Professionisti

Vuelta sorprendente? No, ma forse divertente

12.01.2017 22:26

Tappe corte, tanta salita e una sola cronometro individuale: ma anche diversi finali interessanti e adatti agli attacchi


Quella che si disputerà dal 19 agosto al 10 settembre prossimi, sarà un'edizione della Vuelta a España che in apparenza non si discosterà molto dall'idea generale degli ultimi anni: il percorso, svelato oggi in prima serata a Madrid, si annuncia molto divertente ed in cui gli uomini di classifica saranno inevitabilmente chiamati in azione spesso e volentieri. Tra muri, meno rispetto al passato, e salite vere e proprie, gli arrivi in quota saranno otto ed in almeno altre tre occasioni ci saranno salite importanti vicino al traguardo che potranno dinamitare la tappa: un piacevole cambiamento dell'organizzazione della Vuelta è quello di aver eliminato quasi del tutto gli arrivi in salita singoli mettendo sempre qualche ascesa interessante a precedere quella finale.

Certo, dopo il grande successo della tappa di Aramón Formigal nell'edizione del 2016, la corsa spagnola ha deciso di puntare come sempre maggior decisione su chilometraggi abbastanza contenuti ma che, si spera, possano garantire così un maggior numero di attacchi. Nel complesso il percorso non può che definirsi da scalatori, ma l'unica cronometro individuale in programma presenta un chilometraggio abbastanza importante e che potrebbe far male a qualcuno: ma un giudice finale come il mitico Angliru posto al penultimo giorno darà la possibilità agli uomini più forti in salita di recuperare con gli interessi il tempo perduto in precedenza. Ma vediamo più nel dettaglio il disegno di questa 72esima edizione della Vuelta a España.

Per la terza volta si parte dall'estero
La Vuelta a España 2017 prenderà il via da Nîmes in Francia: sarà la terza volta nella storia che ci sarà una partenza fuori dai confini spagnoli, in passato era accaduto nel 1997 quando ad accogliere l'avvio della corsa fu Lisbona in Portogallo, e più recentemente nel 2009 quando il gruppo diede le prime pedalate ufficiali in Olanda e più precisamente ad Assen. Curiosamente è stata proprio nel 2009 l'ultima volta che la Vuelta non è iniziata con una cronometro a squadre: la prova per team tornerà anche quest'anno ma misurerà solo 13.8 chilometri e non scaverà grosse differenze tra i principali uomini di classifica.

La seconda tappa sarà interamente in territorio francese ed a Gruissan saranno i velocisti a far festa, ma il giorno successivo arriveranno subito le prime salite: dalla Francia si entrerà in Spagna attraverso il Col de la Perche (circa 20 km di salita subito in partenza), poi gli ultimi 47 chilometri saranno ad Andorra scalando prima il Coll de la Rabassa di prima categoria e quindi l'Alto de la Comella di seconda categoria il cui gpm sarà a meno 7 chilometri dal traguardo della capitale Andorra La Vella. Chi vuole vincere la Vuelta deve farsi trovare pronto fin da subito, altrimenti in una tappa si può già perdere parecchio terreno.

Volate e muri nella prima settimana
Dopo l'impegnativa tappa andorrana, la Vuelta continuerà a puntare verso sud proponendo prima una tappa per velocisti con traguardo a Tarragona, città catalana che nel 2018 ospiterà i Giochi del Mediterraneo, poi una tappa con arrivo in salita sull'inedito muro di Ermita Santa Lucia che ha una pendenza media dell'8.5% su 4 chilometri di ascesa, ma le punte massime arrivano anche al 20%. La sesta tappa a Sagunto può trasformarsi in una splendida battaglia tra fuggitivi e velocisti resistenti visto che presenta cinque gran premi della montagna tra seconda e terza categoria, niente di clamoroso ma non sarà facile tenere il gruppo compatto.

Il giorno successivo ci sarà da gustarsi il meraviglioso arrivo nella città di Cuenca, patrimonio dell'Unesco, mentre il secondo weekend di gara sarà caratterizzato da altri due finali con rampe spaccagambe. Sabato 26 agosto si scalerà il muro di Xorret de Catí con il traguardo posizionato, come da tradizione, dopo due chilometri di discesa; la domenica invece si tornerà a Cumbre del Sol dove nel 2015 Chris Froome venne battuto da Tom Dumoulin con l'olandese che da lì inizio a credere nelle proprie potenzialità come uomo di classifica per una grande corsa a tappe di tre settimane.

