Pista

Questo Viviani ci fa sognare a occhi aperti!

15.08.2016 01:17

Elia fortissimo, è secondo a metà dell'Omnium olimpico che si chiude domani. Altra medaglia per Kenny nella Velocità individuale


Secondo dopo mezzo Omnium: alzi la mano chi non avrebbe messo la firma per un risultato del genere di Elia Viviani a Rio de Janeiro, alle Olimpiadi, a metà del cammino del più forte pistard azzurro ai Giochi 2016. Arrivato in Brasile con legittime ambizioni di una medaglia nella prova multipla, il veronese di Isola della Scala sta toccando con mano la possibilità di centrare quel risultato che quattro anni fa gli sfuggì per un soffio, dimostrandosi all'altezza di avversari fortissimi in una gara dall'equilibrio a dir poco entusiasmante.

Nessuno può nascondersi nell'Omnium, ognuno ha le proprie specialità del cuore, ma i passaggi a vuoto sono fortemente sconsigliati (se non proprio proibiti). Viviani ha chiuso le tre gare in crescendo, settimo nella prima, terzo nella seconda, primo nella terza. Una progressione che scalda il cuore dei tifosi, conforta tecnici e addetti ai lavori e - speriamo - carica a mille il ragazzo, giunto a un bivio fondamentale della sua carriera.

Nello Scratch Hansen fa subito la voce grossa, Elia così così
Non si può dire che lo Scratch sia stata la prova che Viviani aveva in mente. Uno dei punti di forza del veronese, che invece ha chiuso al settimo posto. C'è da dire che il danese Lasse Norman Hansen ha subito messo le carte in tavola, facendo capire a tutti che le sue ambizioni di ripetere il successo di Londra 2012 non sono certo campate in aria.

Proprio LNH (che solitamente corre su strada con il Team Stölting) è partito all'attacco due volte. La prima, a metà gara (dopo 30 dei 60 giri totali), in compagnia di Mark Cavendish, gli è servita per testare la reazione del gruppo. Alla seconda occasione, ai -15, è partito con il tedesco Roger Kluge per inseguire una coppia che era uscita poco prima (il belga Jasper De Buyst e l'americano Bobby Lea), e ha fatto il vuoto. I contrattaccanti hanno preso e staccato i due fuggitivi, e ai -5 hanno completato la conquista del giro.

Alle loro spalle, anche l'australiano Glenn O'Shea e poi il francese Thomas Boudat erano usciti in caccia, ma non sono riusciti a fare in tempo a conquistare il giro, anche se hanno finito la prova ugualmente davanti al gruppo.

Tra gli altri, c'è stato un doppio sprint finale: la campanella è infatti suonata al penultimo giro, ma il neozelandese Dylan Kennett ha dimenticato che quella campanella suonava per i due che erano in quel momento avvantaggiati di quasi un giro (O'Shea e Boudat), e ha sprintato di fatto con un giro d'anticipo, confondendo un po' anche gli avversari. Il vero sprint per il quinto posto (alle spalle di - nell'ordine - Hansen, Kluge, Boudat e O'Shea) se l'è aggiudicato il colombiano Fernando Gaviria su Cavendish e Viviani.

In classifica, 40 punti per Hansen, 38 per Kluge, 36 per Boudat, 34 per O'Shea, 32 per Gaviria, 30 per Cavendish e 28 per Viviani, costretto subito a inseguire.

Il riscatto di Viviani nell'Inseguimento, ma un Hansen da paura
Inseguire, ovvero la condizione ideale per la seconda prova dell'Omnium: l'Inseguimento, appunto. In questa gara i progressi del veronese sono stati, nell'ultimo biennio, stratosferici; e se in passato la cronometro dei 4 km era il suo tallone d'Achille nell'Omnium, oggi è diventato addirittura uno dei suoi punti di forza; e a Rio ne abbiamo avuto un'altra riprova.

