro vantaggio sul gruppo dilatarsi. Negli ultimi quindici chilometri ci sono stati diversi attacchi, che hanno ridotto ad undici il numero dei pretendenti al successo. La mossa decisiva è stata quella di Noa Isidore (CIC U Nantes Atlantique), che ha piazzato lo scatto buono ed è andato a vincere. Con 5” di ritardo, Valentin Tabellion (Van Rysel-Roubaix Lille Métropole), confuso dalla presenza di gruppetti di atleti doppiati nel circuito finale, non si è accorto della presenza davanti del diciottenne e ha tagliato il traguardo esultante davanti a Jasper Dejaegher (Circus-ReUz).

La seconda frazione, molto più impegnativa della precedente a causa degli innumerevoli strappetti disseminati lungo il percorso, ha avuto uno svolgimento più lineare e il gruppo, ridotto nel finale ad una quarantina di unità, ha controllato senza affanni la fuga di giornata. A 7 km dal traguardo c’è stato l’attacco di Marcin Budzinski (HRE Mazowsze Serce Polski). L’azione del polacco sembrava poter essere quella buona, ma Samuel Leroux (Van Rysel-Roubaix Lille Métropole) è uscito di forza dal gruppo ed è riuscito a raggiungerlo e a saltarlo negli ultimi 200 metri. La volata per il terzo posto, a 5” dal duo di testa, ha visto prevalere Nicklas Amdi Pedersen (ColoQuick).

L’ultima tappa presentava un percorso non troppo impegnativo, ma con l’ultimo chilometro in leggera salita. La fuga di giornata, formatasi dopo tentativi andati a vuoto, è stata raggiunta a circa 15 km dal traguardo e, ai -10, c’è stato un attacco che ha visto protagonisti tutti coloro che occupavano le posizioni dalla quinta alla decima in classifica generale. A meno di 3 km dall’arrivo, il gruppo, tirato anche in prima persona dal leader Noa Isidore, è rientrato sulla testa della corsa e tutto si è concluso con la volata vincente di Jasper Dejaegher. Alle spalle del belga si sono piazzati Tom Mainguenaud (Van Rysel-Roubaix Lille Métropole) e Killian Théot (VC Rouen 76).

Pur rischiando grosso, Noa Isidore è riuscito a conquistare il successo finale, oltre alle maglie di miglior giovane e miglior francese, superando soltanto di 1” Jasper Dejaegher, vincitore della classifica a punti, e di 6” Valentin Tabellion. Norbert Banaszek (HRE Mazowsze Serce Polski) è stato il miglior scalatore della corsa, mentre Thijs Aerts (Circus-ReUz) si è aggiudicato la graduatoria dei traguardi volanti. Alla Van Rysel-Roubaix Lille Métropole il premio di migliore squadra.

Kırıkkale Road Race

Nikiforos Arvanitou festeggia la vittoria della Kırıkkale Road Race © Sofer Savini Due

In Turchia è andata in scena la Kırıkkale Road Race, corsa a tappe di due giorni all'esordio nel calendario UCI. Al via si sono schierate quattordici squadre: cinque Continental, sette formazioni dilettantistiche e le selezioni nazionali di Bulgaria e Grecia. Due delle formazioni di terza divisione turche, la Beykoz Belediyesi e la Sakarya BB non erano presenti perché impegnate rispettivamente al Tour de Maurice e all'Aziz Shusha.

Pur partendo con soli quattro uomini, la nazionale greca ha dominato la prima tappa, inserendo tutti i suoi rappresentanti nell'azione a nove rivelatasi decisiva sia per il successo parziale che in chiave classifica generale. La selezione ellenica ha deciso di giocarsela in volata e la scelta si è rivelata vincente: si è imposto, infatti, il ventenne della Sofer Savini Due Nikiforos Arvanitou, che ha superato i corridori di casa Burak Abay (Konya Buyuksehir) e Ahmet Örken (Spor Toto). La classifica generale ha rispecchiato totalmente quella di tappa, dato che non erano previsti abbuoni.

La seconda frazione ha visto molti corridori abbandonare la corsa, ma si è rivelata meno selettiva nel complesso. In diciassette, infatti, si sono giocati alla vittoria allo sprint e sul podio di giornata sono saliti gli stessi uomini del giorno precedente, seppur in posizioni diverse. Questa volta la vittoria è andata ad Ahmet Örken, che ha battuto Nikiforos Arvanitou e Burak Abay.

