Androni e Nippo, i desideri sbattono sulla realpolitik
Le due formazioni italiane escluse dal Giro cercano il lasciapassare in extremis, ma le proposte saranno difficilmente accolte
A 23 giorni dall'annuncio delle squadre invitate al prossimo Giro d'Italia e ancora non si sono spente le polemiche per l'esclusione dell'Androni Giocattoli e della Nippo-Vini Fantini: in tanti stanno premendo un RCS Sport affinché trovi una soluzione per riammettere in qualche modo le due formazioni italiane che senza la partecipazione alla corsa rosa rischiano di non essere più in gruppo nel 2018. Anche la politica si è interessata alla questione prima con il senatore Massimo Caleo, poi con il senatore Antonio Razzi che ha presentato un'interrogazione direttamente al ministro Luca Lotti.
In prima linea ovviamente ci sono le due squadre coinvolte che, da quando è stata resa pubblica la decisione di Mauro Vegni sulle Wild Card, hanno iniziato a coinvolgere i propri tifosi ed a mettere in mostra le loro qualità migliori attraverso i social network: certo, queste scelte comunicative fanno rimanere un po' perplessi dopo l'assordante silenzio delle settimane precedenti in cui nessuno ha provato seriamente a conquistarsi l'invito facendo leva sui tifosi. Per correre ai ripari ora stanno fioccando le proposte per farsi riaprire le porte del Giro: la vetrina è troppo importante per gli sponsor italiani, per questo motivo nessuno vuole arrendersi sperando fino all'ultimo in un miracolo.
L'UCI ha bloccato il piano delle corse
Per tanti appassionati di ciclismo, un soluzione molto gradita sarebbe stata quella della riduzione del numero di corridori di ogni squadra da 9 ad 8: in questo modo si potrebbero chiamare due squadre in più e sarebbero 192 gli atleti in gara contro i 198 attuali; inoltre a molti quest'idea piace anche per aumentare lo spettacolo della corsa che sarebbe più difficile da tenere controllata. Durante l'inverno, prima dell'annuncio di Vegni, gli organizzatori si erano accordati per questa riduzione ma è intervenuta l'UCI a stoppare tutto molto rapidamente: una tale modifica al regolamento non può essere imposta così a distanza ravvicinata dall'inizio della stagione ma deve essere discussa e approvata da più parti. Si è mantenuto quindi lo status quo, per la felicità delle squadre.
Solo le Professional con otto corridori?
Per la Nippo-Vini Fantini un'opzione possibile sarebbe quella di convincere le sole squadre Professional a rinunciare ad un corridore in gara e di chiedere una deroga all'UCI per superare il limite massimo di 200 corridori in gara: 18 formazioni World Tour da 9 atleti, più 6 formazioni Professional da 8 atlete porterebbe ad un totale di 210 ciclisti al via del Giro d'Italia. Pur di esserci, Androni e Nippo sarebbero ben contente di correre con un uomo in meno, ma si potrebbe dire lo stesso di Bardiani, CCC Sprandi, Gazprom e Wilier che il loro posto ce l'hanno già? Negli anni recenti il Giro d'Italia ha ottenuto questa deroga in due occasioni: nel 2013 in seguito all'esclusione e alla successiva riammissione della Katusha nel World Tour, prima ancora nel 2011 per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia in un Giro venne funestato dalla tragica morte di Wouter Weylandt.
Oppure una mista Androni-Nippo?
In precedenza anche Gianni Savio aveva provato a lanciare una sua idea, anche questa soggetta a deroga da parte dell'UCI per arrivare fino a 206 corridori. Il team manager piemontese ha proposto un invito in più ad una formazione mista composta da quattro atleti dell'Androni e quattro della Nippo, senza togliere nulla alle altre squadre partecipanti. Lo stesso Savio fu protagonista di una cosa simile nel lontano 1995 quando con la ZG Mobili-Selle Italia partecipò al Tour de France con un team di tre atleti assieme a sei della tedesca Telekom: decisamente altri tempi, perché attualmente le squadre miste sono ammesse sono in prove minori del calendario e con la condizione che i corridori vestano tutti la stessa maglia. Per tanti motivi, quindi, l'idea di Savio sembrerebbe impraticabile.
Nessuna reazione da Milano
Per il momento, se si esclude il commento iniziale di Mauro Vegni che di fatto ha incendiato ancora di più le squadre escluse, RCS Sport non ha speso parole sulle vicenda e sembra indifferente ai vari appelli di manager, sponsor e tifosi. La strada di Androni-Sidermec e Nippo-Vini Fantini sembra tutta in salita perché trovare una soluzione per portare ben due squadre in più non è affatto semplice, anche con tutta la buona volontà possibile: la situazione non è quella del 2008 quando la piccola NGC, invitata con riserva, venne lasciata fuori all'ultimo istante per fare posto ad un'Astana infarcita di stelle.
Se con alcune squadre ci sono accordi che vanno al di là dell'aspetto sportivo, sarà praticamente impossibile lasciarle fuori a questo punto ed infatti RCS Sport non sembra intenzionata a tornare sui proprio passi: ad ogni modo, finché ci sarà una piccola speranza, le squadre di Gianni Savio e Francesco Pelosi fanno bene ad insistere perché è la carta migliore che hanno, ma guai a commettere ancora una volta l'errore di dare le cose per scontate o a considerare l'invito al Giro d'Italia come una cosa dovuta solo perché italiane. Il tempo per studiare progetti e programmi alternativi ci sarebbe.