©Emma Finucane via IG
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Emma Finucane: "Ho accettato il mio corpo, in pista c'è più parità tra uomini e donne"

L'oro olimpico e i Mondiali, la lotta con la composizione corporea e i fondelli, e il sogno di Los Angeles: Emma Finucane racconta le sfide e le conquiste delle cicliste

Il 2024 è stato l'anno della consacrazione per Emma Finucane: alle Olimpiadi di Parigi la velocista gallese ha contribuito alla conquista dell’oro nella velocità a squadre per la Gran Bretagna e ha vinto il bronzo nel keirin individuale e nella velocità.

La ventiduenne di Carmarthen è riuscita a collezionare titoli sia all'Olimpiade che ai Mondiali (nella velocità individuale e nel terzetto veloce) e agli Europei (solo nell'individuale), che, in un'intervista al Telegraph, ha definito “i suoi Oscar".

A 16 anni, ha iniziato a cimentarsi nel ciclismo su pista nel velodromo indoor di Newport, a tre ore di automobile da casa sua, dove si recava due volte a settimana.

Il terzetto britannico della velocità che ha vinto l'oro alle Olimpiadi di Parigi 2025 ©Emma Finucane via IG
Il terzetto britannico della velocità che ha vinto l'oro alle Olimpiadi di Parigi 2025 ©Emma Finucane via IG

Finucane ha parlato del periodo successivo alle olimpiadi “Quella fase è stata davvero dura per me,” ha detto “Dopo i Giochi, ero emotivamente prosciugata. Non avevo più nulla da dare, il che non sorprende perché era stato il culmine del mio anno e avevo dato tutto. Le ragazze mi dicevano: ‘Facciamo i Mondiali!’ E io rispondevo: ‘Cosa? Perché?’ Volevo difendere il mio titolo, ma avevo già raggiunto i miei obiettivi. È difficile entrare in battaglia quando hai già vinto la guerra. Si trattava solo di cambiare la narrazione. Sono così felice di essere andata,” ha detto Finucane, che si considera fortunata a far parte di uno sport in cui ora, prosegue, le donne non sono più trattate come "uomini in miniatura".

L'arrivo dei fondelli per le donne

Uno dei grossi problemi riguardanti il ciclismo femminile era la produzione di body dal fondello unisex che dava problemi a molte donne: Laura Kenny ha recentemente rivelato nel Telegraph Women’s Sport Podcast di aver avuto problemi con piaghe da sella “orribili” dopo anni di utilizzo di tute progettate per uomini, prima che British Cycling iniziasse a esplorare alternative più adatte alle donne. Anche Hannah Dines, ex ciclista paralimpica britannica, ha dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico a causa del gonfiore della vulva provocato dalla sella.

“Sono grata di non aver dovuto imparare sulla mia pelle,” ha commentato l'atleta olimpica “Laura ha cercato di ottenere fondelli diversi per le donne, e io mi sono ritrovata ad avere subito questa possibilità. Da una parte, vorrei essere stata parte del processo che ha portato ad averli, ma dall’altra sono davvero grata di avere avuto modelli di riferimento che sapevano cosa facevano e che hanno lavorato per la generazione successiva. Forse anch’io potrò fare qualcosa per la prossima generazione dopo di me.”

L'accettazione del proprio corpo

Un'altra questione affrontata da Finucane al Telegraph è stata quella del rapporto con il corpo: per un'atleta che affronta le sue specialità le trasformazioni sono più appariscenti che in altro. “Stavo mettendo massa muscolare in modi che non mi piacevano, ed era una cosa che odiavo. Con lo sviluppo corporeo e l’arrivo del ciclo, il corpo cambia. Ovviamente servono gambe più grandi per produrre più potenza, ma non volevo superare un certo peso. Ricordo di aver osservato altri velocisti e di non essere sicura di volere gambe più grandi o un aspetto diverso.

Poi ho accettato che avevo bisogno di più potenza per essere veloce. Dovevo spingere i pesi, allenare il mio corpo, mangiare più proteine e guadagnare muscoli per essere la migliore al mondo, ed è qualcosa che ho dovuto davvero imparare e accettare. Facciamo controlli della composizione corporea molto spesso, ed era davvero inquietante perché misurano quanta massa grassa ho. Ma questo è l’alto livello: fa parte del gioco e serve per aiutarti a migliorare.

Non so se per una ragazza di oggi sarebbe più difficile fare quella trasformazione. Ora c’è TikTok, e tutte le ragazze lì sopra sembrano diverse da me,” dice. “Ma penso che dipenda da chi ti circonda, con chi parli. A volte è difficile quando ti confronti con l’esterno, ma io faccio cose che le persone normali non fanno. È solo una questione di prospettiva.

Gli adolescenti vogliono sentirsi parte del gruppo. Anch’io ero così. Non volevo sembrare diversa o avere gambe più grandi perché mi imbarazzava. Ma ora uso le mie gambe per quello che faccio in pista. Ogni ragazza ha un aspetto diverso come atleta. Avere quei modelli di riferimento femminili oggi è incredibile, e voglio che questo continui.”

L'obiettivo Los Angeles e la rinuncia alla strada

Finucane, che punterà un tris di ori alle Olimpiadi di Los Angeles nel 2028, esclude di poter in futuro tentare di tornare sui suoi passi e dedicarsi alla strada: “Adoro la strada, ma ci è voluto molto tempo perché il ciclismo su strada femminile si sviluppasse, mentre nel ciclismo su pista c’è già una certa parità tra uomini e donne. La strada sta crescendo e sono entusiasta di vederne i progressi.”

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