Senza abbuoni è stata la somma dei piazzamenti a delineare la classifica generale: Nikiforos Arvanitou (un primo e un secondo posto) si è aggiudicato la vittoria finale, davanti ad Ahmet Örken (un primo e un terzo) e Burak Abay (un secondo e un terzo). La nazionale greca ha piazzato anche Polychronis Tzortzakis al quarto posto, Georgios Bouglas al quinto e Periklis Ilias all'ottavo, dimostrando un livello generale superiore rispetto alle altre squadre.

Campionati Asiatici

Gleb Brussenskiy si laurea campione asiatico © Astana Qazaqstan

In Thailandia, a Rayong, sono andati in scena i Campionati Asiatici di ciclismo su strada. Nelle gare élite e under 23 maschili c’è stato il dominio totale del Kazakistan, che ha vinto la medaglia d’oro in tutte le prove.

La corsa che dato il via alle ostilità è stata la staffetta mista e si è subito partiti nel segno del Kazakistan, unica nazione a poter schierare un terzetto maschile interamente WorldTour: Igor Chzhan, Yevgeniy Fedorov e Dmitriy Gruzdev (tutti dell’Astana) hanno portato il loro paese al successo, con 1’39” di vantaggio sull’Uzbekistan, che per la frazione maschile poteva contare su Dmitriy Bocharov, Aleksey Fomovskiy (entrambi della Samarkand) e Behzodek Rakhimbaev (Tashkent City). Al terzo posto, con un ritardo di 2’12” ha chiuso la Cina di Liu Jiankun (China Glory), Li Jun Bai e Niu Yikui (Li Ning Star).

È stato poi il turno delle cronometro individuali: tra gli under 23 si è imposto Andrey Remkhe (Astana Qazaqstan Development), unico kazako in gara, che ha preceduto di 1’45” il cinese Ju Jinyang e di 1’49” l’indonesiano Muhammad Andy Royan (MULA). 

Nella prova élite il campione del mondo under 23 Yevgeniy Fedorov ha confermato senza problemi il titolo conquistato dodici mesi fa. Staccato di 1’57”, il taiwanese Sergio Tu (Bahrain Victoroius) si è preso l’argento, mentre il bronzo è andato al solido mongolo Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon), distanziato di ben 3’07”. Fuori dal podio gli altri due corridori WorldTour in gara: il kazako Igor Chzhan ha chiuso quarto a 3’38” e il bahreinita Ahmed Madan (Bahrain Victorious), vincitore lo scorso anno tra gli under 23, non è andato oltre il nono posto, a 5’06”.

La sequenza di medaglie d’oro del Kazakistan è andata avanti nelle prove in linea: tra gli under 23, su un percorso non troppo duro, ha festeggiato Ruslan Aliyev (Almaty Astana Motors), bravo a precedere di 6” Behzodek Rakhimbaev e di 47” l’emiratino Jasim Al-Ali.

La prova élite presentava diverse difficoltà altimetriche nella parte centrale del tracciato, ma diventava molto semplice nel finale. Ancora una volta il Kazakistan, che schierava al via una quintetto formato interamente da corridori dell’Astana, ha fatto il bello e il cattivo tempo. Dopo il titolo dello scorso anno tra gli under 23, Gleb Brussenskiy è riuscito a confermarsi anche fra gli élite, imponendosi con 7” di margine sul compagno di squadra e connazionale Yevgeniy Gidich e 13” sull’esperto giapponese Yukiya Arashiro (Bahrain Victorious). Il campione uscente Igor Chzhan si è accontentato di lavorare per la squadra e ha chiuso al quarantatreesimo posto. 

Le Continental tra i big

Yentl Vandevelde festeggia la prima vittoria in carriera © ZLM Tour

Nei Paesi Bassi si è disputato lo ZLM Tour, una corsa ProSeries, che ha dato spazio a otto Continental: oltre a sei formazioni di casa (ABLOC, Allinq, BEAT, Metec-SOLARWATT, TDT-Unibet e VolkerWessels), ai nastri di partenza erano presenti la danese Leopard TOGT e la tedesca Bike Aid. La TDT-Unibet ha recitato la parte del leone, piazzando nella top ten finale sia Joren Bloem, ottavo, che Hartthijs De Vries, decimo, e, soprattutto, vincendo una tappa con Yentl Vandevelde

Sei formazioni di terza divisione hanno avuto la loro occasione al GP des Kantons Aargau, antipasto del Tour de Suisse. L’italiana Mg.K Vis-Colors for Peace, le tedesche P&S Benotti, Saris Rouvy Sauerland e Lotto-Kern Haus e le austriache Felbermayr-Simplon Wels e Vorarlberg hanno provato a ben figurare, ma solo Colin Stüssi è riuscito ad entrare nel gruppo di trenta corridori che si è giocato la corsa. Lo svizzero, comunque, non è andato oltre la diciassettesima posizione.

