Voops, Wiebes: esulta troppo presto e Vos vince l'Amstel Gold Race
La sprinter della SD Worx regge alla grande sul Cauberg e arriva a giocarsela in volata, ma esulta troppo presto, Vos ringrazia e la infila sul traguardo. Completa il podio Gåskjenn, Longo Borghini quinta
È stata una questione di pochi attimi per Lorena Wiebes, in cui è passata dall'incredulità euforica per la vittoria in una corsa che fino a poco tempo fa sembrava irraggiungibile per le sue caratteristiche, all'incredulità sbigottita di chi sa di averla combinata grossa. Succede anche ai grandissimi e alla grandissime, a volte anche nelle grandissime occasioni, come la Sanremo 2004 di Zabel e Freire o la Liegi 2020 di Alaphilippe e Roglič, e questa volta è capitato a una sprinter da quasi ottanta vittorie in carriera.
Lorena Wiebes esulta troppo presto, e con lei Demi Vollering in coda al gruppetto dopo averle lanciato la volata, spalancando a Marianne Vos la porta verso la vittoria della Amstel Gold Race, la numero 251 per la fuoriclasse neerlandese del Team Visma Lease a Bike. Vos in carriera le ha viste proprio tutte, compresa questa: nel 2019 infatti vinse una tappa del Giro Donne davanti a Lucy Kennedy, che aveva commesso la stessa leggerezza a cui si è lasciata andare Wiebes oggi.
Amstel Gold Race 2024, la cronaca della gara
Nei primi chilometri ci prova in solitaria Anne Knijenburg (VolkerWessels), e una volta ripresa ci prova la compagna Quinty Schoens insieme a Clara Emond (EF Education-Cannondale). Poco dopo però, ai -110 la corsa viene interrotta per un incidente tra una moto della polizia e un' auto sul Bergseweg, che impedisce il passaggio della corsa. L'organizzazione opta quindi per la neutralizzazione fino a Valkenburg, all'ingresso nel circuito finale, di cui si affronteranno tre dei quattro giri inizialmente previsti.
Diventa dunque sostanzialmente una corsa di 54 chilometri, che si accende ai -40 sul primo passaggio sul Cauberg. All'attacco c'è Elisa Longo Borghini, che dopo aver vinto la Freccia del Brabante pochi giorni fa è ancora una delle più brillanti. La seguono Elise Chabbey e Kasia Niewiadoma per la Canyon//SRAM e Anna Henderson (Team Visma Lease a Bike), mentre Demi Vollering reagisce un po' in ritardo e riesce ad accodarsi. Il tentativo viene stoppato dopo qualche chilometro, ma da qui in avanti non ci sarà più tempo per respirare.
In tre sfiorano il colpaccio
Sul successivo Geulhemmerberg si muovono infatti Eva van Agt (Team Visma Lease a Bike), Yara Kastelijn (Fenix-Deceuninck) e Ricarda Bauernfeind (Canyon//SRAM Racing), che riescono a prendere un buon margine. Dal gruppo riesce a uscire anche Anouska Koster (Uno-X Mobility), che non riuscirà però a tornare davanti. Le tre arrivano ad avere oltre un minuto di vantaggio, ma con il forcing sul Cauberg il gruppo fa presto a ridurre il gap. Questa volta è Lucinda Brand a preparare il terreno per un'altra accelerazione di Longo Borghini, con anche Shirin van Anrooij a rispondere bene per una possibile azione di squadra della Lidl-Trek. Con loro ci sono ancora Vollering e la coppia Niewiadoma-Chabbey e anche Fem van Empel, ma nemmeno questa volta riesce a sganciarsi il gruppo giusto.
Sull'ultimo Geulhemmerberg le tre fuggitive sono ormai nel mirino, così Bauernfeind prova ad aumentare il ritmo verso la cima. Kastelijn soffre ma resta agganciata, Van Agt risponde bene, mentre dietro sembra esserci poca decisione. Il vantaggio che era sceso a una manciata di secondi inizia a risalire di nuovo, e sul Bemeleberg arriva quasi a un minuto. Sul secondo dei tre strappi del circuito Van Agt mostra di avere qualcosa in più in salita, mentre Kastelijn si stacca nuovamente ma riesce a stringere i denti e restare a contatto con le due compagne di fuga, che iniziano a credere veramente nell'impresa.
Dietro oltre a un paio di strappate di Ella Wyllie (Liv AlUla Jayco) niente si è mosso, e tocca a Lotte Kopecky mettersi a disposizione delle compagne, perché non c'è più molto tempo per indugiare prima del Cauberg, per la SD Worx-Protime e le altre squadre di punta. La campionessa del mondo va a tirare insieme a Blanka Vas, mentre le Lidl-Trek arrivano solo negli ultimi quattro chilometri, con un vero e proprio leadout di Ellen van Dijk e Lucinda Brand.
Con questa azione il distacco è sceso rapidamente fino a dieci secondi ai piedi del Cauberg, l'ultima occasione per fare la differenza. La Trek fa un buco, non si capisce quanto voluto, ad Amanda Spratt, che riesce appena ad accodarsi alle tre davanti prima di spostarsi. Il buco lo chiude definitivamente Niewiadoma, che come sempre prova a giocarsi tutte le sue carte sul tratto più duro: sulla ruota della polacca si porta anche Longo Borghini, ma soprattutto Marianne Vos e Lorena Wiebes, che a questo punto è diventata la carta principale della SD Worx. Il punto d'appoggio delle tre fuggitive riprese consente di accodarsi anche a Vollering, Ashleigh Moolman e il resto di una fila ovviamente allungata ma ancora abbastanza numerosa allo scollinamento.
Tutto e il contrario di tutto
A quel punto Bauernfeind e Van Agt si possono mettere a disposizione delle loro capitane arrivate da dietro, anche se dopo la cima del Cauberg Niewiadoma non ha più molte chance di vittoria. Molto più importante diventa invece il ruolo di Vollering, che da campionessa uscente si mette a disposizione della compagna più veloce, stoppando i tentativi di Amber Kraak e Juliette Labous prima dell'ultimo chilometro. La campionessa dei Paesi Bassi tiene alta la velocità fino ai 500 metri, quando tocca alle Visma lanciare la volata. In seconda ruota c'è Henderson, mentre Vos rimane coperta alla ruota di Wiebes. Le due sfruttano la scia di Longo Borghini, che ai -200 ha lanciato la volata vicina alle transenne insieme a Pfeiffer Georgi.
Wiebes trova lo spazio per uscire al momento giusto e sprigionare tutta la sua potenza, anche al termine di una corsa così dura per le sue caratteristiche. Negli ultimi metri lancia uno sguardo alla sua destra, verso il centro della strada, dove nessuna può tenerle testa, e inizia già ad esultare. Dall'altra parte c'era però abbastanza spazio per Marianne Vos, che si infila ad approfittare della leggerezza della rivale, dà il colpo di reni al momento giusto e vince al photofinish.
Terzo posto a sorpresa per Ingvild Gåskjenn, venticinquenne norvegese della Liv AlUla Jayco, una che ha sempre avuto un buono spunto al termine di una gara dura, ma non aveva mai colto un risultato così prestigioso in carriera. Longo Borghini chiude al quinto posto alle spalle di Georgi, con Eleonora Camilla Gasparrini (UAE Team ADQ) e Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing) a rappresentare l'Italia nella top ten. La migliore al traguardo tra le fuggitive che hanno animato la corsa è Kastelijn, ottava.