Florian Kajamini al Giro Next Gen 2024 ©Florian Kajamini via IG
Ciclismo Giovanile

Kajamini a Riunione Tecnica: "L'Avenir dell'Italia è stata una sorpresa, ma ce la siamo sudata"

Intervista al miglior azzurro del Giro Next Gen e protagonista al Tour de l'Avenir: il ciclismo giovanile, la MBH, il futuro in Astana

Nella puntata di mercoledì di Riunione Tecnica abbiamo intervistato Florian Kajamini della MBH Colpack Ballan CSB, che quest'anno è stato il migliore azzurro sia al Giro Next Gen (settimo) che al Tour de l'Avenir (quinto), dove ha trovato anche la vittoria di tappa

Una stagione da protagonista

"Ora come ora sono abbondantemente nella off-season e ho chiuso in modo anticipato la stagione a causa di problemi fisici, però diciamo che mi sto godendo meritati giorni di vacanza. Purtroppo qualche problemino mi ha coinvolto durante il fine di stagione, nella quale c'erano diversi appuntamenti importanti come il Mondiale, il Lombardia e anche la gara che si è svolta in Friuli. Mi è parecchio dispiaciuto, però sono problemi per cui non si può fare niente.

Sicuramente questa è stata la mia stagione migliore di sempre. È stata una dietro l'altra, una soddisfazione unica e sono veramente molto soddisfatto di quello che sono riuscito a raccogliere. Sono partito quest'anno, volevo ottenere il massimo di quello che potevo fare, investendo e facendo tutto il possibile per fare la stagione al meglio. Ho seminato tanto e sono riuscito a raccogliere parecchio. Partendo dalla Vittoria a San Vendemiano, è stato veramente emozionante riuscire ad arrivare da solo, a braccia alzate, in un palcoscenico così importante, poi la settimana dopo subito a Biella e poi la ciliegina all'Avenir. È stato veramente il coronamento di una grande stagione, sempre ad alti livelli."

Il futuro in Astana

"L'anno prossimo sarò tra le fila della Astana, che cambierà nome perché entrerà questo sponsor cinese. Da Continental ho avuto un piccolo assaggio di quello che è il professionismo in gare minori, come Coppi e Bartali e il Giro d'Abruzzo, che per noi possono essere occasioni d'oro per mettersi in mostra. Sono riuscito a far vedere qualcosina, soprattutto al Giro d'Abruzzo dove sono arrivato nei primi dieci. L'anno prossimo sarà tutta un'altra storia. Già il 22 di questo mese faremo un piccolo training camp, più che altro senza bici, per conoscersi e fare gruppo, che è fondamentale.

Fortunatamente l'Astana è la squadra World Tour più italiana che abbiamo in questo momento. Conosco Simone Velasco e Lorenzo Fortunato perché sono delle mie zone. Velasco è originario dell'Elba, ma si allena spesso passando da casa mia, a sono di Pianoro, che è praticamente la zona dove è transitato il Giro dell'Emilia quest'anno, anche se quest'anno l'hanno fatto passare dalla vallata di fianco.

È particolarmente difficile passare professionisti. Le squadre mostrano interesse, ma poi vogliono conferme, soprattutto per il passaggio nel World Tour, dove cercano corridori solidi. Sono riuscito a mettermi in mostra in palcoscenici importanti, e questo mi ha aiutato molto. Aver vinto gare di livello internazionale ha dimostrato ulteriormente il mio valore. Sono molto soddisfatto di aver avuto costanza negli appuntamenti che ho preparato."

La vittoria all'Avenir e il movimento giovanile

"L'Avenir è il Tour de France degli Under 23, c'è tanto interesse da parte di squadre e atleti per fare bene. Ci siamo presentati tutti in ottime condizioni e, pur non avendo un leader di grosso calibro, senza ruoli fiscali, abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra. Alla vigilia, i risultati che abbiamo ottenuto erano impensabili. È stata una sorpresa, ma ce la siamo sudata.

Vittoria di Kajamini a Condove ©Tour de l'Avenir
Vittoria di Kajamini a Condove ©Tour de l'Avenir

Sicuramente il livello si è alzato in tutte le categorie, ma penso di aver fatto un percorso conservativo, come tanti altri ragazzi italiani. Non ho mai avuto pressioni di nessun tipo, ho sempre vissuto il ciclismo in modo sereno. Ora come ora passare professionista è veramente difficile, ci sono ragazzi forti e ti rendi conto di quanto serve. Sono più preoccupato per i ragazzi che arrivano ora perché può essere che un fisico così giovane potrebbe non sopportare troppo stress."

La MBH Colpack Ballan  CSB

"Penso che la MBH sia la squadra faro del panorama ciclistico giovanile italiano, quella che ti mette più in condizione di passare professionista. Ci sono tanti come Edoardo Cipollini e Christian Bagatin, ma anche Sergio Meris che è già riuscito a passare.

Degli avversari all'Avenir non posso che menzionare Pablo Torres, dopo la prestazione monstre sul Colle delle Finestre. Anche il vincitore, Joseph Blackmore, è già un corridore formato.

Sicuramente essere passato professionista è un punto di partenza e non di arrivo: voglio ricominciare da zero. Margini di crescita ne ho tanti."

Il ciclismo di oggi

"Oggi vediamo corridori che riescono a vincere dappertutto, i professionisti fanno un calendario che è molto studiato. Una volta c'erano corridori come un Contador o un Froome che puntavano tutto quasi solo sul Tour, oggi invece vediamo uno sconvolgimento totale prestazioni che fanno impallidire quelle di pochi anni fa."

La preparazione

"Prima di uscire faccio colazione con porridge d'avena e pancake proteici. Io odio fare i rulli, li faccio solo in caso di emergenza, la prima volta li ho fatti al mondiale perché pioveva troppo. Questo inverno con la neve e non mi sono fatto remore a uscire."

Gli inizi

"Io corro da quando sono G1, praticamente da sempre, mi piace tanto seguire il ciclismo, sono gare entusiasmanti, poi con i campioni che ci sono adesso non si può non apprezzare. Io ho cominciato con la Pianorese, poi gli allievi qui vicino, gli juniores con la Borgo Panigale e poi la Colpack negli ultimi tre anni. Al di fuori del ciclismo mi piace cucinare e andare a funghi, sono appassionato di montagna"

Il cambio di regole

"Il prossimo mondiale Under 23 sarà solo per non professionisti, e per me è meglio. Nove su dieci quest'anno erano già inseriti in squadre Devo. Secondo me è giusto che a contenderselo siano gli Under 23 non ancora professionisti, perché per chi è già passato non aggiunge nulla alla propria carriera".

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