La felicità di Michael Vanthourenhout dopo la conquista del Campionato Europeo di Ciclocross 2022 © UEC Cycling
Ciclocross

Vanthourenhout, il giorno perfetto è arrivato

Michael si laurea Campione Europeo distanziando Lars van der Haar e Laurens Sweeck. Iserbyt subito fuori gioco, Nieuwenhuis e Kühn giù dal podio. 12esimo Gioele Bertolini. Tra le Under vince Puck Pieterse, tra gli Juniores Léo Bisiaux

06.11.2022 15:17

“È la vittoria più importante della mia carriera”, dice un Michael Vanthourenhout visibilmente emozionato subito dopo la conquista del titolo europeo di ciclocross in quel di Namur. La commozione non impedisce al 28enne nato a Brugge di analizzare con lucidità la gara appena terminata: “Ho commesso degli errori ma sul tecnico ho pedalato meglio di Lars van der Haar, che ha commesso più errori di me”.

Perfetta sintesi di quella che è stata una battaglia sul fango e che alla fine ha premiato chi ha sbagliato di meno. Non si sono contati gli scivoloni sui tratti più insidiosi del circuito belga, percorso nove volte da una trentina di contendenti, tra cui un solo italiano, Gioele Bertolini. Il valtellinese è partito lentissimo, in zona maglia nera per intenderci, ma giro dopo giro è stato bravo a risalire la china, chiudendo infine con un 12esimo posto che non resterà stampato nel suo personale palmarès ma che ha detto di una gara tenace e volitiva da parte dell'azzurro (3'33" il suo ritardo alla fine).

Ma torniamo ai big di giornata e all'inizio della gara: il più veloce a uscire dai blocchi è stato Eli Iserbyt, che fin qui ha abbastanza dominato la stagione; il biondo fiammingo era però destinato a uscire subito di scena, un errore al primo passaggio sul costone di metà giro l'ha costretto a scendere di bici perdendo terreno, poi al momento di risalire si è accorto di un problema alla catena, e quando più avanti è finalmente rimontato in sella ha sentito uno straap, insomma un improvviso acutizzarsi di vecchi dolori che gli hanno tormentato in passato la schiena e che oggi si sono rimanifestati sul lato sinistro del corpo, gamba compresa: “Mi sentivo come intorpidito e non riuscivo più a spingere con la sinistra”. Detto fatto, al terzo giro Eli si è ritirato.

In quel momento era già in scena la lotta che avrebbe caratterizzato la competizione: il campione uscente Lars van der Haar aveva allungato nella prima tornata, ma aveva dovuto poi subire il ritorno di Michael Vanthourenhout nella seconda, allorquando l'olandese è scivolato su una discea che, giro dopo giro, sarebbe diventata sempre più ingestibile. E infatti al giro successivo è stato Vanthourenhout a scivolare sempre lì, lasciando di nuovo strada all'avversario.

Alle spalle dei due si isolava al terzo posto Laurens Sweeck, destinato a far gara solitaria fino alla fine, fino al meritato podio, pur senza mai dare l'impressione di poter riavvicinare i duellanti che lo precedevano. Fra il terzo e il quarto giro Van der Haar ha spinto a fondo per provare a distanziare un tenace Vanthourenhout, il quale però ha dimostrato all'inizio della quinta tornata di averne di più: con una notevole sgasata il fiammingo ha ripreso il portacolori arancione e la cosa ha un po' mandato in confusione LVDH, che è scivolato in discesa (un tratto diverso da quello su cui era caduto in precedenza), lasciando così via libera all'avversario.

L'inerzia della gara non sarebbe più cambiata, con Vanthourenhout in controllo (a parte qualche piccola sbavatura qua e là) e Van der Haar le cui ambizioni venivano puntualmente frustrate da ulteriori errori di guida (altro scivolone sul costone al settimo giro). Con le prime posizioni ormai congelate già a due terzi di gara, restava da vedere chi si sarebbe piazzato a ridosso del podio: Quinten Hermans e, in misura minore, Ryan Kamp, avevano suscitato buone sensazioni in avvio ma sono scemati via via (il belga si è proprio ritirato alla fine, l'olandese ha chiuso 13esimo); al contrario, l'altro oranje Joris Nieuwenhuis, partito molto male, è cresciuto notevolmente alla distanza andando a conquistare la medaglia di legno a 2'48" da Vanthourenhout (che al traguardo ha preceduto Van der Haar di 40" e Sweeck di 2'17").

Regolarissima a buoni livelli la prova dello svizzero Kevin Kuhn, quinto a 2'51", e hanno conquistato piazzamenti in rimonta sia lo spagnolo Felipe Orts (sesto a 2'54") che il ceco Michael Boros (settimo a 3'03"); la top ten è stata completata dal belga Toon Vandebosch, ottavo a 3'13", l'olandese Mees Hendrikx, nono a 3'16", e lo svizzero Timon Rüegg, decimo a 3'22"; 11esimo davanti a Bertolini anche l'altro fiammingo Niels Vandeputte a 3'27" dal vincitore.

Le altre gare della giornata hanno visto il successo dell'olandese Puck Pieterse sulla francese Line Burquier e l'altra neerlandese Shirin van Anrooij nelle Under 23; giù dal podio la lussemburghese Marie Schreiber e la britannica Zoe Backstedt, lontanucce le azzurre: 12esima Asia Zontone, 15esima Carlotta Borello e 23esima Alice Papo.

Tra gli Juniores successo per il francese Léo Bisiaux davanti al danese Daniel Nielsen e all'olandese Guus van den Eijnden. Cinque italiani in gara, il migliore è stato Tommaso Cafueri (23esimo), poi la selezione guidata dal ct Daniele Pontoni ha piazzato Stefano Viezzi al 30esimo posto, Tommaso Bosio al 33esimo, Samuele Scappini al 40esimo e Elian Paccagnella al 43esimo.

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!