Anche le due corse belghe disputate nel weekend hanno visto al via alcune Continental: doppio impegno per la Tarteletto-Isorex, formazione di casa, e per la neerlandese ABLOC, mentre l’altra neerlandese VolkerWessels ha partecipato soltanto alla Dwars door het Hageland e la belga Materiel-Velo.com, la danese BHS-PL Beton Bornholm e la canadese XSpeed United erano al via della Elfstedenronde Brugge. Alla Dwars door het Hageland, il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione è stato Timo Kielich (Alpecin Deceuninck Development), che era in gara con la formazione WorldTour e ha chiuso ventunesimo. Solo un corridore delle tre Continental partecipanti è arrivato al traguardo: Callum Macleod (ABLOC) è arrivato ventottesimo (e ultimo). All’Elfstedenronde Brugge il miglior Continental è stato Timothy Dupont (Tarteletto-Isorex), decimo.

Tre formazioni di terza divisione hanno partecipato alla CIC-Mont Ventoux: la spagnola Electro Hiper Europa e le francesi CIC U Nantes Atlantique e Nice Métropole Côte d'Azur. Il miglior rappresentante del ciclismo Continental è stato il norvegese Johannes Kulset, tesserato per la Uno-X Dare Development, ma in gara con la formazione Pro. Il norvegese ha chiuso undicesimo e ha preceduto abbastanza nettamente Yaël Joalland (CIC U Nantes Atlantique), ventesimo e miglior corridore delle Continental iscritte alla gara.

In settimana c’è stata qualche novità di ciclomercato, annunciata dal sito dell’UCI: la più importante riguarda il passaggio del velocista lettone Maris Bogdanovics, sette vittorie UCI in carriera, alla Hengxiang. Nella formazione cinese l’ex corridore della Amore & Vita ritroverà il connazionale Andris Vosekalns, già suo compagno di squadra nel 2011 alla Alpha Baltic-Unitymarathons.com e nel biennio 2016-2017 alla Rietumu-Delfin.

Nonostante sia ormai metà giugno, l’UCI ha registrato una nuova formazione Continental: la messicana Petrolike. Il roster della squadra è composto da sei corridori di casa, il più noto dei quali è il trentacinquenne Miguel Luis Álvarez, e quattro colombiani. Tre degli “stranieri” hanno esperienze tra i professionisti: Hernando Bohórquez ha corso nel biennio 2019-2020 nel WorldTour con la maglia dell’Astana, dopo un’avventura biennale condivisa con Hernán Aguirre alla Manzana Postobon. Juan Pablo Suarez è stato, invece, un corridore del Team Colombia di Claudio Corti nel 2012 e nel 2013.

Non è ancora stato registrato sul sito UCI, ma in Costa Rica sono sicuri: dopo i campionati nazionali, Kevin Rivera, ex corridore di Androni Giocattoli, Bardiani e Gazprom-Rusvelo, tornerà in Italia per disputare la seconda parte di stagione con la Work Service-Vitalcare.

Il corridore della settimana: Samuel Leroux

Samuel Leroux con la maglia di leader della Quattro Giorni di Dunkerque © Vélo Club Roubaix/LNC/M.Feuillet

In possesso della licenza Continental sin dal 2007, la Roubaix Lille Métropole, ramo professionistico dello storico Vélo Club Roubaix, ha rischiato seriamente di sparire quest’anno. I problemi finanziari dello sponsor Go Sport hanno messo in grande difficoltà il management della squadra e la sopravvivenza era assicurata solo fino al mese di maggio. Preoccupati per il futuro sempre più cupo, i corridori del team non sono riusciti a rendere al meglio e, a parte qualche sporadica top ten, i risultati sono stati ben al di sotto delle attese.

