Elkov-ATT, c'è una rivalità in Repubblica Ceca
Dopo anni di dominio a livello nazionale, la Elkov-Kasper ha trovato un'avversaria di tutto rispetto nella ATT Investments, ma sa ancora lasciare il segno. Focus su Timothy Dupont, grande protagonista in Cina
Ventiquattresimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Arab Sports Games, Campionati Nazionali Venezuela, Gemenc GP, GP Internacional Torres Vedras, Timothy Dupont, ancora vincente anche se la Bingoal non ha più creduto in lui, e la Elkov-Kasper, indebolita dal ciclomercato, ma ancora in grado di lasciare il segno.
Le corse della settimana
Arab Sports Games
Dopo una pausa di dodici anni, in Algeria, sono tornati a disputarsi i Giochi Arabi, delle piccole Olimpiadi riservate agli atleti dei ventidue paesi (africani e asiatici) appartenenti alla Lega Araba. Quattro i titoli da assegnare nel ciclismo su strada maschile: cronometro a squadre, cronometro individuale, corsa in linea e classifica a squadre della corsa in linea.
La cronosquadre ha visto sfidarsi soltanto quattro nazioni, di cui soltanto due erano competitive per la vittoria. La gara non ha comunque avuto storia: il quartetto del Marocco, composto da Achraf Ed Doghmy, Adil El Arbaoui, Mohcine El Kouraji e Oussama Khafi, ha dominato la prova.
I rivali più pericolosi, gli algerini Hamza Amari (Q36.5 Continental), Abdelraouf Bengayou, Mohamed Amine N’Hari e Youcef Reguigui (Terengganu Polygon), hanno chiuso con un ritardo di 2’09”. Distacchi abissali per le altre due nazioni: gli Emirati Arabi Uniti (Saif Mayoof Al Kaabi, Jaber Al Mansoori, Abdulla Jasim Al-Ali e Yousif Mirza) hanno conquistato la medaglia di bronzo, con un ritardo di 10’10” e l’Arabia Saudita si è piazzata in fondo alla classifica, pagando ben 12’17”.
Anche la cronometro individuale ha parlato marocchino, con la netta affermazione di Mohcine El Kouraji. Ad accompagnarlo sul podio sono stati due corridori del Bahrein: l’unico professionista in gara, Ahmed Madan (Bahrain-Victorious) si è preso la medaglia d’argento, con 55” di ritardo, con Ahmed Naser a completare il podio, con un distacco di 59”.
A sorpresa l’Algeria non è riuscita a salire sul podio: Hamza Amari ha chiuso quarto a 1’44”, mentre il campione nazionale della specialità Youcef Reguigui non è andato oltre l’ottavo posto a 3’58”. Tra i delusi della prova figura anche il marocchino Adil El Arbaoui, che solo due settimane prima aveva conquistato il titolo nazionale a cronometro, con un largo vantaggio su El Kouraji e che questa volta si è dovuto accontentare del quinto posto a 2’02” dal connazionale.
Dopo due prove in cui i risultati non erano stati all’altezza delle aspettative, l'Algeria si è rifatta alla grande nella prova in linea. La nazionale padrona di casa poteva contare sui corridori più veloci nel gruppetto di dieci uomini che si è giocato la vittoria e ha sfruttato la situazione alla grande. Yacine Hamza ha vinto la volata, arrivando così a dodici successi stagionali.
Alle spalle del ventiseienne, il sorprendente emiratino Abdulla Jasim Al-Ali è andato a prendersi la medaglia d’argento davanti a Youcef Reguigui, che ha confermato il bronzo di dodici anni fa. Grossa delusione per il Marocco, che dopo aver vinto le prime due prove è finito fuori dal podio, nonostante la presenza di diversi uomini nel gruppo di testa: Achraf Ed Doghmy, il migliore, ha chiuso quinto, preceduto anche dal bahreinita Ahmed Naser.
Con tre uomini ai primi sei posti, l’Algeria ha conquistato la medaglia d’oro anche nella classifica a squadre. La presenza di tre uomini nel gruppo di testa ha permesso al Marocco di riscattare parzialmente il flop individuale con la medaglia d’argento, mentre il bronzo è andato agli Emirati Arabi Uniti.