Scendendo a sud arrivano le grandi salite
Con il primo giorno di riposo si entra nella settimana centrale della Vuelta che definirà molto chiaramente la ambizioni reali dei vari contendenti. La 10a tappa sarà un riscaldamento con la salita del Collado Bermejo, una cima che gli organizzatori della Vuelta a Murcia hanno dedicato al ricordo di Marco Pantani, a poco più di 30 chilometri dal traguardo ma tutti di discesa e pianura. I giorno successivo non ci sarà molto di salvarsi perché il finale di tappa prevede prima la scalata dell'Alto de Velefique e poi l'arrivo all'Observatorio de Calar Alto senza pianura in mezzo: entrambe le salite presentano le pendenze più impegnative all'inizio, attaccare senza aspettare gli ultimi 2000 metri potrebbe essere un rischio che vale la pena tentare anche perché le due tappe successive, ad Antequera e Tomares rispettivamente, sono una per fuggitivi (ma occhi ben aperti!) e una per velocisti puri.

Arriviamo quindi al terzo weekend di corsa dove gli organizzatori della Vuelta propongono una menù che invita decisamente a stare incollati al televisore. Al sabato ci sarà l'arrivo in salita a Sierra de la Pandera con gli ultimi 8 chilometri ad una pendenza media dell'8%: la montagna su cui vinse Damiano Cunego nel 2009 sarà preceduta sia dall'Alto de Valdepeñas de Jaén, sia il celebre muro al 23% di El Chaparral che in tre occasioni è stato traguardo di tappa alla Vuelta. La 15esima tappa invece sarà assolutamente brutale, seppur lunga appena 127 chilometri: a metà percorso i corridori scaleranno l'Alto de Hazallanas, poi discesa, un breve tratto di pianura e poi via per gli ultimi 28 chilometri di tappa che saranno praticamente tutti in salita. L'Alto de Monachil è una salita che già affrontata da sola sa fare selezione, ma al gpm i corridori avranno altri 19 chilometri d'ascesa per arrivare ai 2490 dell'Alto Hoya de la Mora a Sierra Nevada: la tappa è corta, ma al traguardo potranno volare distacchi molto pesanti.

La cronometro ed il gran finale sull'Angliru
Dopo tanta salita, a sconvolgere ancora la classifica ci penserà la cronometro di Logroño subito dopo il secondo ed ultimo giorno di riposo con anche un lungo trasferimento verso nord: sono 42 chilometri da specialisti veri delle prove contro il tempo, roba da far piangere molti scalatori. Gli uomini da salita, però, ritroveranno il loro terreno preferito subito nelle due tappe successive: l'Alto Los Machucos, preceduto dal non banale Puerto de Alisas, è una salita di circa 9 chilometri che non supera i 900 metri di altitudine ma che presenta rampe di pendenza molto variabile con una massima dichiarata addirittura del 28%. Il giorno dopo l'arrivo sarà a Santo Toribio de Liébana, un muro di 2500 metri: attenzione agli ultimi 70 chilometri, però, con le ascese di Collada de Carmona, Collada de Ozalba e soprattutto Collada de la Hoz dove nel 2012 Alberto Contador sfrerrò l'attacco che sorprese Joaquim Rodríguez andando verso Fuente Dé.

I velocisti, o i fuggitivi perché nell'ultima settimana non si può mai sapere, avranno un'occasione da sfruttare a Gijón poi sabato 9 settembre ci sarà la resa dei conti finale nelle Asturie con il mitico Angliru e il suo "sentiero delle capre" con pendenze al 23%: prima della salita non verrà affrontato solo il classico Alto del Cordal, corto ma tosto, ma anche l'Alto de la Cobertoria, una salita di circa 10 chilometri ed una pendenza media superiore al 7%. La Vuelta si deciderà quindi negli ultimi 13 chilometri dall'Angliru (la tappa ne misura 119) ma la fatica accumulata nelle tappe e nelle salite precedenti si farà sentire e la maglia rossa non potrà dirsi assegnata finché i corridori non arriveranno in cima.

Per festeggiare di corridori saranno attesi da un lungo trasferimento fino a Madrid dove ci sarà la tradizionale passerella finale per le vie della città e con il traguardo posizionato in Plaza de Cibeles: se qualche velocista sarà sopravvissuto, avrà la possibilità di giocarsi la vittoria nella tappa della capitale che ha sempre un suo bel fascino.
Notizia di esempio
La parola alle aziende: BCycle, il volto giovane dell'ecommerce ciclistico - Intervista all'amministratore Giacomo Pirioni