Einervosi stettero a guardare
Rubio vince a Crans Montana approfittando di una spettacolare faida che ha dissipato gli altri fuggitivi Thibaut Pinot e Jefferson Cepeda. Tra i big del Giro d'Italia si muove poco in una tappa stravolta rispetto al disegno originario
Quel che è rimasto della tredicesima tappa del Giro d'Italia dopo successive limature e progressivi tagli del percorso non era più una frazione destinata a essere capitale nell'economia della corsa rosa, ma una tappetta con una salita in avvio e una alla fine. L'ampio fondovalle tra le due scalate - in assenza di precedenti difficoltà - ha fatto sì che ai fini dei grandi giochi il tutto si sia risolto con un sostanziale nulla di fatto, pochi equilibri spostati e tutto sommato in classifica non ritroviamo nulla che già non sapessimo. Geraint Thomas con la sua INEOS Grenadiers ha controllato senza grossi spasmi e in cima a Crans Montana ha mostrato una brillantezza che non tutti tra i suoi avversari possono vantare. Si è segnalato comunque un Damiano Caruso propositivo e sicuramente voglioso di fare qualcosa di intrigante nella terza settimana: lo aspettiamo con fiducia.
Se tra i big si è mosso poco (qualcosina ha guadagnato Hugh Carthy, qualcosina ha perso l'ex maglia rosa Andreas Leknessund), la fuga del giorno ha regalato notevoli momenti di allegria nello spettatore che per un paio d'ore s'è gustato i continui litigi tra Thibaut Pinot, anima dell'azione, e Jefferson Cepeda, che l'attacco l'ha proprio lanciato a inizio frazione salvo poi ritagliarsi il ruolo di quello che preferiva stare passivo mentre il francese si dannava a tirare e poi - sull'ultima salita - a scattare in continuazione.
Tutti e due forse non avevano fatto i conti col terzo incomodo, che poi è quello che li ha fregati nella volata a tre che ha assegnato la vittoria: Einer Augusto Rubio, 25 anni, proveniente da Chiquiza in Colombia e rappresentante di una squadra che al Giro contava proprio su lui e sul connazionale Fernando Gaviria per raccogliere qualche risultato, la Movistar. E Rubio è stato di parola rispetto alle premesse con cui s'era accostato alla corsa rosa, è riuscito a vincere una tappa e peraltro in classifica non è lontanissimo, per cui una top ten potrebbe anche risicarla, se saprà reagire bene alle intemperie che ha detto di aver patito nei giorni scorsi.
Einer è uno scalatore ma non un top di gamma, sulla salita di Crans Montana era sempre al gancio ma di suo ci ha messo grande fosforo, ha salvato la gamba per quanto possibile, ha lasciato che gli altri due sprecassero notevoli energie nervose in una faida destinata a restare come uno dei momenti topici del Giro d'Italia 2023, e poi ha fatto valere un migliore spunto in volata. Si può dire che oggi per il buon Rubio inizi una nuova carriera di cui già nei prossimi giorni il ragazzo proverà a dimostrare di essere all'altezza.
Giro d'Italia 2023, la cronaca della 13esima tappa
Dopo grandi trattative tra i corridori (tramite il loro sindacato, il CPA guidato da Adam Hansen) e l'organizzazione di RCS Sport rappresentata da Mauro Vegni, la 13esima tappa del Giro d'Italia 2023, originariamente Borgofranco d'Ivrea-Crans Montana di 199 km (già ridotti - col taglio della parte alta del Gran San Bernardo - rispetto agli originari 207), è diventata stamattina La Châble-Crans Montana di 74.6 km. I corridori chiedevano venisse escissa la Croix de Coeur, seconda salita di giornata la cui discesa veniva preannunciata come particolarmente pericolosa, con parti ghiacciate dopo le nevicate di questi giorni.
L'organizzatore ha controproposto di togliere via del tutto il Gran San Bernardo e con esso 125 km di freddo e maltempo, non toccando però la Croix de Coeur (le condizioni della cui discesa venivano ridimensionate nelle paventate problematicità). Tutti d'accordo, partenza finta a Borgofranco d'Ivrea per ragioni di contratto, poi tutti sui bus e trasferimento in terra svizzera, dove la frazione è partita alle 15 (anziché alle 11 originariamente previste). Unico DNS, Mads Pedersen (Trek-Segafredo), alle prese con una tracheite: terreno spianato per la ciclamino di Jonathan Milan (Bahrain-Victorious).