Campionati Nazionali Venezuela
Continuano i campionati nazionali in giro per il mondo: questa settimana è stato il turno del Venezuela. Al momento il paese sudamericano può contare su un solo professionista, Orluis Aular. La presenza del ventiseienne al via ha fatto sì che ci fosse un chiaro favorito sia nella cronometro che nella corsa in linea.
Nella prova contro il tempo, il corridore della Caja Rural-Seguros RGA ha fatto valere la sua superiorità e, su un percorso di 35 chilometri, ha preceduto di 1’08” Reinaldo Arocha, che a sua volta ha staccato nettamente gli altri avversari. La serratissima lotta per il gradino più basso del podio ha premiato Edwin Torres. L’ex corridore della Java Kiwi Atlántico ha chiuso a 2’01” da Aular, precedendo di 1” Franklin Lugo e di 2” Pedro Sequera.
Sullo stesso percorso hanno corso anche gli under 23: la gara è stata dominata da Emmanuel Viloria, che ha superato di 3’21” Ocmar Alvarez e di 3’26” Jesus Goyo. Se Viloria avesse corso fra gli élite, la lotta per il terzo gradino del podio sarebbe stata ancora più emozionante: il suo tempo, infatti, è stato migliore di 1” rispetto a quello di Edwin Torres.
La prova in linea presentava un circuito lungo poco meno di 11 km da ripetere sedici volte per gli under 23 e diciotto per gli élite. Tra i più giovani si è imposto Breinner Camargo, che ha preceduto in una volata a cinque Ocmar Alvarez e Angelvis Arroyo. Il dominatore della cronometro Emmanuel Viloria è riuscito ad entrare nell’azione buona, ma in volata non è andato oltre il quarto posto.
La doppietta cronometro-corsa in linea è invece riuscita (per la seconda volta consecutiva) ad Orluis Aular. In un gruppetto di una quindicina di uomini, il recente vincitore dei Juegos Centroamericanos y del Caribe ha fatto valere il suo spunto veloce, precedendo Luis Gómez e Enrique Díaz. Solo quarto Leonel Quintero (Victoire Hiroshima), l’unico altro corridore al via ad essere tesserato in una squadra UCI. Da segnalare il ventiquattresimo posto di Miguel Ubeto (a 4’37”), unico uomo in gara ad aver corso in un team WorldTour: l’ex corridore della Lampre-Merida ha quasi quarantasette anni, ma non ha perso la voglia di correre.
Gemenc GP
In Ungheria si è disputato il Gemenc GP, corsa a tappe di tre giorni, rientrata in calendario nel 2022 (con una tappa in meno) dopo quattro anni di assenza. Al via si sono schierate ventisei squadre: un ProTeam (la Bolton Equities Black Spoke), diciassette Continental e otto formazioni dilettantistiche.
La gara si è aperta con un prologo di 2 chilometri, interamente in salita. A far registrare il miglior tempo è stato il ceco Filip Řeha (Elkov-Kasper), che ha preceduto di 2” l’australiano Dylan Hopkins e di 6” lo sloveno Anže Skok, entrambi tesserati per la Ljubljana Gusto Santic. Anche tre corridori della Bolton Equities Black Spoke, Tom Sexton, George Jackson e Mark Stewart, hanno accusato 6” di ritardo dal vincitore.
La prima tappa presentava un profilo abbastanza semplice e l'unica difficoltà era rappresentata da uno strappo lungo poco più di un chilometro da ripetere tre volte (l’ultima delle quali a più di 20 km dal traguardo). Come prevedibile tutto si è deciso in volata ed è stata doppietta italiana: a sorpresa si è imposto Simone Buda (Solme-Olmo), che ha preceduto il più esperto Filippo Fortin (Maloja Pushbikers). Il podio di giornata è stato completato dall’austriaco Stefan Kovar (Hrinkow Advarics).
