In Champions League vige il fattore campo
Il punto sulla Revolution Champions League: vittoria ai padroni di casa Clancy e Mould, battuti Tennant e Keisse
La prima edizione della Revolution Champions League si è conclusa ieri sera a Londra con il successo di Ed Clancy e Jon Mould, coppia della JLT Condor che aveva già chiuso in testa il primo round a Manchester lo scorso fine settimana: come era prevedibile, i pistard improvvisati delle squadre del World Tour hanno finito con il soccombere nettamente agli specialisti della pista e non sorprende vedere ai primi quattro posti della classifica finale le quattro squadre che si erano qualificate per la Champions League passando dalle tre prove delle Revolution UK.
Dal punto di vista tecnico il confronto non aveva molto senso, ma alla fine il pubblico ha potuto godersi un bello spettacolo con la JLT Condor ed il Team Pedalsure che si sono date battaglia fino all'ultima gara per conquistare il successo finale: la qualità non mancava visto che i primi potevano contare sulla classe del trentaduenne Ed Clancy con i suoi tre titoli olimpici e cinque mondiali, dall'altra parte invece non c'era solo il plurimedagliato Andrew Tennant ma anche il belga Iljo Keisse che attualmente è uno dei più esperti seigiornisti in circolazione. Insomma, la prima edizione della Revolution Champions League non sarà stato un successo assoluto, ma resta comunque una manifestazione interessante e che potrà crescere nel corso degli anni, soprattutto se si riuscirà ad uscire dai confini britannici e se le squadre World Tour miglioreranno la loro partecipazione.
Il Team Pedalsure difende il terzo posto
La due giorni di Manchester si era conclusa con la JLT Condor in testa alla classifica con un margine di vantaggio di 27 punti sul Team Pedalsure che poteva sembrare abbastanza rassicurante: ed invece già nella sessione di venerdì sera è partita un'incredibile rimonta che ha portato Keisse e Tennant a prendere addirittura la testa della classifica generale, seppur per una breve parentesi. Ieri sera invece è arrivato il riscatto di Clancy e Mould che nell'ultima gara del programma, un'Eliminazione, si sono piazzati rispettivamente terzo e secondo rendendo vano il successo di Keisse: alla fine, dopo aver già vinto le Revolution UK, la JLT Condor l'ha spuntata per sole 8 lunghezze, 363 punti contro i 355 dei rivali a cui non è bastato il successo parziale della due giorni di Londra.
Il podio è stato completato dai tedeschi del Team Maloja Pushbikers che hanno fatto del turn-over tra i due round: a Manchester avevano corso Maximilian Beyer e Nick Stöpler, a Londra invece sono scesi in pista Christian Grasmann e Marcel Kalz; il distacco che li ha separati dai vincitori è stato abissale, ben 129 punti, ma nonostante qualche brivido nell'ultima giornata sono riusciti a difendere la posizione dagli assalti del Team Wiggins che si era ripreso dopo un primo round al di sotto delle aspettative e che è riuscito a scavalcare due squadre per andare a chiudere al quarto posto e completare così il dominio delle formazioni arrivate dai tre turni di qualificazione.
Così così le squadre World Tour. Tra le donne successo per la Podium Ambition
Nonostante il quarto posto di Elia Viviani e Peter Kennaugh al termine della tappa di Manchester, il Team Sky non è stata la migliore tra le squadre World Tour: i britannici si sono affidati a Andy Fenn e Ian Stannard per le gare londinesi e ne sono usciti con il peggior parziale assoluto ed un crollo che li ha fatti finire quindi all'ottavo posto in classifica. A sorridere è stata quindi la Cannondale-Drapac di Patrick Bevin e Ryan Mullen che però solo per poco non è stata doppiata come numero di punti dalla JLT Condor: sesta è arrivata la Trek-Segafredo che con Edward Theuns ha schierato prima Marco Coledan e poi il campione italiano su strada Giacomo Nizzolo, dodicesimo ed ultimo posto invece per la Lampre-Merida di Davide Cimolai e Roberto Ferrari che pure a Londra han fatto vedere qualcosa di buono come il quarto posto nel Chilometro Madison.
Nelle gare di contorno alla Revolution Champions League vera e propria, va segnalata la vittoria della Podium Ambition nella Women's Élite Championship: il team britannico è stato guidato dalla ventiseienne scozzese Neah Evans, una bella rivelazione visto che nell'Omnium si è presa addirittura il lusso di battere la leggendaria Laura Trott, che da qui dovremmo abituarci a chiamare Laura Kenny dopo il matrimonio con l'altra grande gloria del ciclismo su pista britannico. In campo femminile vanno registrate anche le buone prestazioni di Simona Frapporti, terza nell'Omnium e sempre nelle posizioni di testa in tutte le prove: nella selezione denominata CastelBrando.it-Class Cover erano presenti anche Laura Basso e Maria Vittoria Sperotto che non hanno certo sfigurato.