La partenza è stata subito con strada in salita e i tentativi di evasione si sono moltiplicati. Il primo a scattare è stato Karel Vacek (Corratec), che però ha immediatamente rotto la catena. È partito allora ai -73 Jefferson Cepeda (EF Education-EasyPost), su cui ai -71 si sono portati diversi colleghi: i compagni di squadra Ben Healy e Hugh Carthy, i Groupama-FDJ Thibaut Pinot e Bruno Armirail, gli AG2R Citroën Valentin Paret-Peintre e Nicolas Prodhomme, i Movistar, Will Barta ed Einer Rubio e poi gli isolati Joe Dombrowski (Astana Qazaqstan), Matthew Riccitello (Israel-Premier Tech), Thomas Champion (Cofidis) e Jay Vine (UAE Emirates). Santiago Buitrago (Bahrain) ha provato ad accodarsi ma ha fatto prima il gruppo maglia rosa, tirato dagli INEOS Grenadiers, a chiudere direttamente su tutti ai -69.
Cepeda non si è dato per vinto ed è ripartito con Derek Gee (Israel) a ruota, poi sui due si sono portati anche (e di nuovo) Pinot e Armirail, Valentin Paret-Peintre, Rubio e Riccitello. Rubio ha vinto il traguardo volante con abbuoni di Verbier ai -66 davanti a Gee e Riccitello, il gruppo ha lasciato fare per il momento, ed era peraltro già molto selezionato. Tra gli altri avevano pagato dazio Vine (scoppiato dopo l'iniziale tentativo di fuga) e Jack Haig (Bahrain), 11esimo della classifica a 2'58" da Geraint Thomas (INEOS).
Ai -64 (5 km dalla vetta) Pinot ha forzato e ha fatto staccare il compagno Armirail e pure Riccitello; più avanti ha perso contatto Paret-Peintre, mentre gli altri tre sono riusciti a restare col francese, che poi ai -59 è transitato in testa al Gpm della Croix de Coeur davanti a Rubio e Gee, con Cepeda un po' in apnea ma comunque transitato con gli altri. Dal gruppo si era segnalato giusto un frangente in cui i Bahrain avevano rilevato gli INEOS al comando, ma poi i compagni di Damiano Caruso si sono presto fatti da parte. 2' il ritardo in vetta per il plotone (quel che ne restava).
Nella prima parte della discesa i corridori hanno trovato la pioggia e la strada bagnata che non avevano incontrato in salita e il tratto critico è stato condotta a velocità molto ridotta. Paret-Peintre è andato un po' più rapido degli altri, è rientrato sul primo gruppo e per un attimo si è anche avvantaggiato sugli altri fuggitivi. Poi il meteo è migliorato, la strada s'è fatta più larga e il tratto critico s'è potuto dire definitivamente superato senza danni. Il gruppo maglia rosa ha continuato a lasciar fare e quando si è arrivati a valle ai -37 il distacco ammontava a 4'. Più di tanto non si poteva concedere a un Pinot che in classifica partiva 15esimo a 4'48" da Thomas.
Ai -26 Armirail e Riccitello sono stati raggiunti dal plotone (comprendente 40-50 unità) sempre tirato dalla INEOS e lanciato a recuperare terreno rispetto ai battistrada, i quali hanno approcciato la salita di Crans Montana ai -13 con un margine di 3' scarsi. Appena la strada s'è messa per bene all'insù, ai -12 Pinot è partito secco e il solo Cepeda ha avuto gambe per andargli dietro. Paret-Peintre proprio saltato, Rubio e Gee hanno provato a non naufragare, e in effetti il colombiano ai -11 si è rimesso in scia; ma subito Thibaut è ripartito, senza però fare troppa differenza.
