Donne Élite

Annemiek is so hard on Izoard

20.07.2017 20:36

La Course by Le Tour, l'olandese domina sulle Alpi. Seconda Deignan, terza un'ottima Longo Borghini


Il grande arrivo in salita che era mancato nell'ultimo Giro Rosa ce lo siamo potuti godere oggi nella rinnovata La Course by Le Tour de France che, dai Campi Elisi, per la sua quarta edizione si è spostata sulle Alpi in concomitanza dell'ultima tappa di montagna della Grande Boucle: il risultato finale è stato quello che ci si aspettava per quanto intravisto in Italia, ossia una splendida ed indiscutibile affermazione dell'olandese Annemiek Van Vleuten che, dallo scorso anno, ha trovato un solidità in salita che mai aveva mostrato in passato, lei che come caratteristiche si era sempre orientata più alle gare di un giorno. Rispetto al Giro Rosa mancava proprio la vincitrice Anna Van der Breggen, ma l'olandese campionessa olimpica oggi non avrebbe potuto far nulla: Van Vleuten in questo momento ha una marcia in più rispetto a tutte in salita e a cronometro.

La 34enne della Orica-Scott aveva stupito la prima volta ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro quando staccò tutte, anche la miglior scalatrice al mondo Mara Abbott, sulla salita di Vista Chinesa per poi vanificare tutto con una brutta caduta in discesa: al Giro Rosa era venuta per vincere e ha buttato via tutto perdendo due minuti nella tappa più facile, ma la nuova consapevolezza dei propri mezzi la si era notata nelle interviste finali a Torre del Greco quando diede già appuntamento all'edizione del prossimo anno augurandosi anche un tracciato più impegnativo o con degli arrivi in salita.

Di Linda Villumsen l'unica fuga
La nuova La Course by Le Tour ha preso il via da Briançon alle 10 del mattino con 118 atlete al via che dovevano affrontare un percorso di 67.5 chilometri in cui l'Izoard, cima al quale era posto il traguardo, era l'unica vera difficoltà altimetrica: dal punto di vista tattico, quindi, era una gara con poco da inventarsi ma la partenza è stata subito molto veloce e con diversi tentativi di attacco, forse grazie anche alla presenza di immagini in diretta in tanti paesi con le ragazze che per una volta avevano davvero la possibilità di mettersi in mostra davanti ad un pubblico abbastanza numeroso.

L'avvio rapido non ha prodotto fughe all'inizio, ma il gruppo si è comunque allungato e spezzato sui diversi cambi di pendenza che hanno trovato le atlete: tra colore che sono state costrette ad inseguire c'era anche la campionessa americana Amber Neben, atleta che spesso si trova a correre in fondo al gruppo e che ha qualche difficoltà nelle discese più tecniche e veloci. A circa 30 chilometri dall'arrivo, a 16 dall'inizio della salita finale, è uscita dal gruppo la neozelandese Linda Villumsen (Veloconcept) e stavolta il gruppo ha lasciato spazio anche perché non era facile chiudere rapidamente su una passista di tale livello: la Villumsen, rientrata alle corse proprio al Giro Rosa dopo una pausa post-olimpica, ha preso fino a 40" di vantaggio e a quel punto in testa al gruppo si è messa in blocco la Boels-Dolmans la cui capitana di giornata era l'americana Megan Guarnier.

Villumsen ripresa da Sanabria, Deignan fa il ritmo
All'inizio della salita dell'Izoard (14.1 km al 7.3% medio) il vantaggio di Linda Villumsen si era ridotto a soli 15", ma intanto il gruppo ha iniziato subito a perdere numerosi elementi, compresa l'olandese Marianne Vos che veniva dalla vittoria al BeNe Ladies Tour, dove però di salite vere non ce n'erano. Nonostante il vantaggio esiguo, Villumsen è rimasta in testa alla corsa per altri cinque chilometri prima di essere raggiunta e superata dalla colombiana Ana Cristina Sanabria (Servetto) che era uscita dal gruppo poco prima con Tetyana Riabchenko e Rossella Ratto. A 8 chilometri dal traguardo la prima parte del gruppo è tornata compatta, ma a quel punto davanti erano rimaste appena 18 atlete.

Già prima del tratto più duro dell'ascesa dell'Izoard (gli ultimi 7 km) a fare il ritmo in gruppo era la campionessa britannica Elizabeth Deignan che, salendo sempre più di quota, ha fatto vittime illustri: la speranza francese Pauline Ferrand-Prévot ha perso irrimediabilmente contatto, poco dopo la stessa sorte è toccata anche alla scalatrice sudafricana Ashleigh Moolman che, evidentemente, non ha ancora superato i problemi fisici che l'avevano costretta a ritirarsi dal Giro Rosa dopo appena due tappe; Moolman taglierà il traguardo staccata di ben 3'16".

