Mattia Gaffuri ©Mattia Gaffuri via IG
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La Zwift Academy va a Emily Dixon e Noah Ramsay. Gaffuri: "Un altro anno di sacrifici e poi..."

Emily Dixon e Noah Ramsay vincono la Zwift Academy 2024. Amarezza per Mattia Gaffuri, che viene respinto per la seconda volta

La Zwift Academy 2024 ha visto l'australiana Emily Dixon, di soli 18 anni, e il canadese Noah Ramsay, di 22 anni, vincere la competizione e guadagnarsi contratti professionistici rispettivamente con il team Canyon-SRAM zondacrypto e la squadra di sviluppo dell'Alpecin-Deceuninck. 

Noah Ramsey, vincitore della Zwift Academy 2024 ©GoZwift via IG
Noah Ramsey, vincitore della Zwift Academy 2024 ©GoZwift via IG

I due sono stati dichiarati vincitori nell'episodio finale della serie sulla Zwift Academy, trasmesso da GCN e filmato nei ritiri delle rispettive squadre a Monchique, in Portogallo, e Dénia, in Spagna.


La Zwift Academy

La Zwift Academy è un contest di allenamento virtuale sui rulli che dal 2018 offre ai vincitori la possibilità di ottenere un contratto per correre in una squadra professionistica. Anche quest'anno,"il vincitore maschile sarebbe entrato a far parte dell'Alpecin-Deceuninck, mentre la vincitrice avrebbe ottenuto un posto nel team CANYON//SRAM zondacrypto Generation.

Se per Dixon e Ramsay si tratta di un sogno che si avvera dopo aver superato una serie di sfide che ne hanno messo alla prova abilità, potenza, tecnica di guida e scelte di tempo, per l'italiano Mattia Gaffuri l'esito della Zwift Academy 2024 (le cui finali sono state trasmesse tra febbraio e marzo 2025 ma si sono svolte a gennaio durante i ritiri delle squadre) ha avuto un sapore amaro.
Mattia Gaffuri infatti è tornato in finale alla Zwift Academy per la seconda volta consecutiva, dopo la delusione del 2023. Già l'anno precedente, il preparatore atletico lecchese aveva tentato di seguire le orme del suo compagno di allenamenti Luca Vergallito, vincitore dell'edizione 2022 e ora professionista con l'Alpecin-Deceuninck.

Tra le prove a cui sono stati sottoposti atleti e atlete, oltre allo sforzo del lattato sui quattro minuti che già era stato proposto l'anno scorso, un test di guida in un Kartodromo dietro a professionisti e professioniste come Mathieu van der Poel, Gianni Vermeersch e Zoe Bäckstedt, oppure sfidarsi in una serie di volate ravvicinate, o in una corsa virtuale sulla piattaforma che sponsorizza la competizione, di nuovo insieme a Mathieu van der Poel.

Mattia Gaffuri riflette sul risultato

Mattia Gaffuri, che nel frattempo ha cominciato nuovamente a correre tra gli élite grazie al team Swatt Club, ha dato l'impressione di essere il migliore nella sfida in salita, nel test del lattato e nella corsa virtuale, pagando però dazio nella guida sul Kartodromo e nelle volate. Dopo il verdetto, durante la trasmissione aveva commentato: “Ci sono già passato, era qualcosa che in qualche modo mi aspettavo. Sono onesto, pensavo di meritarmelo quest'anno. Penso di essere stato il migliore nelle corse vicine alle corse della vita reale, quelle per cui la Zwift Academy dovrebbe esistere. Sono fuori perché sono andato tre secondi troppo piano in un percorso di Go Kart. Non è come avrei scelto io, ma di certo non sono io a decidere, lo accetto così”.

Oggi ha poi affidato ai social un commento sull'esito della competizione: 

"Un altro anno di sacrifici, cercando di migliorare ogni aspetto e poi dopo aver perso 4 secondi su una pista da Go-Kart tutti iniziano a dirti che forse non hai quello che serve. E fa risuonare forte la domanda che già mi tormentava: 'Ho quello che serve? Forse no'.
Torno alla linea di partenza di una gara d'élite e ancora una volta inizio a chiedermi: ‘Ho quello che serve?’
E questa domanda continua a risuonare nella mia testa - non riesco proprio a zittirla.
E ogni momento mi sento a disagio nel gruppo, ogni traiettoria sbagliata su una discesa, questa domanda continua a battere nella mia mente, e mi sento di fermarmi.

Poi in alcuni brevi momenti, quando siamo rimasti in 20, "Poi, in alcuni brevi momenti, quando siamo rimasti in 20, mi sento come un senso di appartenenza, con un sollievo impossibile da descrivere: non so cosa si sia rotto ma provo emozione anche mentre corro ancora.

E quando ho tagliato quell'ultimo traguardo, come vedete in foto, mi sono sentito così male per aver rovinato un risultato che poteva tacere quella voce: fratello, vai a casa, non hai quello che serve.

E così, di nuovo, ci troviamo a rincorrere"

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