Più che Hirschi... Hirscher!
Doppietta UAE alla Veneto Classic: Marc Hirschi precede Davide Formolo e Nicola Conci con un attacco in discesa sullo sterrato. Davide Rebellin saluta il ciclismo pedalato
L'ultima corsa europea della stagione è combattuta e tutt'altro che banale, nello splendido scenario di una regione che conferma per l'ennesima volta la grande passione ciclistica di cui si è sempre resa protagonista. La Veneto Classic è una corsa neonata (quest'anno è andata in scena la seconda edizione) ma ha potenziale per potersi affermare come un appuntamento fisso di fine stagione per molte squadre e molti corridori, visto il percorso originale ed estremamente interessante. Per quanto riguarda la gara, una squadra la fa da padrona e coglie l'obiettivo sperato: 1-2 con Hirschi e Formolo ottenuto non senza qualche difficoltà ed il primato di vittorie stagionali, che apparteneva alla Jumbo-Visma, viene così eguagliato.
Troppo forte la UAE Emirates che si schierava oggi ai nastri di partenza di Treviso per non vincere una corsa in cui fioccavano le insidie, a cui la formazione emiratina ha risposto con la grandissima varietà di possibili capitani a propria disposizione. Sarebbe comunque ingiusto parlare di corsa monopolizzata e monotona, perché le occasioni di ribaltare il pronostico ci sono state e gli avversari hanno provato a coglierle, ma l'organizzazione e l'obiquità odierna delle maglie UAE oggi non poteva che condurre alla vittoria un suo rappresentate. Il successo è andato così a Marc Hirschi, nome di spessore che dà lustro all'evento, con lo svizzero che nella discesa sterrata finale vola e semina il compagno di squadra Davide Formolo e l'ottimo Nicola Conci, rispettivamente secondo e terzo a Bassano del Grappa.
Oltre alle emozioni della corsa, oggi la menzione d’onore spetta indubbiamente a Davide Rebellin, che ha scelto le strade di casa per salutare il ciclismo professionistico, all’età di 51 anni. Il vicentino, professionista dal 1992, si è distinto nel corso dei suoi 30 anni di carriera professionistica come specialista delle classiche conquistando, tra le altre, Amstel, San Sebastian, Liegi-Bastonge-Liegi e Freccia Vallone, quest’ultima per ben tre volte. Dopo una prima parte di carriera a battagliare con i migliori del panorama internazionale a cavallo tra anni ’90 e 2000, Rebellin ha battuto ogni record di longevità nel ciclismo moderno, correndo la propria ultima classica monumento a 46 anni e continuando, sino alla Veneto Classic di oggi, a presenziare con competitività alle corse professionistiche, seppur non di primissimo livello, sparse per tutto il mondo. Un solo dato può risultare più emblematico di tante parole: i 4/5 dei corridori al via oggi non era nemmeno nato quando nel 1992 Rebellin esordiva nel professionismo. La sua lunghissima avventura termina oggi.
La seconda edizione della corsa veneta di fine stagione prende il via da Treviso articolandosi, nella prima metà di gara, interamente in terra trevigiana. L’unica difficoltà di questa sezione in linea è il celebre Muro di Ca’ del Poggio (1,1 km al 12,7%), che intervalla un percorso altimetricamente piuttosto tranquillo. La seconda metà di gara è invece ben più intrigante e costituita da due circuiti: il primo prevede la salita, da affrontare tre volte, della Rosina (2,7 km al 5,9%); mentre entrando nel finale vero e proprio il protagonista è il breve ma terribile strappo della Tisa, con fondo stradale in pavé e pendenze che raggiungono il 20%. Le fatiche non sono tuttavia ancora terminate, visto che un’ultima asperità rappresentata dall’inedita salita di Diesel Farm (1,3 km al 9,6%), con un insidioso tratto sterrato, che terminerà a soli 5 km dal traguardo di Bassano del Grappa, completando i 191 km totali di gara.
