Valentin Paret-Peintre vince a Bocca della Selva © Giro d'Italia
Giro d'Italia

Fratellin Paret-Peintre: vitino di vespa, ma in fuga è uno scooter!

Primo successo da pro' per Valentin a Bocca di Selva davanti a Romain Bardet e Jan Tratnik. Propositivo finale di Antonio Tiberi, ma la classifica del Giro d'Italia cambia ben poco

14.05.2024 18:26

Ai fratelli Paret-Peintre piacciono le salite campane del Giro d'Italia: l'anno scorso Aurélien vinse a Lago Laceno, oggi Valentin ha esultato 120 km più giù, a Bocca della Selva, festeggiando la prima vittoria da professionista, ottenuta per di più battendo uno dei suoi idoli di gioventù, Romain Bardet. E c'è da dire che i francesi stanno collettivamente animando parecchio la corsa rosa, tra le tante fughe di Julian Alaphilippe (anche quella odierna), secondo a Rapolano Terme, quelle vincenti di Paret-Peintre oggi e Benjamin Thomas a Lucca, e la presenza ricorrente dello stesso Bardet nelle azioni d'attacco.

Quanto a Valentin, ha 23 anni ed è magrissimo (52 chili per 176 cm, riporta PCS), il suo vitino di vespa avrebbe fatto l'invidia delle pin-up degli anni ‘50 ma la sua esile figura nasconde una grinta non comune. Già sabato aveva tentato la fuga verso Prati di Tivo, oggi tutto è andato alla perfezione per lui. Il maggiore della famiglia, Aurélien, forse ha ottenuto un po’ meno di quello che ci si attendeva, almeno finora (ha 28 anni); il Paret-Peintre minore invece al terzo anno da professionista sta cominciando a raccogliere risultati interessanti, fino a oggi due top ten nella generale di Down Under e Tour of the Alps, quindi questo successo al Giro, che certifica una cosa: c'è un futuro per questo fisico da scalatore.

C'è un futuro anche per le prospettive di Antonio Tiberi, che oggi abbiamo visto propositivo anche se alla fine non ha raccolto niente; però già l'aver messo la squadra a lavorare e poi essersi assunto l'onere di un tentativo d'attacco denota una certa personalità. Intendiamoci, non si è trattato di un assalto all'arma bianca, giusto un tentativo d'allungo a due chilometri dal traguardo, subito rintuzzato da Tadej Pogacar in persona (unica azione dello sloveno nella tappa). Ma l'attitudine è quella giusta, prendiamo nota e aspettiamo prossime sortite.

Grazie alla fuga Filippo Zana rientra in top ten, dove erano sempre rimasti lo stesso Tiberi e Lorenzo Fortunato; nei 20 troviamo Domenico Pozzovivo (oggi tra gli animatori dell'azione del giorno), Davide Piganzoli e Giovanni Aleotti; tra giovani e giovanissimi (il più ragazzino di tutti ovviamente è Mimmo), una presenza che in ogni caso ci dà tutti i giorni da dire qualcosa: non è poco, vista l'aridità da cui siamo reduci.

Giro d'Italia 2024, la cronaca della decima tappa

Qualche scatto fotografico tra le rovine per i capitani in corsa prima del via da Pompei © Giro d'Italia
Qualche scatto fotografico tra le rovine per i capitani in corsa prima del via da Pompei © Giro d'Italia

La Pompei-Cusano Mutri, decima tappa del Giro d'Italia 2024, ripartito dopo il giorno di riposo con le defezioni di Olav Kooij (Visma-Lease a Bike), Max Kanter (Astana Qazaqstan), Ethan Vernon (Free Palestine) e Marius Mayrhofer (Tudor), aveva proprio la faccia della frazione destinata a premiare la fuga, sicché sin dall'inizio dei suoi 142 km si sono susseguiti i movimenti in tal senso: per primi (proprio al km 0) sono scattati Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck) e Simon Clarke (Free Palestine), poi raggiunti al km 20 da Alessandro De Marchi (Jayco AlUla).

