Le mille suggestioni della bici da corsa
È l'oggetto dei sogni di milioni di appassionati in tutto il mondo, è un concentrato di tecnologia e design d'alto livello, è lo strumento grazie a cui provare il brivido della velocità spinti dalla sola forza delle proprie gambe: è la bici da corsa. Veicolata dal ciclismo professionistico, la "bdc" è alla portata di tutti e per usarla basta averla, e avere voglia di pedalare: qualunque strada può essere buona per l'utilizzo di un mezzo che non serve solo a trasportarci da un punto all'altro, ma che ha in sé anche le caratteristiche per essere un simbolo. Per qualcuno (chi ha la possibilità e la voglia di investire molti soldi) proprio uno status symbol, ma per la maggioranza dei ciclisti rappresenta il legame tra sé e il mondo attraverso l'attività fisica. Una connessione difficile da spiegare a parole, ma immediatamente chiara nel momento in cui si sale in sella e si parte: un rapporto, quello tra il ciclomane e il suo "cavallo", fatto di fatica ed endorfine.
Di bici da corsa esistono migliaia di modelli, per tutte le esigenze e per tutte le tasche. C'è chi preferisce acquistare una bici fatta e finita, con equipaggiamenti in base al proprio budget, e chi ha invece un approccio più "costruttivista", nel senso che può partire da un modello base per poi integrare nel tempo i vari accessori, salendo via via di livello: oggi cambio la sella con un modello più comodo e leggero, domani sostituisco il cambio con una versione aggiornata (magari elettronica), tra un anno compro un set di ruote di alta qualità, e così via, dando vita a un simpatico andirivieni tra casa e il fornitore di fiducia, oppure tampinando di visite i negozi online.
Per decenni il materiale di base per la costruzione delle bici (dei telai in particolare) è stato l'acciaio, ma dagli anni '80 in poi la ricerca per materiali sempre più performanti è stata vorticosa: si deve a Colnago, ad esempio, l'introduzione del carbonio, che ha rappresentato una vera e propria chiave di volta. Non c'è quasi bici che non abbia - se non la scocca - almeno qualche particolare (forcella, pedali, reggisella...) in carbonio. Ma nel tempo si è passati anche da altri materiali ugualmente di livello, dall'alluminio al titanio.
La ricerca si sviluppa anche su altri fronti, ad esempio quello dei freni: in questi ultimi anni stanno sempre più prendendo piede i freni a disco, che garantiscono una frenata più precisa, con maggior controllo da parte del ciclista. La dinamica che solitamente si attua è che le innovazioni vengono introdotte e sperimentate dapprima tra i professionisti, dopodiché, secondo un naturale percorso di diffusione, vengono acquistate in maniera sempre più massificata da parte dell'utenza di base. Il giochino di marketing è "vedo-apprezzo-voglio-compro", secondo la più classica delle sequenze psicologiche applicate alla società dei consumi.
Ma sarebbe un errore pensare che la diffusione di equipaggiamenti innovativi sia legata solo a strategie di marketing. Nella gran parte dei casi infatti si tratta di vere e proprie migliorie di grande impatto. Prendiamo il cambio elettronico: è difficile trovare qualche pedalatore che, dopo averlo provato, sia disposto a tornare indietro al cambio meccanico; lo stesso vale per i freni a disco e per tanti altri elementi che compongono il pianeta bici da corsa. Tra l'altro l'utente che sceglie di pedalare su una bdc è sicuramente più esigente rispetto a chi - ad esempio - usa la bicicletta solo per spostarsi in città, ragion per cui è difficile che si tratti di una clientela men che attentissima a tutti i dettagli.
E un occhio particolare viene sempre più dedicato all'estetica: se un tempo le bici da corsa erano più o meno sovrapponibili, come forme, misure, accessori, anche colori, oggi le varianti sono innumerevoli e le personalizzazioni intervengono quasi su ogni equipaggiamento (ad esempio scarpe da strada, caschi, maglie), di modo che ognuno abbia la possibilità di realizzare la bici più vicina possibile a quella dei sogni. Quanto più vicina possibile sì, ma mai il 100% la bici dei sogni, concetto che, nella mente del ciclista, non potrà mai essere contemplato, in quanto bisognerà sempre lasciare uno spazietto di pensiero per la possibilità di possederne, un giorno, una più bella, più prestante, più leggera, più potente, più più più...