Giro d'Italia, la panoramica sui favoriti per la classifica generale
Analizziamo tutti i contendenti alla classifica generale della Corsa Rosa. Oltre all'attesissimo scontro Evenepoel-Roglic non mancano gli outsiders: Geoghegan Hart scalpita nella Ineos, Bahrain a più punte
Manca sempre meno all’inizio del Giro d’Italia 2023, e ormai si conoscono con certezza quasi tutti i protagonisti della 106esima edizione della Corsa Rosa. Eccoci dunque pronti ad una carrellata dei principali favoriti per la classifica generale, tra chi ha come obiettivo quello di conquistare la Maglia Rosa sul podio di Roma e chi invece si accontenterebbe di un buon piazzamento. Il parterre degli uomini di classifica si presenta particolarmente ricco quest’anno, con una decina di squadre che nutrono forti ambizioni per la “generale”, ed alcune autentiche corazzate che svettano sulle altre. Prima di cominciare la rassegna, è importante ricordare che non sono inseriti in questo articolo tutti gli scalatori presenti, ma solamente coloro che hanno dichiarato di puntare tutto sulla classifica, proprio per questo motivo sono esclusi corridori del calibro di Giulio Ciccone (sperando che l’abruzzese sia effettivamente della partita), Warren Barguil o Bauke Mollema, che rientreranno invece in un successivo approfondimento.
Remco Evenepoel: Ormai sono già state spese tante parole sull’attesissima partecipazione del campione del mondo al Giro d’Italia, e come se non bastasse, la vittoria nella Liegi di domenica aumenta ancora di più la curiosità per vedere se il capitano della Soudal-Quick Step riuscirà ad aggiungere il Trofeo Senza Fine al proprio palmares, potendo contare su una formazione solidissima. Al suo fianco sulle salite troveremo una vera e propria corazzata composta da uomini come Fausto Masnada, Jan Hirt, Louis Vervaeke, Mattia Cattaneo ed Ilan Van Wilder per proteggere colui che a detta di quasi tutti sarà l’uomo da battere nelle 3 settimane italiane, potendo anche contare sui tanti chilometri a cronometro di questa edizione
Primoz Roglic: Se quasi tutti indicano Evenepoel come favorito principale, la restante minoranza vede invece lo sloveno come uomo da battere. In effetti, lasciando da parte il gioco su quale sia il favorito numero uno Roglic è stato autore di un inizio di stagione semplicemente perfetto, con le vittorie finali in Catalogna e nella Tirreno-Adriatico. Se, sulla carta, potrebbe perdere qualcosa nelle prove contro il tempo dal belga, pur essendo un ottimo interprete della specialità, Roglic potrebbe trarre vantaggio da quelle frazioni mosse e dal suo buono spunto veloce che gli ha permesso spesso in passato di guadagnare manciate di secondi nelle ultime centinaia di metri di tappa. Anche lui avrà a proprio supporto una Jumbo-Visma eccellente, in cui spiccano Sepp Kuss, Tobias Foss e Koen Bouwman per le montagne.
Geraint Thomas: Il gallese della Ineos Grenadiers è una garanzia di continuità ed affidabilità nelle corse di tre settimane, come ha dimostrato un’ultima volta lo scorso anno al Tour, dove concluse sul podio alle spalle di Vingegaard e Pogacar. Ciò che crea qualche dubbio sulle sue quotazioni per il podio sono però le recenti prestazioni di Mister G, che in questo 2023 sembra essere un po’ sottotono rispetto al passato, forse per le naturali conseguenze dell’età che avanza. Guai comunque a sottovalutarlo, in carriera ha dimostrato di arrivare sempre pronto agli appuntamenti più importanti, sapendo gestire le forze con grande esperienza.
Tao Geoghegan Hart: Pur appartenendo alla stessa formazione di Thomas, vale la pena separare il discorso per il vincitore del Giro d’Italia 2020. Tao, dopo due stagioni decisamente sottotono sembra finalmente aver ritrovato buone prestazioni e la vittoria al Tour of the Alps appena concluso ne è la prova lampante. Non perdiamo la razionalità: il britannico sulla carta dovrebbe perdere parecchio a cronometro dal duo Evenepoel-Roglic, ma in salita se sta bene ha dimostrato di poter competere con chiunque. Sarà proprio lui ad interpretare il ruolo di terzo incomodo per la Maglia Rosa? Chissà. Da valutare, infine, come verrà gestita la compresenza in squadra con gli altri potenziali leader.
Aleksandr Vlasov: A proposito di “terzi incomodi”, se avessimo redatto questo articolo lo scorso inverno, il ruolo in questione sarebbe quasi sicuramente andato al russo della Bora-Hangrohe. Tuttavia, dopo un 2022 eccellente il suo rullino di marcia negli ultimi mesi sembra essere meno brillante, e se uniamo ciò alla sua tenuta non eccellente nell’arco delle 3 settimane forse il nome di Vlasov perde quotazioni per il podio finale. La sua formazione ha comunque deciso di difendere il titolo vinto da Hindley lo scorso anno costruendo una squadra ambiziosa in cui ci sarà spazio anche per dei vice-capitani.
