Kopecky chiude in bellezza una settimana da urlo: "Ora il Belgio vince anche al femminile"
Dopo due titoli in pista, la belga è iridata anche su strada. Soddisfatte sul podio Vollering e Ludwig, Chabbey senza rimpianti dopo aver attaccato. Persico onesta: "non potevo fare di più"
Le dichiarazioni delle protagoniste al termine del mondiale su strada femminile di Glasgow, vinto da Lotte Kopecky.
Lotte Kopecky, campionessa del mondo: “Dopo la pista pensavo fosse impossibile vincere oggi”
"È stato un anno fantastico, ma anche molto duro. Non so cosa mi ha spinto ad andare avanti. È un sogno che si realizza, sarà bellissimo correre con la maglia iridata l'anno prossimo. Non ero nervosa prima della gara, ma lo ero quando Chabbey aveva un minuto e mezzo. Devo veramente ringraziare Sanne Cant e Justine Ghekiere, hanno fatto un grande lavoro nel circuito per non far prendere troppo vantaggio a Chabbey. Devo ringraziare anche tutte le altre mie compagne: siamo una grande nazione di ciclismo, ma nel femminile eravamo sempre un po' indietro; ora abbiamo dimostrato che come nazionale possiamo vincere le grandi corse. Dopo due titoli mondiali su pista pensavo che fosse quasi impossibile vincere oggi, non pensavo di poter diventare tre volte campionessa del mondo in sette giorni, è incredibile."
Demi Vollering, medaglia d'argento: “Il percorso era più adatto a Lotte, è stata la più forte”
“Sono esausta, ho dato veramente tutto. Sono contenta del secondo posto, Lotte è stata nettamente la più forte per tutta la gara e ha corso molto bene, complimenti a lei. A un certo punto su una salita pensavo che Lotte si potesse staccare. Per un momento non sapevo se stesse giocando a poker o se ne aveva di meno, e questo mi ha dato fiducia, ma alla fine è stata lei la migliore. Io do il meglio su salite un po' più lunghe mentre Lotte è super esplosiva, per cui credevo che il percorso fosse più adatto a lei che a me, e ora ne abbiamo avuto la conferma. La seconda foratura di Annemiek è stata una disdetta, avremmo potuto mettere più in difficoltà Lotte, che avrebbe dovuto rispondere a entrambe. Comunque abbiamo corso bene di squadra e sono contenta del secondo posto. Nel finale a un certo punto ho speculato troppo, dovevo chiudere un buco in prima persona e ho scommesso che qualcuna lo avrebbe fatto. Poi Lotte è arrivato da dietro ad altissima velocità e mi ha sorpreso, ho fatto fatica a rientrare. Quando poi ha attaccato di nuovo ho dovuto mollare, e continuato ad andare regolare. Sono contenta di essere comunque arrivata seconda, spero di fare di meglio il prossimo anno.”
Cecilie Uttrup Ludwig, medaglia di bronzo: “Pensavo di non averne più, è fantastico”
"Sono molto orgogliosa, sia di aver portato una medaglia che di come abbiamo corso. Ho dato tutto quello che avevo, è stato fantastico. Ci è voluto sangue, sudore e lacrime: non è stato il mio anno migliore, il che rende tutto ancora più incredibile. Mi è piaciuto molto correre all'attacco, più volte ho pensato di non averne più, ma anche di poter ancora dare qualcosa: c'era un sacco di gente sulle strade, e quell'atmosfera mi ha spinto ad andare ancora una volta. Vedere così tante bandiere danesi è sempre bellissimo, e ancora sentire urlare il mio nome, è stato tutto molto speciale."
Elise Chabbey, a lungo all'attacco: “Non pensavo alla vittoria, solo ad arrivare più avanti possibile”
"Sono esausta, ma è stato bellissimo correre con questa atmosfera intorno. Stando da sola davanti il pubblico mi ha sostenuta molto, mi sono goduta ogni momento. Ero già nella prima fuga della mattina, in cui però non c'era collaborazione, e avevo già speso parecchie energie. Quando siamo state riprese ho parlato con Marlen e mi ha detto che si sentiva molto bene, per cui ho pensato di provare ancora per fare qualcosa per lei. Direi che ho fatto un'azione alla Reusser! Quando ho attaccato speravo che qualcuna mi seguisse ma sono rimasta da sola, così ho continuato a spingere, ma purtroppo c'è stato un giro di troppo. Non ho mai pensato troppo alla vittoria, ho continuato a fare il mio passo per restare davanti il più a lungo possibile, sapevo che se fossero tornate da dietro non avrei avuto chance, per cui ho spinto al massimo sperando di rimanere davanti. Quando mi hanno ripresa non ne avevo più e quindi non ho potuto fare molto per aiutare Marlen, ma direi che come nazionale svizzera possiamo essere orgogliose."
Silvia Persico, la migliore delle italiane: “Una corsa più dura di un Fiandre”
"È stata una giornata molto dura, avrei voluto fare qualcosa in più ma le gambe non hanno risposto come volevo. Devo essere contenta perché ho dato il massimo, ringrazio la nazionale che ha lavorato molto bene. Ora guardo avanti alle prossime gare. Credo sia stata una delle corse più dure della mia vita, anche più del Fiandre. Una corsa durissima e nervosa, ma come ho detto devo essere soddisfatta del risultato, non potevo fare di più oggi. Ora mi prendo una settimana di stop, poi correrò a Plouay, in Svizzera e spero di esserci anche all'Europeo."
Blanka Kata Vas, campionessa under 23: “Nei primi giri stavo male, sono incredula”
"Sono molto felice, fatico ancora a crederci perché nella prima parte e nei primi giri non avevo buone gambe, sono felicissima. Ero nella prima fuga ma sono stata staccata, è stata dura. Pensavo di venire staccata anche dal gruppo, anche per i primi giri, ma poi mi sono sentita abbastanza bene in salita. Quando il primo gruppo è andato, nella mia testa c'era solo il titolo under 23, mi sono concentrata solo su quello e sono contenta di avercela fatta. Ho tenuto un po' sotto controllo Shirin e Anna, ma sapevo di essere più veloce di loro, hanno provato entrambe ad attaccare prima del traguardo ma sono riuscita a chiudere. In volata ho cercato di seguire la ruota di Persico, che poteva essere quella giusta, ed è andato tutto alla perfezione."