Proprio all’ultimo momento utile, però, la squadra ha trovato da Van Rysel l’aiuto economico che cercava, ha raggiunto la stabilità e i risultati sono migliorati sensibilmente. Uno dei grandi protagonisti della rinascita è stato Samuel Leroux, il corridore simbolo del team, dato che si è formato nel Vélo Club Roubaix e corre nella Continental francese dal 2018. Il ventottenne ha regalato un sorriso al nuovo sponsor già al secondo giorno di gara, andando ad indossare la maglia di leader alla Quattro Giorni di Dunkerque, una delle corse più importanti del calendario della formazione nordista. La scorsa settimana, inoltre, ha conquistato il primo successo stagionale del team, andando a vincere la seconda tappa del Tour d’Eure-et-Loir.

Samuel Leroux esordì tra gli under 23 con la maglia dell’ESEG Douai, ottenendo qualche buon risultato nel calendario dilettantistico transalpino al primo anno nella categoria. Nella stagione successiva conquistò i primi successi tra Francia e Belgio e nel 2015 continuò con profitto il suo percorso di crescita, raccogliendo il primo piazzamento importante in una corsa UCI: fu, infatti, quarto alla Paris-Mantes-en-Yvelines.

Per l’ultimo anno da under 23 si trasferì alla Dunkerque Littoral-Cofidis. Con il nuovo team continuò il miglioramento graduale dei suoi risultati, arrivando a vincere sei corse del calendario dilettantistico. Nella seconda parte di stagione fu ingaggiato come stagista da una formazione Continental, la Veranclassic-AGO. A fine stagione, però, la squadra belga chiuse i battenti e per Leroux la possibilità di salire di livello sfumarono.

Nel 2017 il corridore francese rimase nel mondo dilettantistico, ma cambiò nuovamente squadra e passò al CC Nogent-sur-Oise. Vinse ben dieci corse tra Francia e Belgio e tornò nella top ten di una corsa UCI, terminando nono quella Paris-Mantes-en-Yvelines che gli aveva già regalato una bella soddisfazione due anni prima.

L’anno successivo riuscì finalmente a fare il salto nel mondo Continental, firmando con la Roubaix Lille Métropole. Nella prima stagione nel team in cui milita tuttora, non ottenne particolari risultati personali, ma ebbe la possibilità di affrontare un calendario di qualità nettamente superiore rispetto agli anni precedenti.

Nel 2019 fu protagonista di diverse fughe e, grazie agli abbuoni conquistati mentre era all’attacco, indossò per due giorni la maglia di miglior giovane alla Quattro Giorni di Dunkerque. Poco dopo aver vinto una kermesse in Belgio, riuscì anche a centrare il primo podio in carriera a livello UCI, chiudendo al terzo posto il GP de la ville de Nogent-sur-Oise

Archiviata una stagione piuttosto buona, nel 2020 Leroux soffrì particolarmente i problemi di calendario dovuti alla pandemia e non trovò il modo di mettersi in luce. Nel mese di ottobre, però, riuscì ad imporsi in una corsa dilettantistica, la Paris-Connerré, riscattando almeno parzialmente un’annata non brillantissima.

Nel 2021 conquistò un altro successo in una gara dilettantistica, il Tour du Pays Lionnais e tornò nella top ten a livello UCI con il decimo posto al GP de la ville de Pérenchies. Ancora una volta riuscì a fare grandi cose nel finale di stagione, ottenendo i migliori risultati in carriera in gare Pro: fu, infatti, decimo all’Eurométropole Tour e tredicesimo in una corsa decaduta, ma ancora di grande prestigio come la Parigi-Tours.

Dal punto di vista dei risultati, la scorsa stagione è stata la migliore per il corridore francese. Dopo un inizio di stagione in cui si era comportato bene, con il quarto posto al GP de la Ville de Lillers e l’ottavo in una corsa Pro come il GP Denain, ha fatto sfracelli al Tour d’Eure-et-Loir: ha chiuso al terzo posto la prima frazione e si è scatenato nell’ultima tappa, conquistando sia il successo parziale che la classifica generale e dimostrando di essere in grado di vincere anche a livello UCI (cosa che ha confermato quest’anno nella stessa gara).

Negli ultimi anni, parallelamente all’attività su strada, Samuel Leroux si è dedicato alla beach race, specialità di cui è diventato il massimo esponente in Francia: ha vinto, infatti, tutte e tre le edizioni dei campionati nazionali sinora disputate. Nel 2021, inoltre, si è laureato campione europeo della specialità, ottenendo un risultato storico: tra uomini e donne, infatti, il titolo continentale della beach race era sempre andato ad atleti dei Paesi Bassi. Lo scorso anno non è riuscito a ripetersi, ma è comunque rimasto sul podio, mettendosi al collo la medaglia di bronzo.