La seconda e ultima frazione prevedeva una salita di due chilometri non particolarmente impegnativa da ripetere per quattro volte (l’ultima delle quali a circa 40 km dall’arrivo). Ci si poteva aspettare una nuova volata di gruppo, ma un drappello di quattordici uomini si è avvantaggiato sul grosso del plotone ed è andato a giocarsi il successo. Lo sprint ristretto ha premiato lo slovacco Lukáš Kubiš (Dukla Banska Bystrica), che è andato a conquistare la settima vittoria UCI in carriera, la prima in Europa. Alle sue spalle si sono piazzati Tomáš Jakoubek (ATT Investments) e Marcin Budzinski (HRE Mazowsze Serce Polski).
Il vincitore del prologo Filip Řeha ha conquistato il successo finale (oltre alla maglia di miglior giovane), con 1” di vantaggio su Dylan Hopkins e Lukáš Kubiš. Gloria anche per l’Italia, che ha potuto festeggiare la vittoria sia nella classifica a punti, con Simone Buda, sia in quella riservata agli scalatori, con Riccardo Verza (Hrinkow Advarics). La ATT Investments si è aggiudicata la graduatoria a squadre, mentre Peter Kusztor, professionista del Team Novo Nordisk, ma qui in gara con il ramo Development, è stato il miglior ungherese.
GP Internacional Torres Vedras - Troféu Joaquim Agostinho
In Portogallo è andata in scena la quarantaseiesima edizione del GP Internacional Torres Vedras, corsa a tappe di quattro giorni dedicata alla memoria di Joaquim Agostinho, forse il più forte ciclista portoghese di tutti i tempi. Al via si sono presentate diciassette squadre: tre ProTeams (la Burgos-BH, la Caja Rural-Seguros RGA e la Kern Pharma), dodici Continental e due formazioni dilettantistiche.
La gara si è aperta con un cronoprologo di 8 km, in cui la Glassdrive Q8 Anicolor, la più forte compagine lusitana, ha subito fatto la voce grossa, mettendo a segno la doppietta. Il successo è andato a Rafael Reis, sicuramente il miglior cronoman del mondo Continental portoghese. Il trentunenne ha preceduto di 3” il compagno di squadra Mauricio Moreira e di 10” Tiago Antunes (Efapel).
La prima tappa concentrava tutte le principali difficoltà altimetriche nella prima parte del percorso e strizzava l’occhio alle ruote veloci. Come da pronostico tutto si è deciso con una volata di gruppo, che ha premiato lo spunto di David González (Caja Rural-Seguros RGA). Alle spalle dello spagnolo, alla prima vittoria UCI in carriera, si sono piazzati João Matias (Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua) e Tomas Contte (Aviludo-Louletano-Loulé Concelho).
La seconda frazione presentava un profilo non troppo impegnativo, ma i diversi strappi collocati nel finale hanno tagliato fuori i velocisti puri. Davanti sono rimasti circa trenta corridori e nella volata si è imposto a sorpresa lo scalatore José Manuel Diaz (Burgos-BH). Eduard Prades (Caja Rural-Seguros RGA) e Francisco Galván (Kern Pharma) si sono dovuti accontentare delle piazze d’onore, nonostante uno spunto veloce sulla carta superiore a quello del vincitore. Il leader della generale Rafael Reis ha chiuso staccato e ha ceduto il simbolo del primato al compagno di squadra Mauricio Moreira.
La terza e ultima tappa era la più impegnativa, con l’arrivo in salita sull’Alto de Montejunto. La Glassdrive Q8 Anicolor si è confermata la squadra più forte, monopolizzando il podio di giornata. Frederico Figueiredo si è imposto in solitaria davanti ai compagni di squadra Mauricio Moreira e Artem Nych, staccati rispettivamente di 6” e 8”. Il primo esponente di un'altra formazione è stato Afonso Eulálio (ABTF Betão–Feirense), quarto a 12", che lo scorso anno correva proprio nella Glassdrive.
