
Cose da Mads, l'indomabile: assolo di 56 km alla Gand-Wevelgem
Il danese trionfa per la terza volta nella classica belga, attaccando senza tregua. Jonathan Milan terzo, battuto da Tim Merlier nella volata per il secondo posto
Sarebbe retorico stupirsi ancora: pensare alla Gand-Wevelgem 2025, dominata da un Mads Pedersen di nuovo incontenibile, come un pomeriggio da conservare nella memoria come una delle giornate in cui lo spirito di conservazione è crollato, vinto della caparbietà. Lo spirito dei Roaring Twenties del ciclismo però ci ha ormai abituato a corse che esplodono ben lontano dall’arrivo e a campioni che, oltre a numeri fenomenali, mostrano la ferma volontà di non lasciare nulla di intentato.
L’altro ieri, alla E3-Saxo Classic, Pedersen aveva lanciato il guanto di sfida cercando di anticipare niente meno che Mathieu van der Poel, ma nella battaglia tra prodigi il fuoriclasse di Kapellen aveva annichilito ogni suo slancio generoso, prendendosi la scena con l’ennesimo assolo vincente. Oggi, senza un avversario del calibro di Van der Poel, le mostrine del fenomeno degli attacchi erano tutte sulla casacca del danese, accanto alle bande iridate che gli decoravano le maniche (anche se è giusto dire che l'anno scorso il duello c'era stato eccome, ed era stato vinto inaspettatamente proprio da Pedersen). Così è stato lui ad accendere la corsa, a quasi 150 chilometri dalla conclusione, sulla prima difficoltà di giornata, come se ogni ulteriore indugio potesse suonare come un marchio di viltà.
Sbarazzatosi di pochi temerari che hanno cercato di resistergli, Pedersen ha dato l'ultimo affondo a 56 chilometri dalla conclusione, e da lì ogni tentativo di inseguirlo sarebbe stato vano.
Arriva la cinquantesima vittoria per lui, (superando le 49 di Van Aert), e terza alla Gand-Wevelgem (seconda consecutiva). Pedersen eguaglia così i primatisti di vittorie della corsa: Van Eenaeme, Van Looy, Merckx, Cipollini, Boonen e Sagan.
Gand-Wevelgem 2025, la cronaca della corsa
L'ottantasettesima Gand-Wevelgem partiva come lo scorso anno da Ypres (o Ieper) per arrivare a Wevelgem dopo 250.3 chilometri. Gli ostacoli principali erano i sei tratti in pavé e i nove muri, i più esigenti dei quali erano il Baneberg e il Kemmelberg, affrontato da due versanti, mentre gli ultimi 40 km erano privi di difficoltà.
Dopo dieci chilometri di corsa, un gruppo di quattro uomini si è portato al comando: Sam Maisonobe (Cofidis), Jasha Sütterlin (Jayco-AlUla), William Blume Levy (Uno-X Mobility) e Marco Haller (Tudor). Da dietro hanno inseguito Samuel Leroux (TotalEnergies), Victor Vercouillie (Flanders-Baloise) e Max Walker (EF Education-EasyPost).
Pochi chilometri dopo, il vantaggio dei battistrada è aumentato. Maisonobe, Sütterlin, Haller e Blume Levy hanno guadagnato quasi un minuto. Nel frattempo, altri cinque corridori si sono avvicinati: Rui Oliveira (UAE Emirates), Walker, Vercouillie, Leroux e Alexys Brunel (TotalEnergies).
A 227 km dall'arrivo, gli inseguitori sono riusciti a raggiungere il quartetto di testa, formando un gruppo di nove uomini in fuga. Il vantaggio sul gruppo principale è cresciuto rapidamente, superando i due minuti a 223 km dal traguardo. Pochi chilometri dopo, il margine è salito oltre i tre minuti.
La corsa è proseguita ad alta velocità, con una media di 45,9 km/h nella prima ora. I fuggitivi hanno mantenuto un vantaggio stabile di oltre tre minuti mentre affrontavano i tratti più esposti al vento nella zona del Moeren.
Nei primi 100 km, l'Alpecin-Deceuninck ha collezionato due forature: prima Jasper Philipsen e poi Gianni Vermeersch sono stati costretti a fermarsi. Il gruppo non ha però forzato il ritmo e i due sono riusciti a rientrare senza troppi problemi. Il distacco dai fuggitivi si è mantenuto attorno ai 3'35".
Pedersen inizia subito a muovere le acque
Poco dopo, la corsa ha iniziato ad animarsi. Il gruppo di testa ha conservato 2'05" di vantaggio, ma dietro hanno iniziato a muoversi alcuni nomi importanti. Un primo scaglione di 32 corridori, tra cui Mads Pedersen (Lidl-Trek), Olav Kooij e Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike), dopo 104 km si è avvantaggiato su un secondo gruppo, comprendente Philipsen, Victor Campenaerts e Tim Merlier, che inseguivano a pochi secondi.
A 134 km dal traguardo, il divario tra il primo e il secondo scaglione si è ridotto a 15". La Alpecin-Deceuninck si è messa a tirare per ridurre il distacco dal gruppo Pedersen. A 130 km dall'arrivo, il ritardo è stato di 25".
Il primo vero riassestamento è avvenuto a 116 km dall'arrivo: il gruppo di Pedersen e Philipsen si è riunito e ha ridotto il ritardo sui battistrada a 1'20". Vermeersch, vittima di una seconda foratura, ha perso contatto e scivolando indietro.