Al momento non si conosce il programma di Leroux per le prossime gare: salterà sicuramente la Route d'Occitanie ed è probabile che torni in gara ai campionati nazionali.

La squadra della settimana: TDT-Unibet

La TDT-Unibet © Tour de Tietema-Unibet

Vincendo a sorpresa la prima tappa dello ZLM Tour, Yentl Vandevelde ha regalato alla TDT-Unibet, formazione nata quest’anno, il primo storico successo a livello UCI. Il fatto che sia arrivato in una corsa Pro Series, contro una concorrenza di alto livello, rende tutto ancora più bello per una squadra che, sin dall’annuncio della sua creazione, è stata fra le Continental più seguite al mondo.

La compagine neerlandese ha avuto da subito un ampio pubblico perché proveniente da Youtube. La sigla TDT sta infatti per Tour De Tietema, un canale dedicato al ciclismo che conta oltre 150.000 iscritti sulla nota piattaforma di video. Tutto nacque nel 2019 quando l’ex promessa del ciclismo Bas Tietema, che da under 23 aveva corso con la prestigiosa BMC Development e aveva chiuso al terzo posto la Parigi-Roubaix di categoria, decise di abbandonare il sogno del professionismo a causa di problemi di allergia che gli impedivano di rendere al meglio.

In occasione del Tour de France di quell’anno, pur non accreditato, decise di seguire la corsa insieme a Devin Van Der Wiel e Josse Wester per girare dei video per il canale e il successo fu immediato. In seguito i numeri aumentarono molto e Tietema riuscì ad ottenere delle sponsorizzazioni importanti, come quella di Bingoal. Proprio grazie a questo accordo, il neerlandese, che nel frattempo era riuscito a risolvere i problemi creati dall’allergia, nel 2022 ha firmato un contratto da professionista con la Bingoal-Pauwels Sauces-WB.

Con la formazione belga ha disputato anche la Parigi-Roubaix, che ha concluso (seppur ultimo e fuori tempo massimo), ma i risultati non sono stati particolarmente brillanti e così è nato il progetto di creare una Continental da zero. Tietema è riuscito nel suo intento e la squadra ha visto la luce. Bingoal non ha preso bene il fatto che un’azienda rivale come Unibet sponsorizzasse l’ex protetto e ha fatto causa al ventisettenne per inadempienze contrattuali, ma il ciclista-youtuber è uscito vincitore dalla battaglia legale.

Il canale Youtube è stato sfruttato al meglio per far conoscere il team al pubblico già prima dell’inizio della stagione, con, tra le altre cose, video di presentazione dei corridori e dei direttori sportivi. Da quando è iniziato il calendario di corse, vengono pubblicati con frequenza anche video di backstage delle gare

Il roster della TDT-Unibet, registrata con licenza dei Paesi Bassi, è composto da dodici uomini: sei corridori di casa, tra cui lo stesso Bas Tietema, quattro belgi, un ceco e un britannico.

Non si può non iniziare da Yentl Vandevelde, il corridore che ha regalato la prima storica vittoria alla squadra. Il belga, che aveva esordito a livello Continental lo scorso anno con la maglia della Minerva, non era il principale candidato a scrivere la storia della TDT-Unibet. Prima della giornata di gloria allo ZLM Tour, infatti, aveva fatto vedere buone cose in gare dilettantistiche, ma in corse UCI non era mai entrato nei primi dieci. La sua vittoria, ottenuto uscendo di forza da una fuga e resistendo al ritorno del gruppo, lo lancia in una nuova dimensione.

Harry Tanfield è il corridore con maggiore esperienza ad alto livello: il britannico ha corso per tre stagioni nel WorldTour, con le maglie di Katusha-Alpecin, AG2R La Mondiale e Qhubeka ASSOS. In carriera vanta due successi UCI e una medaglia d’argento nella cronometro dei Giochi del Commonwealth. Corridore dal fisico possente, è molto adatto alle corse dei Paesi Bassi ed è stato ingaggiato nonostante sia l’unico ciclista del team a non parlare il neerlandese.