Mauricio Moreira si è aggiudicato il successo finale con 29” su Artem Nych e 37” su Frederico Figueiredo che, dopo essersi imposto nelle ultime due edizioni, si è arreso ai compagni di squadra, ma si è consolato conquistando la classifica a punti e quella degli scalatori. Il trionfo della Glassdrive Q8 Anicolor (ovviamente vincente nella graduatoria a squadre) è stato amplificato ulteriormente dal quinto posto (a 46”) di James Whelan. L’unico intruso nella top five è stato quindi Michal Schlegel (Caja Rural-Seguros RGA), quarto a 42”. La maglia di miglior giovane è andata ad Afonso Eulálio, sesto a 1’00”, mentre Daniel Dias (Credibom/LA Aluminios/Marcos Car) è stato il re dei traguardi volanti.
Le Continental tra i big
Sono state ben quattordici le formazioni di terza divisione a prendere parte al Tour of Qinghai Lake, tornato quest’anno nel calendario ProSeries.
Il miglior Continental in classifica è stato il sudafricano Willie Smit, che ha regalato alla China Glory un ottimo quinto posto. Nella top ten finale hanno trovato spazio anche due corridori del Team Coop-Repsol, Cedric Bakke Christophersen e Magnus Wæhre, rispettivamente settimo e ottavo, e il leggendario Óscar Sevilla, che con il suo decimo posto ha riscattato parzialmente una corsa amara per un Team Medellin-EPM che puntava molto più in alto e che ha sognato a lungo il successo con Wilmar Paredes, leader della generale per quattro giorni.
Possono archiviare con soddisfazione la trasferta in terra cinese anche la ABLOC, che ha vinto due tappe con Nils Sinschek (anche leader per un giorno) e Frank Van Den Broek, e la Tarteletto-Isorex che ne ha conquistate altrettante con Timothy Dupont (anche lui in maglia gialla per una giornata). Può sorridere anche una delle formazioni di casa, la Tianyoude Hotel, che si è aggiudicata la classifica riservata ai corridori asiatici grazie al tredicesimo posto finale di Saeid Safarzadeh; la formazione cinese aveva ingaggiato l’iraniano proprio alla vigilia della corsa e si può dire che la scelta abbia dato i suoi frutti.
Anche questa settimana ci sono state alcune novità di ciclomercato. Al ritorno dalla trasferta cinese, Frank Van Den Broek ha lasciato la ABLOC per firmare con il Development Team DSM-Firmenich, in cui sarà l’unico corridore non under 23. Il neerlandese va a rimpiazzare il connazionale Joris Reinderink, che ha rescisso il contratto con il vivaio del team WorldTour diretto da Iwan Spekenbrink.
Non invitata al Tour of Qinghai Lake, la Yunnan Lvshan Landscape, sta rivoluzionando il proprio roster: ben sette corridori (fra cui i tre colombiani ingaggiati ad aprile) hanno lasciato la squadra nell'ultimo mese. In vista del Tour of Huangshan, però, il team si è mosso anche con operazioni in entrata, assicurandosi le prestazioni di tre cinesi e, soprattutto, dei russi Petr Rikunov e Andrei Stepanov, rispettivamente campione nazionale a cronometro e in linea. Rikunov è stato professionista con la Gazprom-Rusvelo dal 2019 fino alla chiusura della squadra, mentre Stepanov è all'esordio in una formazione UCI.
Il corridore della settimana: Timothy Dupont
In un Tour of Qinghai Lake in cui tanti giovani si sono messi in luce, Timothy Dupont ha dimostrato di essere il miglior velocista in gara, nonostante sia ormai prossimo ai trentasei anni. Alla fine del 2022, il corridore fiammingo è stato incomprensibilmente lasciato a piedi dalla Bingoal Pauwels Sauces WB, nonostante la vittoria di tappa allo ZLM Tour fosse indiscutibilmente la più importante ottenuta dalla squadra in stagione.
Quest’anno non ha trovato un team nelle prime due divisioni e ha scelto di ripartire dalla Tarteletto-Isorex, la più importante Continental belga, e la scelta si è rivelata vincente per entrambe le parti in causa. Oltre alle due vittorie in terra cinese, lo sprinter ha vinto una tappa al Tour of Hellas ed ha ottenuto una miriade di top ten in gare professionistiche fra Belgio, Paesi Bassi e Francia: questi piazzamenti magari aggiungono poco alla carriera di un corridore da quasi trenta vittorie UCI in carriera, ma valgono oro per una Continental.
