Mauro Vegni a «Marca»: «Il Giro d'Italia? Non è in vendita, ma...»
Poche speranze di rivedere Tadej Pogacar al via della corsa rosa
Il Giro d'Italia è in vendita? «Nì», la risposta neppure così prudente del direttore Mauro Vegni, intervistato dal quotidiano spagnolo «Marca» a margine della presentazione delle tre tappe albanesi della prossima corsa rosa. Una conferma - ancorché indiretta - alle sempre più ricorrenti voci sulla cessione delle corse targate RCS Sport a un investitore internazionale.
Vegni: «Nuovi investitori per il Giro»
Incalzato dal giornalista Nacho Labarga, Vegni ammette tra le righe che il Giro potrebbe cedere alle lusinghe di nuovi partner (la dirimpettaia Amaury Sports Organisation e il fondo arabo PIF hanno già bussato agli uffici di Via Rizzoli a Milano): «È qualcosa che riguarda i vertici dell'organizzazione di cui faccio parte. Tuttavia, credo - e ribadisco: credo - che qualcuno possa e voglia investire su questa corsa per farla crescere ancora. Tuttavia, non penso che il Giro sia in vendita, anche se la decisione finale spetterà al presidente Urbano Cairo».
Dal futuro remoto al futuro prossimo: cosa dobbiamo attenderci dall'edizione 2025 e dalla tre giorni in Albania? Vegni è sicuro che la Grande Partenza dall'altra sponda dell'Adriatico non deluderà le aspettative: «La prima e la terza tappa sono adatte a corridori molto forti e potrebbero concludersi con arrivi ristretti. Pertanto, non mi aspetto fughe da lontano, né tantomeno arrivi in volata. Inoltre, la cronometro del sabato è disegnata per gli specialisti, anche perché ci sono almeno 7 curve che potrebbero mettere in difficoltà chi non ha confidenza con le prove contro il tempo. In ogni caso, ci aspetta una partenza particolarmente divertente».
«Il ritorno di Pogacar? Chissà…»
Sarà, ma un Grande Giro ha bisogno di campioni che possano nobilitare la rincorsa alla maglia rosa. Tutti sognano un duello primaverile tra il dominatore dell'edizione 2024 Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, ma questo scenario appare al momento improbabile. Più realistica, invece, l'ipotesi che soltanto il danese accetti l'invito, portandosi dietro un buon cast di supporto. Su quest'ultimo punto, però, il patron non si sbottona: «Questi atleti possono fare la differenza e regalare grande spettacolo al pubblico. Abbiamo perciò deciso di modificare il profilo della prima tappa in modo tale che la classifica non sia condizionata da incidenti o contatti con i velocisti. Pogacar? Non ha ancora svelato il suo programma al 100% e, dal canto nostro, presenteremo tutto il percorso il prossimo 13 gennaio. Immagino che Tadej scioglierà la riserva in quei giorni. Penso che sia molto difficile rivederlo al via, ma attendiamo di conoscere la sua decisione».
Qualche parola, infine, sullo stato del movimento italiano. Labarga va dritto al punto: c'è un nuovo Nibali all'orizzonte? Per una volta, Vegni non vacilla: «Bisogna avere pazienza, ma dubito che rivedremo in breve tempo un corridore speciale come Vincenzo. D'altra parte, pur non essendoci italiani in grado di vincere in questo momento una grande corsa a tappe, c'è sicuramente qualcuno in grado di lottare per il podio». Un nome a caso: Antonio Tiberi. Anche l'unico, purtroppo.