Kittel aggiunge un nuovo diamante alla collezione
Scheldeprijs, il tedesco vince per la quinta volta in sei anni. Buon secondo posto per Elia Viviani che supera Bouhanni
Non è la gara più entusiasmante del calendario, per usare un eufemismo, sia a livello di spettacolo generale che di percorso. Ma la Scheldeprijs è certamente un eccellente palcoscenico per i velocisti puri, che possono dar sfoggio delle loro qualità. Tra chi ama questa corsa c'è Marcel Kittel.
Il tedesco, che nelle classiche del pavé è sinora stato quasi esclusivamente spettatore, ha questo come appuntamento chiave fra le prove belghe. E bisogna dirlo, non se la fa mai scappare. Anche oggi lo sprinter della Quick Step Floors dimostra di essere il più forte sulla piazza quando tutto va per il verso giusto. Per la gioia della sua fidanzata pallavolista, le può regalare un nuovo diamante.
Festa per Boonen, c'è anche il nonno. Sette in fuga
Corsa dall'enorme tradizione, la Scheldeprijs. Nata nel lontano 1907 oggi, 110 anni più tardi, questa prova che costeggia la Schelda si guadagna un posto negli annali del ciclismo moderno. Dopo i 202 km odierni, Tom Boonen non pedalerà più con un numero attaccato sulla schiena nel suo Belgio. Per onorarlo, gli organizzatori hanno spostato la partenza da Anversa alla sua Mol. Dove, a festeggiarlo nella piazza centrale, c'erano i compagni di classe, i vicini di casa, gli amici del veloclub locale. Insomma, il suo mondo. E c'era anche la sua famiglia, compreso nonno Raymond, che ha avuto l'onore di sventolare la bandiera al km 0.
Una non partenza, a causa di un problema al soprassella. Rispetto alle attese manca il vicentino Andrea Pasqualon (Wanty-Groupe Gobert). Subito dopo il via si è formata la fuga di sette elementi che caratterizza la giornata. Protagonisti l'olandese Pim Ligthart (Roompot-Nederlandse Loterij), il tedesco Marco Mathis (Team Katusha-Alpecin), l'albanese Eugert Zhupa (Wilier Triestina), i belgi Christophe Prémont (Veranda's Willems-Crelan), Julien Stassen (WB Veranclassic Aqua Protect), Stijn Steels (Sport Vlaanderen-Baloise) e Frederik Veuchelen (Wanty-Groupe Gobert).
Il gruppo controlla senza problemi
Il gruppo lascia immediatamente spazio al drappello, che guadagna costantemente; al termine della prima ora, nella quale sono stati affrontati 43.2 km, il gap era di 5'. A controllare la corsa ci pensa la Quick Step Floors del beniamino di casa e soprattutto del grande favorito Marcel Kittel; Tim Declercq e Iljo Keisse si incaricano di far diminuire il margine, che a metà gara è sceso a 3'15".
La consueta monotonia della semiclassica belga, forse la meno affascinante dell'intero calendario internazionale, prosegue con il medesimo canovaccio. Fuggitivi che collaborano, gruppo, dove si alternano anche le altre formazioni dei favoriti (tra chi lavora anche Luke Rowe in funzione Elia Viviani), che si riavvicina. Ai meno 70 km il gap è di 2'25" e ai meno 60 km di 2'15". Da segnalare, attorno ai meno 58 km, una innocua caduta: coinvolto l'olandese Timo Roosen (Team Lotto NL-Jumbo) e i tedeschi Phil Bauhaus (Team Sunweb) e Nico Denz (AG2R La Mondiale).
Allenamento per Sagan, sfortuna per Breschel
Se diverse compagini si danno il turno in testa al plotone, tale discorso non vale per la Bora-Hansgrohe. Oggi la formazione tedesca ha sì in rosa Peter Sagan, ma il campione del mondo svolge una sessione di allenamento, restando sempre in coda al gruppo e lavorando come portaborracce per i compagni di squadra. Quando i sette battistrada entrano nel primo dei tre giri da 16.8 km del circuito finale a Schouten il distacco del gruppo è diminuito a 1'30"
In una giornata particolarmente vuota dal punto di vista della cronaca trovano spazio per gli elementi curiosi. Numerose le forature: colpiti, fra gli altri, i Lotto André Greipel e Jelle Wallays nonché lo sfortunato Phil Bauhaus. Fantozziana la scena che coinvolge Matti Breschel: il danese dell'Astana Pro Team, nel corso del primo dei tre transiti sul tratto in pavé di Broekstraat, perde la sella e il supporto di sostegno. Il vicecampione del mondo del 2010 deve percorrere un bel po' di strada sui pedali prima di venir assistito dall'ammiraglia. Almeno per quanto mostrato dalle telecamere, lo scandinavo è riuscito ad evitare di imitare Paolo Villaggio in "Fantozzi contro tutti".
