Elisa, un capolavoro scolpito nelle pietre
Un'immensa Longo Borghini s'inventa un volo di 33 km per conquistare la Parigi-Roubaix. Vano inseguimento di Lotte Kopecky, seconda su Lucinda Brand. Marta Cavalli quinta, Elisa Balsamo squalificata, Trek-Segafredo maestosa
Che spettacolo, ragazze. Il ciclismo italiano mette a segno un altro colpo clamoroso e lo fa con una delle sue veterane nella classica più giovane di tutte: Elisa Longo Borghini ha vinto oggi la Parigi-Roubaix, aggiungendo una perla di brillantezza accecante al diadema di vittorie che già poteva vantare. Dopo Binda, Strade Bianche e Fiandre, dopo mille altre giornate da protagonista, dopo le medaglie olimpiche e quelle mondiali, dopo le tappe al Giro e in tante altre gare, oggi la campionessa nazionale italiana ha portato il suo Tricolore a trionfare nel Velodromo più bello del ciclismo, come prima di lei aveva fatto per ultimo Andrea Tafi nel 1999 (l'anno scorso Sonny Colbrelli non potè perché indossava quella di Campione Europeo). E dire che addirittura non la voleva fare, questa corsa, perché non si sentiva a posto, non aveva la condizione giusta - pensava - e veniva da un periodo in chiaroscuro ma certo più scuro che chiaro. E poi ti va a sfornare un simile capolavoro: roba che solo le più forti.
Un coronamento sensazionale per una carriera a cui mancherebbe davvero poco per essere perfetta (giusto un Mondiale, via), ma che già così rappresenta una stella polare per tutto il movimento italiano, presente e futuro. Andate ad ascoltare le dichiarazioni di Elisa dopo la vittoria, la dedica che fa a una sua giovane omonima, quell'Elisa Balsamo sua compagna di club e nazionale la quale oggi - tra le più attese della gara - è incappata in un brutto intoppo, una squalifica per traino irregolare dopo essersi per un breve tratto incollata alla borraccia che le passava l'ammiraglia, subito dopo una foratura che l'aveva attardata rispetto alle migliori: "Sono cose che possono capitare", le parole di consolazione da parte di una sorella maggiore più che di una capitana che esalta col suo fare lo spirito di una squadra ogni giorno più compatta e vincente (e che peraltro con Lizzie Deignan aveva conquistato nel 2021 già la prima edizione della Regina delle classiche). Oggi poi la Trek-Segafredo di Luca Guercilena ha rasentato la perfezione (sì certo, a parte la pecca che ha riguardato l'iridata), con Lucinda Brand ed Ellen Van Dijk, fantastiche nel coprire le spalle della Longo, involatasi dai -33 per un assolo che resterà scolpito. Nelle pietre, appunto.
"Me le vorrei portare tutte sul podio con me", ha detto ancora Elisa in riferimento alle compagne, e una di loro ci è in effetti andata, Lucinda, terza dietro anche alla grande sconfitta di giornata, una Lotte Kopecky forse pure troppo generosa a spendersi in un attacco dalla medio-lunga (insieme a Marta Bastianelli, altro monumento del ciclismo azzurro) e nel finale messa in mezzo dalla soverchiante superiorità delle Trekker. Nel gruppetto buono alle spalle della vincitrice c'era pure un'indomita Marta Cavalli, che ha chiuso al quinto posto dopo aver sperimentato alcuni grandi classici della Roubaix: la foratura, la caduta, l'inseguimento infinito. Un'altra prestazione di spessore per la cremonese a sei giorni dal memorabile trionfo dell'Amstel. Che momento per le nostre ragazze, che esplosione di vitalità, gioia, freschezza tutta insieme. Non fermatela, questa giostra vertiginosa!
