Gira una volta - Prati di Tivo
Collocata ad una quota di 1450 metri sul livello del mare, Prati di Tivo è una delle località di villeggiatura più importanti d’Abruzzo e dell’intero Centro-Sud Italia. Il suo toponimo ha una probabile derivazione da prati retrivi, ossia prati tardivi per via dell’elevata quota in cui si trovano. Il paesaggio che si può godere è di quelli realmente affascinanti: a sovrastare i luoghi infatti vi è l’imponente massiccio del Gran Sasso, culminante nel Corno Grande che, con i suoi 2914 metri costituisce la vetta più alta degli Appennini. Ben visibili sono anche il Corno Piccolo, di cui si ha una visione frontale, e il Pizzo Intermesoli. Notevole anche la presenza di specie floreali.
Dal punto di vista turistico, Prati di Tivo ha una tradizione di lunga data, attirando numerosi turisti sia nel periodo estivo, sia soprattutto in quello invernale, grazie alla presenza di varie piste da sci e della seggiovia della Madonnina. La località fa parte del comune di Pietracamela, posto poco più di cinque chilometri più a valle a 1005 metri di quota, che con la sua popolazione di poco inferiore ai 250 abitanti rappresenta il paese meno popolato della provincia di Teramo. Il suo borgo si presenta comunque caratteristico (inserito tra i Borghi più belli d’Italia), con la presenza di numerosi edifici in pietra (a cui pure rimanda il toponimo) e di varie epigrafi d’importanza storica posti in vari punti del centro storico. Tra le chiese, le più importanti sono quelle di San Leucio, San Giovanni Battista e San Rocco.
I Prati di Tivo imbiancati dalla neve © Wikimedia[/caption]
Il 19 maggio 1975 il Giro d’Italia, giunto alla cinquantottesima edizione, aveva in programma la terza tappa, lunga 175 chilometri da Ancona ai Prati di Tivo. La corsa rosa si era aperta con il successo del norvegese Knut Knudsen a Fiorano Modenese e il giorno precedente aveva visto sfrecciare il belga Patrick Sercu ad Ancona. L’inedito arrivo di tappa abruzzese costituiva dunque il primo vero banco di prova per i big, chiamati ad affrontare una dura e regolare ascesa di quasi 15 chilometri con una pendenza media mai inferiore al 7% e punte prossime al 14% concentrate attorno ai -5 dal traguardo. Dopo una prima fase di gara abbastanza tranquilla, caratterizzata dai successi di Sercu ai traguardi volanti, la salita finale vide l’attesa formazione spagnola della KAS scandire il passo, soprattutto con Andrés Oliva. Tutti si sarebbero aspettati uno scatto d’autore, quando attorno ai 7 chilometri dalla conclusione fu Giovanni Battaglin ad operare uno scatto tanto deciso quanto efficace, a cui provò a rispondere Francisco Galdos.
Il vicentino della Jolly Ceramica, allora 23enne, riuscì ad imprimere un passo irresistibile per chiunque, acquisendo un vantaggio sempre più ampio e andando a trionfare in perfetta solitudine. Per lui, che a fine tappa indossò anche la maglia rosa, fu il primo successo di tappa in carriera al Giro d’Italia. Alle sue spalle, staccato di 21", giunse lo spagnolo Galdos, che si candidò così al ruolo di serio pretendente al successo della corsa. Molto più pesanti i distacchi di tutti gli altri: terzo fu l’altro spagnolo Miguel Maria Lasa a 1'53" mentre a 2'14" giunsero Fabrizio Fabbri e Marcello Bergamo. A 2'16" giunse un drappello con molti dei protagonisti più attesi, regolato da Franco Bitossi (ancora dolorante per una caduta nei giorni precedenti) e comprendente anche Felice Gimondi, Giambattista Baronchelli e Fausto Bertoglio.
L’indomani fu proprio Galdos ad impossessarsi della maglia rosa, riuscendo a conservarla per otto giorni, prima di cederla nuovamente a Battaglin, vittorioso nella cronometro di Forte dei Marmi. La defaillance del vicentino nella cronoscalata de Il Ciocco spalancò le porte al compagno di squadra Bertoglio, che prevalse nella tappa e indossò la maglia rosa. Il bresciano non mollò più le insegne del primato, suggellando il suo Giro nella conclusiva tappa dello Stelvio al termine di un epico duello con Galdos, costretto ad accontentarsi del successo parziale e della piazza d’onore. Per Fausto Bertoglio fu l’unico successo in carriera al Giro.
In anni recenti i Prati di Tivo sono tornati alla ribalta, ciclisticamente parlando, per aver ospitato due arrivi in salita della Tirreno-Adriatico, in cui si ebbero in entrambi i casi successi d’autore: nell’ edizione 2012 infatti ad imporsi nella Martinsicuro-Prati di Tivo di 196 chilometri fu Vincenzo Nibali mentre l’anno successivo, nella Narni-Prati di Tivo di 173 chilometri, la vittoria fu appannaggio di Chris Froome.