Ai -10 anche Gee si è accodato ai primi, i quali intanto sprecavano energie per discutere tra di loro (diversità di vedute in particolare tra Pinot e Cepeda, sempre molto passivo); il canadese, non contento, ha pure allungato a propria volta, sollecitando la risposta di Thibaut il quale ha proposto un nuovo contrattacco, tamponato dal solo Cepeda; quando ai -8 Rubio si è rifatto sotto per l'ennesima volta, il capitano della Groupama è ripartito, stavolta con maggiore convinzione, ed è riuscito a mettere un po' di margine tra sé e gli altri.
Un chilometro più giù, dal gruppo è emerso tutto solo Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa); il primo effetto di tale azione è stato che Haig - che nel fondovalle era riuscito a rientrare - ha nuovamente perso contatto. Ai -7 Cepeda e Rubio sono rientrati di nuovo di Pinot, che inevitabilmente ha prodotto un quinto affondo, invano. Ai 5.3 è stata la volta di Cepeda andarsene, ma l'orgoglio di Pinot non poteva permettere che il rivale di giornata gliela facesse sotto al naso, sicché il francese si è impegnato a raggiungerlo e l'ha preso ai -4, scattandogli poi in faccia prima di un nuovo muso a muso, un litigio costante che ha dato tanto pepe a quest'azione. Poco dopo comunque anche Rubio è riuscito a chiudere nuovamente.
Dal gruppo ai -6 era emerso Hugh Carthy, andato poi a raggiungere Fortunato ma senza scavare grossi solchi rispetto al gruppo maglia rosa, ridotto intanto a una ventina di unità. Alla lunga l'inglese ha pure staccato Lorenzo che ai -2 è stato raggiunto su uno scatto di Damiano Caruso, con Thymen Arensman (INEOS) che si è incaricato di andare a chiudere. Negli stessi istanti Laurens de Plus, altro INEOS in classifica (era nono a 2'36"), si sfilava dopo aver tanto lavorato.
Torniamo ai primi: poco prima, ai -2.1 il secondo scatto di Cepeda non aveva prodotto differenze, Pinot aveva lanciato un altro sguardaccio all'avversario e si era rimesso a tirare il trenino come fatto praticamente per tutta la salita. Il terzetto non si sarebbe più disfatto, fino alla volata su cui Cepeda ha provato l'anticipo ai 350 metri. Rubio è stato nell'occasione perfetto, è andato a chiudere mentre Pinot era alla canna del gas e di soli nervi superava pure lui l'ecuadoriano cercando fino alla fine di riprendere il corridore della Movistar, andato a conquistare il primo successo in carriera in un GT, secondo in totale dopo la tappa di Jebel Jais all'UAE Tour lo scorso febbraio.
Rubio primo, Thibaut secondo e scornato, Cepeda terzo, pure Gee e Paret-Peintre (raggiunto strada facendo da Carthy) hanno preceduto il gruppo maglia rosa, nel quale nell'ultimo chilometro c'era stato lo scatto di Eddie Dunbar (Jayco AlUla), su cui Thomas in prima persona si è impegnato per andare a chiudere, con a ruota Primoz Roglic (Jumbo-Visma), João Almeida (UAE) - che senza motivo ha sprintato per il settimo posto - Lennard Kämna (Bora-Hansgrohe), Sepp Kuss (Jumbo) e Caruso; poco più indietro l'ex maglia rosa Andreas Leknessund (DSM), poi Arensman e Ilan van Wilder (Soudal-Quick Step).
Piccoli spostamenti in classifica, per Thomas quarto giorno al comando. Invariate le prime nove posizioni, Pinot sale al decimo posto a 3'13" e si consola parzialmente dalla sconfitta di tappa con la riconquista della maglia azzurra di migliore scalatore, strappata a Davide Bais (Eolo) che l'aveva portata per sei giorni. Rubio è ora 17esimo a 9'23", Cepeda 19esimo a 12'18"; quattro posizioni perse da Haig che ora è 15esimo a 6'38".
Domani il Giro d'Italia 2023 torna in Italia con una tappa del tutto pleonastica, la 14esima, da Sierre a Cassano Magnago. 194 km in totale, al 36esimo si approccia il Passo del Sempione che scollina ai -138; dopo la lunga discesa verso Domodossola rimangono un centinaio di chilometri sostanzialmente pianeggianti fino al traguardo. Tutto da scoprire se andrà a dama un'altra fuga o se i velocisti riusciranno in qualche modo a controllare la corsa e infine a sprintare per la vittoria.