Timothy Dupont non iniziò la carriera con l’etichetta del predestinato: tra gli juniores raccolse qualche successo in gare nazionali, ma nelle gare più importanti non andò oltre qualche sporadica top ten e le cose non cambiarono neanche negli anni da under 23. Solo nel 2009, all’ultima stagione nella categoria, trovò posto in una squadra UCI, la Jong Vlaanderen-Bauknecht, con la quale disputò il Tour of Belgium, la sua prima corsa professionistica.
Rimasto nel team anche per il primo anno da élite, iniziò finalmente a fare dei bei risultati, trovando anche la prima vittoria in carriera, il GP van de Stad Geel. Andò anche vicino alla vittoria di tappa al Tour de Normandie e al Tour du Loir-et-Cher e ottenne un ottimo settimo posto alla Nationale Sluitingprijs Putte-Kapellen, corsa di categoria 1.
Nel 2011 vinse solo una gara del calendario nazionale, ma si piazzò per undici volte nella top ten in corse UCI, dimostrando una bella continuità di risultati. I piazzamenti più importanti furono il terzo posto alla Omloop van het Waasland e il nono alla Schaal Sels, altra corsa di categoria 1.
Nel 2012 rimase alla Jong Vlaanderen-Bauknecht, che a metà stagione cambiò nome in Bofrost-Steria. Ancora una volta Dupont rimase a secco di vittorie UCI, ma ottenne diversi successi a livello nazionale, tra cui il più importante fu sicuramente il titolo belga per élite senza contratto. A fine stagione conquistò anche il suo primo podio in una corsa professionistica, chiudendo al terzo posto l’Omloop van het Houtland.
Il suo sogno di passare professionista non si realizzò e l’anno successivo rimase nella stessa squadra, che nel frattempo aveva cambiato nome in Ventilair-Steria. Al Tour du Loir et Cher chiuse tutte e cinque le tappe nei primi quattro, ma non riuscì a vincere e dovette accontentarsi della classifica a punti. Al Tour de Bretagne, invece, tornò al successo, imponendosi in due frazioni. A fine stagione ottenne un altro piazzamento di prestigio, chiudendo al secondo posto la Nationale Sluitingprijs Putte-Kapellen.
Nel 2014 venne ingaggiato dalla Roubaix Lille Métropole, ma le cose non andarono come sperato: a causa di una caduta alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne, il velocista belga visse una stagione difficile che lo vide ottenere soltanto una top ten a livello UCI. A fine stagione, scoperto il problema che ne limitava le prestazioni, si sottopose ad un intervento chirurgico che rimise a posto la situazione.
L’anno successivo, confermato dalla formazione francese, ritrovò la gioia del successo, imponendosi in due tappe del Tour Alsace (in cui si aggiudicò anche la classifica a punti) e ritornò ad alto livello anche nelle corse professionistiche, chiudendo al terzo posto la Route Adélie de Vitré e al secondo l’Omloop van het Houtland Lichtervelde.
Nel 2016 scelse di tornare in patria e firmò con un’altra Continental, la Vérandas Willems. A ventotto anni visse una stagione indimenticabile, in cui fu il corridore più vincente a livello UCI, con ben quindici successi all’attivo. Vinse la Nokere Koerse, prova di categoria HC, e anche altre due gare professionistiche come il Kampioenschap van Vlaanderen e una tappa della Driedaagse van West-Vlaanderen, oltre a tantissime corse .2.
L’anno successivo la Vérandas Willems-Crelan ottenne la licenza Pro e Dupont riuscì finalmente a fare il salto fra i professionisti. Dopo un inizio di stagione non brillantissimo, in cui comunque si tolse la soddisfazione di debuttare in gare WolrdTour, iniziò a trovare una buona continuità di risultati dal mese di giugno, tornando ad alzare le braccia al cielo ad agosto, in occasione del GP Jef Scherens-Rondom Leuven.
