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L'Ermitismo ha un nuovo poeta: Lutsenko

23.08.2017 19:08

Vuelta a España, il kazako dell'Astana va in fuga e vince sul muro di Alcossebre. Froome scatta, Aru e soprattutto Nibali perdono terreno


Tappa intermedia, dicevano. Con un muro finale, chiaro. Eppure in classifica le cose sono cambiate, con gli inseguitori del leader a vedersi, di fatto tutti tranne uno, staccare. Con il ritorno (momentaneo?) del vecchio leone, amatissimo non solo dal pubblico di casa. La Vuelta a España propone il primo dei quattro muri presenti nel percorso della settantaduesima edizione della ronda iberica. Quantomeno si è assistito a qualche emozione in più rispetto a quelle "garantite" su questo tipo di arrivi. A vincere la tappa, però, uno dei fuggitivi della prima ora. Uno che, se si sveglia con la luna giusta, è difficilmente battibile; anche su pendenze al 20%, lui che va a podio nelle classiche del pavé.

Quatto salite con il muro finale. Degenkolb non riparte
Dopo la meno ostica tappa di ieri, la Vuelta a España è ripartita quest'oggi in direzione sud per la Bencàssim-Alcossebre. 157.7 km con cinque gpm, tre dei quali di seconda e due, fra cui l'ultimo, di terza. Che tuttavia è il più impegnativo di tutti, e non solo per il posizionamento. L'Alto Ermita Santa Lucia porta la corsa fin sul traguardo: 3400 metri al 10%, ma la media è ingannevole. Per la gran parte dell'ascesa le pendenze sono da rampa di garage, visto che si toccano a più riprese il 20%.

Un non partente, ma di peso. Non ha preso il via della frazione pochi minuti dopo le 13 John Degenkolb. Il velocista della Trek-Segafredo è alle prese con una fastidiosa bronchite che gli impedisce di ben pedalare e lo ha costretto al prematuro ritiro. E così il capitano unico della nazionale tedesca al Mondiale di Bergen dovrà preparare l'appuntamento iridato in maniera diversa da quanto atteso.

Si forma la fuga, c'è Villella, raggiunto poi da Agnoli
Dopo pochi km si forma subito una fuga interessante, con diversi nomi di livello. Se ne vanno i francesi Julian Alaphilippe (Quick Step Floors) e Jérémy Maison (FDJ), gli olandesi Jetse Bol (Manzana Postobón) e Michel Kreder (Aqua Blue Sport), gli spagnoli Lluís Mas (Caja Rural-Seguros RGA) e Marc Soler (Movistar Team), l'austriaco Marco Haller (Team Katusha-Alpecin), l'eritreo Merhawi Kudus (Team Dimension Data) e l'italiano Davide Villella (Cannondale-Drapac).

Nel corso della prima ascesa, l'Alto del Desierto de la Palmas (un nome che spiega bene la geografia del luogo), sette elementi si avvantaggiano dal gruppo e riescono a rientrare sulla fuga. Sono gli spagnoli Rubén Fernández (Movistar Team) e Héctor Sáez (Caja Rural-Seguros RGA), l'italiano Valerio Agnoli (Bahrain Merida), il francese Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale), il kazako Alexey Lutsenko (Astana Pro Team), lo sloveno Matej Mohoric (UAE Team Emirates) e il tedesco Michael Schwarzmann (Bora-Hansgrohe).

Rientra anche Mamykin. Villella scollina sempre in testa
Ulteriormente a bagnomaria si trova Matvey Mamykin; lo scalatore russo del Team Katusha-Alpecin riesce a ricongiungersi dopo lo scollinamento (km 23.8), dove Villella consolida la sua leadership nella graduatoria, transitando davanti a Mas e Lutsenko. Il plotone pedala tranquillamente staccato di 3'; nelle prime fasi di discesa il Team Sky aumenta il ritmo e fa in modo che al termine della prima ora, dove vengono percorsi 43.1 km, sia sceso a 2'30".

