"Se la caduta mi fosse costata il titolo non avrei dormito per qualche notte!"
In attesa delle parole degli italiani, ecco quelle degli altri protagonisti della prova in linea iridata di Glasgow: Van der Poel parla di carriera quasi completa, Van Aert lamenta l'assenza di radioline, voce anche a Pogacar, Pedersen e Evenepoel
Il Mondiale di Glasgow ci consegna un nuovo campione del mondo: Mathieu van der Poel. Il neerlandese è riuscito a conquistare la maglia iridata con l'attacco decisivo a 23 chilometri dal traguardo, dopo che uno stoico Alberto Bettiol (qui le dichiarazioni degli italiani) aveva guidato la corsa in solitaria per più di 30 chilometri. Una scivolata in vista dell'ultimo giro non ha scalfito Van der Poel che nonostante qualche sbucciatura e una scarpa rotta è riuscito a rimettersi subito in sella e a incrementare il proprio margine sul terzetto formato da Wout Van Aert, Tadej Pogacar e Mads Pedersen, giunto in quest'ordine al traguardo alle spalle del nativo di Kapellen.
Mathieu Van der Poel, nuovo campione del mondo: “Se la caduta mi fosse costata il titolo non avrei dormito per qualche notte!”
“Vincere il Mondiale è tutto per me: ho quasi completato il cerchio dei successi nella mia carriera, per me era inimmaginabile quando ho cominciato ad andare in bicicletta. La corsa è stata molto combattuta e dura. Quando ho attaccato non pensavo di fare subito il vuoto: mi sono voltato, ho visto che avevo qualche secondo e ho pensato solo a spingere fino al traguardo. Vedere che nessuno mi ha potuto seguire è stata una bella iniezione di fiducia. La caduta? Non ho preso rischi esagerati, il percorso era molto scivoloso e su quella curva sono caduto prima che potessi fare qualcosa; certo, se la scivolata mi fosse costata il titolo forse non avrei dormito per qualche notte!”
Wout Van Aert, 2° al traguardo: “Sono soddisfatto, Mathieu il più forte oggi. Correre senza auricolari? Un'assurdità”
“Non sono entusiasta del risultato finale, ma posso dire di essere soddisfatto. Mathieu (van der Poel, ndr) era il più forte oggi: quando ha attaccato ho provato a tenere la sua ruota ma ho dovuto rinunciare dopo una decina di metri. A quel punto abbiamo corso per il 2° posto, è stato abbastanza naturale. Nell'ultimo giro ho notato che Pedersen non era molto sicuro alla guida: volevo l'argento, così ho attaccato in salita e ho mantenuto il vantaggio in discesa, assicurandomi un buon 2° posto. Ho l'impressione che oggi abbiamo corso nel modo giusto, c'è stato solo qualcuno più forte. Correre senza auricolari? Un'assurdità: noi siamo abituati a correre così, è assurdo che non possiamo usarli anche al Mondiale.”
Tadej Pogacar, 3° al traguardo: “Gara estremamente difficile, sono felice di salire sul podio”
“La gara è stata estremamente difficile, raramente ho corso più forte di oggi in una singola giornata. Sono esausto, preferirei sdraiarmi, ma è stata sicuramente una sensazione fenomenale salire sul podio. Mi sono sentito bene, ho cercato di controllare la gara ma allo stesso tempo risparmiare un po' di energia per la fine. Sembrava che van der Poel fosse il migliore, anche se è caduto ha continuato a guadagnare: si merita questa maglia arcobaleno. Nel finale speravo in una medaglia d'argento, ma sono davvero felice anche per questo bronzo.”
Mads Pedersen, 4° al traguardo: “Un po' mi dispiace, abbiamo fatto un bel lavoro”
“Non posso negarlo, un po' mi dispiace. Siamo stati in lotta per una medaglia fino alla fine, perderla così negli ultimi metri mi rattrista. Come nazionale possiamo essere molto soddisfatti: abbiamo corso all'attacco, siamo stati protagonisti e abbiamo fatto il possibile per ottenere un risultato. Nel finale la pioggia ha reso il percorso molto scivoloso, forse ho guidato con troppa cautela negli ultimi giri ma non volevo compromettere tutto. Nel complesso possiamo essere soddisfatti.”
Remco Evenepoel: “L'argento di Van Aert è un buon risultato: ora riposo totale prima della cronometro”
“La corsa è stata davvero brutale: per un corridore come me tanti rilanci non sono il massimo. Abbiamo provato a rendere la corsa più dura. Il mio piano era un po' simile a quello di Alaphilippe due anni fa a Lovanio: attaccare, attaccare, attaccare. Non è bastato, ma alla fine Wout (Van Aert, ndr) ha chiuso 2° e questo è un buon risultato. Ora mi devo riposare fino alla cronometro di venerdì: ne ho davvero bisogno.”