Milesi glorioso, la chiusura dell'Avenir parla italiano
Lorenzo conquista la tappa dell'Iseran coronando l'ottimo Tour de l'Avenir degli azzurri, primi anche nella classifica a squadre. Generale invariata, il belga Uijtdebroeks vince la corsa sul norvegese Staune-Mittet e il tedesco Hessmann
Il Tour de l'Avenir chiude i battenti a Villaroger dopo una giornata di pura montagna. Piatto forte del giorno è il Col de l'Iseran, che attende impaziente i corridori dall'alto dei suoi 2754 metri di altitudine. I 134 chilometri di giornata si prestano al ruolo di palcoscenico per la lotta in classifica generale. Tutti contro la maglia gialla Cian Uijtdebroeks, belga, che ha dominato le ultime due frazioni e pare involato verso una vittoria storica per il Belgio: nelle precedenti 57 edizioni della corsa, solo tre connazionali di Uijtdebroeks hanno vinto la corsa. L'ultimo successo belga risale al 2008, quando a imporsi fu l'ormai veterano Jan Bakelants.
È mezzogiorno quando i 79 corridori rimasti in gara lasciano Bessans e si dirigono verso Villaroger. Si avvantaggia subito un gruppetto di ben diciotto unità guidato dall'italiano Lorenzo Milesi e dal tedesco Hannes Wilksch. Presente anche il belga Alec Segaert, autore di una settimana solida in cui si è speso totalmente per Uijtdebroeks. Il futuro di Segaert, al primo anno tra gli under 23, sembra assai florido; un mese e mezzo fa ha conquistato il titolo continentale a cronometro di categoria e l'anno scorso lo ha vinto a livello junior, proprio davanti a Uijtdebroeks. I fuggitivi, che avranno un vantaggio massimo di 3'30", non preoccupano il gruppo: il più vicino a Uijtdebroeks è il tedesco Wilksch, nono a più di 8' dalla leadership. A guidare la fuga i francesi Ewen Costiou, Alex Baudin e Joris Delbove, decisi a lasciare il segno nell'ultima occasione utile.
Il gruppo affronta le prime due salite con un ritmo leggero, ma insostenibile per alcuni velocisti: il norvegese Søren Wærenskjold, ancora prima della scalata all'Iseran, mette il piede a terra. Terzo Tour de l'Avenir non concluso per la giovane stella norvegese, che esce di scena con una vittoria di tappa e si prepara ad affrontare il finale di stagione con la sua Uno-X. Si stacca anche il neerlandese Casper van Uden, che dovrà solo portare la maglia verde al traguardo.
A 58 chilometri alla conclusione, i battistrada giungono ai piedi del Col de l'Iseran. La fuga si scompone e davanti restano solo nove corridori: presenti i già citati Milesi, Wilksch, Segaert e Delbove, che prova a scremare ulteriormente il gruppo di testa. Il francese però rimbalza sulle rampe dell'Iseran e si stacca, lasciando davanti solo cinque atleti: Milesi, Segaert, Wilksch, Costiou e il norvegese Embret Svestad-Bardseng, corridore a tutto tondo al suo primo anno tra gli under 23.
Il gruppo principale intanto è sempre più ridotto: il ritmo del belga William Lecerf fa saltare alcuni corridori, tra cui il settimo della classifica generale, l'australiano Matthew Dinham. Mancano più di 50 chilometri quando la tappa prende una svolta inaspettata: Alessandro Fancellu, sesto in classifica generale, allunga in solitaria. Su di lui rientra solo Uijtdebroeks accompagnato da un infinito Lecerf, mentre gli altri corridori di classifica restano all'inseguimento. L'occasione è ghiotta per Fancellu, che tenta il tutto per tutto con l'obiettivo di salire sul podio. L'allungo dell'azzurro viene presto ricucito dal norvegese Johannes Staune-Mittet, secondo in classifica generale e diretto avversario di Uijtdebroeks, e dall'ecuadoriano Harold López. Baudin perde qualche metro in vista dello scollinamento. Il suo posto viene preso da un redivivo Loe van Belle, che inizia la discesa con i quattro battistrada rimasti.
