Groenewegen più forte del vento, al Saudi Tour batte McLay e Ewan. Dainese quinto
Ci sono tanti modi per giungere a uno sprint: si può pedalare tranquilli per tutto il giorno in attesa del volatone, oppure si può battagliare per tutto il tempo, e questo è quel che è successo oggi prima del ritorno al successo di Dylan Groenewegen, alla prima affermazione stagionale nonché prima in maglia BikeExchange-Jayco.
Vento forte e cadute in serie sin dalle prime battute hanno caratterizzato la terza tappa del Saudi Tour, la Tayma Hadaj Well-Alula Old Town di 181.2 km. Non parliamo perciò subito di fughe ma di tronconi, quelli in cui s'è presto frantumato il plotone. Dapprima il primo drappello vedeva al suo interno i principali velocisti in gara (Caleb Ewan della Lotto Soudal, Dylan Groenewegen della BikeExchange-Jayco, Fernando Gaviria della UAE Emirates), mentre il leader della generale Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious) era in un secondo gruppetto che non senza fatica è poi riuscito a ricucire sui primi (per l'assenza dei riferimenti chilometrici prendetevela con gli scarsi dettagli forniti dagli organizzatori) .
L'attacco di giornata è partito poi con tre animatori, i belgi Edward Planckaert (Alpecin-Fenix) e Benjamin Declercq (Arkéa Samsic), e il francese Anthony Turgis (TotalEnergies), dopodiché quest'ultimo ha staccato i due compagni d'azione e si è isolato al comando, mentre la Quick-Step Alpha Vinyl aumentava il ritmo nel già selezionato gruppo andando a chiudere su Planckaert e Declercq e provocando ulteriori frazionamenti. È quindi partito un contrattacco con Iljo Keisse (Quick-Step) tampinato da Niccolò Bonifazio che aveva il compagno Turgis tutto solo al comando.
Non era un'azione peregrina, quella di Anthony, il quale ha conservato 3' abbondanti sui primi inseguitori e oltre 5' sul plotone (a 70 dal traguardo eravamo a 3'05" e 5'25"). Dopo il 20-0 siglato da Zoff su azione di calcio d'angolo, sono arrivate finalmente le immagini a illustrare una scena molto John Ford oriented, un cavaliere solitario nella death valley, era Turgis, difficoltosamente inquadrato in una sorta di tempesta di sabbia che spazzava la strada. Mancavano 50 km e il transalpino provava a difendere l'ottimo margine in una situazione - in quel tratto - di vento contrario. Un muro di vento, in pratica.
Gli intercalati erano stati da poco ripresi dai resti del gruppo, che rullava ora a 5' scarsi. I 10 chilometri successivi, tutti dritti e perfettamente controvento, sono stati una tortura per il povero battistrada, che ha perso due minuti in un così breve tratto, e soprattutto si è completamente esaurito, a livello fisico e mentale (come non capirlo, del resto...). Il gruppo invece ha avuto buon gioco nel riavvicinare la sempre più sfiatata lepre, coi team dei velocisti ad alternare i propri uomini in testa. Ai -40 finalmente è arrivata la sospirata curva che ha reso la situazione ambientale molto più favorevole.
Non sono mancate le forature in questo frangente, prima Rubén Fernández (Cofidis), decimo della generale, poi Groenewegen; poi a un certo punto la strada s'è messa a scendere leggermente e ciò ha causato visioni mistiche piene di gratitudine nel temerario Turgis, che ha potuto finalmente far respirare i muscoli delle gambe. Il gruppo non aveva peraltro fretta di andare a riprenderlo, per cui dopo che il margine era sceso a 1'40" è qui risalito fino ai due minuti, ri-toccati ai -24.
Quindi le cose hanno ripreso la piega prevista, Turgis ha fatto in tempo a prendere 3" allo sprint ai -15, con Jasha Sütterlin (Bahrain) pronto a soffiare i 2" a Rui Costa (UAE), così favorendo il leader Buitrago, suo compagno, a cui il portoghese prova a riavvicinarsi. Ai -14 il fuggitivo è stato raggiunto con la Quick-Step a controllare la testa del gruppo. Tutto tranquillo? Neanche per sogno, perché gli uomini di Patrick Lefevere non erano lì per prendere meglio il sole ma per far casino, come puntualmente hanno accaduto ai -11; una prima fiammata, una seconda impostata ai -10 e chiusa personalmente da Buitrago, intanto da dietro incombeva un secondo gruppo che si era staccato in un'epoca precedente e rifaceva capolino sul più bello.
Ai 5 km un nuovo tentativo solitario di un TotalEnergies, è stato Niki Terpstra (a proposito di revenant da altre epoche...), ma il vincitore di una Roubaix e di un Fiandre ha avuto giusto un paio di chilometri di libertà. Col gruppo lanciato in fuga ci siamo ritrovati in una sfida di treni tra Quick-Step (lunga), Lotto (fin lì ben organizzata) e BikeExchange (più rarefatta ma presente). Ai 1500 gli uomini di Ewan hanno preso la testa e si son visti affiancati a sinistra da Groenewegen e i suoi e a destra dai Bora-Hansgrohe.
Una sortita dei Bahrain all'ultimo chilometro, con Kamil Gradek ad aprire l'aria per Jonathan Milan in testa al plotone, quindi sono emersi e subito si son dispersi gli UAE con Gaviria, e decisivo è stato infine il lavoro di Luka Mezgec, che ha tirato davanti Groenewegen e l'ha perfettamente lanciato verso il primo successo con la maglia del team australiano. Danny Van Poppel (Bora) ha provato a contrastare il connazionale ma ne è stato spazzato via (quarto alla fine), invece Daniel McLay (Arkéa Samsic) si è preso il secondo posto in rimonta, e pure la terza piazza è andata a un rimontante, Ewan che ha fatto un ultimi 50 metri clamoroso ma non è riuscito a sopravanzare i primi due.
Buon quinto Alberto Dainese (DSM) davanti a Gaviria, Erlend Blikra (Uno-X), Jasper De Buyst (Lotto), Simone Consonni (Cofidis) e Davide Ballerini (Quick-Step). Con l'abbuono del traguardo Ewan riavvicina Buitrago in classifica, l'australiano è secondo a 3". Seguono Rui Costa e Anton Charmig (Uno-X) a 13", Maxim Van Gils (Lotto) a 17", Tim Declercq (Quick-Step) a 20", Consonni a 21" come Van Poppel, Cyril Barthe (B&B Hotels-KTM), Rubén Fernández e vari altri fuori dai 10, compreso Danie Oss (TotalEnergies) 13esimo.
Domani la quarta tappa ridisegnerà la generale: dal Winter Park ad Harrat Uwayrid saranno 149.3 km con un'impegnativa salita che scollina a meno di 9 km dal traguardo. Buitrago si difenderà o attaccherà? E se non attaccherà lui chi lo fara?