Ma passiamo alla cronaca di questa tiepida e soleggiata domenica autunnale. Sin dalle prime battute di gara, come prevedibile, si scatena la lotta per la formazione della fuga di giornata. Dopo diversi chilometri di scatti e controscatti, l’evasione dal gruppo riesce a 5 corridori, proprio in corrispondenza del Muro di Ca’ del Poggio. All’attacco troviamo Jonas Abrahamsen (Uno-X), Nils Brun (Tudor), Michael Belleri (Biesse-Carrera), Matteo Zurlo (Zalf Euromobil Fior) e Riccardo Tosin (General Store-Essegibi-F.lli Curia). Il vantaggio dei battistrada, che non sembrano destare particolare preoccupazione nel plotone, supera i 4’ in corrispondenza del primo passaggio a Bassano del Grappa, che segna la fine del tratto in linea e inaugura il primo dei due circuiti conclusivi. Il gruppo, nel frattempo, è trainato a velocità regolare dalla UAE, che schiera al via un pericoloso tridente composto da Marc Hirschi, Matteo Trentin e Diego Ulissi. Tuttavia, in corrispondenza del secondo e del terzo passaggio sulla salita della Rosina sono diverse le squadre che accelerano l’andatura per imboccare la scalata nelle prime posizioni, riducendo così il vantaggio dei 5 fuggitivi.
Il terzo passaggio sulla Rosina risulta fatale per Abrahamsen e Tosin, che perdono contatto dalla testa della corsa che a 50 km dalla conclusione deve gestire solamente 2’ su un gruppo sempre più nervoso. Il norvegese della Uno-X non demorde e riesce a riportarsi sui battistrada, mentre il primo dei 3 passaggi sulla Tisa si avvicina sempre di più. Sul terribile e scenografico strappo Matteo Zurlo prova ad andarsene in solitaria, ma su di lui rientrano a breve Brun e Belleri. Intanto anche il gruppo esplode sotto l’impulso di Davide Formolo (UAE) selezionandosi notevolmente, con l’azione dei fuggitivi che si esaurisce definitivamente a 37 km dall’arrivo. Si porta ora in testa al gruppo la Alpecin-Deceuninck, che tuttavia lascia presto il passo alla UAE, la formazione senza dubbio più forte per quantità e qualità oggi. Una caduta in un tratto interlocutorio coinvolge Miguel Ángel López (Astana Qazaqstan), mentre la discesa che precede la Tisa, affrontata a folli velocità da Matteo Trentin (UAE) spezza il gruppo nelle retrovie. Il secondo passaggio vede protagonisti Stefano Oldani e Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), che danno ulteriore linfa al forcing UAE: il gruppo si spezza nuovamente.
A 25 km dal traguardo Davide Formolo (UAE) è il promotore di un tentativo che si fa presto molto interessante: il veronese viene infatti subito raggiunto da Florian Vermeersch (Lotto-Soudal), Marc Hirschi (UAE), Rémy Rochas (Cofidis), Christian Scaroni (Astana Qazaqstan) e Stefano Oldani. Il promettente sestetto guadagna presto 15” sugli inseguitori, ora guidati vigorosamente dalla Trek-Segafredo. I 6 procedono compatti anche sull’ultimo passaggio, mentre al loro inseguimento si gettano Matteo Trentin, Mathias Vacek (Trek-Segafredo) ed Andreas Kron (Lotto-Soudal). I 9 battistrada non fanno nemmeno in tempo a tergiversare che da dietro rientrano numerosi corridori: sono ora quasi in 30 in testa alla corsa. I continui scatti in questo neonato drappello conducono a risultati significativi, e ora tutti attendono la salita di Diesel Farm per sferrare l’attacco decisivo. Inizia la salita in sterrato, ed il primo a partire è Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), seguito a breve distanza da Davide Formolo e Marc Hirschi, che riescono a riportarsi sul trentino in cima alla scenografica salita. Si preannuncia molto insidiosa anche la successiva discesa, anch’essa sterrata, ed è proprio in discesa che Hirschi lancia l’attacco, facendo immediatamente il vuoto.
Lo svizzero, in difficoltà nel tratto in salita, gestisce alla perfezione la bicicletta tra le curve che conducono velocemente a Bassano del Grappa, mentre dietro anche Formolo attacca e stacca Conci in un ultimo, breve, tratto in salita. L’UAE s’invola quindi verso una doppietta sinonimo della grande superiorità mostrata oggi in gara: vince Hirschi, secondo Formolo a 10”, terzo un ottimo Conci a 29”. La quarta posizione si gioca poi allo sprint ristretto e va a Stefano Oldani, che batte Matteo Trentin e Mathias Vacek. Sorprendente settimo posto poi per il giovane Francesco Busatto (General Store-Essegibi-F.lli Curia), ottavo Rémy Rochas, nono Andreas Kron a 38” ed infine decimo Diego Ulissi a 42”.