Niente da segnalare lungo la scalata dell'Alto de Cabanes (km 55.3), dove si ripete il medesimo podio del più impervio gpm precedente. Il ritardo del plotone, tirato dai soliti Christian Knees e Ian Stannard, quest'ultimo fresco di rinnovo triennale, passa dopo 4'. Dopo una scivolata (la seconda in due giorni) per Jelle Wallays (Lotto Soudal), finito a terra poco dopo il rifornimento, inizia la terza salita di giornata, il Coll de la Bandereta. Anche qui nulla da segnalare e l'ormai consueto passaggio Villella-Mas-Lutsenko in vetta (km 87.6); il lombardo continua così ad incrementare nella speciale classifica dei gpm, obiettivo che può essere nelle sue corde.

Problema meccanico per De la Cruz
Il gruppo vi giunge dopo 4'30" e, ancora una volta, ricuce il distacco in discesa. Dove perde momentaneamente contatto David de la Cruz: il secondo della graduatoria viene fermato da un guasto meccanico, rientrando, con il supporto di Tim Declercq, senza eccessivi patemi.

Arriva l'ora dell'Alto de la Serratella, la più lunga asperità del giorno con i suoi 13.2 km, ma con una pendenza media non importante a causa di alcuni tratti di contropendenza. Già dalle prime rampe si movimenta la situazione, con Fernández che rompe gli indugi provando a portare via un gruppetto; inizialmente ci riesce, con Mas, Mamykin, Villella, Lutsenko e Agnoli che rimangono con lui. Ma un rallentamento fa sì che gli altri possano rientrare; tutti tranne Sáez e Schwarzmann, che si distanziano irrimediabilmente.

Haller va via in discesa, in due lo riprendono. Bol virtuale leader
Questa rinnovata vigoria comporta la crescita costante del vantaggio. Allo scollinamento (km 152.2) altri punti in saccoccia per Villella, con Mas che si limita a passare per secondo. Il gruppo, sempre con Knees e Stannard in testa, passa dopo 4'50". Nei primi metri di discesa si lancia all'attacco Haller; l'austriaco, che già nel precedente declivio aveva tentato di avvantaggiarsi, termina la prima parte della discesa con una decina di secondi sul resto degli attaccanti.

Tale mossa comporta la fine dell'accordo alle sue spalle, con continui scatti e controscatti; e proprio mentre il ritardo del gruppo, per la prima volta, supera ai 5' ai meno 40 km. Dal gruppetto intanto evadono Lutsenko e Mohoric, che riescono a ricongiungersi ad Haller ai meno 34 km. Si entra così negli ultimi 30 km con il trio di testa che pedala con 15" sugli ex compagni di fuga e ben 5'40" sul gruppo; con questo ritardo la maglia rossa cambia virtualmente padrone. Sarebbe, a sorpresa, Bol il nuovo leader; e per la debuttante Manzana Postobón, finora assai pimpante, sarebbe un traguardo storico.

Lutsenko e Haller se ne vanno, Alaphilippe si muove
Il trio di testa si rompe; Mohoric non ce la fa a tenere lo scatenato Lutsenko e si rialza, restando a bagnomaria. Haller invece rimane a contatto ma, sfruttando la presenza del compagno di squadra Mamykin alle spalle, non fornisce cambi al kazako. Nonostante tutto, ai meno 25 km i due battistrada passano con 50" sugli inseguitori sempre sfilacciati e ben 6'20" sul gruppo, oggi chiaramente disinteressato nel lottare per l'affermazione.

Su una salitella Alaphilippe scatta, marcato dal solo Soler; su di loro riescono a rientrare solo Gougeard, Kudus e Maison, con quest'ultimo che si stacca poco dopo. Il quartetto riduce il distacco e, ai meno 20 km, Haller e Lutsenko possiedono 27" su su di loro, 40" sugli altri elementi e la bellezza di 6'55" su un plotone sempre più tranquillo. L'assenza di Mamykin dai contrattaccanti dà il via libera ad Haller, che inizia a collaborare con Lutsenko, mentre il quartetto va a riprendere Mohoric ai meno 17.3 km.

Guerra fra Alaphilippe e Soler, che perdono l'occasione giusta
La battaglia continua senza sosta, anche tra i contrattaccanti; Gougeard e Kudus sfruttano la stretta marcatura, se non la disistima, fra Alaphilippe e Soler, evadendo così dal loro controllo. Ai meno 10 km Haller e Lutsenko passano con 18" su Gougeard e Kudus, 30" su Alaphilippe, Mohoric e Soler, 45" sul drappello Agnoli-Villella e 7'25" sul gruppo maglia rossa.

