Tadej Pogačar vince il Giro delle Fiandre 2025 ©Ronde van Vlandereen
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Un arcobaleno splende sulle Fiandre: la Ronde è di nuovo di Pogačar

Tadej batte ancora Van der Poel (terzo dietro a Pedersen) sul pavé fiammingo: dopo uno scontro epico tra campioni del mondo, la Ronde 2025 incorona ancora lo sloveno

Il Giro delle Fiandre 2025 doveva essere il giorno della resa dei conti tra i due predestinati: Tadej Pogačar e Mathieu van der Poel, dopo due duelli finiti con vincitori diversi, Van der Poel nel 2022 e Pogačar nel 2023, lo spareggio dopo le sette Classiche Monumento vinte ciascuno, la rivincita anche per l'ultima Milano-Sanremo, dove il neerlandese aveva avuto la meglio sullo sloveno.

Doveva esserlo e così è stato, con il Campione del Mondo che ha attaccato praticamente su ogni muro dal secondo passaggio sull'Oude Kwaremont, e il suo predecessore che ha resistito ad ogni sferzata salvo cedere come due anni fa sull'ultimo passaggio sul Kwaremont. Di nuovo è stato infranto ogni record: 44,99 km/h di media per 5 ore e 58' di corsa, il Giro delle Fiandre più veloce di sempre, terminato con tre Campioni del Mondo sul podio.

È stato Mads Pedersen (terzo podio al Fiandre per lui, e decima top ten in una monumento, senza mai vincerne una) che si è inserito nell'ordine di arrivo tra Pogačar e Van der Poel, i due prescelti, segnati dal destino di mattatori degli anni '20, ciascuno con la propria storia di cadute, infortuni e sconfitte brucianti, entrambi usciti vittoriosi dalla rivalità con la propria nemesi: Vingegaard per il primo, Van Aert per il secondo; entrambi questi due, per il momento, relegati al ruolo di antagonisti destinati alla sconfitta. Proprio Van Aert, che aveva puntato tutto su questa corsa e sulla Roubaix di domenica prossima, si è ritrovato a vivere l’intera fase calda della gara in affanno, salvo tentare un attacco disperato per provare ad anticipare gli avversari sul muro decisivo.

Dalla sfida tra i due fenomeni oggi è emerso Pogačar, colui che ha fatto ciò che per definizione non era più pensabile in quello che definivamo con disprezzo il “ciclismo moderno”, l'unico in grado di vincere Giro, Tour, Mondiale e due monumento nello stesso anno come solo Eddy Merckx prima di lui, non pago di dominare i Grandi Giri (o, ancora più meritoriamente, quando ancora non li dominava), è venuto a sfidare il re delle pietre proprio sul suo terreno, uscendone vincitore per due volte sui muri fiamminghi, e ora, mai contento accontentarsi dei propri limiti, lancerà di nuovo il guanto di sfida sul pavé della Roubaix

Quel che sembrava impensabile, sta accadendo davvero.

Giro delle Fiandre 2025, la cronaca della corsa

La 109esima Ronde van Vlaanderen prendeva il via da Bruges, a cui quest'anno spettava la partenza per la recente scelta di alternarsi con Anversa, e arrivava come di consueto a Oudernaarde dopo 269 chilometri. In mezzo quindici muri, quasi tutti in ciottolato, e due tratti in pavé, a cominciare dal primo, quello di Doorn, dove dopo 109 km iniziava la parte nervosa della corsa. A complicare le cose ci si metteva il vento che soffiava sulla corsa, così, dopo due tentativi andati a vuoto di Bob Jungels (INEOS Grenadiers) prima e Jules Hesters (Flanders-Baloise) poi, a prendere il largo dopo una trentina di chilometri è stata una fuga di otto corridori, con Elmar Reinders (Jayco AlUla), Alessandro Romele (XDS Astana), Connor Swift (INEOS Grenadiers), Sean Flynn (Picnic-PostNL), Timo Roosen (Picnic-PostNL), Rory Townsend (Q36.5), Marco Haller (Tudor) e Victor Vercouillie (Tarteletto-Isorex). Hanno cercato di rientrare su di loro Jens Reynders (Wagner Bazin WB) e Max Walker (EF Education-EasyPost), ma si sono arresi dopo quasi 80 km di inseguimento. Appena smesso di inseguire la fuga, il gruppo si era fermato per una sosta fisiologica, durante la quale l'Arkea-B&B Hotels aveva cercato di lanciare un contrattacco, cosa che aveva infastidito le squadre dei favoriti (UAE Emirates-XRG e Alpecin-Deceuinck, quest'ultima ancora con Silvan Dillier, come alla Milano-Sanremo). Per conto della UAE, Mikkel Bjerg non aveva lesinato rimproveri.