125 i chilometri da Denain a Roubaix, 17 settori di pavé (per un totale di 29.1 km sulle pietre) e una bella giornata di sole (con vento spesso a favore) per la seconda edizione della Parigi-Roubaix femminile. La prima notizia bomba della giornata è stata il DNS di Marianne Vos, seconda l'anno scorso alle spalle di Lizzie Deignan (pure lei assente, ferma da tempo per maternità): la campionissima della Jumbo-Visma si è dovuta arrendere a un test positivo per il covid-19, una vera disdetta.
Dopo 7 km di gara è partita una fuga composta da Leonie Bos (Parkhotel Valkenburg), Amalie Lutro (Uno-X), Katie Clouse (Human Powered Health), Tanja Erath (EF Education-TIBCO) e Gaia Masetti (AG Insurance-NXTG Team). Qualche caduta già nei primi chilometri, in una è stata coinvolta la vincitrice dell'Amstel Marta Cavalli (FDJ Nouvelle-Aquitaine) che è però presto rientrata in gruppo, salvo forare più avanti: giornata nata male per lei, che come vedremo avrebbe poi saputo ben riassestare il bilancio. Sin dai primi settori di pavé la Trek-Segafredo ha martellato con Ellen Van Dijk e ciò ha immediatamente selezionato il plotone, nel frattempo anche il drappello di testa si dissolveva pietra dopo pietra e l'ultima superstite, Tanja Erath, è stata raggiunta ai -61. Anche la SD Worx di Lotte Kopecky ha spinto tanto in questa fase.
Sul settore di Bersée (il 12), ai -54, la corsa ha vissuto un'improvvisa accelerazione con l'attacco proprio della Kopecky insieme a Marta Bastianelli (UAE ADQ), alle due si è accodata Lucinda Brand (Trek), una che domina i cross d'inverno. Ai -50 una foratura ha messo i bastoni tra le ruote di Elisa Balsamo (Trek). La Campionessa del Mondo si è impegnata a fondo per rimontare su Mons-en-Pévèle (settore 11 dai -49), prendendosi anche diversi rischi e restando in un drappello (con anche la Cavalli) a una ventina di secondi dal grosso del gruppo, in cui Chantal Blaak (SD Worx) faceva un'andatura controllata. Un'altra ventina di secondi separava questo drappellone (circa 40 unità) dal terzetto di testa.
La situazione generale tendeva a ricomporsi quando ai -37 è arrivata la notizia della squalifica della Balsamo, un attimo prima che il suo gruppo chiudesse sul primo drappellone. L'iridata è stata fermata per un "bidon collé" ripreso dalle telecamere, davvero un gran peccato che finisse così la sua prova. Ai -34, sul settore 8 (Templeuve-L'Épinette) il gruppo è di fatto rientrato sulle tre battistrada, e subito all'uscita dal breve pavé è partito il contropiede di Elisa Longo Borghini: persa un'Elisa, la Trek ne ha subito trovata un'altra a vestire i panni della protagonista.
L'ossolana ha allungato con decisione nella seconda parte del settore 8 (Templeuve-Moulin de Vertain), respingendo il tentativo di Emma Norsgaard (Movistar) ed Elena Cecchini (SD Worx) di rientrare su di lei. Finito il settore, ELB ha messo un'ulteriore marcia in più, aumentando notevolmente il proprio margine sul sostanzioso tratto d'asfalto che precedeva il successivo pavé. Il gruppo, traccheggiando un po' troppo, ha senz'altro favorito questo tipo di azione, ma vogliamo parlare della convinzione che la 30enne di Ornavasso ha messo sui suoi pedali?
Ai -30 il vantaggio della fuggitiva ammontava già a oltre mezzo minuto sul plotone che intanto rimetteva nel mirino Cecchini e Norsgaard. Tutto il peso dell'inseguimento ricadeva sulle spalle della SD Worx, che con Kopecky in prima persona ha spinto a fondo sul settore 7, da Cysoing a Bourghèlles ai -26. Quest'azione di Lotte e delle sue compagne ha più che dimezzato il gap rispetto alla battistrada, e all'uscita del settore erano in 8 ad essersi avvantaggiate rispetto alle altre: Blaak, Bastianelli, Norsgaard, Brand, Cavalli con la compagna Grace Brown, la coppia DSM Pfeiffer Georgi-Floortje Mackaij (DSM); epperò in tutto ciò proprio Kopecky aveva mancato l'aggancio a tale gruppetto. Elisa difendeva coi denti 10", forse 15, ma a quel punto l'ipotesi di rialzarsi, di aspettare le altre, non era più contemplabile.