Nel 2018 passò alla Wanty-Gobert, all’epoca ambizioso ProTeam. Si dimostrò un ingaggio azzeccato e, pur faticando a trovare la via del successo, colse tanti bei piazzamenti. Si aggiudicò la classifica a punti della Quatre Jours de Dunkerque e partecipò per la prima (e per ora unica) volta in carriera al Tour de France. A fine agosto conquistò l’unica vittoria stagionale, imponendosi nella Schaal Sels.
L’anno successivo si confermò un velocista affidabile, in grado di raccogliere un gran numero di piazzamenti in corse importanti, ma poco vincente. All’unico successo stagionale, una tappa del Tour de Wallonie, il belga aggiunse altre ventisette top ten, andando ad un passo da un titolo nazionale che sarebbe stato speciale: a Gand, la sua città natale, si arrese al solo Tim Merlier.
Nel 2020, in una stagione ridotta a causa della pandemia, Dupont fu costretto, come tutti, ad un numero di giorni di corsa abbastanza limitato e non riuscì a vincere nessuna corsa. Ottenne comunque qualche buon risultato, finendo sul podio sia al GP Jean-Pierre Monséré (secondo) prima dello stop, sia al GP d’Isbergues-Pas de Calais (terzo), nel mese di settembre.
L’anno successivo cambiò squadra e firmò con la Bingoal-Wallonie Bruxelles. Con la nuova maglia partì benissimo, vincendo la seconda tappa della corsa d’esordio, l’Etoile de Bessèges. Nel resto della stagione non riuscì più ad alzare le braccia al cielo, ma raccolse comunque un gran numero di piazzamenti, fra cui l’ottimo quinto posto alla Classic Brugge-De Panne, gara WorldTour.
Il 2022 non è stato l’anno migliore per il belga, che ha raccolto qualche piazzamento in meno rispetto alle stagioni precedenti, ma è riuscito comunque a vincere una tappa allo ZLM Tour, superando allo sprint corridori di altissimo livello come Olav Kooij ed Elia Viviani. In una Bingoal Pauwels Sauces WB che ha conquistato solo due vittorie in tutta la stagione, è stato comunque uno dei migliori e i risultati di questa stagione dimostrano che avrebbe meritato di rimanere fra i professionisti.
Al momento non si sa ancora quale sarà la prossima corsa per Timothy Dupont. La Tarteletto-Isorex dovrebbe disputare il Tour du Limousin a metà agosto ed è logico pensare che porterà il suo corridore migliore, ma non è ancora chiaro se la squadra disputerà prima qualche altra gara.
La squadra della settimana: Elkov-Kasper
Da quasi vent’anni la Elkov-Kasper è la formazione di riferimento del ciclismo ceco. Fondata nel 2000 con il nome PSK-Unit Expert, la squadra ha lanciato nel professionismo tanti corridori, tra cui Ondřej Sosenka, ex primatista dell’ora, František Raboň, per anni nel WorldTour con HTC e Quick Step, e Leopold König, in grado di chiudere nella top ten tutti i GT. Nel biennio 2008-2009, con il nome PSK Whirlpool-Author, il team ha avuto la licenza Pro, ma non ha partecipato a nessuna gara del massimo circuito e ha scelto di tornare nel mondo Continental.
Nell’ultima sessione di mercato, la formazione ceca ha dovuto rinunciare a dei corridori importanti: il velocista Daniel Babor è approdato al professionismo, Michael Kukrle ha scelto l’avventura all’estero e il giovane Jakub Ťoupalík è passato nel vivaio di un team WorldTour. La partenza più sorprendente, però, è stata quella di Jakub Otruba che, dopo un grande 2022, ha scelto di passare alla ATT Investments, squadra in grande crescita, che sta contendendo alla Elkov-Kasper il ruolo di riferimento del ciclismo nazionale.
Nonostante gli unici movimenti in entrata abbiano riguardato dei giovanissimi che andranno valutati in futuro, il 2023 della formazione ceca sta andando bene, con già sei successi all’attivo. Se i tre di Adam Ťoupalík, leader della squadra, e quello del crossista Michael Boroš, sempre più a suo agio anche su strada, potevano essere messi in preventivo, molto più sorprendenti sono stati i due ottenuti proprio in questa settimana da Filip Řeha, sbloccatosi a livello UCI. Il ventiduenne ha dimostrato, una volta in più, che la squadra sa lavorare con i giovani e che il futuro può essere roseo.