Questo terzetto ha messo insieme un minuto abbondante, dopodiché, sulla salitella di Arpaia (dove ai -90 era posto il traguardo volante vinto da De Marchi), Hermans ha perso le ruote degli altri due; il gruppo era lungi dallo star tranquillo, si moltiplicavano i tentativi di evasione, tra gli altri anche Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) ci ha provato, e sulla successiva salita di Bivio Taburno si sono avvantaggiati circa 25 uomini, ispirati come al solito da Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step). Tra gli altri, presenti Romain Bardet (DSM-Firmenich PostNL), Esteban Chaves (EF Education-EasyPost) e Juanpe López (Lidl-Trek).

A questo punto il gruppo - controllato dalla UAE Emirates della maglia rosa Tadej Pogacar - ha un po' mollato, e sulla salita di Camposauro (terza di giornata ma prima valevole come Gpm) De Marchi e Clarke hanno aspettato il drappellone, che li ha raggiunti ai -63. E a questo punto possiamo pure procedere col maxielenco dei 27 protagonisti di giornata: oltre ai citati De Marchi, Clarke, Alaphilippe, Bardet, Chaves e López, c'erano Tobias Foss (INEOS), Nicola Conci (Alpecin), Simone Velasco (Astana), Maximilian Schachmann (BORA-Hansgrohe), Simon Geschke (Cofidis), Aurélien e Valentin Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale), Enzo Paleni (Groupama-FDJ), Marco Frigo (Free Palestine), Andrea Bagioli (Lidl), Will Barta (Movistar), Chris Hamilton e Kevin Vermaerke (DSM), Filippo Zana (Jayco), Mattia Bais (Polti Kometa), Jan Tratnik (Visma), Domenico Pozzovivo, Luca Covili e Filippo Fiorelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè) e Damiano Caruso (Bahrain-Victorious).

Appena rientrati i 25, ai -62 si è staccato Clarke, quindi Geschke ha vinto il Gpm dei -60; dopo la discesa verso Solopaca era in programma una nuova rampa, verso Guardia Sanframondi dove era posto il traguardo Intergiro; su questa salita ai -40 ha perso contatto Alaphilippe, ma anche altri hanno sofferto, per esempio Foss, De Marchi e Fiorelli; quest'ultimo però si è ripreso in tempo per vincere il citato Intergiro dei -37 prima di rialzarsi.

Il tentativo di Tratnik

Jan Tratnik, secondo alle spalle del siciliano, sullo slancio della volata ha proseguito per un tentativo personale che ha chiamato la reazione di Valentin Paret-Peintre, Frigo, Bagioli e Bardet, isolatisi all'inseguimento dello slovacco. 3"-2"-1" di abbuono per Tratnik-Bardet-Frigo al traguardo volante di Cusano Mutri ai -30, intanto il gruppo pedalava a circa 5' dai primi e il margine non accennava a scendere nonostante qualche trenata dei Bahrain e, nell'approdo alla salita finale, degli INEOS. Del resto il più vicino in classifica (Zana) pagava alla partenza 7'12" a Pogacar, insomma non c'erano immediati pericoli di stravolgimenti in classifica.

Tratnik si è gasato nella prima parte di salita verso Bocca della Selva: ai -15, dopo i primi tre chilometri di scalata, è passato con 1' sul quartetto inseguitore e quasi 2' sugli altri fuggitivi tra i quali Pozzovivo provava ad alzare il livello dello scontro, provocando ulteriore selezione. Al lucano hanno risposto Conci, López, Geschke, l'altro Paret-Peintre, Hamilton, Zana e Caruso; negli stessi istanti Frigo perdeva contatto da Bardet, Bagioli e Valentin P-P; ai -13 anche Bagioli gettava la spugna.