Staccato di poco meno di un minuto, comincia a scendere anche il gruppo con Uijtdebroeks, Fancellu e Staune-Mittet, a cui presto si unisce anche il tedesco Michel Hessmann. Tra i corridori di questo gruppetto non c'è accordo e gli attacchi in discesa di Hessmann servono solo a nutrire un certo nervosismo e ad avvantaggiare la fuga. Dopo poco tempo, rientrano da dietro altri protagonisti come l'irlandese Archie Ryan e i francesi Lenny Martinez e Romain Grégoire. Manca all'appello Davide Piganzoli, che naviga con una trentina di secondi di ritardo dopo aver accusato l'aumento di ritmo sull'Iseran.
Ultimi dieci chilometri: in gruppo c'è controllo, saranno i cinque fuggitivi a giocarsi la tappa. Milesi, Segaert e Costiou provano inutilmente ad avvantaggiarsi, poi attacca van Belle in solitaria, ma anche il neerlandese viene ripreso. Comincia la salita che porta al traguardo e Svestad-Bardseng scatta in faccia ai compagni d'attacco. Segaert accusa il colpo, a differenza di Wilksch e Milesi che rientrano sul norvegese insieme a Costiou e rilanciano l'andatura, restando soli al comando. Milesi decide di dare il tutto per tutto e a 3 chilometri dall'arrivo riesce a staccare Wilksch, facendo il vuoto e volando verso una vittoria che per lui sarà indimenticabile. Segaert è secondo a sorpresa, davanti a Costiou, Svestad-Bardseng e Wilksch, che è crollato nel finale. Loe van Belle è sesto a 58" ed è l'ultimo fuggitivo prima del gruppo, anticipato da Grégoire e Lopez a 3'01", da Ryan a 3'04" e da Martinez a 3'07". Uijtdebroeks arriva a 3'09" con gli altri big, Piganzoli giunge a 3'56" e limita i danni, davanti a Vacek che paga 3'59" da Milesi.
La classifica generale subisce qualche modifica, ma il podio resta lo stesso: Cian Uijtdebroeks vince il Tour de l'Avenir, seguito da Staune-Mittet a 1'23" e da Hessmann a 2'. Quarto è Ryan a 2'49", davanti alla coppia italiana con Piganzoli quinto a 3'17" e Fancellu sesto a 3'59". Wilksch è settimo a 6'11" davanti a Martinez (6'59") e Van Belle (8'46"). Chiude la top 10 il ceco Mathias Vacek a 9'28".
Cian Uijtdebroeks, oltre alla maglia gialla, conquista anche la maglia bianca di miglior under 20 e la maglia a pois di miglior scalatore, confermando un dominio assoluto. La maglia a punti va a Casper van Uden, che si candida ad essere uno dei migliori velocisti dei prossimi anni. La classifica a squadre va all'Italia, capace di piazzare nei primi sedici i tre corridori rimasti in gara (Milesi ha chiuso appunto 16esimo). Il premio di super combattivo è appannaggio di Romain Grégoire, che ha onorato la corsa di casa con una vittoria di tappa e numerosi attacchi.
Il bilancio finale dell'Italia è più che positivo: nonostante una squadra dimezzata a causa dei ritiri di Alberto Bruttomesso, Davide Dapporto e Alessio Martinelli e il sogno del podio che sfuma sul più bello, la selezione azzurra conquista la classifica a squadre e porta a casa una vittoria di tappa. Le nove tappe francesi danno respiro al movimento italiano e fanno ben sperare per i prossimi anni.
Gli occhi sono ora puntati sul Mondiale, che scatterà tra meno di un mese e sarà preceduto da due gare minori: il Flanders Tomorrow Tour e l'Orlen Nations Grand Prix. Molti dei protagonisti di questa edizione si dedicheranno al finale di stagione con i professionisti, tra cui Uijtdebroeks e Hessmann che corrono tra le fila della Bora-Hansgrohe e della Jumbo-Visma.