Il roster di questa stagione è composto da undici corridori, tutti nati in Repubblica Ceca. L’ultimo straniero della Elkov-Kasper resta quindi Piotr Konwa, la cui avventura nel team risale al 2018.
Il leader della squadra è Adam Ťoupalík, ex grande promessa del ciclocross (per saperne di più). Il ventisettenne si sta concentrando quasi esclusivamente sulla strada da qualche anno e i risultati gli stanno dando ragione: campione nazionale nel 2020, ha già vinto in tre occasioni in questa stagione. Nel 2018 vinse una tappa all’Arctic Race of Norway, corsa di categoria HC, ma non è riuscito ancora a guadagnarsi un contratto fra i professionisti.
Anche Michael Boroš viene dal ciclocross e su strada ha sempre corso abbastanza poco. Dal momento del suo approdo in squadra, avvenuto lo scorso anno, ha incrementato il numero di corse disputate e si sta dimostrando uno dei migliori elementi della rosa. Il cambio di ambiente gli ha portato benefici anche nella sua carriera crossistica: dopo un paio di anni abbastanza bui, infatti, è tornato ad ottenere qualche bel risultato internazionale nell’ultimo inverno.
L’uomo di maggiore esperienza è Jan Bárta, prossimo a compiere trentanove anni. Il corridore ceco ha corso fra i professionisti dal 2011 al 2017, sfiorando anche il successo di tappa al Giro d’Italia. In carriera ha ottenuto diverse vittorie, tra cui spicca la classifica finale della Settimana Coppi & Bartali 2012. La sua lunga carriera ad alto livello fa di lui un importantissimo punto di riferimento per i tanti giovani del team.
Il Gemenc GP ha esaltato le qualità di Filip Řeha, vincitore dell’impegnativo cronoprologo e della classifica finale della corsa ungherese. Il ventiduenne, che in questa stagione ha vinto anche una corsa del calendario nazionale, è uno dei giovani più interessanti della Repubblica Ceca e la vittoria in Ungheria potrebbe dargli un ruolo più importante all’interno della squadra.
Nel 2022 Matěj Zahálka si laureò campione nazionale in una gara dominata totalmente dalla Elkov-Kasper. Ad oggi quello è il suo unico successo UCI, anche se quest’anno si è aggiudicato una prova del calendario nazionale. A livello internazionale si è messo in mostra al Circuit des Ardennes, chiuso al secondo posto dopo aver sfiorato la vittoria nella tappa più impegnativa. Curiosamente era già finito sul podio della corsa a tappe francese nel 2021.
Dominik Neuman non ha ancora vinto a livello UCI. Quest’anno ha già ottenuto più di dieci piazzamenti in top ten, sfruttando le sue caratteristiche di velocista resistente. Vicecampione nazionale nel 2021, in questa stagione è andato ad un passo dal successo di tappa all’Alpes Isère Tour. Se continuerà con questa continuità di risultati la vittoria arriverà.
Chiudono la rosa cinque giovanissimi, ancora alla ricerca di risultati importanti: il classe 2003 Tomáš Obdržálek è arrivato in squadra lo scorso anno, mentre i 2004 Jan Lukeš, Daniel Mráz, Tomáš Přidal e Štěpán Telecký hanno esordito quest’anno tra i grandi. Tutti e cinque sono ancora agli inizi delle loro carriere ed al momento la cosa più importante per loro è fare esperienza. È ancora presto per capire a cosa potranno ambire, anche se di sicuro si tratta di ragazzi promettenti: Mráz si è aggiudicato quest’anno il titolo nazionale under 23, mentre Telecký è stato campione ceco a cronometro fra gli juniores nel 2021.
Dopo le ottime prestazioni di Adam Ťoupalík e Michael Boroš nelle prime due prove del circuito Visegrad 4 Bicycle Race, la Elkov-Kasper punta forte sul GP Poland e sul GP Czech Republic, in programma nel weekend.