Damiano Caruso-Jack Haig-Gino Mäder: A differenza del discorso fatto per la Ineos Grenadiers, nel tridente della Bahrain-Victorious sembrano partire davvero tutti sullo stesso livello. Jack Haig è colui che ha recentemente ottenuto i migliori risultati e ha dichiarato che per lui l’obiettivo sarà concludere la Corsa Rosa tra i primi 5. Damiano Caruso sembrava involato verso il successo del suo Giro di Sicilia, ma un crollo nell’ultima tappa gli ha precluso un avvicinamento del tutto tranquillo, ed è in queste ore all’opera con Gino Mader al Tour de Romandie. Sulla carta forse è proprio quest’ultimo a partire un gradino sotto gli altri, mentre un giovane colombiano scalpita per risalire le gerarchie, ma ne parliamo nella sezione “Altri Uomini di Classifica”.
João Almeida: Il portoghese che guiderà la UAE Emirates è un corridore troppo spesso sottovalutato, ma che nelle ultime stagioni ha sbagliato davvero pochissimo, risultando sempre ottimo piazzato negli appuntamenti più importanti. Giunto ormai alla sua quarta partecipazione consecutiva al Giro, Almeida potrà anche far valere le proprie buone doti di cronoman per cercare di ottenere un posto sul podio che sarebbe ampiamente meritato per quanto fatto vedere negli ultimi anni. Il suo ormai iconico metodo di affrontare le salite tutte in rimonta potrebbe però non bastare vista la folta concorrenza, ma se dovesse migliorare le proprie doti prettamente da grimpeur potrebbe rivelarsi un cliente davvero insidioso.
Thibaut Pinot: Il francese della Groupama-FDJ ha scelto il Giro d’Italia, la corsa che ama, per l’anno conclusivo della sua bella carriera. Per un corridore che ha spesso sofferto la pressione mediatica su di sé gareggiare lontano dai riflettori sembra essersi rivelata la scelta vincente, visti i buoni risultati ottenuti di recente in corse minori. Ed è proprio partendo a fari spenti che si augura di essere protagonista di un ottimo Giro, iniziando con l’attenzione rivolta alla classifica generale, ma accettando anche di riconvertirsi alla ricerca di un successo di tappa in caso il fisico non dovesse dare le risposte sperate.
Hugh Carthy-Rigoberto Uran: Il duo della EF EasyPost non sarà il più atteso al via, ma sia Carthy che Uran hanno le carte in regola per entrare nei primi 10 della generale, ed in particolare il britannico è sembrato recentemente molto brillante in salita. Se tuttavia sembra quasi impossibile per lui ripetere l’exploit della Vuelta 2020, dove concluse terzo, ma è ormai un habitué della Corsa Rosa e potrebbe crescere nella terza settimana. Il colombiano è invece giunto alle battute finali della propria carriera e torna al Giro dopo 7 anni dall’ultima volta, favorito da un percorso con tanta cronometro che potrebbe aiutarlo. In ogni caso sarebbe sorprendente trovare uno di loro nella top5 finale.
Altri Uomini di Classifica: Decidiamo di riunire in questa categoria tutti quei corridori che, per diversi motivi, non partono con i riflettori puntati ma potrebbero comunque nutrire ambizioni di classifica generale: si tratta infatti di tutti ottimi scalatori, in cui individuiamo due macro-categorie: chi ha come massima aspirazione un piazzamento nella top10 finale e chi invece potrebbe ambire a qualcosa in più ma si ritrova in squadre dove sono già presenti leader più blasonati. Appartengono alla prima categoria uomini come Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa), Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën), Eddie Dunbar (Jayco-AlUla) ed Einer Rubio (Movistar). Pur trattandosi di 4 corridori dalle carriere e dalle caratteristiche differenti, il loro obiettivo per questo Giro sarà praticamente lo stesso, per loro e per le loro squadre una top10 sarebbe motivo di grande orgoglio.
Discorso ben diverso invece per uomini come Lennard Kämna (Bora-Hansgrohe), Thymen Arensman e Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious) e Jay Vine (UAE Emirates). Questi valentissimi corridori appartengono tutti a vere e proprie corazzate con capitani che hanno il podio finale come obiettivo. Il loro ruolo è tutto da definire: potremmo ritrovarceli a lavorare per i rispettivi leader, potrebbero agire da seconde punte creando scompiglio tattico e andare a caccia di tappe o ancora potrebbero prendere le redini di squadra in caso di problemi al capitano designato. Quel che è certo è che avrebbero tutti le carte in regola per ambire ad un importante risultato personale, ma si sa, spesso in un grande giro le logiche di squadra hanno la precedenza.