Che bel Giro, diamo merito a Mauro Vegni
Il mattinale di Francesco Dani - L'impresa di Damiano Caruso è stata il regalo più bello che gli appassionati italiani potessero desiderare in chiusura di una corsa rosa da cui viene fuori l'essenza del ciclismo
Com'è andata ieri
Ci sono giornate in cui il ciclismo ti rimette al mondo e molto spesso quelle giornate si verificano al Giro d'Italia. Ieri è stata una di quelle ed il merito è anche di chi ha disegnato il percorso, ovvero Mauro Vegni, tanto bistrattato per molti motivi ma a cui va riconosciuta la capacità di trovare il modo di far venir fuori l'essenza del ciclismo in ogni edizione. La corsa poi la fanno i corridori e ieri ci ha pensato Damiano Caruso per il quale qualunque aggettivo sarebbe sprecato e inadeguato allo stesso tempo.
Tutti, quando la DSM si è sganciata in discesa, abbiamo avuto lo stesso pensiero guardando la TV: qui Bilbao e Caruso dovevano entrarci. Ma se in un primo momento hanno perso l'attimo, non si sono fatti prendere dal panico e hanno subito rintuzzato dando vita ad un'azione entusiasmante che poteva avere anche l'ambizione di ribaltare il Giro. Complimenti, dunque, anche a Bernal che con l'aiuto della squadra ha saputo gestirsi benissimo in questi giorni.
Caruso ieri è stato il regalo più bello che questo Giro e tutti noi spettatori potessimo desiderare: non ha ribaltato la classifica, è vero, ma l'azione è stata ugualmente epica ed entusiasmante. Peccato solo che Bardet sia rimasto attaccato così a lungo: psicologicamente ha rappresentato un freno per Damiano (un po' come Roche per Bettiol che inseguiva Cavagna l'altro giorno) e se lo avesse staccato prima, forse, avrebbe avuto quella spinta in più per guadagnare qualche altro secondo, che poteva anche diventare determinante. Caro Damiano, un consiglio: oggi nel dubbio la cronometro falla comunque a tutta, che non si sa mai.
Un applauso gigantesco va ad Almeida che pareva al limite fin da Campodolcino, invece ha egregiamente gestito tutta l'ultima salita arrivando addirittura davanti a Yates. E un applauso ancor più smisurato va a Fortunato, ieri nono e quattordicesimo in classifica. Ma quanto va forte questo ragazzo?
Come andrà oggi
È una cronometro abbastanza lunga, ma non si può certo dire che la classifica sia incerta, a parte la possibile rimonta di Almeida. Inoltre, come ormai è noto, in questo tipo di prove poste a fine Giro contano soprattutto le energie rimaste. Ma in ogni caso 30 km contro il tempo sono sicuramente sufficienti per scavare distacchi nemmeno troppo ridotti. Ormai sono tutti al limite e chissà che qualcuno non ceda di schianto.
Un discorso simile si può fare anche per la vittoria di tappa: Ganna è ancora sufficientemente fresco per poter essere così superiore a cronometro? Attenzione alle sorprese, soprattutto a coloro che in salita hanno retto bene e/o hanno palesato un'ottima forma anche in quest'ultima settimana.