Milan ha l'entusiasmo di un bambino. Evenepoel sa chi ha causato la caduta
Le dichiarazioni dopo la seconda tappa del Giro d'Italia. La vittoria ha lasciato senza parole il velocista della Bahrain, al settimo cielo. Remco schiva i guai e si gode la sua prima giornata in maglia rosa
È felice come un bambino Jonathan Milan, dopo la sua prima vittoria al Giro d’Italia, la più importante per distacco dell’ancor acerba carriera da stradista del friulano. «Sono contentissimo!», ripete allo sfinimento Johnny, non riuscendo a trovare altre parole per descrivere la propria incontenibile gioia. Qualcuno potrebbe rimanerne sorpreso, dato che stiamo parlando di un olimpionico, ma mette proprio allegria godersi l’espressione autentica della felicità da parte di un ragazzo che ha appena realizzato uno dei sogni della propria vita, per di più alla prima occasione utile: «Sapevo di stare bene, già ieri mi ero accorto di avere buone gambe. Non ho dovuto far altro che seguire l’ottimo lavoro dei miei compagni, per essere nella migliore posizione possibile, e fare la mia volata», racconta Milan, cercando un briciolo di razionalità nel fiume di adrenalina ed endorfine che lo attraversano nei primi minuti seguenti il successo.
Evenepoel: «Indossare la maglia rosa in Italia è davvero speciale».
Dalla sua posizione, il corridore della Bahrain-Victorious non ha potuto vedere la caduta che, a 4 km dall’arrivo, ha messo nei guai diversi uomini di classifica e tagliato fuori dallo sprint, tra gli altri, Pedersen e Cavendish. Non è sfuggito nulla, invece, alla maglia rosa Remco Evenepoel: «Ho visto tutto quello che è accaduto, sappiamo chi è il responsabile dell’incidente», ha spiegato il belga dopo l’arrivo, riferendosi a Kaden Groves: nelle primissime posizioni del gruppo, l’australiano ha spinto con l’avambraccio Ballerini, che stava lavorando per portare in testa al gruppo il treno Soudal-QuickStep e mantenere al sicuro il proprio capitano; a causa della spinta, il canturino ha perso l’equilibrio, sbandando, e costringendo chi lo seguiva a cambiare direzione, fino alla caduta, causata anche dal restringimento. «Non è stata una gran mossa, ma sono cose che capitano in corsa», sdrammatizza Remco, sgravando il collega da un po’ di responsabilità. Per il resto, la prima giornata con indosso il simbolo del primato è passata senza nessun problema: «Mi sono divertito, indossare la maglia rosa in Italia è davvero speciale».
Cimolai: «Restringimento ai limiti del regolamento»
Più che con Groves, in molti in gruppo se la sono presa per il restringimento della sede stradale nel punto in cui è poi avvenuta la caduta. Tra questi anche Davide Cimolai, sentito da Eurosport poco dopo l’arrivo: «È stata davvero una brutta caduta. Noi siamo riusciti a salvarci, ma un restringimento come quello è ai limiti del regolamento. Per noi e per Simone (Consonni, ndr) ci saranno altre occasioni, più adatte di questa».
Peta Cavendish: «Mark sta bene, ma che peccato!»
Tagliato fuori dalla lotta per la vittoria di tappa, come accennato in precedenza, anche Mark Cavendish. A rassicurare sulle condizioni di Cannonball, via Twitter, la moglie Peta: «Mark è a posto. Gli ho parlato e mi ha detto che non c’è molto da fare in situazioni del genere. Un vero peccato, visto il grande lavoro che stava facendo la squadra per lui. Ci riproveremo!».
Hoole e Tusveld tra i più malconci dopo la caduta
Ultimo a quasi sette minuti, Daan Hoole è stato probabilmente il corridore a riportare le conseguenze peggiori dalla caduta. Niente di tropo grave, comunque, come assicura la Trek-Segafredo dopo il traguardo: “solo” un livido al polpaccio per l'olandese, che in serata riceverà i trattamenti necessari per proseguire la corsa senza troppi problemi. Non è andata meglio al suo connazionale Martjn Tusveld, già vittima di una caduta nelle scorse settimane: le lastre hanno escluso fratture, ma il corridore della Dsm ha riportato contusioni multiple, che ne mettono in dubbio la sua presenza al via di domani.