Well done Wellens
Il belga della Lotto Soudal vince la sua seconda tappa di questa Vuelta a España grazie ad un'altra fuga: battuto Michael Woods; Primoz Roglic resta in maglia rossa
Nella cronometro del Mirador de Ézaro non è arrivato il tanto atteso, o temuto a seconda del punto di vista, colpo da ko di Primoz Roglic, ma prima della resa dei conti finale sull'Alto de la Covatilla questa edizione della Vuelta a España propone tre frazioni mosse senza un terreno particolarmente adatto a creare una rivoluzione in classifica generale. Oggi la quattordicesima tappa portava i corridori da Lugo a Ourense per un totale di 204.7 chilometri con soli tre gran premi della montagna tutti di terza categoria ed un ultimo chilometro di nuovo leggermente all'insù: nel complesso una frazione non particolarmente impegnativa ma comunque sulla carta non del tutto adatta ai velocisti puri o ad una squadra che avesse voluto provare da sola a tenere il gruppo compatto.
La tappa di oggi era quindi caratterizzata da molto di quegli ingredienti che favoriscono la buona riuscita di una fuga da lontano e fin dall'inizio c'è stata quindi una grande battaglia di attacchi e contrattacchi perché in tanti volevano provare a giocarsi le loro carte. Il primo tentativo di otto corridori è stato annullato dopo appena una dozzina di chilometri di corsa, e nel tratto successo non hanno avuto fortuna né drappelli più piccoli da quattro o cinque uomini, né gruppi più numerosi come i 26 che erano riusciti a prendere circa 20" attorno al chilometro 25. In questa fase di corsa il tracciato era abbastanza ondulato, eppure il plotone ha viaggiato sul filo dei 50 all'ora di media ed è stato solo attorno al chilometro 45 che 7 ciclisti sono riusciti ad avvantaggiarsi di forza convincendo, se così si può dire, contrattaccanti e inseguitori a desistire almeno per un po'.
Gli iniziatori di questa fuga sono stati Zdenek Stybar (Deceuninck-Quick Step), Dylan van Baarle (Ineos Grenadiers), Michael Woods (EF Pro Cycling), Tim Wellens (Lotto Soudal) e Marc Soler (Movistar) con Thymen Arensman (Sunweb) e Pierre-Luc Périchon (Cofidis) bravissimi a rientrare in secondo momento, a differenza dello spagnolo Carlos Barbero (NTT) che era con loro ma che si è staccato sul più bello. Per alcuni chilometri i sette battistrada sono stati tenuti a tiro anche perché molte squadre non erano rappresentate in testa, poi dal chilometro 60 il vantaggio ha iniziato finalmente ad aumentare in maniera significativa arrivando a toccare anche i 5'30" come punta massima a metà percorso circa.
Il Team Jumbo-Visma ed il capoclassifica Primoz Roglic non erano minacciati in alcuna maniera da questa fuga e hanno quindi lasciato fare, ma sono state l'Astana e la Bora-Hansgrohe a portarsi in testa al plotone per non far prendere troppo margine ai sette uomini di testa: il lavoro di queste due formazioni ha consentito di tenere il gap sotto controllo, ma non è bastato a riavvicinarsi ad Arensman, Périchon, Soler, Stybar, Van Baarle, Wellens e Woods che a 65 chilometri dalla conclusione erano sempre stabili sui 4'50" di vantaggio. A quel punto Astana e Bora hanno deciso di rialzarsi, ma nel duello tra fuga e gruppo non c'è stato ancora un game over: la Total Direct Energie è infatti intervenuta con decisione, mettendo tutta la squadra in testa al plotone e dando così un cambio deciso all'andatura.
La Total Direct Energie puntava oggi sul 35enne francese Julien Simon, corridore rapido ma anche resistente sulle salite brevi che fin qui in questa Vuelta aveva ottenuto un sesto posto a Suances ed un ottavo a Sabiñanigo: un tale dispendio di energie probabilmente non era giustificato dai risultati passati, ma per la formazione francese era l'unico modo per provare almeno a giocarsi qualcosa e il distacco ha quindi iniziato a scalare. Nei primi 15 chilometri di lavoro la Total ha recuperato poco più di un minuto e mezzo sulla testa della corsa e la tendenza si è confermata anche in seguito: a 30 chilometri dal traguardo, ai piedi dell'Alto de Abelaira che era l'ultimo gpm di giornata, il vantaggio dei sette battistrada era crollato a 2'15" e tutto sembrava essersi riaperto. Sembrava, perché gli uomini della Total hanno speso tantissimo e quando la strada ha iniziato a salire, sebbene solo al 4%, non ci sono state più le forze per insistere: altre squadre non hanno collaborato e così il gruppo s'è defitivamente rialzato.
Sull'Alto de Abelaira c'è stata un po' di bagarre tra i fuggitivi, ma l'unico a perdere contatto è stato il francese Pierre-Luc Périchon. Raggiunto il gran premio della montagna, i sei battistrada non hanno incontrato subito la discesa, ma quando è iniziata la picchiata c'è stata l'azione di Marc Soler, Tim Wellens e Zdenek Stybar che a 12 chilometri dall'arrivo hanno aperto un buco considerevole nei confronti degli altri tre ex compagni di fuga. Di questo nuovo terzetto di testa, due (Soler e Wellens) avevano già vinto una tappa in questa Vuelta a España e potevano quindi permettersi di rischiare qualcosa di più rispetto a chi (Stybar) l'ultimo successo personale l'aveva ottenuto nove mesi fa in Argentina: questo fattore ha permesso quindi a Woods, Van Baarle e Arensman di rientrare sulla testa ai 1300 metri proprio dove la strada iniziava a salire verso il traguardo finale.
Di fatto i fuggitivi, ad eccezione di Arensman che ha mollato ai 500 metri, si sono giocati la tappa in volata: Tim Wellens è partito lungo a circa 250 metri dall'arrivo ed è riuscito a sorprendere Michael Woods che ha tardato a reagire. Negli ultimi metri il canadese della EF Pro Cycling si era riportato addosso al belga della Lotto Soudal, ma il disegno planimetrico del finale sorrideva a chi era davanti: lo striscione d'arrivo era infatti posizionato appena 20 metri dopo l'uscita da una curva abbastanza stretta verso sinistra e Wellens ha avuto buon gioco a prendere la traiettoria interna e ha obbligato Woods, che era più veloce, ad allargarsi e fare più strada senza riuscire quindi ad effettuare il sorpasso; per Wellens si tratta della seconda vittoria di tappa in questa Vuelta, ed è stata quasi una fotocopia della precedente visto che anche allora ebbe la meglio sui compagni di fuga in un finale in leggera pendenza. Terzo è arrivato quindi Zdenek Stybar con Dylan van Baarle quarto, Marc Soler ha chiuso quinto a 11" e Thymen Arensman sesto a 13". Pierre Luc Périchon è riuscito comunque a piazzarsi settimo a 3'11"
Nel finale il gruppo principale ha nuovamente perso parecchio terreno ed ha chiuso attardato di 3'44" dai primi: gli uomini di classifica si sono fatti trovare tutti molto ben attenti nelle prime posizioni e non c'è neanche stato il minimo frazionamento; e forse vedendo l'arrivo è anche un bene che oggi sia arrivata la fuga perché quell'ultima curva avrebbe potuto creare grossi problemi se ci fosse stato un gruppo compatto e numeroso a giocarsi la vittoria di tappa e gli abbuoni in palio al traguardo. La generale per oggi è rimasta invariata con Primoz Roglic in maglia rossa con 39" su Richard Carapaz a 47" su Hugh Carthy.