All'uscita dal settore 6 (da Bourghèlles a Wannehein) ai -22 Georgi ha allungato rispetto alle inseguitrici che iniziavano a cincischiare un po' troppo, ma la campionessa nazionale britannica non è andata lontano ed è stata ripresa dalle altre sette; e tutte insieme sono state raggiunte ai -20 dal grosso del gruppo (quel che ne rimaneva); subito c'era da affrontare il duro settore 5, quello di Camphin-en-Pévèle, e le compagne di Longo Borghini (Ellen Van Dijk soprattutto) facevano in modo di rallentare l'andatura in testa al plotone. 20" per la battistrada, di nuovo. E grande paura ai -19, su una curva dissestata, l'abbiamo vista praticamente a terra su una grossa sbandata, ma la tricolore s'è salvata con esperienza e ha proceduto con la sicurezza di sempre.
Blaak ha di nuovo provato ad aumentare il ritmo dell'inseguimento, ma sempre Van Dijk e Brand a rompere i cambi, intanto il gruppo veniva falcidiato da altre cadute (un paio di Uno-X tutte in una volta) e dalla selezione naturale che si verificava su ogni tratto di pavé. Ai 17 km Elisa ha preso il Carrefour de l'Arbre con 25". Stavolta toccava a Kopecky spingere dietro, ma alle sue spalle chi? Van Dijk e Brand, inossidabile coppia di guastatrici. La campionessa belga ha fatto comunque una certa differenza, ma prima dell'uscita dal Carrefour una splendida Cavalli è andata a chiudere su di lei; più di 5", in ogni caso, Lotte non è riuscita a limare rispetto a ELB, e tornate sull'asfalto si è ritrovata circondata, perché oltre a lei e a Marta c'erano pure le solite Van Dijk e Brand a fare buona guardia.
Proprio Cavalli è emersa bene sul settore di Gruson ai -14, ma ormai Elisa era imprendibile perché tornava a guadagnare: +30" all'uscita dal tratto, e a quel punto le due non-Trek del quartetto inseguitore hanno di fatto gettato la spugna, favorendo il rientro ai -12 di Blaak, Mackaij ed Elise Chabbey (Canyon). Chantal si è rimessa a dare manforte a Lotte, ma ormai non c'era più troppo da fare, la battistrada si trovava a gestire ormai quasi 40" di margine e il profumo del Vélodrome André Pétrieux era sempre più intenso nelle narici della solitaria dominatrice della scena.
Qualcosa da dietro hanno recuperato ma non c'era altro da aggiungere a questa corsa. Solo l'urlo del pubblico all'ingresso di Elisa nel Velodromo, l'ultimo giro e mezzo in un deliquio di felicità e soddisfazione, l'abbraccio poco dopo con le bravissime compagne, l'abbandono per terra, seduta a piangere un po', e poi le premiazioni, tutto è stato perfetto per la grande Longo Borghini. Sul podio ha ritrovato Kopecky e Brand, che nello sprint delle battute, a 23" da lei, hanno preceduto Chabbey, Cavalli (bravissima quinta), Mackaij e Van Dijk - Lucinda ed Ellen esultando per la splendida vittoria di squadra. A 32" ha chiuso Blaak, a 2'22" Georgi s'è presa il nono posto davanti a Sandra Alonso (Ceratizit-WNT), Norsgaard e Brown. Bastianelli si è piazzata 15esima a 2'54", 125 sono le atlete che hanno concluso la gara, peccato che 27 di loro siano arrivate fuori tempo massimo: che ci volete fare, ragazze, la Roubaix è anche questo.