Chiara Consonni e Vittoria Guazzini festeggiano il titolo olimpico nella Madison © Fraioli CONI
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Italia, Vittoria Chiara! Madison meraviglia con Guazzini e Consonni

Primo storico titolo olimpico per una coppia azzurra nell'Americana: prova maiuscola, un giro conquistato, battute Gran Bretagna e Paesi Bassi. Lavreysen vince la Velocità

09.08.2024 19:50

Il cuore batte a cento all'ora, quello di Chiara Consonni, che per tutto il tempo è stata denominata “Balsamo” da una grafica sgangherata, ma non era Elisa, era proprio Chiara quella che non credeva ai propri occhi, alle proprie gambe, ai propri brividi di entusiasmo. Quello di Vittoria Vittoriona Guazzini, colei che con la sparata a 38 giri dalla fine, improvvisa, inattesa, forse sottovalutata, ha fatto entrare la Madison olimpica di Parigi 2024 in un racconto tutto nuovo e tutto diverso rispetto a quello che s'era fatto fino a quel punto.

Perché l'Italia schierata da Marco Villa, con l'inserimento last minute di Consonni che tanto ha mandato in crisi le grafiche, era partita bene, con sette punti nei primi due sprint (il secondo è stato vinto), ma poi si era come eclissata, restando ai margini di una gara che intanto si sviluppava - lungo i suoi 120 giri - sulla lotta coltello interdentale tra Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, mettiamoci pure Polonia (attivatasi a metà gara) e Danimarca, sprint dopo sprint, fino ai -60.

A quel punto, quando la giovanissima coppia olandese (Maike van der Duin, Lisa van Belle, 42 anni in due) s'è messa in caccia, eravamo a metà gara e gli Stati Uniti guidavano la classifica con 12 punti, seguiti da Gran Bretagna a 11, Danimarca a 10, Francia a 9, Italia ferma a 7: ogni movimento sensibile avveniva davanti, e le azzurre sempre un passo indietro. Sprint serrato? Italia quinta, o sesta; accenno di attacco? Italia in un secondo gruppetto, dopo il solito buco.

Insomma, bisogna essere onesti: a un certo punto non avevamo l'impressione che Guazzini-Consonni potessero effettivamente ribaltare una situazione che, per dire la verità, restava abbastanza aperta date le strette distanze nella classifica (molto equilibrio ad alto livello).

La coppia neerlandese ha preso il giro (vincendo il settimo sprint nel corso della caccia) a 48 tornate dalla conclusione ed è balzata al comando della Madison. L'ottava volata l'ha conquistata la coppia britannica (Elinor Barker-Neah Evans). Olanda 28, Gran Bretagna 19, Stati Uniti 14 il podio provvisorio, l'Italia sempre a 7, placida, rassegnata. Pensavamo noi.

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E invece a 38 giri dalla fine abbiamo visto Vittoria Guazzini alzarsi sul controrettilineo, prendere lo slancio dalla cima della parabolica, e partire, bellissima, secca, netta, potente. Magistrale. L'allungo della toscana ha illuminato la scena e anche la nostra giornata. Chiara Consonni ha risposto presente e ha proseguito nello sforzo innescato dalla sua compagna di gara. Lo sprint numero 9, nel corso della caccia azzurra, è stato pure vinto. Ai -28 giro preso, ovvero 20 punti incamerati.

E questo significava che l'Italia balzava al comando della gara, 32 punti contro i 28 olandesi e i 21 britannici. Ma non bastava ancora, perché nella totale anarchia degli ultimi 20 giri di una Madison può sempre succedere di tutto, servivano occhi vigili e gambe ancora reattive, quelle che abbiamo visto nell'undicesimo e penultimo sprint (dopo che il decimo l'avevano vinto le belghe impegnate in un contropiede destinato a sfumare).

Il penultimo sprint: se il giro conquistato è stato il capolavoro della tattica e della potenza, la volata in questione è stata una summa di giocosa follia, controllare non bastava a Chiara e Vittoria, ormai le due erano proiettate nello spazio, superfocalizzate, e in un momento di temporanea onnipotenza quello sprint la coppia azzurra se l'è portato a casa, Guazzini a ricucire gli sfilacciamenti in testa al gruppo e a lanciare, Consonni a finalizzare e a mettere in cassaforte il successo.

Negli ultimi 10 giri i tentativi d'attacco che pure ci sono stati sono risultati velleitari, ormai nessuna coppia poteva insidiare le azzurre a parte quella olandese, opportunamente marcata strettissima dal duo schierato da Marco Villa. La Gran Bretagna ha vinto l'ultima volata, punti doppi e Olanda scavalcata al secondo posto, quanto al primo non c'era niente da fare, quello era ormai cassazione: Italia, Vittoria, Chiara, tre parole d'ordine praticamente!

La classifica si è chiusa con 37 punti per le azzurre, 31 per le britanniche, 28 per le neerlandesi. Fuori dal podio Stati Uniti a 18, Francia a 17, Danimarca a 16. Archiviata la classifica, è partita la festa: l'incredulità di Chiara e Vittoria, i giri di pista a ridere e piangere, e poi le bandiere, gli abbracci, tutto. Una festa meravigliosa, meravigliosa come queste due ragazze meravigliose, Consonni e Guazzini: oggi tutta Italia impara a conoscerle. E difficilmente le dimenticherà.

Le gare veloci: ennesimo titolo per Harrie Lavreysen

Nel torneo della Velocità femminile Miriam Vece ha fatto il suo con il nuovo record italiano sui 200 metri lanciati fatto segnare in qualifica, un 10"560 che migliora il 10"580 registrato da lei stessa a Berlino quattro anni fa e che le è valso il sedicesimo posto, mentre Sara Fiorin con 11"085 si è piazzata ventiseiesima e non ha superato il turno. La migliore in qualifica è stata la tedesca Lea Sophie Friedrich che con 10"029 ha siglato il record del mondo, strappandolo a Kelsey Mitchell che lo deteneva da cinque anni (10"154 fatto in altura a Cochabamba).

Al primo turno a eliminazione diretta, i trentaduesimi di finale, Vece ha perso con la neozelandese Shaane Fulton. Ci poteva stare. Il rimpianto grosso è nel ripescaggio, che la lombarda ha chiuso al secondo posto a 4 millesimi di secondo (saranno 2 centimetri?) dalla messicana Daniela Gaxiola. Finita così l'avventura olimpica di Miriam.

La Velocità maschile si è conclusa con semifinali e finali: Harrie Lavreysen ha superato Jack Carlin per 2-0, identico risultato per Matthew Richardson contro Jeffrey Hoogland. In finale il neerlandese non ha fatto sconti, sebbene l'australiano abbia venduto cara la pelle. Non è bastato l'impegno a Richardson, che seppur di poco ha dovuto arrendersi la prima e la seconda volta: 2-0 per Harrie, secondo titolo dopo la Velocità a squadre, esattamente come a Tokyo: un palmarès incredibile, composto anche da 13 titoli mondiali e 14 europei.

Nella finale per il terzo posto Jack Carlin ha vinto la prima volata, Hoogland si è imposto nella seconda e c'è voluta la bella per assegnare il bronzo: podio conquistato alla fine dal britannico.

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!