La coppia di testa continua a guadagnare e approccia gli ultimi 3400 metri con 32" sui primi inseguitori e oltre 40" su gli altri. Dal canto suo, il gruppo aumenta l'andatura data la lotta per portare nelle migliori posizioni i rispettivi capitani. E il gap diminuisce a vista d'occhio; si fa dunque impossibile per Bol coronare il sogno rosso.

Lutsenko saluta Haller e va a vincere. Kudus secondo, Soler terzo
Non appena la strada inizia a salire, Lutsenko si sbarazza di Haller semplicemente aumentando la cadenza. Lo stesso avviene alle loro spalle, con Gougeard che nulla può contro Kudus. Si assiste così ad un bel testa a testa fra i due, ma ben presto si capisce di come l'asiatico viva una delle giornate in cui è inarrestabile; l'africano, per quanto bravo, nulla può e, una volta ripreso e saltato Haller ai meno 1.8 km, non guadagna, anzi. Lutsenko viaggia anche quando la pendenza tocca il 20% e può tranquillamente tagliare il traguardo a braccia alzate. È lui il terzo kazako ad aggiudicarsi un successo nella prova spagnola dopo Vinokourov e Kashechkin.

Secondo posto a 42"per un più che valido Kudus, che continua il suo processo di crescita. Discorso che vale per il terzo, Marc Soler, giunto a 56". Quarto Matej Mohoric a 1'11", quinti Alexis Gougeard a 1'24", Marco Haller a 1'37", Julian Alaphilippe a 1'40", Jetse Bol a 2'08", Matvey Mamykin a 2'18"e Jérémy Maison a 2'31". Davide Villella chiude dodicesimo a 4', ma con una maglia a pois sempre più salda.

Un Moscon spettacolare frantuma il gruppo. Froome attacca, riscossa di Contador
In gruppo sono BMC Racing Team e Trek-Segafredo ad iniziare in testa la salita, passando poi la mano al Team Sky; la approccia un po' troppo indietro Nibali, che deve risalire molte posizioni. Si assiste solo alla classica selezione da dietro fintantoché a tirare arriva Gianni Moscon; il trattore noneso appare oggi ancor più devastante del solito. Dai meno 2 km effettua un ritmo impressionante per molti nomi di livello.

Tutto per propiziare l'attacco, avvenuto ai meno 700 metri in prossimità del tratto più complicato, di Christopher Froome; con il britannico rimangono solamente il solito Esteban Chaves, il ritrovato Alberto Contador, l'incoraggiante Tejay van Garderen e lo specialista di queste pendenze Michael Woods. Impossibile, per gli altri rientrare. Il quintetto perde un'unità, segnatamente van Garderen, ai meno 300 metri. Il colpevole è Contador, che accelera ma non guadagnando sui tre con lui rimasti.

Aru lascia 11", Nibali 26", Bardet ben 49". Froome sempre leader, domani sarà volata?
Tagliano dunque così il traguardo a 4'31" dal vincitore, e tutti con un virtuale sorriso per come sono andate le cose. van Garderen giunge dopo 8" mentre è di 11" il ritardo di Adam Yates, Fabio Aru, Nicolas Roche, Wilco Kelderman e Ilnur Zakarin. A 21" si classificano David De la Cruz, Warren Barguil, Jack Haig, Simon Yates, Carlos Betancur e Sam Oomen.

Ancora più indietro Vincenzo Nibali: il messinese, che nell'ultimo km viene aiutato da Agnoli, perde come previsto su una salita per lui ostica. Forse sperava di lasciare meno dei 26" che ha pagato. Di 37" il gap di Alberto Rui Costa, di 46" quello di Steven Kruijswijk e addirittura di 49" quello della coppia Romain Bardet e Domenico Pozzovivo.

In classifica si rafforza il margine di Froome: il capitano del Team Sky ora guida con 10" su van Garderen, 11" su Chaves, 13" su Roche, 23" su De la Cruz, 36" su Nibali, 49" su Aru e 50" su Adam Yates. Domani nuovo appuntamento con cinque gpm nella Vila Real-Sagunt di 204.4 km; l'ultimo, tuttavia, termina a 36 km dall'arrivo, per cui si dovrebbe assistere, a meno che una fuga vada in porto, alla terza volata di questa Vuelta.
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