Marc Hirschi vince a Plouay ©LNC-Marie Vaning
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Hirschi colpisce anche a Plouay, sua la Bretagne Classic

Lo svizzero della UAE Emirates si aggiudica una corsa molto movimentata con un attacco negli ultimi quattro chilometri. Sul podio Magnier e Cort

25.08.2024 17:48

Prima dello scorso 10 agosto, Marc Hirschi si era specializzato nell'accumulare vittorie in serie in corse di livello inferiore alle classiche World Tour, dove invece non aveva esultava dalla Freccia Vallone 2020, l'annata della sua esplosione in maglia Sunweb. Nel giro di due settimane, lo svizzero della UAE Emirates ha ribaltato questa tendenza, prendendosi prima la vittoria a San Sebastián e poi quella di oggi alla Bretagne Classic, arrivata con un'azione nel finale da puncheur di alta classe, che è sempre stato ma che ha potuto essere solo a tratti in questi anni.

La classica di Plouay è stata una lunga giostra di oltre 60 chilometri, piena di scatti e controscatti ma senza un chiaro padrone fino all'ultimo strappo, a 3.5 chilometri dal traguardo, quando Hirschi ha spezzato definitivamente l'elastico e nessuno ha trovato la forza di reagire. Con questa, sono 66 vittorie in stagione per la UAE, che alla Vuelta sta già aggiornando il conto, e 19 in carriera per lo svizzero, che mai come in questo momento è un serio candidato almeno per una medaglia al mondiale di casa a Zurigo.

Bretagne Classic 2024, la cronaca della gara

Sono solo due i fuggitivi della prima ora: Christopher Juul-Jensen (Team Jayco AlUla) e Silvan Dillier (Alpecin-Deceuninck). Due passisti navigati che sanno come condurre una giornata in fuga, ma in due non spaventano il gruppo, che concede addirittura undici minuti nelle fasi iniziali, mentre a metà gara il distacco è di poco inferiore ai sette minuti. Tra le squadre a controllare nei primi chilometri c'è la Lidl-Trek, che mette davanti Fabio Felline e manifesta l'intenzione di fare la corsa per Thibau Nys, a caccia della prima vittoria in una grande classica nel suo ultimo giorno di corsa su strada del 2024.

Negli ultimi 90 chilometri si porta davanti anche il UAE Team Emirates, con Domen Novak e Alessandro Covi a tirare per i tanti potenziali leader che come sempre presenta la formazione degli Emirati. Ai -60 la fuga viene ripresa, e immediatamente arriva il contrattacco di Jonas Abrahamsen, che prova l'ennesimo attacco da lontano di questa stagione, scelta che spesso lo ha portato a grandi risultati. Nessuno risponde direttamente al norvegese della Uno-X Mobility, che guadagna una ventina di secondi, ma dietro ci sono diversi tentativi di portare via un altro gruppetto. Inzialmente Krists Neilands riesce a riportarsi su Abrahamsen, ma i due vengono ripresi poco dopo, e inizia una lunga serie di accelerazioni da un gruppo in costante fila indiana da qualche chilometro. Ci provano nell'ordine Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck), Dorian Godon (Decathlon AG2R La Mondiale), Quinn Simmons (Lidl-Trek) e Louis Barré (Arkéa B&B Hotels), ma nessuno riesce a prendere vantaggio e mantenerlo.

Inizia a farsi vedere anche Julian Alaphilippe, che con un paio di scatti riesce a portare via un gruppo di una ventina di corridori con dentro molti dei favoriti, con il contributo anche di Jan Christen e Marc Hirschi. Dopo qualche chilometro di strappate senza grande continuità si torna di nuovo tutti insieme, e questa volta Romain Grégoire riesce ad andare via da solo, con Alex Baudin (Decathlon-AG2R), Magnus Cort (Uno-X Mobility) e Mick van Dijke (Team Visma Lease a Bike) che provano ad accodarsi ma vengono riassorbiti. Il francese della Groupama-FDJ, coinvolto in una caduta in precedenza, ai -20 ha una decina di secondi di vantaggio, ma non riesce a mantenere questo leggero margine fino all'ingresso nel cirucito finale.

A riprenderlo è Arnaud De Lie, sempre rimasto davanti e pronto a seguire gli attacchi, e a quindici dall'arrivo prova per la prima volta a fare la differenza. Lo segue Ilan van Wilder (Soudal-Quick Step), ma nemmeno il campione belga riesce a prendere vantaggio, col connazionale ad agire da stopper. Si arriva dunque a gruppo compatto al suono di campana per l'ultimo giro, e nemmeno l'attacco sul traguardo di Bastien Tronchon (Decathlon-AG2R), Benjamin Thomas (Cofidis) e Laurenz Rex (Intermarché-Wanty) è quello buono. 

L'attacco di Bastien Tronchon ©Decathlon AG2R La Mondiale Team
L'attacco di Bastien Tronchon ©Decathlon AG2R La Mondiale Team

Hirschi se ne va, De Lie e Nys giù dal podio

Alaphilippe ci riprova ai -7 e questa volta perde anche gli occhiali per la foga, ma non è ancora il momento giusto. La corsa si decide sullo stesso strappo che ha aperto la corsa femminile di ieri: a mettere pressione per primo è Tiesj Benoot (Team Visma Lease a Bike), che porta via un gruppetto di soli sei corridori: con De Lie, Hirschi e Nys ci sono anche 
Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck), e soprattutto Maxim van Gils compagno di squadra di De Lie e a sua volta papabile il vincitore. Il belga per un attimo prende guadagna anche qualche metro nell'incertezza generale, ma decide di non affondare il colpo e continuare a tirare per il compagno, che gli si accoda. 

A pochi metri dello scollinamento, a 3.5 chilometri dal traguardo, arriva la botta secca di Marc Hirschi, a cui nessuno riesce a rispondere. Lo svizzero apre subito il gap, mentre dieto nessuno dà il cambio a Van Gils. Nel finale, con diversi gregari rientrati in gruppo, Decathlon AG2R e Uno-X riescono a organizzare un leadout e una sorta di inseguimento, ma ormai è tardi. Hirschi ha ancora un buon vantaggio sulla discesa che immette su Boulevard des Championnats du Monde, e ha ancora le energie per un ultimo rilancio sul rettilineo finale. Il gruppo arriva molto vicino, ma non abbastanza: arriva la quinta vittoria stagionale per il corridore della UAE, la seconda di fila in una classica World Tour dopo la Donostia Klasikoa.

Prima volta assoluta su un podio importante per Paul Magnier, che vince la volata dei battuti davanti a Magnus Cort, che a sua volta è raramente stato così competitivo in una gara di un giorno così lunga. Piazzati e scontenti De Lie, Nys e Michael Matthews, Simone Velasco (Astana Qazaqstan) è il migliore degli italiani, undicesimo.

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