Ha corso nel WorldTour anche Kevin Inkelaar, che nel biennio 2020-2021 ha vestito la maglia della Bahrain-Victorious. Il venticinquenne è l’unico scalatore della squadra e da under 23 ha chiuso due volte sul podio una corsa dura come il Giro della Valle d’Aosta. Da quando è passato professionista ha sempre dovuto combattere con problemi fisici che, finora, gli hanno impedito di esprimersi al meglio e che lo stanno tenendo ai box anche quest’anno.

Ha esperienza nel professionismo anche Martijn Budding, che ha corso per due anni con la Roompot-Nederlandse Loterij e per uno con la Riwal. Il ventisettenne è una delle punte del team per le volate e in questa stagione ha chiuso al secondo posto la Ster van Zwolle e si è imposto una corsa del calendario dilettantistico, la Slag om Woensdrecht, ottenendo la prima vittoria in assoluto nella storia della TDT-Unibet.

Hartthijs De Vries ha solo sfiorato il professionismo: fu ingaggiato dalla Roompot per il 2018, ma fu costretto a rescindere il contratto il 3 di gennaio a causa di ripetute aritmie cardiache. Nel corso della stagione riuscì a scoprire l’origine dei suoi problemi e a risolverli, ma il treno del grande ciclismo era passato. Quest’anno è iniziato malissimo per lui, con un grave incidente in allenamento, ma da circa un mese è tornato alle corse e ha già raccolto un ottimo quinto posto al GP Herning e ha chiuso nella top ten lo ZLM Tour.

Abram Stockman è al settimo anno nel mondo Continental, dopo tre stagioni alla Tarteletto-Isorex e altrettante alla Saris Rouvy Sauerland. Per la prima volta non è compagno di squadra del fratello gemello Michiel, che ha annunciato il ritiro alla fine del 2022. In questa stagione il ventisettenne ha già ottenuto tre risultati in top ten, tra cui spicca il nono posto alla Volta Limburg Classic, al cospetto dei professionisti del WorldTour.

Uno dei corridori più interessanti del team è Tomáš Kopecký. Il corridore ceco è stato argento mondiale tra gli juniores e quarto al primo anno da under 23 nel ciclocross, ma nelle ultime stagioni ha completamente abbandonato la specialità per concentrarsi sulla strada. Lo scorso anno i suoi risultati sono cresciuti in maniera esponenziale, anche se gli manca ancora la vittoria, mentre quest’anno, per ora, non è andato oltre il nono posto dell’Arno Wallaard Memorial, anche a causa del covid, che lo ha limitato.

Joren Bloem è una delle ruote veloci del gruppo e si è messo in mostra lo scorso anno con la maglia della ABLOC. Nel 2023 ha iniziato con un quarto posto alla Ster van Zwolle ed è andato vicinissimo alla vittoria in una tappa dell’Olympia’s Tour, in cui ha lanciato uno sprint troppo lungo ed è stato saltato negli ultimi metri. Nel recente ZLM Tour ha ottenuto un eccellente ottavo posto in classifica generale.

Anche Davide Bomboi ha un'ottima punta di velocità e lo scorso anno, quando correva con la Elevate p/b Home Solutions Soenens, si è fatto notare in più di un'occasione. In questa stagione ha ottenuto il miglior risultato alla Van Merksteijn Fences Classic, che ha chiuso al quinto posto battagliando con alcuni dei migliori velocisti del mondo. 

Jordy Bouts ha un discreto spunto veloce e un'ottima resistenza sui terreni misti. I migliori risultati della sua carriera sono arrivati in corse a tappe non troppo impegnative: è stato, infatti, secondo al Tour de la Mirabelle 2019 e sesto alla Flèche du Sud 2022. Quest’anno non ha ancora trovato il colpo di pedale giusto.

Completa il roster Wouter Toussaint, un giovane al primo anno nel mondo Continental. Il classe 2004 è stato poco utilizzato dal team in questa prima parte di 2023, ma ha disputato con la maglia della nazionale dei Paesi Bassi entrambe le prove della Coppa delle Nazioni under 23 (l’Orlen Nations GP e la Course de la Paix Grand Prix Jeseníky). 

La TDT-Unibet punta a salire fra i Pro Teams nel 2024 e un organico molto giovane (il più vecchio è il ventottenne Harry Tanfield) e con ampi margini di miglioramento è sicuramente un buon punto di partenza. Il ritorno in gara è previsto per i campionati nazionali, mentre il prossimo impegno internazionale dovrebbe essere il Sibiu Tour, in programma in Romania all’inizio di luglio.

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