Il cartello comparso a omaggiare Tadej Pogacar a Valpiana © Facebook
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L'omaggio a Pogacar e a un gesto che non smetterà di avere effetti

Un'artigianale targa celebrativa è comparsa su un palo vicino al punto in cui Tadej ha regalato la borraccia al piccolo tifoso che lo seguiva, in Valpiana

11.06.2024 21:36

Se è vero che per essere un campione bisogna vincere, è vero anche che per essere ricordato ed amato bisogna saper emozionare, si deve saper dialogare con il pubblico scendendo dal piedistallo su cui lui stesso ti ha messo, per immergersi nel suo calore il quale, nel ciclismo come in pochi altri sport, può essere assordante e ravvicinato. Quasi urtante a volte ma dannatamente motivante.

In questa categoria di campioni si sta ritagliando un posto importante Tadej Pogacar, che non perde occasione di mostrarsi al mondo sportivo non solo per le sue vittorie, ma anche per il suo modo di essere così spontaneo, così genuino e così “normale” che piace, piace terribilmente alla gente.

Il significato profondo dell'omaggio a Pogacar

Il cartello comparso a omaggiare Tadej Pogacar a Valpiana © Facebook
Il cartello comparso a omaggiare Tadej Pogacar a Valpiana © Facebook

Piace talmente tanto che sulla salita di Bassano del Grappa è comparso un cartello, posto su un palo nato per sorreggere in realtà altri cartelli stradali, il quale recita “Qui Tadej Pogacar creò il mito di Valpiana”, con tanto di foto del campione sloveno intento a regalare la sua borraccia appena presa dal massaggiatore ad un bambino (non a caso il regalo letteralmente è il “dono fatto dal re”).

Un omaggio a un campione che è prepotentemente entrato nell'immaginario collettivo, un immaginario che si nutre certo delle imprese sportive ma anche dei gesti extra, quelli che a lui vengono così naturali e che risultano puntualmente destinati a diventare virali (o addirittura iconici). Il significato del cartello commemorativo del bel gesto di Pogacar è da ricercare nel suo dominio: ci ha talmente abituati ad andare forte che ormai non immortaliamo un suo scatto imperioso o una sua impresa clamorosa, ma il momento che ci colpisce a sorpresa, inatteso in quanto non scontato.

Una scena che ha fatto il giro del mondo

Le immagini di questa scena avevano fatto il giro del mondo subito dopo la 20esima tappa del Giro d'Italia 2024, che prevedeva nel suo menù la doppia scalata della salita di Bassano del Grappa.

Il bambino in questione risponde al nome di Mattia, di Cassola (VI), che oltre ad essere un tifoso è anche un giovane ciclista del Cycle Team Cassola 2000. Il giovane ha una collezione di ben quasi 400 borracce, ed ora il suo prossimo “obiettivo” da lui stesso dichiarato ai microfoni di TG Veneto, sarà quello di farsi autografare la stessa borraccia nelle tappe italiane del Tour de France 2024, dove andrà a seguire il suo idolo tentando anche di allungare la sua collezione di borracce.

L'eredità che sta lasciando Tadej è destinata a durare decenni

Come scrisse Haim G. Ginott “i bambini sono come il cemento umido, tutto quello che li colpisce lascia un'impronta”. Sensibilizzare i giovani significa coltivare il nostro futuro, e che sia nelle scuole così come nello sport, per mano di insegnanti ed allo stesso tempo per mano di sportivi, ciò ha la stessa valenza perché non c'è un luogo o un tempo per essere educatori.

Ogni gesto, ogni frase, ogni comportamento di un adulto può essere quell'impronta nel cemento umido di un bambino, per questo, fra qualche anno, il gesto di Pogacar sarà ancora lì, ricordato dai più come una cosa bella che ha generato un'emozione in tutti noi ma, in verità, nessuno di noi sa veramente questa impronta quanto avrà inciso nel futuro di quel giovane.

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