Guarnier in difficoltà, Van Vleuten saluta tutte ai 4.4 km
A sei chilometri dall'arrivo erano rimaste in testa solo Lizzie Deignan e Megan Guarnier (Boels-Dolmans), Kasia Niewiadoma (WM3), Annemiek Van Vleuten e Amanda Spratt (Orica-Scott), Shara Gillow ed Eri Yonamine (FDJ), Elisa Longo Borghini (Wiggle-High5), Ana Sanabria (Servetto) e Lauren Stephens (TIBCO): a sorpresa la prima di queste a palesare difficoltà in salita è stata Megan Guarnier proprio mentre davanti era ancora la compagna di squadra Elizabeth Deignan a dettare il ritmo. A questo punto la Boels-Dolmans si è vista costretta a cambiare strategia e nel gruppetto di testa il ritmo è calato sensibilmente.

A rompere gli indugi, a 4700 metri dall'arrivo, è stata Annemiek Van Vleuten che poi ha replicato lo scatto 300 metri più avanti: la seconda accelerazione è stata quella decisiva perché nessuna è stata in grado di rispondere alla portacolori della Orica-Scott che così si è trovata sola in testa con la possibilità di salire con un ritmo altissimo e regolare che non ha dato scampo a tutte le altre. Elizabeth Deignan e Shara Gillow erano a quel punto le prime inseguitrici con Elisa Longo Borghini che inizialmente aveva provato a restare con loro ma che poco dopo ha dovuto alzare bandiera bianca.

Trionfo Van Vleuten, Longo Borghini agguanta il podio
Il finale è stato una cavalcata trionfale di Annemiek Van Vleuten che, nonostante un piccolo brivido per un salto di catena, ha tagliato il traguardo con 43" di vantaggio su Elizabeth Deignan; in terza posizione staccata di 1'23" è arrivata la nostra Elisa Longo Borghini che ha gestito benissimo le proprie forze e che ha ripreso e superato una stremata Shara Gillow che si è piantata subito dopo il celebre tratto della Casse Déserte. Al traguardo la Gillow è stata poi superata anche da Megan Guarnier che si è ripresa chiudendo quarta.

Nell'ordine, abbastanza sfilacciate una dall'altra, sono arrivate al traguardo dell'Izoard l'australiana Amanda Spratt, la statunitense Lauren Stephens, la sorpresa colombiana Ana Cristina Sanabria, la polacca Katarzyna Niewiadoma e la svedese Hanna Nilsson: quest'ultima ha chiuso la top10 staccata di 3'04" dalla vincitrice. In tutto sono 18 le atlete che sono arrivate in cima all'Izoard con meno di cinque minuti di ritardo rispetto ad Annemiek Van Vleuten: dopo Elisa Longo Borghini la migliore italiana al traguardo è stata Rossella Ratto, solo 20esima a 5'08".

Sabato la seconda tappa ad inseguimento
Purtroppo Rossella Ratto è la prima "eliminata" tra coloro che sabato a Marsiglia, sullo stesso percorso della cronometro del Tour de France, si sfideranno nella seconda e decisiva tappa de La Course by Le Tour de France. La gara vera, che faceva parte del calendario UCI e che assegnava i punti per il Women's World Tour, era quella di oggi, ma la vincitrice finale della manifestazione verrà decisa appunto sabato con un'innovativa gara ad inseguimento partendo con i distacchi registrati in cima all'Izoard: Annemiek Van Vleuten, quindi, sarà la prima atleta a partire, dopo 43" toccherà a Lizzie Deignan, dopo 1'23" a Elisa Longo Borghini e così via fino a Karol-Ann Canuel dopo 4'50", la vincitrice sarà la prima atleta a tagliare il traguardo.

Il formato è senza dubbio interessante anche perché bisogna tenere conto del fatto che saranno ammesse le scie tra le atlete e che quindi potremmo assistere a delle rimontare altrimenti impossibili: Annemiek Van Vleuten si è sicuramente messa in un'ottima posizione perché, con le sue dote, potrà affrontare la gara come una cronometro individuale senza mai essere ripresa anche perché nel gruppo che verosimilmente si formerà a un minuto e mezzo di distanza ci sarà anche la sua compagna di squadra Amanda Spratt a rompere i cambi. Comunque sarà una corsa che merita di essere seguita, se non altro per poter dare un giudizio complessivo su questo nuovo formato di una prova che in soli quattro anni è diventata una delle più attese del calendario.
Notizia di esempio
Troppo bravo Barguil, troppo moscio Bardet