Merlier stavolta batte Philipsen: suo lo Scheldeprijs
Settima vittoria stagionale per il velocista della Soudal. Philipsen resta chiuso nel finale e manca la terza vittoria nella semiclassica belga; nei dieci anche Moschetti e Trentin
Qualcuno ricorda Tim Merlier cercare una scorciatoia per l'uscita dalla zona d'arrivo arrampicandosi sulle transenne mentre i corridori che sprintano per le posizioni di rincalzo sono in dirittura d'arrivo: erano esattamente due anni orsono, nell'edizione dello vinta da Alexandre Kristoff. Il belga oggi ha voluto che il suo ricordo associato a questa corsa non restasse legato a quella nota di eccentricità, così oggi si è aggiudicato il 112esimo Scheldeprijs battendo il connazionale e rivale Jasper Philipsen. La lotta tra i due ex-compagni si fa appassionante: i due si scontrarono già alla Brugge-De Panne, dove Merlier ebbe a recriminare dopo qualche spallata di troppo con Philipsen. Con questa vittoria inoltre Tim raggiunge Pedersen e Pogačar a quota sette successi stagionali, mentre l'anno scorso Jasper fu il plurivittorioso con diciotto vittorie totali: ad oggi il conto è di sette a tre, per quanto il peso possa essere ben diverso (sulla bilancia del secondo pesa anche la Milano-Sanremo).
Di certo oggi la Soudal ha dimostrato di essere all'altezza del suo capitano più della Alpecin. L'anno scorso infatti Philipsen ebbe un apripista di eccezione: parliamo di quel Mathieu van der Poel che più di una volta è stato prezioso per i suoi successi. Quest'anno il campione del mondo era assente, e la sua mancanza si è sentita: il treno della Alpecin, pur con nomi come Kaden Groves e Edward Planckaert, è arrivato lungo all'ultimo chilometro e il belga ha perso qualche posizione di troppo per riuscire a recuperare.
Scheldeprijs 2024, la cronaca della corsa
La corsa partiva da Terneuzen per arrivare a Schoten dopo 205.3 km. Dopo una manciata di chilometri si è avvantaggiato un gruppetto di cinque corridori con Peder Dahl Strand (Tarteletto-Isorex), Bram Dissel (BEAT), Mirko Bozzola (Q36.5), Tord Gudmestad (Uno-X Mobility) e Liam Slock (Lotto Dstny). Dopo circa dieci chilometri i fuggitivi avevano già 1.42 di vantaggio, e su di loro ha cercato invano di riportarsi Jonas Goeman (Tarteletto-Isorex). Dopo circa quindici chilometri una caduta ha costretto al ritiro Gerben Thijssen (Intermarché-Wanty), caduto insieme al compagno Arne Marit, anche lui ritirato trenta chilometri dopo. Sulla corsa si sono abbattuti a più riprese raffiche di vento e scrosci di pioggia
I ventagli fanno esplodere la corsa
Il gruppo inseguitore si è poi frazionato una prima volta a causa dei ventagli: l'aumento improvviso di velocità ha fatto sì che i fuggitivi venissero ripresi. Per quaranta chilometri è stato un susseguirsi di frazionamenti a causa dei ventagli, dopodiché ha potuto riprendere vantaggio un gruppo di cinque composto da Baptiste Planckaert (Intermarché-Wanty),Vincent Van Hemelen (Flanders-Baloise), Axel Huens (TDT-Unibet), Stijn Appel (BEAT) e nuovamente da Liam Slock: per loro vantaggio massimo di quattro minuti intorno al km 100. L'inseguimento del gruppo principale, guidato specialmente da Alpecin-Decenunink e Bora-Hansgrohe, è però stato serrato, tanto che ai -33 i fuggitivi erano già a poco più di 30". Slock ha cercato di rilanciare, tanto che Huens ha dovuto rialzarsi e farsi riprendere. La stessa sorte è toccata poco dopo a Van Hemelen e Appel, così che davanti sono rimasti solo Slock e Planckaert.
Sfida Merlier-Philipsen: stavolta la spunta Tim
Nel finale la Lidl-Trek e la Jayco AlUla sono state le più attive nel preparare la volata ai loro capitani, ma nell'ultimo chilometro gli ultimi treni ancora compatti erano quelli della Soudal Quick-Step per Tim Merlier, che era rientrato dopo una foratura ai-14, e quello della Alpecin-Deceuninck per Jasper Philipsen. Nelle ultime centinai di metri, il vincitore della Milano-Sanremo ha lasciato la ruota dei compagni per appostarsi proprio su quella del connazionale. Tra di loro si è però infilato Hugo Hofstetter (Free Palestine), e Philipsen è rimasto chiuso quando Merlier ha lanciato la volata: quest'ultimo ha sprintato senza che nessuno potesse contrastarlo ed è arrivato sulla linea a braccia alzate, mentre Philipsen ha dovuto cercare un varco sulla destra e accontentarsi della seconda piazza. Dietro di lui si sono piazzati Dylan Groenewegen (Jayco AlUla) e Cees Bol (Astana Qazaqstan), poi Hofstetter. Buon ottavo posto per Matteo Moschetti (Q36.5), mentre Matteo Trentin (Tudor) ha colto la decima posizione.