Pur controllati dalle squadre di Tadej Pogačar e Mathieu van der Poel, i fuggitivi avevano guadagnato rapidamente terreno: al primo passaggio sull'Oude Kwaremont (140 dall'arrivo circa) il vantaggio era di circa 4'20". Qui Romele aveva tentato un piccolo allungo, pur senza sortire particolare effetto.

Nel frattempo dietro ai favoriti capitava qualche disavventura: una foratura per Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) prima e, ai -126 km dall'arrivo, una caduta che coinvolgeva Mathieu van der Poel insieme a una dozzina di altri, tra cui Xandro Meurisse (Alpecin-Deceuninck), Edward Planckaert (Alpecin-Deceuninck), John Degenkolb (Picnic-PostNL), Adrien Petit (Intermarché-Wanty), Jhonatan Narváez, Florian Vermeersch e Tim Wellens (UAE Emirates-XRG), Emīls Liepiņš (Q36.5) e Jenno Berckmoes (Lotto). Per quest'ultimo le conseguenze sembrano più serie, visto che viene inquadrato con il volto insanguinato.

La corsa si accendeva improvvisamente, perché davanti Lidl-Trek (con Tim Declercq) e Red Bull-BORA-hansgrohe aumentavano il ritmo in vista dell'Eikenberg, e quel che rimaneva della UAE proteggeva Tadej Pogačar, mentre Van der Poel inseguiva non senza dispendio di energie, pur scortato da Meurisse e soprattutto da Planckaert, e chiudeva il gap dopo circa cinque chilometri: con lui anche Florian Vermeersch. A ritirarsi invece erano John Degenkolb e Adrien Petit

Si muovono Ballerini, Trentin e Ganna

Davanti gli uomini della UAE proseguivano l'inseguimento riducendo a 2'30" il divario: a Mikkel Bjerg (quarto lo scorso anno) succedeva Antonio Morgado (sesto), prima che la Alpecin riprendesse la testa per prendere in testa il Molenberg (- 112 km dall'arrivo). Qui ad avvantaggiarsi erano Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike),  Davide Ballerini (XDS Astana), Stefan Küng (Groupama-FDJ) e Vito Braet (Intermarché - Wanty), che pian piano si avvicinavano ai sei rimasti in testa (Reinders, Romele, Swift, Flynn, Towsend e Haller).Intorno ai -100, dal gruppo principale uscivano anche Filippo Ganna, Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck) Daan Hoole (Lidl-Trek) e Matteo Trentin (Tudor). 

Gli ultimi quattro rientravano sul gruppo di Ballerini prima del Berendries (-92 dall'arrivo) e poco dopo sugli attaccanti della prima ora: il gruppo di testa contava ora 14 elementi; il vantaggio sul gruppo principale, guidato dalla UAE Emirates, era però inferiore al minuto.

Sul Valkenberg  il primo dei fuggitivi a cedere era Alessandro Romele, che dava chiari segni di avere i crampi. Il vantaggio però tornava pian piano sopra il minuto, anche per la collaborazione tra i fuggitivi, dove sia INEOS che Tudor erano in superiorità numerica. 

La fuga con Filippo Ganna, Matteo Trentin e Davide Ballerini al Giro delle Fiandre 2025 ©GreenEDGEteam)
La fuga con Filippo Ganna, Matteo Trentin e Davide Ballerini al Giro delle Fiandre 2025 ©GreenEDGEteam)

A questo punto la UAE, già decimata dalla caduta, era l'unica formazione senza uomini nel gruppo di testa tra quelle dei favoriti: a Morgado era richiesto un lungo sforzo fino ai -65 km dall'arrivo, per mantenere il divario sotto il minuto e 20", prima di cedere l'onere dell'inseguimento a Nils Politt. A dar man forte agli uomini di Tadej Pogačar arrivava anche la Visma | Lease a Bike con Tosh Van der Sande, riportando il gap sotto il minuto prima del secondo passaggio sull Oude Kwaremont, ai -56 km dall'arrivo.