A 109 km, una nuova accelerazione ha portato Kooij, Benoot, Lampaert e Pedersen a guadagnare terreno. Philipsen è rimasto leggermente attardato. Il gruppo principale ha seguito a 55". A 103 km, di nuovo il gruppo Philipsen ha raggiunto quello di Pedersen, riducendo il vantaggio della fuga a soli 20".
Intorno ai 98 km, una caduta ha coinvolto diversi corridori, tra cui Bert Van Lerberghe (Soudal Quick-Step), Jordi Meeus (Red Bull-BORA-hansgrohe), Matteo Trentin (Tudor) e Tosh Van der Sande (Visma | Lease a Bike), ma tutti sono riusciti a ripartire rapidamente.
Sul Kemmelberg di nuovo Pedersen
Fino al Monteberg, tra gli inseguitori è tornata la quiete e il gruppo di testa era tornato ad avere 1'30" di margine. I corridori hanno poi affrontato il Kemmelberg, uno dei punti chiave della corsa. Qui, ai -85 km, Pedersen ha forzato nuovamente il ritmo. Anche Walker ha aumentato l'andatura tra i fuggitivi, mettendo in difficoltà Vercouillie e Leroux. A 82 km dall'arrivo, i battistrada avevano ancora 1'10" di margine, ma Vercouillie ha perso contatto ed è stato riassorbito dal gruppo.
Su un tratto in pavé ai -72 km, Pedersen aveva attaccato nuovamente, seguito da Philipsen e Kooij. Tuttavia, Philipsen era stato rallentato da una foratura, rendendo difficile la sua reazione. Un chilometro dopo, Olav Kooij, che era sulla ruota di Pedersen, era caduto sul selciato, vedendo sfumare ogni possibilità di rimanere in gara. Arjen Livyns (Lotto) era stato dunque l'unico a riuscire a seguire Pedersen, con il duo che si era portato a 35" dal gruppo di testa. Quest'ultimo era ancora composto da Rui Oliveira, Campenaerts (Visma | Lease a Bike), Walker, Brunel (TotalEnergies) e Haller (Tudor).
Ai -65 km, Jasper Philipsen, dopo aver cambiato bici, era riuscito a limitare in parte i danni rientrando nel gruppo principale, che però era in ritardo di 50" rispetto al gruppo di testa. Nel frattempo, il duo Pedersen-Livyns era riuscito a ricongiungersi con il gruppo di testa, formando un nuovo drappello di battistrada composto da Mads Pedersen, Rui Oliveira, Victor Campenaerts, Max Walker, Sam Maisonobe, Arjen Livyns, Emils Liepins, Alexys Brunel e Marco Haller. Nel gruppo inseguitore gli unici rimasti a lavorare erano gli Alpecin-Deceuninck di Jasper Philipsen.
Mads Pedersen, o dell'impetuosità
Sul penultimo Kemmelberg (-56 km), Pedersen ha nuovamente accelerato, guadagnando una trentina di secondi in 10 km sui tre rimasti a inseguirlo, ovvero Campenaerts, Livyns e Haller, mentre Maisonobe, Liepins e Brunel venivano riassorbiti.
A 41 km dall'arrivo, quando ormai si era entrati nell'ultima tornata che avrebbe portato all'arrivo di Wevelgem, Dries De Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale) aveva tentato un attacco in solitaria, dal gruppo principale, senza guadagnare che una decina di secondi. Nel frattempo il vantaggio di Pedersen era salito a 1' sugli inseguitori e a quasi 2' sul gruppo principale, ed era cresciuto di altri 30" dopo l'ultimo passaggio sul Kemmelberg ai -35.
A 25 km dall'arrivo, Philipsen e Girmay si erano mossi in prima persona e avevano raggiunto Campenaerts, Livyns e Haller, cercando di ridurre il distacco. Tuttavia, il danese aveva resistito, mantenendo ancora 1'25" a 21 km dal traguardo, con Yves Lampaert (Soudal Quick-Step) a lavorare in testa, insieme alla Uno-X mobility e alla Alpecin Deceunink, mentre la Lidl-Trek era compatta con Jasper Stuyven e Alex Kirsch intorno a Jonathan Milan, pronta a chiudere su ogni tentativo.
Nonostante gli sforzi del gruppo, in particolare della Uno-X, il vantaggio di Pedersen non è mai sceso sotto il minuto e 10" fino all'ultimo chilometro, quando il Campione del mondo 2019 è arrivato solo al traguardo conquistando il terzo successo nella competizione, dopo quello del 2020 e quello della passata stagione.
La Lidl-Trek ha così potuto preparare lo sprint per il secondo posto, dove Jonathan Milan è partito lungo le transenne rimontato inesorabilmente dal campione europeo Tim Merlier, che gli ha soffiato la piazza d'onore per pochi centimetri.

Quarta posizione per Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), quinta per Hugo Hofstetter (Free Palestine), sesta per Davide Ballerini (XDS Astana) e settima per Biniam Girmay (Intermarché - Wanty)
Il podio di Milan è il quarto nelle classiche World-Tour 2025 per un corridore italiano (gli altri due sono uno dello stesso Milan e due di Filippo Ganna), uno in più di tutto il 2024 (Luca Mozzato al Giro delle Fiandre, Milan alla Bemer Cyclassic e Giulio Ciccone al Lombardia)