Elia ha migliorato di quasi 3" il tempo (già rimarchevole) fatto segnare a Londra ai Mondiali in marzo, e ha fermato il cronometro su 4'17"453. Solo due corridori hanno fatto meglio dell'azzurro, nell'occasione: uno lo si attendeva a una grande prova, e non ha certo deluso, visto che ha stampato il nuovo record olimpico dell'Inseguimento individuale (4'14"982). Si tratta di Hansen, ancora lui, in grado di vincere due prove su due, rafforzando il suo dominio in avvio di Omnium.

Il secondo avversario invece è un nome a sorpresa: se ci si attendeva un grande Gaviria in questa prova, si era destinati a rimanere delusi, visto che il colombiano ha chiuso con un moscissimo decimo posto (in 4'26"649, peggioramento di ben 7"6 rispetto ai Mondiali!); ha invece fatto sensazione Cavendish, che - proprio lui - si è inserito nella piazza d'onore col tempo di 4'16"878. Kluge ha chiuso quarto (4'18"907), Boudat quinto (4'19"918), mentre O'Shea è stato solo 11esimo (4'28"350).

Classifica aggiornata, quindi, con Hansen a punteggio pieno (80) davanti a Kluge (72), Cavendish e Boudat (68), quindi Viviani quinto a quota 64, ben dieci punti in più di O'Shea e Gaviria che lo seguivano al sesto e al settimo posto. Dopo il non scintillante Scratch, il veronese rientrava già pienamente in lotta per le medaglie.

Bellissima Eliminazione, ancora di più per Viviani
La gara forse più bella, di sicuro la più spettacolare e attesa dai tifosi, è quella dell'Eliminazione, e qui Viviani ha vissuto il momento top della sua prima giornata di gara. Per lui è cominciata subito alla grande, visto che il primo a farsi eliminare, scontando un approccio incredibilmente distratto e superficiale, è stato proprio il leader Hansen, che in tal modo ha potuto raccogliere la miseria di 6 punti.

Dopodiché, giro dopo giro, Elia ha pedalato ottimamente sempre nelle prime posizioni, fianco a fianco con Gaviria e Cavendish; quest'ultimo girava forte, ma ha commesso un grave errore (passando troppo all'interno e sconfinando sulla linea azzurra, che non può essere calpestata in questa prova) che gli è costato un'eliminazione precoce rispetto a quanto stava facendo vedere: settimo posto per Cannonball.

A quel punto restavano in gara il brasiliano Gideoni Monteiro, il kazako Artyom Zakharov, il giapponese Kazushige Kuboki (eliminati nell'ordine tra il sesto e il quarto posto), e poi tre pezzi grossi come Gaviria, Boudat e Viviani, rimasti a giocarsi la vittoria. Il francese per tutta la gara aveva pedalato a fondo gruppo, operando poi prodigiosi recuperi per rimontare all'esterno in volata; pareva fosse lui quello destinato a mollare per primo, ma Gaviria ne aveva in realtà un po' meno di lui: il colombiano ha tentato un bell'anticipo, ma è stato ripreso dall'azzurro (che aveva poco dietro il transalpino) e superato da entrambi.

La volata a due per il successo parziale non ha praticamente avuto storia: Elia è partito giusto e non ha lasciato scampo all'avversario, chiudendo con un sorriso e con tanta speranza la prima delle due giornate di gara.

La situazione e le prospettive nell'Omnium
A questo punto, dopo tre prove su sei, la classifica dell'Omnium vede Boudat al comando con 106 punti davanti a Viviani che ne ha 104. Cavendish è terzo a 96, Kluge e Gaviria sono quarto e quinto a 90, Hansen è crollato in sesta posizione a 86, O'Shea è settimo a 76. Alcune distanze sono già marcate, ma c'è da scommettere che domani tutto sarà ugualmente in discussione.

Viviani si dovrà difendere nel Chilometro, ma poi avrà dalla sua un Giro Lanciato in cui potrà raccogliere molto. Insomma, a meno di cataclismi si presenterà alla Corsa a Punti nelle posizioni di vertice. E a quel punto?

