L'arrivo a denti stretti di Antonia Niedermaier a Ceres
Donne Élite

Finiscono al tappeto le speranze italiane

Al Giro Donne Niedermaier si prende tappa e maglia bianca dopo una frazione durissima. Van Vleuten e Longo Borghini danno spettacolo in salita, ma ELB cade in discesa e finisce a quasi 8 minuti.

04.07.2023 15:39

Dopo tre giorni di grandi firme, al Giro Donne c'è spazio per scoprire un grande talento emergente. Antonia Niedermaier, classe 2002 della Canyon SRAM, ottiene la prima vittoria nel World Tour della sua giovane carriera, al termine di un'azione da lontano che condensa le qualità in salita che aveva già fatto vedere in corse minori e una grande personalità per andare a sfidare faccia a faccia le migliori scalatrici del gruppo. Quella che doveva essere sulla carta la tappa regina di questo Giro non ha tradito le attese, con continui cambi di scenario a partire dalla prima salita di giornata. Dopo 105 chilometri di spettacolo, un epilogo amaro per i colori italiani: dopo la grande vittoria di ieri, Elisa Longo Borghini ha dovuto dire addio alle ambizioni di maglia rosa per una caduta in discesa, dopo un'altra giornata da assoluta protagonista. 

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Come da copione, il Passo del Lupo (9.8 chilometri all’8.6%) fa già grandissima selezione tra le donne di classifica dopo pochi chilometri. Le protagoniste sono le solite note: Annemiek van Vleuten in maglia rosa continua ad attaccare in salita, e le uniche a resistere sono le due Lidl-Trek Gaia Realini ed Elisa Longo Borghini, che vuole almeno blindare il secondo posto dopo la vittoria di ieri. ELB perde però contatto in prossimità della cima del gpm, e viene raggiunta da una brillante Niamh Fisher-Black, che sfodera una prestazione notevole dopo aver perso oltre due minuti nella tappa di Marradi. La neozelandese della Sd Worx insegue insieme alla campionessa italiana, davanti a un gruppetto con dentro Marta Cavalli, Juliette Labous, Silvia Persico e Antonia Niedermaier. La ventenne tedesca della Canyon, seconda ad Hautacam nella tappa vinta da Cavalli al Tour de Pyrénées, si rivela anche in questo Giro Donne come una delle migliori scalatrici emergenti: insieme a Realini e Fisher-Black, è la terza nata dopo il 2000 nelle prime 10 dopo una salita hors catégorie. Perdono invece più terreno Cecilie Uttrup Ludwig, Mavi García e soprattutto Veronica Ewers, che partiva dal terzo posto in classifica.

La generale è destinata ad essere stravolta, anche perché dopo il Passo del Lupo e la lunga discesa, ci sono altri 55 chilometri di terreno vallonato per cambiare ancora le carte in tavola fino all'arrivo di Ceres. In fondo alla discesa Longo Borghini e Fisher-Black rientrano sulla testa della corsa: la Lidl-Trek si trova dunque in superiorità numerica, anche se sembra molto difficile provare a stanare Van Vleuten. Al traguardo volante di Cuorgnè il distacco tra le quattro al comando e le cinque che inseguono è 1'26", ma col passare dei chilometri il distacco tra i due gruppi si riduce fino a scendere sotto i 30 secondi ai -40, e cinque chilometri più tardi avviene il ricongiungimento. 

Diventano a questo punto decisive le ultime due salite di giornata: a Vietti (10.8 km al 3.7%) le nove di testa si controllano, mentre nel gruppo dietro García e Ane Santesteban provano a guidare l'inseguimento. In questa fase si prosegue ancora a strattoni per cercare di selezionare il gruppo: ci prova prima Labous, poi Erica Magnaldi e anche la stessa Van Vleuten, ma alla fine il gruppo si ricompatta. I cali di andatura favoriscono il riavvicinamento del secondo gruppo, che si porta sotto il minuto di ritardo. Ai -26 Silvia Persico riesce ad uscire dal gruppo di testa da sola e a guadagnare una decina di secondi, seguita dopo qualche centinaia di metri anche da Labous. Chi riesce a fare veramente la differenza è però Antonia Niedermaier, che se ne va in solitaria e passa per prima al gpm. La tedesca continua a guadagnare in discesa, arrivando a oltre 30" di margine sul gruppo maglia rosa. All'inizio della salita di Sant'Ignazio ha più di un minuto vantaggio su un gruppo che nel frattempo è diventato di diciannove atlete, con il rientro delle inseguitrici che sembravano fuori dai giochi già dopo la prima salita. Il plotone si fraziona di nuovo poco dopo, e anche Persico e Cavalli vanno in difficoltà e perdono le ruote delle migliori, anche perché davanti è tornata a fare il ritmo la maglia rosa: l'unica a seguire e a rinforzare l'azione è ancora Elisa Longo Borghini, mentre Realini perde qualche metro insieme a García, Fisher Black e Labous. Per qualche tratto la campionessa italiana sembra essere più brillante, ma AVV trova come sempre un fondo di energie inaspettato per guadagnare qualche metro in prossimità dello scollinamento, prendendosi anche altri punti per consolidare la leadership nella classifica dei gpm

La discesa da Sant'Ignazio tradisce in misura diversa entrambe le protagoniste di questo Giro Donne: Van Vleuten scivola ma si rimette subito in sella, mentre Longo Borghini imposta male una curva e finisce lunga contro un cumulo di terra in mezzo agli alberi. Fortunatamente riesce a ripartire, ma piuttosto dolorante e ormai fuori dai giochi per la tappa e per la classifica. La scivolata invece costa un po' di inerzia a AVV, che non riesce a recuperare su Niedermaier sullo strappo conclusivo. Arriva dunque la prima vittoria nel World Tour per la giovane tedesca, totalmente incredula dopo il traguardo. Oltre alla tappa c’è anche la maglia bianca per l’atleta della Canyon che guadagna 1’32” su Gaia Realini, giunta sesta al traguardo, leggermente attardata rispetto a Fisher Black, Labous e Ewers, che dopo le difficoltà sul Passo del Lupo ha disputato un grande finale di tappa. La statunitense rimane al terzo posto a 2’18” da van Vleuten, mentre Niedermaier guadagna dodici posizioni ed è seconda a 2’07”. Un vantaggio certamente rassicurante per AVV, soprattutto dopo l’uscita di scena della sua rivale più accreditata: Longo Borghini è infatti giunta al traguardo con 7’40” di ritardo insieme alla compagna Shirin Van Anrooij, con qualche graffio in faccia e sulle braccia, ma senza segni evidenti di conseguenze troppo gravi, dopo una caduta che aveva fatto temere il peggio, anche se le sue condizioni saranno comunque da valutare. Una batosta fisica e morale per ELB, che anche oggi aveva dimostrato di poter lottare ad armi pari per la maglia rosa, e ora si trova totalmente fuori classifica. La migliore delle italiane ora è Realini, quinta a 3'14", che proverà quantomeno ad insidiare il podio a partire dalla tappa di domani, con arrivo in salita a Canelli. 

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La crisi infinita del ciclismo tedesco
Il secondo posto perfetto di Annemiek van Vleuten