Van tutti, Van der Poel di più
Spettacolo alla Dwars door Vlaanderen: Mathieu attacca, lavora e poi vince con una solidità incredibile. Benoot è secondo, Pidcock terzo; Pogacar doma alla grande il pavé. Pasqualon dodicesimo
Era il protagonista più atteso e non ha tradito le aspettative. Mathieu Van der Poel vince la Dwars Door Vlaanderen dando dimostrazione di eccellente condizione e grandissima forza. Sempre lui aveva messo alla frusta la propria Alpecin-Fenix tentando un folle attacco a 90 km dalla conclusione; fallito l'assalto la corsa non ha più avuto comunque un momento di tranquillità. Una miriade di scatti e controscatti hanno permesso di selezionare il gruppetto di 8 uomini che si è giocato la vittoria, o meglio da cui sono fuoriusciti con ottimo tempismo Benoot ed il vincitore. Tadej Pogacar supera l'esame pavé, anche lui protagonista di giornata oltre al decimo posto finale. Uomini da classiche sugli scudi: Küng, Politt e Pidcock si fanno trovare pronti; nel finale tutti han provato a far perdere l'olandese, ma oggi non c'era nulla da fare.
Percorso praticamente invariato rispetto alle ultime edizioni per la corsa che parte da Roeselare e termina a Waregem. I 183,7 km complessivi sono costellati di muri e tratti in pavé e forniscono un gustoso antipasto in vista del Giro delle Fiandre di domenica. La partenza è pianeggiante, e il primo muro di giornata sarà affrontato dopo una sessantina di chilometri dal via, si tratta del Nieuwe Kwaremont, che apre una serie di ben 13 “muur". Poco dopo infatti vengono lo Zeelstraat e il Knoktenberg-Trieu. La corsa fa quindi ingresso in un circuito, in cui si affrontano ben 6 altre asperità. A questo punto di fatto si conclude la parte altimetricamente più impegnativa di gara, ma prima dell'arrivo sono in programma 3 settori di pietre e altri 4 muri, di cui l'ultimo (l'Holstraat) termina a soli 8 km dalla conclusione.
Come prevedibile le primissime fasi di corsa sono molto veloci ed incerte, con numerosi tentativi di fuga da un gruppo che però si mantiene compatto per i primi 30 km. L'azione giusta avviene ad opera di un drappello di 5 uomini: Nils Politt (Bora-Hansgrohe), Kelland O'Brien (BikeExchange-Jayco), Johan Jacobs (Movistar), Mathijs Paasschens (Bingoal Pauwels WB) e Aaron Verwilst (Sport Vlaanderen-Baloise). Il quintetto di attaccanti riesce a prendere velocemente il largo e raggiunge presto un vantaggio di 5'15". Le strade strette e tortuose e il ritmo del gruppo tenuto molto alto dalla Alpecin-Fenix abbassano però il gap dei fuggitivi e causano anche qualche caduta nelle retrovie. A ben 90 km dall'arrivo, sulla salitella di Hotond è proprio lo stesso Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) ad allungare in prima persona, costringendo gli altri big ad intervenire e riportarsi sotto all'olandese. La situazione si calma poco dopo, con le varie squadre che approfittano della sede stradale più larga per riorganizzarsi dopo le azioni della Alpecin-Fenix.
Questo momento di rimescolamento è continuamente interrotto da diversi tentativi di comprimari o seconde linee delle più svariate squadre, che fanno scendere il vantaggio dei 5 al comando a soli 3', mentre la Quick-Step prova senza risultati a prendere in mano la situazione. Sul Berg Ten Houte assistiamo al forcing della Ineos-Grenadiers con Tom Pidcock e Ben Turner, che riprendono e staccano alcuni contrattaccanti e selezionano un gruppetto di primissimo livello. Seguono la coppia della Ineos infatti Mathieu Van der Poel, Stefan Küng (Groupama-Fdj), Victor Campenaerts (Lotto-Soudal) e Tiesj Benoot (Jumbo-Visma). Sul Kanarieberg dal gruppo principale tentano l'allungo prima Zdenek Stybar (Quick-Step) e poi Greg Van Avermaet (AG2R Citroën), ma in cima è Tadej Pogacar (UAE) a salutare la compagnia e lanciarsi all'inseguimento del sestetto dei big. Lo sloveno però non riesce nel proprio intento, il ritmo dei 6 è troppo alto per un solo inseguitore, e il capitano della UAE si rialza ed aspetta il gruppo alle spalle. Continua purtroppo senza tregua anche il filotto di cadute, come quella che vede protagonisti due specialisti delle classiche come Frederik Frison (Lotto-Soudal) e soprattutto Oliver Naesen (AG2R). Sul Knotkeberg-Trieu tocca a Jan Tratnik (Bahrain-Victorious) provare l'allungo, selezionando una buona compagnia, mentre i 5 fuggitivi della prima ora sono raggiunti dai 6 leader al loro inseguimento.
Gli 11 uomini che ora si trovano al comando devono difendere quindi un margine di 25" sul primo drappello inseguitore che oltre a Tratnik vede al proprio interno Pogacar, Van Avermaet, Søren Kragh Andersen (DSM), Bryan Coqard (Cofidis) e Valentin Madouas (Groupama-FDJ). La situazione di gara rimane pressoché cristallizzata fino allo strappo di Ladeuze, dove l'azione di Tiesj Benoot stacca Jacobs, Verwilst e Paasschens, tutti appartenenti alla prima fuga. Il primo gruppo inseguitore nel frattempo scivola attorno ai 45" ed è ancora Pogacar ad allungare, stavolta sul pavé, portandosi dietro solo Tratnik e Madouas, mentre Van Avermaet è protagonista di una sfortunata foratura. Sul Nokereberg Van Der Poel allunga nuovamente, e poco dopo ci prova in contropiede anche Campenaerts, ma gli 8 di testa restano tutti insieme, sono loro a giocarsi la vittoria.
Passato indenne anche l'ultimo muro di giornata è ancora Campenaerts ad allungare in pianura e guadagna una cinquantina di metri, chiusi da Benoot e Pidcock, e poi tutti gli altri. Ci riprova per l'ennesima volta Campenaerts con Benoot, ma negli ultimi chilometri il gruppetto è ancora compatto. L'azione decisiva avviene subito dopo, ad opera di Benoot e Van der Poel, che fanno subito il vuoto. Dietro si guardano per un attimo che risulta fatale: la volata a due è vinta di prepotenza da Mathieu Van der Poel che non lascia scampo a Tiesj Benoot. Ad una manciata di metri dalla coppia di testa la terza posizione è conquistata in volata da Tom Pidcock che supera Victor Campenaerts e Nils Politt. Sesta posizione per Stefan Küng, poi settimo è un ottimo Kelland O'Brien, ottavo Ben Turner. A più di un minuto arrivano i primi inseguitori, con Jan Tratnik e Tadej Pogacar che completano la top10.