Zhupa e Ligthart tentano fino all'ultimo, ma sono ripresi ai meno 20 km
Il ritardo del gruppo continua a diminuire rapidamente: ai meno 40 km i sette hanno 1'05", ai meno 30 km i cinque hanno 35". Cinque e non sette perché, attorno ai meno 32 km, decidono di rialzarsi prima Prémont e poi Mathis, che vengono presto riassorbiti. Nel secondo passaggio sul pavé Zhupa accelera: l'andatura dell'albanese provoca la perdita di contatto di Steels e Veuchelen. Il campione nazionale schipetaro forza ancora e il solo Ligthart riesce, pur con qualche patema, a tenerlo.
Ma la coppia, che si diverte sfidando virtualmente un appassionato che li affianca sulla pista ciclabile, viene ripresa dal gruppo ai meno 20.5 km; 180 km di fuga per i due, e meritati applausi di contorno. L'ultimo giro inizia con Team Katusha e AG2R La Mondiale al lavoro; i savoiardi aumentano la velocità di crociera attorno ai meno 15 km, provocando una frattura nel gruppo. Tra chi si fa vedere c'è Tom Boonen. Il festeggiato del giorno imbocca e termina in testa al gruppo l'ultimo passaggio sul Broekstraat, lavorando anch'egli per Kittel.
Classica caduta. Tra i danneggiati Greipel e Groenewegen
Si rialza, invece, Arnaud Démare: il francese della FDJ, già concentrato per la Roubaix, sceglie di non correre rischi nella volata. E la scelta del piccardo è corretta. Perché, giusto ai meno 4 km, una maxi caduta si registra nelle prime posizioni del gruppo. Il "colpevole" è Max Walscheid: il tedesco del Team Sunweb si aggancia con un collega e cade. Con il gigantesco (199 cm) teutonico vanno giù in tanti. Fra di loro Gijs Van Hoecke e Robert Wagner del Team Lotto NL-Jumbo, Ian Stannard del Team Sky, Mark Renshaw del Team Dimension Data, Rafael Andriato della Wilier Triestina e Fabio Sabatini della Quick Step Floors.
Non cade ma rimane danneggiato dall'incidente Dylan Groenewegen: il campione olandese deve fermarsi e abbandona così ogni velleità odierna. Discorso simile per un altro campione, stavolta tedesco: anche André Greipel viene rallentato e i suoi tentativi di rientro sono vani. In prima posizione di quel che resta del gruppo fa capolino, sorprendentemente, Peter Sagan. Il campione del mondo lavora per 600 metri prima di spostarsi e rialzarsi.
Tutto facile per Kittel, sempre più da record
La Bora-Hansgrohe continua a lavorare fino ai meno 2 km quando, a prendere in mano le operazioni, è la Quick Step Floors affiancata dal Team Sky con Jonathan Dibben. Il neopro' si sfila attorno ai meno 600 metri ed entra in azione Matteo Trentin. L'azzurro, oggi in versione ultimo uomo causa perdita di Sabatini, lascia Kittel in posizione perfetta. Il tedesco inizia la volata ai meno 210 metri: la sua è una progressione inarrestabile, quella dei giorni migliori.
Non c'è neanche storia: il biondissimo vince facile, conquistando la quinta Scheldeprijs in sei anni. Sette sono invece le affermazioni di questo 2017, che raggiunge Valverde in vetta a tale graduatoria. Con la quasi contemporanea vittoria di De la Cruz in Catalunya sono ventitré i successi Quick Step Floors nel 2017; già due in più rispetto alla medesima data 2016. E molti team faticano a raggiungere tale cifra in una stagione intera.
Viviani ottimo secondo, sul podio anche Bouhanni
Dietro a Kittel, come è andata? Bene per i colori italiani. Perché in seconda posizione si classifica Elia Viviani. Il veronese del Team Sky è ancora a digiuno di gioie ma è già alla sesta piazza d'onore. Un bottino incoraggiante in vista del Giro d'Italia. Terzo è il francese Nacer Bouhanni (Cofidis, Solutions Crédits), non certo un avversario banale.
La top 10 viene completata dal belga Jurgen Roelandts (Lotto Soudal), dal tedesco Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe), dal francese Rudy Barbier (AG2R La Mondiale), dal sudafricano Reinardt Janse van Rensburg (Team Dimension Data), dal francese Marc Sarreau (FDJ), dall'olandese Ramon Sinkeldam (Team Sunweb) e dal belga Jonas Van Genechten (Cofidis, Solutions Crédits).