In ogni caso non era la cosa più scontata del mondo andare a rosicchiare tempo al dieselone al comando, il quale a 5 km dalla fine conservava ancora 40" sui due francesi al suo inseguimento. Nel gruppo maglia rosa i Bahrain avevano intanto ripreso a trenare per benino, selezionando abbastanza il plotone e preparando il terreno a un attacco di Antonio Tiberi. Ai -4 Caruso si è rialzato dalla fuga per farsi riprendere e dare una mano al giovane compagno, accollandosi la fase di lancio del frusinate. Il forcing di Damiano sarebbe durato un paio di chilometri.

La vittoria di Valentin Paret-Peintre, le schermaglie tra i big

Ai -3 quello che non ti aspetti: Paret-Peintre junior ha staccato Bardet con una rasoiata che è coincisa con un visibile calo di Tratnik lì davanti: di fatto lo slovacco è stato rimesso nel mirino dal transalpino meno pronosticato tra i due. Ai 2700 metri Valentin ha superato di netto Jan, ma comunque Bardet non era del tutto fuori dai giochi, pure lui ha superato il corridore della Visma predisponendosi a due chilometri di inseguimento alla morte nei confronti del connazionale: 15" da limare per Romain. Non impossibile, ma per nulla facile, data la gamba del 23enne di Annemasse.

E infatti la giornata indimenticabile di Valentin Paret-Peintre è andata a completarsi di lì a poco: il corridore della Decathlon ha coperto l'ultimo tratto di tappa sulle ali dell'entusiasmo scatenato in lui dalla prospettiva di conquistare il primo successo da professionista. 29" il ritardo di Bardet, 1'01" per Tratnik, 1'18" per Bagioli. Aurélien, vincendo a 1'25" la volata del quinto posto, ha esultato per la vittoria del fratellino, prima di andarlo a pescare in zona interviste per un abbraccio carico di felicità.

Intanto si era conclusa anche la sfida tra i big. Ai 2 km Tiberi ha dato luogo all'atteso scatto ma non ha fatto la differenza: Pogacar non l'ha mollato neanche un secondo, e gli altri si sono presto accodati. Più avanti è stato Ben O'Connor (Decathlon) a prodursi in una progressione che nell'ultimo mezzo chilometro ha dato una setacciata al drappello dei migliori, spostando però giusto qualche secondo nello sfilacciarsi di gruppetti che è venuto a determinarsi e non risultando tutto sommato rilevante nell'economia della corsa.

L'australiano ha chiuso 14esimo a 3'14" dal vincitore e alla sua ruota c'erano Dani Martínez (BORA), Geraint Thomas (INEOS), Tadej Pogacar ed Einer Rubio (Movistar); 4" pagati da Antonio Tiberi, Jan Hirt (Soudal), Michael Storer (Tudor), Lorenzo Fortunato (Astana) e Alex Baudin (Decathlon); Cian Uijtdebroeks (Visma) è andato un po' peggio, rimettendoci alla fine 13" rispetto al gruppetto O'Connor. Nulla di grave.

La classifica vede la risalita dei fuggitivi, con Bardet che sale dalla 14esima alla settima posizione a 4'57" da Pogacar e Zana che recupera quattro posizioni, dalla 13esima alla nona a 5'23". Tadej guida con 2'40" su Martínez, 2'58" su Thomas, 3'39" su O'Connor, 4'15" su Uijtdebroeks, 4'27" su Tiberi. Fortunato scende dalla settima all'ottava posizione a 5'19" dalla maglia rosa. 

Domani l'undicesima tappa del Giro d'Italia 2024 sarà una passeggiata di salute di 207 km tra Foiano di Val Fortore e Francavilla al Mare. Qualche strappetto nella prima parte della frazione, poi cento chilometri di piattone prima di quella che pare una poco discutibile volata al termine di tre chilometri e mezzo di rettilineo sul lungomare della località abruzzese.

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Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!