Nelle interviste dopogara di oggi il veronese ha fatto professione di cautela, forse confondendola (speriamo di no!) con la saggezza: "Non andrò allo sbaraglio col rischio di perdere tutto come a Londra, dovrò essere bravo tatticamente per controllare gli avversari". Ora, va benissimo tenere d'occhio i principali rivali, ma a Londra, ai Mondiali a cui Elia fa riferimento, la sconfitta venne proprio perché diversi atleti forti risalirono da metà classifica conquistando un giro dopo l'altro, e finirono puntualmente (il caso di Kluge e O'Shea, che guadagnarono tantissimi punti nella prova finale) davanti all'azzurro.

Quindi, controllo sì, ma speriamo di non essere qui tra 24 ore a rimpiangere di aver controllato infine troppo e agito poco. In un modo o nell'altro, se l'esperienza serve a qualcosa, possiamo essere certi che Viviani avrà comunque fatto tesoro degli errori del passato. In definitiva, calma e gesso, e continuiamo a confidare nel simbolo della pista italiana.

Jason Kenny al quinto oro olimpico: sua la Velocità
Una sola medaglia assegnata oggi, ed era quella della Velocità maschile, il cui torneo è giunto - al terzo giorno - a compimento con i turni di finale. Combattuta la sfida per il bronzo, con il russo Denis Dmitriev che ha sì vinto per 2-0 sull'australiano Matthew Glaetzer, ma in capo a due sprint molto equilibrati, e conquistati grazie a una spettacolare capacità tattica.

Non c'è stata invece storia nelle volate per l'oro: due vittorie su due per Jason Kenny, che ha nettamente battuto il connazionale Callum Skinner. Per il 28enne di Bolton il palmarès è diventato ormai impressionante: ai tre ori olimpici nella Velocità a squadre (2008-2012-2016) ne affianca due in quella individuale (2012-2016), oltre ovviamente a tutti gli altri titoli vari (Mondiali, Europei, eccetera, eccetera).

Per la Gran Bretagna un dominio totale nella Velocità maschile, con la doppia affermazione nella prova a squadre e in quella individuale: una combo che va avanti dal 2008 (a Pechino fu Chris Hoy a imporsi nell'individuale) e che promette di tornare a espandersi anche al versante femminile.

Occhio alle britanniche anche nella Velocità individuale
Tra le donne, infatti, Rebecca James pare del tutto intenzionata a raccogliere l'eredità di Vicky Pendleton: ad onta del fatto che la GBR non abbia schierato la coppia nella Velocità a squadre, le due atlete UK hanno occupato le prime due posizioni nelle qualificazioni del torneo individuale femminile, iniziato oggi: seconda Katy Marchant, prima la James, con tanto di nuovo record olimpico sui 200 metri, un 10"721 che abbassa di 3 millesimi il tempo fissato proprio dalla Pendleton a Londra. Al contempo, un po' sottotono sono parse le fuoriclasse storiche Meares (addirittura costretta a passare dai ripescaggi) e Vogel.

Al termine dei 16esimi (e relativi ripescaggi) sono usciti i seguenti accoppiamenti per gli ottavi: Rebecca James (Gran Bretagna)-Virginie Cueff (Francia), Katy Marchant (Gran Bretagna)-Miriam Welte (Germania), Wai Sze Lee (Hong Kong)-Anna Meares (Australia), Elis Ligtlee (Olanda)-Simona Krupeckaite (Lituania), Tianshi Zhong (Cina)-Anastasiia Voinova (Russia) e Kristina Vogel (Germania)-Natasha Hansen (Nuova Zelanda).

Si gareggerà domani (già dalle 15 ora italiana) per ottavi, quarti e semifinali. Altre gare in programma, nella mattinata di Rio: il Chilometro dell'Omnium maschile e lo Scratch di quello femminile. Poi, sessione pomeridiana (dalle 21 italiane) con Inseguimento ed Eliminazione femminili, e Giro Lanciato e (alle 22.23) Corsa a Punti maschili.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!