Il primo attacco di Pogačar

Appena iniziato il tratto in pavé, arrivava l'atteso scatto di Pogačar, che veniva tallonato da Wout van Aert e Matteo Jorgenson (Visma | Lease a Bike), Mads Pedersen (Lidl-Trek) e Mathieu van der Poel, che inizialmente era rimasto attardato di qualche metro. 

Il gruppo di testa contava sette uomini rimasti (Benoot, Hoole, Küng, Ballerini, Ganna, Trentin e Haller), e all'attacco del primo Paterberg (51 km dall'arrivo) aveva ancora 45" sul gruppo di Pogačar, che nel frattempo rallentava e veniva ripreso da una ventina di altri corridori. Proprio in quel frangente, Van der Poel dava la sua staffilata, e su di lui si riportava subito il Campione del Mondo: i due scollinavano insieme, ma sulla discesa rientravano su di loro prima la coppia Lidl-Trek  Mads Pedersen e Jasper Stuyven e poi di nuovo la coppia Visma Wout van Aert e Matteo Jorgenson: il gruppo dei favoriti così si ricomponeva, e questa volta il divario dalla testa della corsa era di 30" scarsi. Al loro inseguimento c'era un terzo gruppetto con Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Yevgeniy Fedorov (XDS Astana) e Arjen Livyns (Lotto), che presto rientrava su di loro.

A lavorare erano praticamente solo Van der Poel e Pogačar, con l'eccezione di un timido cambio da parte di Mads Pedersen appena dopo aver avuto per qualche centinaio di metri l'aiuto iniziale di Stuyven, poi rialzatosi.

Sulle rampe del Koppenberg Pogačar accelerava nuovamente seguito solo da Van der Poel (Pedersen era l'ultimo a cedere del gruppo inseguitore), riportandosi su Filippo Ganna e Matteo Trentin: davanti a loro restavano solo Benoot, Küng e Ballerini, che venivano agganciati al termine della discesa. Nel frattempo rientravano anche Jorgenson, Van Aert, Stuyven e Pedersen.

Dopo qualche timido tentativo di Pedersen e Benoot, visibilmente a corto di energie, arrivati alla serie Mariaborrestraat-Steenbeekdries-Stationberg (- 40 km dall'arrivo) Pogačar tornava all'attacco, pur senza far troppa selezione, ma per lui sul Taaienberg arrivava presto una nuova occasione di sbarazzarsi degli avversari, fatte due grosse eccezioni per Van der Poel e Pedersen, che resistevano alla sua ruota iniziando anche a a collaborare. Gli inseguitori a questo punto erano Van Aert, Benoot, Jorgenson, Stuyven e Küng: alle loro spalle un terzo gruppo con Trentin, Ganna e Haller.Ai -31 Wout van Aert cercava senza successo di colmare il gap con il terzetto di testa, che in quel momento aveva 7" di vantaggio. 

Fallito il riaggancio, Pogačar accelerava nuovamente sull'Oude Kruisberg, staccando Pedersen ma non Van der Poel. Gli inseguitori ora erano Van Aert, Stuyven e Pedersen con questi due che cercavano a turno di liberarsi di Van Aert: le continue accelerazioni permettevano ai tre di rientrare sulla coppia di testa quando mancavano 22 chilometri all'arrivo, e l'ultimo passaggio su Oude Kwaremont e Paterberg.

Dietro di loro gli inseguitori erano comprendeva Küng e i due Visma Jorgenson e Benoot.

Il colpo di grazia

Davanti Van Aert cercava di anticipare il  Kwaremont  ma veniva inesorabilmente ripreso e staccato da Pogačar: questa volta anche Van der Poel doveva cedere, e il campione del mondo era da solo in testa, con Van der Poel, Van Aert, Pedersen e Stuyven a inseguirlo.

Lo sloveno aveva 28" all'attacco dell'ultimo Paterberg, e li conservava al termine della discesa. Dietro però non c'erano energie rimaste e il divario aumentava inesorabilmente: il Campione del Mondo arriverà al traguardo con 1' di vantaggio sul gruppo degli inseguitori, regolato in volata da Mads Pedersen su Mathieu van der Poel, Wout van Aert e Jasper Stuyven. Ganna vincerà poi la volata del quarto gruppo, ottenendo l'ottavo posto, mentre a Ballerini rimarrà la decima piazza.

Giro delle Fiandre 2025, l'ordine di arrivo

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